8
per la sua popolazione, come capo di stato, contro il modo in cui
presentava, tale suo agire, nei dialoghi sia ufficiali, che colloquiali.
Il lavoro adempie lo scopo di analizzare il linguaggio politico di Hugo
Chávez, al fine di poter verificare, se attraverso l‟utilizzo e l‟analisi dei
testi, svolta grazie all‟ausilio di teorie del linguaggio e della
comunicazione, sia possibile identificare un uso particolare della parola
nel linguaggio di Hugo Chávez, e se tale uso sia un impiego generico del
linguaggio a fini politici o evidenzi una personalizzazione del linguaggio
usato a fini politici.
Per poter però comprendere appieno la figura di Hugo Chávez ho
ritenuto opportuno analizzare in maniera critica, le fonti ideologiche e i
fatti storici, che risultano determinanti nella formazione di Chávez come
uomo politico e leader.
Nel primo capitolo del mio lavoro mi occupo dell‟analisi della guerra
d‟indipendenza venezuelana cui partecipò, e di cui fu principale
promotore, Simón Bolívar. Questo personaggio, è considerato il padre
della patria venezuelana, tantoché oggi la denominazione esatta del
Venezuela è Repubblica Bolivariana del Venezuela proprio in suo onore.
L‟importanza di questo personaggio non risiede solo nella
denominazione che ha assunto il Venezuela, ma risiede, più che altro,
nell‟ideologia che sta alla base dell‟attività di governo di Hugo Chávez.
Proprio per questo motivo ho ritenuto importante presentare i tratti
ideologici salienti di questo personaggio, ovviamente mettendo in primo
piano tutti quei fattori che in un modo o in altro possono essere
riscontrati nell‟ideologia e nell‟attività politica di Chávez.
Il secondo capitolo del lavoro invece fornisce un resoconto storico di
quello che successe in Venezuela dalla morte di Simón Bolívar
all‟avvento di Hugo Chávez al potere. Tale descrizione dei fatti è stata,
9
da me, ritenuta necessaria per comprendere appieno le posizioni, in
politica interna ed estera, di Hugo Chávez, come per esempio il forte
anti-americanismo, ed il modo di intendere l‟intervento dello stato come
fattore necessario affinché si mantenga la stabilità sociale in Venezuela,
che purtroppo si trova a vivere una forte polarizzazione della società
stessa.
Il terzo capitolo costituisce una piccola biografia di Hugo Chávez Frías.
Vengono messi in luce gli aspetti principali della sua formazione
ideologica, e si svolge una piccola analisi sui fatti e fattori che lo
portarono alla presidenza del Venezuela nel 1999. Inoltre viene dato
spazio alla politica estera adottata da Chávez, che costituisce una ricca
fonte per l‟analisi del suo linguaggio politico.
Il quarto capitolo del lavoro tratta dell‟oggetto principale della tesi,
l‟analisi del discorso politico di Hugo Chávez. Nella prima parte si
svolge una presentazione degli strumenti che sono utilizzati per eseguire
l‟analisi dei testi e dei dialoghi di Chávez. É un insieme di riflessioni e
osservazioni descrittive della lingua che utilizzano i politici nella
comunicazione politica. Nella seconda parte invece si sviluppa la vera e
propria analisi del linguaggio politico, attraverso lo studio di alcuni
discorsi svolti in consessi internazionali e altri dialoghi presi dalla
trasmissione Aló Presidente.
10
CAPITOLO PRIMO
IL VENEZUELA DALL’INDIPENDENZA A
SIMÓN BOLÍVAR
SOMMARIO: 1. Le origini della nazione venezuelana. - 1.1. La prima
repubblica. - 1.2. La guerra civile. - 1.3. La seconda repubblica. - 1.4. La terza
repubblica. - 1.5. Dal progetto della Gran Colombia al Congresso di Panamá. -
2. Simón Bolívar. - 2.1. Le origini e la formazione. - 2.2. Il pensiero politico. -
2.2.1. La rivoluzione dell’indipendenza. - 2.2.2. Un sistema politico latino-
americano. - 2.2.3. Il concetto di libertà. - 2.2.4. Teoria del potere e forme di
governo. - 2.2.5. Il ruolo dei civili e dei militari.
1. Le origini della nazione venezuelana
1.1 La prima repubblica
Il Venezuela fu una delle nazioni che più fedelmente incarnò le
caratteristiche del XVIII secolo latino-americano. Sebbene i due secoli
precedenti fossero stati poveri di stimoli culturali, il XVIII secolo, fu il
punto cardine della nuova cultura e delle nuove tendenze politiche
latino-americane. Non poche furono le cause. Sicuramente una delle
principali fu data dall‟attività commerciale svolta dalla Compañia
Guipuzcoana.
