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Introduzione
L'interprete è un mediatore di culture, la sua azione fa da ponte ponte tra le diverse
conoscenze. A volte la sua azione può essere unilaterale, cioè può mediare unicamente da una
cultura verso l'altra, in altri casi la sua azione può essere bilaterale, mediare tra le due culture e
portare l'una dall'altra e l'altra dall'una.
“L'interprete gestisce un processo di trasformazione a tutto campo. Ovviamente non traduce solo
parole o strutture sintattiche ma trasmette fatti, nozioni e idee.”
Snelling David “Introduzione alla simultanea verso la lingua straniera” contenuto in
“Interpretazione simultanea e consecutiva – Problemi teorici e metodologie didattiche”
a cura di Falbo Caterina, Russo Maria Chiara, Francesco Straniero Sergio – Hoeply
Al giorno d'oggi, in un mondo cosi globalizzato, con le nazioni cosi tanto legate tra loro per
sviluppo economico, turismo, aiuti umanitari e azioni belliche la figura dell'interprete è
irrinunciabile e indispensabile. Le nazioni e quindi le società si vedono costrette volenti o no al
contatto con un paese terzo, una cultura altra e hanno quindi bisogno di una categoria di
professionisti che sappia interagire e unire queste due diverse realtà. Risulta impossibile per
qualunque nazione non avere contatti con l'esterno e quindi prescindere dalla categoria
dell'interprete
E' inoltre doveroso ricordare quanto interrazziali siano le società attuali conseguenza ora di
immigrazione e precedentemente di invasioni belliche. E' sufficiente pensare alla società italiana e
alla sua composizione dal punto di vista delle nazionalità per capire che l'interprete è una figura di
rilievo anche all'interno della società, che si occupa grazie alla capacità di mediare tra le culture di
una pacifica e conveniente convivenza tra le stesse. Ovviamente questo fenomeno è tipico di tutte le
società del mondo occidentale, che attirano migliaia di abitanti dei paesi in via di sviluppo. Ecco
che in questa maniera si creano paesi che vedono la loro popolazione integrata da abitanti di altra
cultura e diverse tradizioni e che devono convivere con gli abitanti originari.
In questo contesto l'interprete cerca di unire e far comprendere all'altro le ragioni e la cultura
dell'uno e viceversa, non traduce semplicemente delle parole, svolge una funzione indispensabile e
importante. Mi riferisco a tutte quelle piccole e grandi differenze che intercorrono tra i diversi
popoli oltre la lingua come la religione, le tradizioni culinarie, le abitudini, l'igiene, il costume.
L'interprete non traduce mai solo una parola o una frase, l'interprete traduce sempre la cultura e
quindi tutti questi elementi.
Le dimensioni lavorative dell'interprete inoltre sfociano anche nelle interazioni politiche tra
le diverse nazioni. L'elezione di un capo di stato, una catastrofe naturale, una spedizione militare
non sono più elementi a esclusivo appannaggio dello stato che le compie ma investono anche le
altre nazioni. Potrei citare fatti come l'elezione del Presidente degli Stati Uniti, l'11 settembre o la
guerra al terrore.
Ecco perché occorre una categoria di interpreti che si occupi anche dell'interpretazione
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politica e che conosca perfettamente sia la cultura del paese del politico del quale si occupano sia la
cultura stessa dell'oratore.
Certamente la tecnologia è di grande ausilio all'interprete e al suo pubblico. Con i mezzi
tecnologici a disposizione oggigiorno è possibile trasmettere in diretta via satellite, etere e web
qualunque evento al mondo, e un pubblico sempre più culturalmente variegato è in grado di
usufruirne. In questo contesto politico e tecnologico diventa facile capire quanto è importante la
figura dell'interprete nell'attualità.
L'analisi che propongo verte su un'interpretazione simultanea di un discorso commemorativo
della tragedia dell'uragano Katrina su New Orleans da parte del 43° Presidente degli Stati Uniti
d'America George Walker Bush.
L'interpretazione è stata analizzata profondamente secondo i parametri più rilevanti e
secondo un attenta valutazione critica considerando le condizioni di svolgimento della stessa.
Dapprima è stata compiuta un'analisi moderata esaminando alcuni comportamenti macroscopici,
secondariamente ho invece ritenuto opportuno sviscerare l'interpretazione, scomporre anche le più
insignificanti inesattezze e tentare di trovarne origine, causa ed eventuale soluzione.
Grazie alla tecnologia l'interpretazione si libera della sua prigione che la costringeva ad
essere un servizio per pochi e diventa un servizio tutti. Si riveste di nuovi compiti come “far
passare” in diretta il messaggio di un leader politico straniero senza i filtri dei notiziari. Grazie
all'interpretazione qualunque di leader di qualunque paese può entrare nelle case dei cittadini di
qualunque altro paese in diretta. Grazie ad essa i cittadini possono vedere la figura dell'oratore, la
sua gestualità, assistere in presa diretta al suo discorso.
Ecco che l'accoppiata tecnologia e interpretazione mostra in questo frangente tutta la sua
forza e importanza. Traduce la lingua, unisce le culture, spiega usi e costumi dell'oratore al
pubblico, che grazie alla potenza di questo binomio si può sentire più vicino al resto del mondo e
più coinvolto, seppur da spettatore, nella politica internazionale.
