VIII INTRODUZIONE
Le sfide che si profilano nel nuovo millennio, l’innovazione
tecnologica e la globalizzazione dei mercati su tutti, non possono essere
affrontati facendo leva sul semplice intuito imprenditoriale. Il
complessificarsi dei sistemi economici e le interrelazioni che si sviluppano,
impongono l’implementazione di processi di pianificazione strategica
all’interno delle imprese. Parte essenziale ne è l’analisi della concorrenza.
Inoltre il dilagare del “fenomeno concorrenza” viene ad essere
testimoniato, nel nostro paese, dalle cosiddette privatizzazioni: esse si
sostanziano nel passaggio della guida di aziende pubbliche a soggetti
privati, o tramite offerte pubbliche di vendita sul mercato finanziario, o
attraverso la cessione diretta ad imprenditori. Ciò significa una gestione
all’insegna di logiche manageriali, non più semplicemente destinata ad
erogare un servizio al cittadino, ma indirizzata verso la vendita sul
mercato di un servizio qualitativamente apprezzato dal consumatore,
nonché concorrenziale, specie quando alla privatizzazione si accompagna
la liberalizzazione del settore. Tale ulteriore spinta verso la competitività
riguarda direttamente la nostra analisi. Infatti il presente lavoro non tratta
genericamente di analisi della concorrenza, ma ne applica le tecniche in un
ambito molto particolare: il settore termale. Le dinamiche che lo hanno, e
lo stanno, interessando, sono quelle proprie di un comparto da poco uscito
dall’orbita pubblica, e che si propone di aggredire il mercato ben oltre gli
ambiti tradizionali di attività. L’offerta di servizi benessere, anziché
semplicemente cure termali, è emblematica di una volontà dei nuovi
soggetti economici di espandere gli ambiti di crescita, facendo leva su di
un mercato, quello del wellness, in forte sviluppo, ed ovviando così alla
raggiunta maturità del termale tradizionale.
In tale contesto si colloca idealmente l’analisi che andremo a
condurre: così come nel processo di creazione di nuove imprese si accerta
la fattibilità dell’idea imprenditoriale, attraverso un’accurata analisi di
settore, allo stesso modo quando si decide di operare in un nuovo mercato,
INTRODUZIONE IX
si devono attentamente studiare le variabili ed i soggetti coinvolti, sia dal
lato della domanda che da quello dell’offerta. Il punto di vista che
assumeremo sarà il secondo, ovvero, prescindendo dall’esistenza di una
domanda, andremo ad indagare le condizioni economico-finanziare nelle
quali si svolge la gestione delle imprese concorrenti, in modo da
determinare ex-post la competitività relativa dell’impresa in ottica storica e
prospettica, per poter valutare la bontà delle scelte imprenditoriali e
saggiare l’attrattività del nuovo mercato in cui le imprese si sono inserite.
Questo risulta particolarmente interessante, anche alla luce dei processi di
ristrutturazione, intesi in senso sia aziendale che immobiliare, che hanno
caratterizzato gli stabilimenti e che ne hanno mutato le propensioni
produttive nonché l’immagine.
Tutto ciò rende maggiormente rilevante e ricca di spunti l’analisi,
tanto più che essa sarà riferita ad un gruppo di aziende che aspirano a
rappresentare l’eccellenza del comparto.
Parte Prima
TRATTI DISTINTIVI
DEL SETTORE TERMALE
3
CAPITOLO PRIMO
STRUTTURA E DINAMICHE DEL SETTORE
1.1 – L’EVOLUZIONE DELL’ATTIVITÀ TERMALE NEL TEMPO
Analizzare un determinato fenomeno, sia che si tratti di aspetti
economici, sia che si assuma un punto di vista più spiccatamente sociale,
comporta una preliminare definizione ed un generale esame del contesto
di riferimento. Nel caso dell’analisi competitiva, questa esigenza risulta
essere di estrema evidenza: è infatti l’azienda che “guarda fuori di sé” per
trovare nell’ambiente in cui opera validi termini di paragone,
assoggettando le proprie performance a dei giudizi, che hanno natura mai
assoluta ma sempre relativa.