Questa impresa, che monopolizzò il commercio con il Venezuela,
esercitò un‟influenza decisiva sulla vita politica della nascente
repubblica2. «Non credo» - scrive Predo Grases - «che sia troppo
2
Scocozza Antonio, Bolívar e la rivoluzione panamericana, Dedalo libri, Bari, 1978.
11
avventato affermare che la Compañia Guipuzcoana diede avvio
all‟autentico processo d‟integrazione ed interrelazione delle provincie
venezuelane e con questo la nascita di un germe di società che dovrà
svilupparsi progressivamente con caratteri definitivi. E‟ inoltre possibile
che con le merci per i bisogni dei nostri antenati siano giunte idee e libri,
dottrine e stampati, che stimolarono le menti degli abitanti di queste
terra; però ciò che nessuno potrà negare è che sia stato uno dei fattori
determinanti dell‟evoluzione sociale venezuelana come popolo con
caratteristiche individuali3». In effetti, in quasi tutte le ribellioni e i
movimenti di massa che scossero la società coloniale venezuelana, fu
sempre presente come causa diretta o indiretta l‟operato della Compañia
Guipuzcoana4.
Nel 1725 venne fondata la Real Pontificia Universidad de Caracas, che,
con tutti i limiti propri di questi istituti coloniali, fu uno dei principali
centri della riscossa culturale e politica venezuelana. A seguire furono
fondate anche la Real Audencia ed infine il Real Consulado. «Sono
istituzioni queste che stanno a significare il riconoscimento di una
maggiore personalità, giacché con la loro creazione si vuol soddisfare ai
bisogni effettivi della direzione del paese. Benché le cariche più
importanti siano riservate ai funzionari che verranno dalle Metropoli, e
ciò sarà motivo di scontro, qualche partecipazione in questi organi sarà
riservata a personaggi creoli, che acquisteranno pratica ed esperienza
negli affari di governo»5. Sono, dunque, gli avvenimenti del XVIII
secolo quelli che possono darci la chiave per spiegare lo sviluppo delle
caratteristiche fondamentali della nazionalità venezuelana. I
3
Grases Pedro, La Generación de la independencia, Caracas, 1968.
4
Scocozza Antonio, op. cit.
5
Grases Pedro, op. cit.
12
«mantuanos»6 rappresentano la classe sociale alla base di questo
processo. Essi, infatti, svolsero lo stesso ruolo della borghesia europea e
spagnola in particolare. L‟ascesa di questa classe, che caratterizzò
l‟indipendenza e tutto il XIX secolo, fu un fenomeno che già si era
avvertito nella seconda metà del XVIII secolo.
Questo mondo condizionò in maniera determinante Bolívar che visse la
sua esperienza culturale e politica fra la Caracas di fine secolo e la
Madrid illuministica dell‟800. Egli prese coscienza della visione del
mondo, caratteristica dell‟epoca, cosa che gli permise di elaborare
un‟ideologia autenticamente americanista7.
La Caracas di fine secolo era una città piuttosto tranquilla. Gli strati
sociali della popolazione erano determinati sulla base delle disposizioni
contenute nelle «Leyes de Indias». Essi dipendevano: dal diverso strato
economico, dal colore della pelle e dalla possibilità di esercitare cariche
pubbliche, cosa che era di particolare importanza, perché segnava la
differenza sostanziale tra bianchi creoli e bianchi spagnoli, ai quali erano
demandate le più alte cariche coloniali8. La vicinanza al potere centrale
dei bianchi spagnoli fu la fonte principale dei loro incarichi burocratici e
pubblici, cosa che limitò, l‟inserimento nella vita politica della colonia
dei bianchi creoli, ad uno sterile intervento in seno ai «Cabildos»9.
Nonostante le riforme liberali avviate in quegli anni da Carlo III,
l‟aristocrazia creola restò esclusa dal potere politico e sebbene l‟apertura
commerciale dei paesi latino americani, sancita dall‟abolizione della
6
Il termine «mantuano», deriva dal privilegio di portare il «manto», di cui godevano le donne degli strati più alti della società
coloniale.
7
Scocozza Antonio, op. cit.
8
Scocozza Antonio, op. cit.
9
Il Cabildo era un‟assemblea municipale con poteri locali, propria del sistema amministrativo spagnolo. Trapiantato in America
Latina, era composto dai maggiori possidenti delle città, contribuendo così a formare un‟aristocrazia creola fortemente
nazionalista.
