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PREMESSA
Da parecchi anni si è diffuso il concetto di sviluppo sostenibile in diversi settori e,
soprattutto, in molte politiche condotte dalle autorità di governo. Ma si può parlare di
sostenibilità anche nel settore turistico? Sì: il turismo sostenibile è un argomento che si
sta pian piano diffondendo fra l‟opinione pubblica e uno punto di riferimento di
pianificazione delle politiche nelle località turistiche. Spesso, però, non se ne conosce il
significato o questo non è perfettamente chiaro.
Scopo di questo lavoro, perciò, è quello di presentare il turismo sostenibile
attraverso dei quadri di riferimento: partendo dalle cause che hanno portato alla nascita
del concetto, si prosegue presentandone l‟evoluzione fino ai giorni nostri attraverso i
principali punti di riferimento (documenti e politiche) per arrivare al caso di studio: il
turismo sostenibile a Venezia.
Nel primo capitolo, per poter inquadrare da subito la nascita del termine turismo, si
tralascia la trattazione di tutte quelle forme per così dire di “prototurismo” che dalle
prime civiltà (es. nell‟epoca romana le vacanze al mare o nelle ville di campagna degli
aristocratici), poi lungo il corso del Medioevo (pellegrinaggi) fino al Rinascimento (
viaggi a fini culturali, commerciali e militari) si sono sviluppate.
Si introduce quindi il concetto di turismo moderno, cioè quella forma di viaggio di
piacere che si sviluppa dalla rivoluzione industriale fino alla prima guerra mondiale negli
USA e fino alla seconda in Europa. Da questo, si passa a parlare della forma attuale di
turismo quale fenomeno di massa. Se ne analizzano le caratteristiche, le motivazioni
che lo hanno generato, a chi è rivolto e gli effetti che ha indotto.
Negli anni ‟70-‟80 del ‟900, nel quadro generale della questione ambientale, nascono
le prime riposte agli impatti ambientali, culturali, economici del turismo di massa. La
principale è costituita dal turismo sostenibile che, a partire dalla fine degli anni ‟80, si
sviluppa a livello internazionale.
Una sua prima definizione, infatti, ci viene presentata nel rapporto “OUR COMMON
FUTURE” del 1987, redatto dalla Commissione Mondiale sull‟Ambiente e lo Sviluppo,
organo dell‟ONU. Nel documento viene presentato il concetto di sviluppo sostenibile
che, inglobando la sfera ambientale, economica e sociale, si rivolge anche alle attività
turistiche che toccano col loro operato questi tre settori.
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Nel secondo capitolo si approfondisce l‟evoluzione del concetto di turismo
sostenibile, dalla sua prima definizione fino ai giorni nostri, presentando attraverso
schede una serie di documenti internazionali, europei e nazionali incentrati su questo
argomento. Anche in Italia sono stati prodotti documenti sul turismo sostenibile; essi
vengono presentati seguendo le modalità di esposizione di quelli internazionali.
Bisogna sottolineare che i soggetti promotori delle iniziative internazionali sono
principalmente organizzazioni internazionali (es. ONU, WTO), istituite mediante accordi
(trattati) internazionali che ne definiscono le competenze, al fine di perseguire obiettivi
comuni. I documenti sottoscritti da tali organizzazioni devono essere visti come degli
“impegni” di cui queste si fanno carico e, sebbene il loro valore sia ufficiale, essi non
sono vincolanti. Per essere tale, il documento deve ricevere la ratifica da parte di ciascun
Stato, entrando così nella sua normativa.
Anche la maggior parte degli interventi europei è promossa da organizzazioni
internazionali (es. Unione Europea, Consiglio d‟Europa). Nel caso italiano, fra i
documenti proposti vi sono quello del Ministero per l‟ambiente, accolto con una delibera
del CIPE e quindi ufficiale, e quelli proposti da una Ong (l‟AITR) che, non avendo
personalità giuridica, non può produrre documenti ufficiali. Questi, pertanto, hanno
solamente un valore politico e culturale, non certamente vincolante.
Successivamente viene presentata l‟attuale concezione di turismo sostenibile a
livello internazionale, riportando una recente definizione del WTO.
Tenendo conto quindi della definizione generale di turismo, delle tipologie e dei
territori coinvolti, si presenta il turismo sostenibile in relazione:
Alle politiche per lo sviluppo sostenibile nelle località turistiche e agli strumenti per
sostenerle;
Alla modificazione culturale in senso etico del turista ( il turismo responsabile). A
questo argomento viene dedicato un intero paragrafo, perché molto spesso non è chiara la
distinzione fra sostenibilità e responsabilità nel settore turistico. Viene inoltre
approfondita la storia del turismo responsabile in Italia, dove questa tipologia turistica sta
prendendo sempre più piede.
Nel terzo capitolo si prende come caso di studio la città di Venezia, città d‟arte per
definizione e meta privilegiata dei turisti di tutto il mondo. E‟ sotto gli occhi di tutti come
il turismo sia da un lato il punto forte dell‟ economia veneziana e dell‟altro ne danneggi
l‟identità economica, ambientale, sociale e culturale.
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A partire dal testo di Van der Borg J. e Russo A. (1998), “Per un turismo sostenibile a
Venezia”, che presenta la situazione turistica in termini di arrivi turistici, relativi impatti
sulla società ed economia e proposte per uno sviluppo turistico sostenibile, si offre un
panorama generale sulla situazione odierna del turismo a Venezia, non solo riportando
dati, iniziative e politiche strategiche attuali in termini di sostenibilità, ma anche
suggerimenti e opinioni che vengono dagli abitanti di Venezia.