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Parte Prima: Generalità dell'interpretazione
1. Nascita ed evoluzione dell'interpretariato
Interprete: (2) Chi per professione traduce oralmente discorsi fatti in un altra lingua.
Nicola Zingarelli “Lo Zingarelli 2009 – Vocabolario della lingua italiana” Zanichelli
Questa è la definizione che si trova nello “Zingarelli” della figura dell'interprete. Come si
evince dal numero due posto fra parentesi prima della definizione questo è il secondo significato in
ordine di importanza che si trova nel vocabolario. Basta questa breve considerazione per capire
quanto vituperato e sottovalutato il ruolo dell'interprete sia a livello professionale sia a livello
sociale.
Eppure, senza bisogno di immergersi in profonde ricerche, ma semplicemente usando un po
di logica si può capire che questa figura esiste almeno da quando esiste la civiltà, anzi le civiltà,
intese come società civili. L'interprete infatti unisce le diverse civiltà attraverso la lingua e
l'orazione e dà modo ad entrambe di comunicare. E' semplice pensare che questa figura fosse
presente già agli albori della storia, quando le prime civiltà vennero in contatto, mi riferisco per
esempio ai popoli del Tigri e dell'Eufrate, i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri. Queste popolazioni
vennero in contatto sia per scambi commerciali sia per fini bellici, e certamente era presente
qualche figura che mediava tra due commercianti o tra due generali. Mediava, cioè capiva la lingua
di partenza e aveva la capacità di convertirla, di tradurla in quella di arrivo.
“Ovviamente per il suo carattere esclusivamente orale, non sono giunte prove ai nostri giorni, ma
è facile capire che questa figura fosse presente e il suo ruolo fosse importante. Il carattere orale
ed evanescente dell'interpretazione congiuntamente al ruolo di secondo piano rivestito
dall'interprete in qualsiasi intermediazione linguistica fosse coinvolto possono spiegare perché le
informazioni su come avvenisse l'interpretazione nelle epoche passate siano scarse o addirittura
inesistenti.”
Alessandra Riccardi “Dalla traduzione all'interpretazione” Edizioni Universitarie Di Lettere
Economia Diritto pag 99
Le prime fonti scritte che trattano della figura dell'interprete sono relative al periodo
dell'antico Egitto e successivamente all'Impero Romano , in particolare al celebre oratore Cicerone,
anche se la situazione ancora non era ben distinta dal traduttore,
“In epoca romana classica il verbo “interpretari” era abitualmente usato per indicare la
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traduzione orale”
Alessandra Riccardi “Dalla traduzione all'interpretazione” Edizioni Universitarie Di Lettere
Economia Diritto pag 27.
Il primo interprete i cui servizi interpretativi sono giunti ai giorni nostri, ossia con un nome e
con un ruolo nella storia è un'indigena americana del 1600, il suo nome era Malinche e si occupò di
interpretare i discorsi tra Hernàn Cortéz e Montezuma.
Infine la figura dell'interprete vede il suo definitivo sviluppo e affermazione nel panorama
lavorativo con la nascita di numerosi organismi internazionali e con la globalizzazione del
commercio, alimentata dallo sviluppo dei trasporti. La nascita nei primi decenni del '900 di
organismi internazionali come la Società delle Nazioni diventata poi ONU per poi arrivare alla
nascita e sviluppo della miriade di organismi presenti attualmente nel quadro internazionale, come
la WTO, la NATO, la UE e cosi via ha portato allo sviluppo della figura professionale
dell'interprete.
Ed è proprio la nascita e sviluppo di questi organismi ha dato modo al mestiere
dell'interprete di svilupparsi e affinarsi anche attraverso la nascita di scuole come la pionieristica
Scuola di Ginevra.
“Fondata nel 1940, la scuola di Ginevra ha distribuito in vent'anni diplomi di traduttore, di
traduttore interprete e di interprete parlamentare.”
Georges Mounin “Teoria e storia della traduzione” - Piccola Biblioteca Einaudi pag 182
A causa della carenza di istituti di formazione per interpreti i primi soggetti che si
cimentavano in quest'arte erano forti personalità come ricercatori, politici, storici e filosofi.
Vantavano grandi competenze nelle materie che interpretavano e proprio per questo erano in grado
di trasformare e di convertire i discorsi da una lingua all'altra.
Le individualità più brillanti in questo campo, dal 1919 in poi, non siano stati degli interpreti di
mestiere, e ancor meno dei professori di lingue, ma forti individualità che riunivano a se un
insieme di doti tanto eterogenee da non trovarsi che raramente congiunte.
Georges Mounin “Teoria e Storia della Traduzione” - Piccola Biblioteca Einaudi pag 181
Quindi i primi lavori di interpretariato dell'epoca moderna furono svolti da grandi
personalità che non erano né studiosi né insegnanti di lingua, e questo sicuramente contribuisce a
rendere un'idea più veritiera delle competenze dell'interprete. Non basta una perfetta conoscenza di
entrambe le lingue, ma occorre una conoscenza approfondita e intima delle culture, nonché una
personalità forte , pronta a trovare soluzioni in ogni circostanza.
Attualmente l'offerta formativa per l'istruzione di interpreti è certamente migliorata, ci sono
tante scuole e università che formano interpreti sia in Italia che nel resto dell'Europa e nel mondo.