13
Casa de Contratación10 nel 1790, portò ad un notevole sviluppo
economico in America latina, l‟aristocrazia creola rimase scontenta della
situazione11.
Inoltre, fattore che contribuì alla nascita della nazione venezuelana, fu
l‟invasione della Spagna da parte di Napoleone Bonaparte che mise in
piena crisi il sistema coloniale iberico privandolo della sua guida (il Re),
sebbene il popolo avesse organizzato giunte di liberazione per governare
in suo nome12.
I funzionari coloniali non sapevano a quale governo fare riferimento; nel
frattempo nella colonia presero piede tre diverse fazioni: quella dei
conservatori che erano favorevoli a mantenere la situazione immutata ed
a lasciare le prerogative regie sulle colonie; quella degli «estremisti» che
reclamavano la più totale e completa indipendenza dalla Spagna ed
infine un gruppo consistente di moderati che voleva si costituisse una
giunta sul modello spagnolo e che la stessa governasse in nome del re.
Fu poi, con un decreto reale del 1809, il quale sancì il diritto delle
colonie ad essere rappresentate nelle Cortes, unito all‟attivismo delle
giunte coloniali, che mise in allarme i funzionari coloniali, i quali si
sentivano più protetti da un re, anche se straniero, che non da giunte
popolari, spingendoli ad allearsi con il Bonaparte. Da ciò si originò una
nuova frattura fra i creoli, che si ritenevano comunque vicini alle
vicissitudini della Spagna, ed i funzionari sospettati di patteggiare per il
Bonaparte13.
La situazione precipitò al punto tale che nel 1810, il cabildo di Caracas,
disconobbe il rappresentante del re, e formò una giunta composta per la
10
La Casa de Contratación, era l‟organo amministrativo incaricato di provvedere in nome del re, al funzionamento dei traffici e
del commercio tra Spagna e America Latina.
11
Scocozza Antonio, op. cit.
12
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare. L’utopia americana di Bolívar tra politica e storia, Morano, Napoli, 1990.
13
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare...op. cit.
14
maggior parte da mantuanos. Questa giunta si dimostrò fortemente
moderata, attirandosi così le antipatie di gran parte della popolazione.
Infatti, era impensabile pretendere che gli strati sociali subalterni
potessero dare il loro consenso alla classe sociale che loro ritenevano
fosse una minaccia. A questo contribuì anche l‟atteggiamento che il re
aveva sempre mantenuto con la popolazione, favorendo il popolo contro
l‟aristocrazia creola14. Da punto di vista degli umili, i creoli,
rappresentavano un pericolo effettivo per le aspirazioni popolari. Era
preferibile un monarca lontano, che sosteneva le rivendicazioni popolari,
che un potere locale orgoglioso ed arrogante impegnato solamente ad
accentuare il divario esistente.
Queste furono le premesse alla guerra civile che da lì a poco scoppiò in
seno alla colonia.
1.2 La guerra civile
La giunta di Caracas, che in un primo momento si dichiarò a favore della
corona di Spagna, in seguito assunse un atteggiamento indipendente e
ostile nei confronti del governo centrale. La causa fu ovviamente il
manifesto appoggio dato dalla corona spagnola alle classi più povere.
Con questa premessa si arrivò nel 1811 alla dichiarazione
d‟indipendenza dalla Spagna da parte del Congresso, costituito da tutte le
province che facevano parte della colonia venezuelana. La Prima
Repubblica nacque in una situazione non priva di contrasti. Gli ostacoli
presenti erano fondamentalmente tre: contrasti sociali tra mantuanos ed
il resto della popolazione, i contrasti tra le varie provincie che mal
digerivano il ruolo che si attribuì la giunta di Caracas, ed infine il
14
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare...op. cit.
15
contrasto tra i conservatori ed i patrioti della Sociedad Patriótica15, i
quali erano accusati di esautorare il congresso e di prendere loro le
decisioni politiche più importanti16.
La costituzione, fece salvi i diritti dei creoli, escludendo da qualunque
beneficio la maggioranza della popolazione. Garantì le libertà politiche e
i diritti dei cittadini; si stabilì una sorta di uguaglianza. Inoltre lo stato
s‟impegnò a garantire la proprietà privata così com‟era stata distribuita
durante la conquista e la colonizzazione, escludendo, di fatto, la
maggioranza della popolazione. Si stabilì un sistema federale con
l‟esercizio rotativo del potere: l‟esecutivo era affidato ad un triumvirato.