Essendo il presente lavoro finalizzato a condurre un’analisi
comparativa all’interno del comparto termale, non si può prescindere da
un’iniziale disamina dello stesso, disamina che al suo interno trova un
primo passo in chiave storica. Se infatti nelle scienze umanistiche si
sostiene che la conoscenza e lo studio della storia costituiscono il
presupposto per compiere le scelte dell’oggi, allo stesso modo nelle scienze
economiche, e nel nostro caso trattando di strategia d’azienda, l’analisi del
passato è il presupposto per comprendere i propri errori o le scelte
4 CAPITOLO I
decisive, e quindi operare quegli interventi correttivi o migliorativi in vista
del futuro svolgersi, ed evolversi, della gestione aziendale.
Il settore termale si presta in particolar modo ad un’analisi
diacronica, in quanto interessato da varie fasi di evoluzione, che hanno
caratterizzato diverse epoche all’interno dello scorso secolo e fino ai giorni
nostri.
Più che di fasi potremmo parlare di vere e proprie generazioni di
attività termale, così come individuate da E. Becheri
1
, ad ognuna delle
quali corrisponde una diversa concezione di termalismo. Queste si
configurano, quindi, non come periodi semplicemente caratterizzati da un
determinato andamento in termini economici, ma più profondamente, da
un ben preciso modo di intendere l’attività termale, sia per il
cliente/paziente che per l’azienda/stabilimento. L’utilizzo di tale doppia
terminologia, fa già intendere la portata dei mutamenti che hanno
interessato il settore nel corso dei decenni, cambiando la stessa identità ed
il ruolo dei soggetti, che si trovano, rispettivamente, dal lato della
domanda e da quello dell’offerta.
Una prima generazione di attività termale si individua all’inizio del
secolo, quando si avevano ancora forme primitive di turismo e non era
sviluppata la c.d. vacanza balneare. In tale periodo furono proprio le
località termali a qualificarsi come luoghi di villeggiatura, ma non mete
qualsiasi, bensì di elite. L’esigente clientela borghese ed aristocratica di
allora pretendeva un’offerta di grande lusso e comodità, secondo una
concezione di termalismo che non si appiattiva sulla sua funzione
terapeutica, ma che vi vedeva soprattutto relax e preservazione della
salute. In tale ottica venne valorizzato l’ambiente che faceva da cornice alle
terme: i giardini, il verde e le stesse strutture ricettive, costituivano parte
integrante di un’offerta che non comprendeva semplicemente il prodotto
1
In FEDERTERME – MERCURY, Rapporto sul sistema termale in Italia 2004, Il Sole 24 Ore Libri,
2004.
STRUTTURA E DINAMICHE DEL SETTORE 5
terme, ma abbracciava il territorio qualificando questi luoghi come città-
giardino termali. In tal senso è da considerarsi anche l’associazione con lo
stile Liberty, di cui ancora si trova traccia architettonica in molte strutture, e
che conferiva un ulteriore contenuto estetico al servizio.
Successivamente, con lo svilupparsi di altri turismi, in particolar
modo di quello balneare, le terme perdono parte del loro contenuto di
svago e divertimento, con il sopravvento della componente salutifera. Tale
processo, che prese avvio negli anni trenta e nel secondo dopoguerra,
sfociò nel c.d. termalismo sociale, consistente in una concezione terapeutica
delle terme, che le identifica con il concetto di cura. Un simile
cambiamento fu favorito anche dalle politiche sanitarie di allora, favorevoli
al settore, in particolare il forte supporto delle mutue, anche in termini di
facilitazioni per i curandi
2
. Il nuovo supporto dato all’attività, di fatto pose
gli stabilimenti, fuori dal mercato, in quanto la stragrande maggioranza dei
loro ricavi veniva conseguita con utenti convenzionati e fece di quello
termale un comparto protetto.