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CAPITOLO 1
VERSO IL TURISMO SOSTENIBILE
1.1 La concezione del turismo dai “Grand Tour” ai giorni nostri
Il termine “Grand Tour” viene usato per la prima volta nel Seicento in Gran
Bretagna, per identificare il viaggio compiuto in Europa dai giovani aristocratici inglesi,
quale momento conclusivo del loro ciclo di studi. Questo, nel corso del Settecento,
diventa una moda all‟interno dell‟aristocrazia inglese; fra i paesi toccati dall‟itinerario di
studio, l‟Italia vanta il primato culturale e la qualifica di essere sede di una produzione
artistica di rilevanza internazionale. Tutti gli itinerari dell‟aristocrazia passano, perciò,
per il nostro paese
1
.
Negli ultimi decenni del Settecento, la Gran Bretagna è segnata da un fenomeno di
notevole importanza socio-economica quale la Rivoluzione industriale che porta un
generale sviluppo economico e trasformazioni culturali e sociali nel paese.
La pratica del viaggio si estende all‟emergente classe borghese, se ne riduce la durata
e si eleva la fascia d‟età ( uomini di 30-40 anni) di chi lo pratica.
Per quanto riguarda la motivazione che sottende a intraprendere il Grand Tour,
all‟aspetto formativo viene sostituito l‟aspetto ludico: si visitano i luoghi per il piacere di
vedere le meraviglie che essi ospitano, e l‟Italia rimane la meta preferita (Battilani,
2001).
Nel corso dell‟Ottocento la rivoluzione industriale tocca anche gli altri paesi europei,
portando quindi un generale sviluppo socio-economico. La pratica del Grand Tour si
diffonde fra le classi aristocratiche dell‟Europa continentale, facendo aumentare il
numero dei viaggiatori grazie anche al miglioramento dei mezzi di comunicazione
(vengono introdotte le ferrovie e i battelli a vapore) che permettono un risparmio in
tempo e in denaro. Pian piano però il Grand Tour passa di moda, sostituito da altri modi
di fare turismo, da nuovi itinerari con nuove mete in tutto il mondo (Battilani, 2001).
Nella letteratura inglese ottocentesca si diffonde la parola “tourist”
2
che sta ad
identificare la persona che si sposta, che viaggia per piacere; la nozione di turismo,
successivamente, viene sinonimo di viaggio di piacere, un “far niente” e un desiderio di
“curiosità” (Lozato, 1999).
1
Le informazioni di questo paragrafo sono state tratte da: Battilani P., Vacanze di pochi vacanze di tutti, Bologna, il Mulino, 2001; Innocenti P.,
Geografia del turismo, Roma, Carocci, 2001, pp.12-14; Lozato P., Geografia del turismo, Milano, Franco Angeli, 1999.
2
turista
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In questo secolo si può parlare perciò di una vera e propria rivoluzione del modo di
viaggiare e di intendere il turismo nella forma moderna del termine: si viaggia per la
curiosità di scoprire nuovi luoghi, per il piacere di viverne le specificità ambientali e
culturali.
Le città privilegiate dai turisti adottano strutture specializzate e personale in grado di
accoglierli. Ma siamo ancora lontani dalle attuali strutture ricettive dotate di numerosi
comfort e il turismo rimane un fenomeno elitario: si dovrà aspettare il secolo successivo
perché sia praticabile da tutti i ceti sociali definendolo perciò “fenomeno di massa”.
1.2 Il turismo di massa
Nel corso del Novecento il turismo, inteso come viaggio di piacere, diviene un bene
di consumo sempre più disponibile a tutti i ceti sociali europei, e non solo una pratica
effettuata da una élite di persone
3
.
Questo accade perché, nel primo dopoguerra negli Stati Uniti e nel secondo in
Europa, l‟innescarsi di una serie di fattori socio-economici ha provocato lo scoppio di
un vero e proprio boom nel campo turistico, tanto che il turismo diventa un bene di
consumo fruibile a livello internazionale. Pertanto lo si può definire un fenomeno di
massa
4
.
Per rendere maggiormente comprensibile questa situazione, di seguito vengono
riportati i dati forniti dal WTO
5
, presentati attraverso due grafici. Essi mostrano gli arrivi
turistici internazionali (espressi in milioni):
nelle singole regioni del mondo dal 1950 fino al 2020 (fig. 1.1);
nel mondo dal 1990 al 2005 (fig. 1.2):
3
Battilani P., op.cit, pag. 13
4
Ibidem, pag. 14
5
World Tourism Organization; in italiano: Organizzazione Mondiale del Turismo, OMT.
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International Tourist Arrivals, 1950- 2020
Figura 1.1 Gli arrivi turistici internazionali nelle singole regioni del mondo dal 1950 al
2020. Essi hanno raggiunto la quota di 806 milioni nel 2005 e il WTO prevede un
incremento costante fino al 2020 dove raggiungeranno i 1.6 miliardi (fonte: WTO,
www.world-tourism.org, 2006);
Inbound tourism, 1990-2005
Figura 1.2 Turismo in entrata complessivo nel mondo, dal 1990 al 2005. Dai 400
milioni circa di arrivi turistici nel 1990, si è raggiunto la quota di 800 milioni circa nel
2005; a ciò è corrisposto un aumento degli introiti procurati all‟industria turistica che
dai 300 miliardi di dollari del 1990, ha superato i 700 miliardi nel 2005 (fonte: WTO,
www.world-tourism.org, 2006).