2 Introduzione
Introduzione
L’aspetto che maggiormente stimola la mia passione per i mercati finanziari è
senz’altro il fatto che la conoscenza della materia non può limitarsi alla sola
acquisizione delle nozioni tecniche di base, prescindendo quindi dal considerare tutte
quelle dinamiche in continuo divenire che, direttamente o indirettamente, più o meno
pesantemente, vi impattano. Tutto ciò che rientra sotto il nome di “finanza” non può
nella maniera più assoluta essere considerato come facente parte di una “scatola
chiusa”, impenetrabile per tutti gli sviluppi e le novità che il trascorrere del tempo
porta inevitabilmente con sé.
Al contrario, occuparsi di finanza significa avere consapevolezza non solo dei
differenti scenari macroeconomici che si sviluppano nelle varie parti del mondo, ma
anche del contesto geopolitico in cui si colloca un preciso momento storico; questo
perché la tanto nota globalizzazione ha coinvolto anche – e in misura rilevante – il
mondo della finanza, determinando di fatto la nascita di un unico mercato finanziario
globale in cui ogni “componente” è reciprocamente interconnessa con tutte le altre.
Come intuibile, tali considerazioni incidono in modo particolare sull’operatività del
mercato a breve scadenza, ossia il mercato monetario, e di conseguenza anche su uno
dei suoi principali segmenti: il mercato dei pronti contro termine (anche detti repo o
PcT). Quest’ultimo rappresenta l’ambito all’interno del quale tutto il presente lavoro
di tesi si sviluppa.
L’operazione pronti contro termine è una vendita di titoli che si accompagna
con l’impegno a riacquistare, alla scadenza convenuta, un pari quantitativo degli
stessi titoli ad un prezzo prestabilito. Una rilevante peculiarità di questi contratti
risiede nel fatto che il ricorso agli stessi può trovare giustificazione sia nell’esigenza
di ottenere o concedere in prestito liquidità, vale a dire fondi a brevissimo termine,
sia titoli. L’analisi che presenterò riguarda principalmente il primo di questi due
“ambiti”, in cui il driver del PcT risiede nella volontà di una controparte di dare o
ricevere in prestito un certo ammontare di liquidità, accettando o porgendo in cambio
una garanzia; l’attività ricercata è dunque il contante e le caratteristiche del collateral
(così è definita la garanzia) hanno importanza secondaria. Per tale motivo sono
stanziabili a garanzia del prestito più titoli accumunabili in quanto a merito creditizio
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e appartenenti al medesimo paniere di titoli: la transazione viene perciò definita
general collateral repo. Al contrario, nel secondo caso l’operazione scaturisce dal
desiderio di ottenere o dare in prestito uno specifico titolo e il collateral è
rappresentato dal contante; poiché questi valori mobiliari sono particolarmente
ricercati, essi sono detti “speciali” e la transazione prende il nome di special
collateral repo.
Nel complesso, i repo hanno una scadenza compresa fra un giorno e un anno e questo
porta a configurarli come strumenti del mercato monetario. Il loro utilizzo è divenuto
col tempo un meccanismo di finanziamento a breve termine e di attenuazione del
rischio di controparte molto apprezzato dagli operatori, portando all’affermazione di
un mercato caratterizzato da spessore e buona capacità di tenuta in cui operano, con
finalità diverse, differenti tipologie di soggetti. In tal senso, in ambito europeo è bene
distinguere tra due “mercati” repo, ognuno dei quali si caratterizza per impostazione
e finalità proprie ma risultando comunque, allo stesso tempo, inscindibilmente legati
l’uno all’altro.
Il “primo mercato” è quello che vede come protagonista assoluto la Banca Centrale
Europea. La BCE nutre da sempre un interesse specifico in materia di pronti contro
termine dato che questo è lo strumento attraverso cui conduce le tradizionali – e
come vedremo anche le eccezionali - operazioni di politica monetaria e di fornitura
di credito infra-giornaliero al settore finanziario; ciò rende l’istituto di Francoforte il
maggior utilizzatore di collateral nell’area euro e spiega l’attenzione dello stesso
verso l’efficienza, la liquidità e l’integrazione del comparto. In aggiunta, l’attenzione
della BCE è rivolta verso il mercato repo anche in quanto segmento rilevante del
mercato monetario: poiché quest’ultimo si configura come il luogo in cui vengono
condotte le operazioni di politica monetaria, esso rappresenta il primo anello di
trasmissione degli impulsi di politica monetaria che la BCE intende trasmettere al
sistema. E’ quindi intuibile come un mercato PcT liquido ed integrato possa meglio
conferire al repo lo status di strumento finalizzato al controllo della liquidità.
Il secondo ambito in cui il mercato repo si sviluppa è l’interbancario; banche o altre
istituzioni finanziarie vi ricorrono per limare posizioni di tesoreria o, più in generale,
per dare o prendere prestito fondi a breve scadenza potendo contare sulla garanzia di
un collateral.
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Il presente lavoro si colloca nel secondo dei due comparti e si riferisce, nello
specifico, al mercato repo general collateral dei Titoli di Stato italiani, coinvolgendo
quindi gli accordi di pronti contro termine stipulati a partire dal 2011 in cui a
garanzia del prestito è stata posta un’obbligazione governativa emessa dal Tesoro
italiano. La scelta di considerare gli ultimi quattro anni è principalmente dettata dagli
eventi che hanno interessato il mercato repo in detto arco temporale e che sono per lo
più frutto di decisioni non convenzionali di politica monetaria; l’enorme impatto
avuto da queste ultime avrebbe reso, infatti, poco significativa un’analisi che
interessasse dinamiche riferite a periodi precedenti. Con tale impostazione ho voluto
mettere ancor di più in risalto un legame che rappresenta il vero filo conduttore del
lavoro e che testimonia la profonda interconnessione esistente tra i due ambiti di cui
sopra: quello tra mercato repo general collateral e le decisioni di politica monetaria.