Questo ruvido guscio verso il mercato, permase anche
successivamente, nella fase del termalismo assistito, quando, agli inizi degli
anni ottanta, entrarono in campo nuove tendenze. In tale periodo si
assistette ad una riscoperta della salute come necessità dell’individuo,
consistente in una valorizzazione del proprio benessere psicofisico e della
cura della propria immagine. A testimonianza di ciò, vi fu il sorgere di una
moltitudine di centri benessere specializzati, che si proponevano una
rivitalizzazione e un ringiovanimento della clientela servita. Anziché
sfruttare le nuove opportunità, il settore termale, e per esso la stessa
associazione di categoria, si chiuse ancora di più in sé stesso,
nascondendosi dietro una pretesa intangibilità del termalismo, rispetto ad
2
L’effettuare cure termali consentiva, ai lavoratori dipendenti, la fruizione di ferie
aggiuntive, che venivano pagate dalle mutue di allora, e le stesse cure venivano per gran
parte sovvenzionate.
6 CAPITOLO I
altre attività, il quale rischiava di perdere credito se accostato a trattamenti
che non avevano la stessa valenza terapeutica. In realtà fu proprio la scarsa
attenzione dedicata, in questo periodo, alla validazione scientifica delle
cure, a decretare quella che possiamo definire una prima crisi del
comparto. Crisi alla quale concorse, potremmo dire pure come effetto della
perdita di credibilità scientifica delle cure termali, il venir meno del forte
supporto dato dal S.S.N. il quale adottò una politica quasi di disimpegno
dal settore, che perdurò negli anni novanta, con l’abolizione delle ferie
aggiuntive per cure termali, misure più restrittive per l’effettuazione delle
cure e l’introduzione dei ticket. Fu anche quest’ultima motivazione che
spinse gli operatori del settore, nella successiva decade, ad aprirsi al nuovo
ramo del benessere, compiendo di fatto, al contrario, il percorso effettuato
cinquant’anni prima: da fuori a dentro il mercato.
Tavola 1.1 – Le generazioni di attività termale nel tempo
fonte: ns. elaborazione da Federterme – Mercury, Rapporto sul sistema termale in Italia 2004
1.2 - L’ATTUALE MOMENTO STORICO
Quello che si generò all’inizio degli anni novanta, fu un
cambiamento radicale nella concezione e nella stessa conduzione
Generazioni di
attività termale
1° - Termalismo ludico
2° - Termalismo sociale
3° - Termalismo assistito
4 ° -Termalismo e benessere
5° - Benessere termale
Mercato libero
Termalismo pubblico -
convenzionato
Il nuovo mercato del
benessere
STRUTTURA E DINAMICHE DEL SETTORE 7
dell’attività termale, la cui “onda lunga” giunge fino ai giorni nostri. A
determinare la svolta non è stato solamente il venir meno dell’appoggio
incondizionato, e spesso dai caratteri assistenziali, del Servizio Sanitario
Nazionale, ma anche e soprattutto l’evolversi del contesto concorrenziale,
con l’entrata di nuovi soggetti operanti nell’ambito del benessere,
caratterizzati da politiche commerciali e di marketing fortemente
aggressive. Ciò ha rappresentato, e rappresenta tuttora, la principale
scossa data agli operatori del comparto termale, verso un’apertura al
nuovo mercato del wellness.