Nonostante l‟impronta federalista e le libertà concesse dalla costituzione,
le altre provincie non presero parte ai lavori del congresso che la
approvò, non riconobbero il ruolo di capitale che si era addossato la città
di Caracas, e si rifiutarono di inviare i loro delegati disconoscendo il
nuovo governo e pronunciandosi a favore dell‟unità con la spagna.
Era la guerra civile. Le città in rivolta, che si proclamavano lealiste,
poiché erano rimaste fedeli al re, appoggiarono le truppe spagnole le
quali alla fine ebbero la meglio sulle truppe rivoluzionarie, di cui faceva
parte anche Bolívar.
Sulla caduta della prima repubblica, e la resa del suo presidente,
Miranda, molta bibliografia si è scritta per individuare il ruolo che
Bolívar ha ricoperto. Sembra comunque assodato che egli abbia preso
parte a quell‟azione che portò alla consegna di Miranda, agli spagnoli,
agendo più per punire un traditore dei principi della rivoluzione
venezuelana che per aver salva la vita e le proprietà17, come d‟altronde
15
Gruppo rivoluzionario costituito da mantuanos, e di cui faceva parte anche Simón Bolívar.
16
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare...op. cit.
17
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare... op. cit.
16
successe giacché ottenne un visto per lasciare il paese e si rifugiò in
Nueva Granada18.
1.3 La seconda repubblica
Una volta rifugiatosi in Nueva Granada, Bolívar, non ottenne l‟appoggio
militare che sperava dal governo di quel paese. Nonostante questa
difficoltà riprese la guerra contro gli spagnoli con un piccolo gruppo di
fedeli, con i quali riuscì ad ottenere numerose vittorie ed inoltre, nel
tentativo di creare fra le sue truppe e la popolazione civile una nuova
coesione, emanò il Decreto de guerra a muerte19. Nell‟agosto del 1813
Bolívar entrò a Caracas ed ebbe inizio la breve esperienza della seconda
repubblica.
Mentre nella capitale egli riscosse sempre maggiori consensi, nelle zone
interne, l‟incompetenza dei suoi amministratori gli alienò l‟appoggio dei
caudillos, che affianco agli spagnoli e con il sostegno dei llaneros20,
portarono alla sconfitta e alla fine di questa nuova esperienza
repubblicana.
Le cause del fallimento sono da ricercare nella mancanza totale di
coinvolgimento della popolazione e dell‟intento di riorganizzare lo stato
avendo come punti di riferimento due elementi che ancora stentavano a
proporsi come aggreganti: Bolívar e Caracas. La concentrazione del
potere in un uomo ed in una città finiva per isolare gli organi della
repubblica dal resto del paese dove si radicava sempre di più un lealismo
18
Vecchio nome che identifica la Colombia.
19
Con tale atto si minacciava di morte sicura gli spagnoli ed i canari che non avessero partecipato attivamente alla guerra di
indipendenza, mentre si faceva salva la vita a tutti gli americani, anche a quelli che si fossero resi colpevoli di favorire o di
combattere fra gli spagnoli” ( in Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare... op. cit.).
20
Proprietari terrieri.
17
monarchico che osteggiava di fatto «l‟anarchia repubblicana»21. Gli
stessi repubblicani, divisi com‟erano fra federalisti e centralisti, si
dimostrarono incerti e scarsamente affidabili come organizzatori di
nuove istituzioni.
Bolívar fu di nuovo sconfitto e si ritirò nuovamente in Colombia. Solo
che anche questa volta ottiene un rifiuto alla richiesta di aiuto per le sue
imprese militari ed addirittura si vede esiliato dalla stessa Bogotà. Nel
1815 s‟imbarcò alla volta della Giamaica, dove cominciò l‟elaborazione
della sua ideologia americanista e dove scrisse il testo, Carta de
Jamaica, considerato una delle fonti privilegiate del pensiero
bolivariano22.
1.4 La terza repubblica
Nel 1815, Bolívar, tentò nuovamente di sbarcare sul continente per
rispondere ad una richiesta di aiuto inviata da un gruppo della resistenza
presente a Cartagena; tuttavia prima ancora che potesse arrivare alla città
gli giunse notizia che la resistenza era stata sconfitta ed egli, con le
poche truppe, si rifugiò ad Haiti dove ottenne appoggio e sostegno dal
presidente per diverse sue imprese.