L’intero progetto si sviluppa nel corso di uno stage che ho effettuato presso la
Direzione Generale del Debito Pubblico del Dipartimento del Tesoro e si propone di
essere un contributo in grado di rispondere ad una specifica esigenza manifestata dal
Tesoro stesso.
Tale esigenza nasce in seno alla gestione di Tesoreria come riflesso non solamente
del contesto di mercato attuale, contraddistinto da liquidità in eccesso e tassi a breve
termine prossimi allo zero, ma anche e soprattutto delle più recenti decisioni targate
BCE, le quali hanno stimolato un’evoluzione nella gestione quotidiana della
liquidità.
Lo scorso 5 giugno 2014 la BCE ha adottato importanti decisioni di politica
monetaria determinando un abbassamento dei tassi di riferimento e portando per la
prima volta in territorio negativo il tasso sulla deposit facility (-0,10%). E’ stata
inoltre disposta una modifica riguardante i depositi governativi detenuti presso le
Banche Centrali Nazionali che penalizza tali giacenze e disincentiva, nel caso
italiano, la costituzione di nuovi depositi vincolati presso la Banca d’Italia: questo ha
determinato l’abbandono di una forma di investimento della liquidità su cui il Tesoro
aveva, sino a quel momento, fatto affidamento.
La volontà esplicita di Draghi di stimolare la circolazione di liquidità nel sistema è
stata di lì a qualche settimana suffragata dalla decisione di abbassare ulteriormente i
tassi di riferimento (portando il tasso di rifinanziamento principale a 0,05% e quello
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della deposit facility a -0,20%) e dallo svolgimento di nuove operazioni di
rifinanziamento a più lungo termine, cosiddette TLTRO (Targeted Longer Term
Refinancing Operations), finalizzate all’erogazione di credito al settore non
finanziario.
Dette circostanze, poi approfondite in seguito, stanno spingendo il Tesoro a
considerare la possibilità di ampliare la propria operatività con ulteriori forme di
impiego e rivolgendo l’attenzione, in particolare, ai contratti repo aventi come
garanzia Titoli di Stato italiani.
La tesi si compone di tre capitoli. Nel primo descrivo dettagliatamente la
gestione odierna della liquidità da parte del Tesoro, attività centrale per l’operatività
dell’ufficio in cui ho svolto lo stage, illustro le motivazioni di carattere normativo e
di mercato che lo hanno portato a rivolgere l’attenzione verso i repo ed infine
propongo una disamina accurata dello strumento in questione. Il secondo capitolo si
propone invece di essere propedeutico all’analisi finale e, in esso, offro una
panoramica sull’infrastruttura e l’organizzazione del mercato repo europeo che viene
poi integrata con un approfondimento riguardante il ruolo della BCE che, come
accennato, nell’ambito del suo mandato di politica monetaria ha un impatto
determinante sul mercato PcT. Per concludere, il terzo capitolo costituisce il valore
aggiunto dell’intero lavoro e in esso riporto l’analisi da me condotta sul mercato repo
general collateral dei Titoli di Stato italiani, occupandomi prima dei volumi e in
secondo momento dei tassi.
6 Il contesto normativo, istituzionale, operativo del Dipartimento del Tesoro
1 | Il contesto normativo, istituzionale e lo
strumento repo
1.1 Il contesto normativo, istituzionale, operativo del
Dipartimento del Tesoro
Il progetto che ho realizzato nel corso dello stage presso la Direzione Generale
del Debito Pubblico riguarda il mercato repo
1
dei Titoli di Stato italiani e si fonda
sulla volontà espressa dal Tesoro di valutare il possibile impiego della propria
liquidità in tale mercato. Alla luce di questo ho ritenuto opportuno dedicare la prima
parte del lavoro a una disamina quanto più accurata possibile del contesto generale
che ha ispirato l’intero progetto di tesi.
Lo scenario relativo alla gestione della liquidità del Tesoro si è modificato
profondamente nel corso degli ultimi anni comportando una progressiva evoluzione
dell’attività svolta nell’ufficio sede del mio stage: questo paragrafo si propone
dunque di descrivere quegli sviluppi normativi e di mercato che, direttamente o
indirettamente, hanno influenzato l’operatività del Tesoro portandolo a rivolgere
l’attenzione verso altre opportunità di investimento a breve termine come quella
rappresentata dai repo.
1.1.1 La gestione attiva della liquidità
1
Lo strumento repo è dettagliatamente presentato nel paragrafo seguente.
«Il Ministero dell'economia e delle finanze e la Banca d'Italia
stabiliscono mediante convenzione le condizioni di tenuta del conto
intrattenuto dal Tesoro presso la Banca d'Italia per il servizio di
tesoreria e dei conti ad esso assimilabili ed il saldo massimo su cui la
Banca d'Italia corrisponde un tasso di interesse, commisurato a
parametri di mercato monetario. Con successivo decreto del Ministro,
sulla base di criteri di trasparenza, efficienza e competitività, sono
stabilite le modalità di movimentazione della liquidità e di selezione
delle controparti».
art.47, comma 1, legge 196/2009