In un primo momento vi è stato un sorgere di attività benessere, con
il diffondersi di appositi punti presso gli stabilimenti, che si svolgevano
parallelamente ai trattamenti termali. Iniziative, appunto, parallele al
termalismo, ma non integrate con esso. E’ questa infatti la concezione della
quarta generazione di attività termale, nella quale, se da un lato si assiste al
ritorno sul mercato delle terme, dall’altra non si riescono a creare e a
sfruttare le potenziali sinergie con il ramo benessere. Si parla quindi di
termalismo e benessere, come due comparti separati ed autonomi, ognuno
con la propria clientela. In realtà sembra verificarsi una sorta di paradosso,
in quanto le prestazioni benessere possono essere effettuate ovunque,
anche nella località ove risiede il cliente, perché, di fatto, non hanno alcun
vincolo di carattere sanitario, mentre le cure termali sono state soggette a
normative che fino a poco tempo fa hanno impedito anche l'effettuazione
di reali azioni di marketing e di promozione. Si è verificata così una strana
situazione perché mentre molti centri fitness hanno illegalmente usato
l'aggettivazione termale per qualificare le loro attività, le terme non hanno
potuto trarre vantaggi competitivi e, anzi, in un primo momento hanno
rifiutato la stessa concezione di benessere per paura di contaminare la
componente sanitaria. Inoltre, ci si è anche dimenticati che le cure termali,
in primo luogo, sono proprio quelle cure naturali verso le quali è
8 CAPITOLO I
aumentato recentemente l’interesse della clientela, sempre più attenta agli
aspetti salutistici delle prestazioni.
Tavola 1.2
fonte: Federterme – Mercury, Rapporto sul sistema termale in Italia 2004
1.2.1 – Il benessere termale: nuove opportunità
L’entrata nel comparto benessere non è, quindi risolutiva, anzi, è
solo un passo iniziale, verso un’idea di mercato della salute
omnicomprensiva, nella quale terme e benessere non sono due mercati
separati, ma fortemente integrati tra di loro, benché non coincidenti. E’
questa, sostanzialmente, la sfida che si pone di fronte alle imprese termali
negli anni duemila: creare sinergie tra due comparti, cercando non solo
connessioni e complementarità nelle attività svolte, ma anche e soprattutto
identità di clientela, abbracciando le varie tipologie di consumatore di
benessere.
Tale esigenza è tanto più sentita quanto più la componente
benessere risulta essere determinante per il rilancio del settore: infatti la
STRUTTURA E DINAMICHE DEL SETTORE 9
crisi in atto da anni riguarda quasi esclusivamente le prestazioni curative,
mentre per quanto concerne quelle benessere si è assistito ad un forte
sviluppo, anche e soprattutto al di fuori del comparto termale.
In quest’ottica risulta determinante orientarsi verso la concezione di
benessere termale, come prodotto che trae forte valore aggiunto dalla
utilizzazione di risorse, di strumenti ed esperienze termali: in altre parole
si validano e si caratterizzano quei trattamenti benessere, che possono
essere praticati solo nei centri termali, distinguendoli dagli altri che
possono essere effettuati ovunque. Parte di tale processo è,
necessariamente, un’adeguata politica di marketing che promuova il
nuovo prodotto combinato terme-benessere, segnando un nuovo corso
rispetto al passato, anche recente, quando non esisteva un responsabile
marketing nelle imprese termali, perché l’attività era orientata verso
l’aspetto sanitario, inteso come cura della malattia, e si temeva di
contaminate il comparto con definizioni troppo orientate alla prevenzione
ed alla promozione della salute.
Il benessere termale è, quindi, inteso come superamento ed
integrazione della distinzione e contrapposizione fino ad oggi esistente fra
la concezione termale tradizionale e quella del benessere.