Negli anni seguenti, tre importanti fattori determinarono le sorti della
guerra d‟indipendenza. In primo luogo l‟esercito. Se i repubblicani
furono sconfitti ripetutamente era stato grazie all‟appoggio che, gli strati
sociali subalterni, davano agli spagnoli. L‟esercito liberatore allora
assunse l‟iniziativa di dichiarare liberi tutti gli schiavi e di concedere agli
strati più bassi della popolazione tutti i diritti sanciti, ma non rispettati,
21
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare.. .op. cit.
22
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare... op. cit.
18
dalla costituzione del 1811. In secondo luogo, Bolívar unificò nelle sue
mani la direzione politica e militare del movimento indipendentista e,
facendo leva sul suo prestigio, cucì i dissidi dei vari caudillos. Infine
mutò gli obiettivi strategici. Non si diresse più verso Caracas, ben difesa
dagli spagnoli, ma verso gli llanos nelle regioni lungo il fiume Orinoco,
che essendo facilmente navigabile garantiva le comunicazioni ed i
rifornimenti all‟esercito repubblicano23.
Sarà da questa regione che, una volta trovato l‟appoggio del capo dei
llaneros, Páez, porterà avanti una serie di campagne militari che gli
permisero di prendere il controllo del Venezuela orientale.
A questo punto, Bolívar, memore della precedente esperienza non si
preoccupò solo dell‟aspetto militare ed emanò una serie di
provvedimenti politico amministrativi, che gli consentirono «di dare una
struttura, quanto meno embrionale, al nuovo stato24».
Il primo decretò riguardò la confisca dei beni degli spagnoli e dei lealisti,
distribuiti tra i repubblicani che ne erano stati spogliati in precedenza, o
come ricompensa per chi avesse reso servizi alla patria. Il controllo su
quest‟attività di spoglio fu esercitato da un tribunale speciale, voluto da
Bolívar, che aveva il compito di supervisionare questo processo per
evitare che fossero spogliati dei loro beni anche i lealisti che non
avevano impugnato le armi contro i patrioti25.
A seguire diede avvio ad una serie di iniziative e alla pubblicazione di
una serie di decreti che determinarono la struttura della nuova
repubblica. Struttura fortemente centralizzata che delegava la maggior
parte del potere, se non addirittura tutto, al presidente, e quindi a Bolívar.
Le novità introdotte nell‟amministrazione furono comunque notevoli
23
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare... op. cit.
24
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare... op. cit.
25
Decreto de Guerra a muerte, vedi in Scocozza Antonio, Bolívar e la rivoluzione... op. cit., pp.134-135.
19
anche se alcuni principi di base del costituzionalismo non furono
appieno rispettati, come la separazione dei tre poteri, demandando il
ruolo di giudice ai governatori e dando luogo «ad una strana e poco
liberale mescolanza di funzioni politiche, amministrative e giudiziarie
che si giustificano solamente con la necessità di una guerra dal risultato
ancora incerto26».
Fu poi nel discorso27 che Bolívar tenne nel 1819, di fronte i
rappresentanti delle provincie liberate, dove tracciò le linee
programmatiche della sua azione e chiese l‟approvazione del testo
costituzionale, dando così origine alla terza repubblica venezuelana.
1.5 Dal progetto della Gran Colombia al Congresso di Panamá
Consolidata il tal modo la sua posizione politica, Bolívar, ritornò alle
armi e ritenne che, per completare la liberazione del Venezuela, fosse
necessario aggirare le truppe spagnole e congiungere il suo esercito con
quello colombiano.
Mise in atto il suo piano e riuscì ad ottenere grosse vittorie liberando
tutta la Nueva Granada. Amministrò con rigore il nuovo stato
imponendo la sua autorità, che si rafforzò man mano che aumentavano le
sue vittorie militari. Alla Colombia chiese, ed ottenne, che venisse
armato un esercito. Quando ritornò ad Angostura28 propose l‟istituzione
del primo embrione dell‟Unione da lui sempre sognata ed
incessantemente auspicata29. Nacque così l‟idea della repubblica della
26
Scocozza Antonio, Abbiamo arato il mare... op. cit.
27
Discurso de Angostura, vedi in Acosta Saignes Miguel, Introducción a Simón Bolívar, Siglo veintiuno, Città del Messico,
1983, pp.81-114.
28
Capitale provvisoria del Venezuela.
29
Come espresso dallo stesso Bolívar nella Carta de Jamaica, “E‟ una grandissima idea quella di pretendere di formare di tutto
il Nuovo Mondo una sola nazione con un unico vincolo che unisca le varie parti tra loro e queste con l‟insieme.” (Scocozza
Antonio, Bolívar e la rivoluzione... op. cit., p.180)