1.2.2 – Il rapporto con il territorio
Il trend verso l’integrazione con il comparto benessere, non
rappresenta l’unica evoluzione in corso nel settore, al suo fianco è emersa
la tendenza a valorizzare il territorio circostante le terme e il complesso di
attrazioni e servizi che esso può offrire. Molte aziende termali, in
particolare quelle meno legate storicamente al S.S.N. ed a gestione privata,
hanno cominciato ad uscire dall’isolamento che le aveva caratterizzate fin
dall’epoca del termalismo sociale, per aprirsi al territorio ed al sistema locale
di risorse. Si è capito, sostanzialmente, che la capacità attrattiva di uno
stabilimento termale non è legata solamente alle sue caratteristiche
10 CAPITOLO I
intrinseche (qualità delle acque, tipologia di servizi offerti, efficienza delle
strutture ecc.) ma anche alla macro-organizzazione territoriale che gli fa da
contorno. La qualità dell’offerta tende, infatti, a migliorare se se si
configura un adeguato assetto organizzativo-funzionale che, con modalità
diverse, integra terme, ricettività, ristorazione, intrattenimento, trasporti,
aree di sosta, parchi, prodotti locali e così via. Inoltre è la stessa attività di
benessere termale che trova una perfetta correlazione con l’ambiente
circostante, imprimendo una forte connotazione all’area geografica nella
quale si trova lo stabilimento. In sostanza sorge una nuova concezione di
città termale intesa come parco-città della salute
3
, nella quale si combinano e
si completano tra di loro la componente ecologico-ambientale e quella delle
prestazioni termali, in un insieme di attività salutifere configurate come
naturali.
Ma se lo stabilimento può ottenere vantaggi dal territorio e dai suoi
servizi, dall’altra parte è lo stesso contesto esterno che può trarre benefici
dalla presenza delle terme. In primo luogo le strutture in oggetto sono
potenzialmente in grado di offrire, oltre alle prestazioni di terapia,
prevenzione e riabilitazione, iniziative complementari come corsi di
formazione sanitaria per la tutela della salute dei cittadini, progetti di
ricerca scientifica, rilevazioni statistico–epidemiologiche sulla popolazione.
In secondo luogo è evidente l’impulso che è in grado di imprimere, anche
un singolo stabilimento termale, sull’economia locale, intesa soprattutto in
termini turistici. Dal Rapporto Federterme-Mercury 2004 sul settore risulta
infatti che l’economia attivata nell’anno 2002 dalle terme in Italia, risulti
complessivamente pari a 1.851 miliardi di Euro, considerando il comparto
turistico-termale allargato, che comprende, oltre a quello diretto (spesa
diretta dei curandi nelle aziende termali ed al di fuori), il termale
complementare (ad es. accompagnatori) e l’indotto turistico allargato
3
Cfr. FEDERTERME – MERCURY, Rapporto sul sistema termale in Italia 2004, Il Sole 24 Ore
Libri, 2004.
STRUTTURA E DINAMICHE DEL SETTORE 11
(messa in ciclo della spesa diretta). In termini relativi, si registra un
moltiplicatore di 15,2 rispetto alle spese per cure convenzionate, dato che
mostra gli effetti che il comparto è in condizione di produrre sui singoli
contesti economici.
In conclusione, emergono dall’analisi compiuta, una serie di
potenzialità in grado di dare nuova vitalità al settore ed alle economie
locali di riferimento, potenzialità che potranno trasformarsi in fatti concreti
solo se verranno adottate mirate politiche a livello di marketing territoriale,
per promuovere non solo l’attività termale, ma un intero contesto locale,
esaltandone le caratteristiche di qualità, natura e storia. Ciò non potrà che
avvenire con la collaborazione di tutti gli attori economici: dalle aziende
termali, alle istituzioni locali fino agli altri operatori del turismo.
1.3 – LE TERME NEL PIÙ AMPIO SETTORE DEL TURISMO
L’analisi dei trend, sia di medio-lungo che di breve periodo, che
caratterizzano il comparto termale, non può prescindere da una
preliminare illustrazione dei fenomeni che riguardano in generale il settore
del turismo.
L’argomento risulta di particolare interesse, essendo l’Italia, paese
dotato di notevoli risorse naturali ed artistiche, da sfruttare in ottica
turistica. Quello che però è un enorme potenziale, non viene sempre
sfruttato e gestito a dovere. A testimonianza di ciò basti pensare che il
nostro paese, pur vantando i 2/3 delle opere d’arte del mondo e ben 36 siti
inseriti nella lista del patrimonio mondiale UNESCO, era nel 2002
solamente quarto nella classifica stilata dal WTO, relativamente agli arrivi
turistici internazionali annui, dietro a Francia, Spagna e USA.