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INTRODUZIONE
In questa tesi di laurea si cercherà, attraverso un’indagine empirica, di indagare e
dimostrare il particolare rapporto tra il processo decisionale che si sviluppa
all’interno di determinate categorie di Enti facenti parte della Pubblica
Amministrazione e l’elevata complessità che caratterizza il contesto ambientale in
cui tale processo prende vita.
La complessità, nel processo di presa di decisione studiato è dovuta a fattori
differenti, legati sia alle circostanze decisionali in quanto tali, sia agli interessi degli
stessi partecipanti sia, soprattutto, all’importanza che tali attori attribuiscono a
quelle situazioni in cui risulta necessario prendere una decisione.
La chiusura del Club Méditerranée sull’isola di Caprera e il processo decisionale
relativo alla realizzazione di studi preliminari, congiuntamente con la
predisposizione di un bando per la «riattivazione» di tale insediamento turistico,
costituiscono l’asse portante di questo lavoro.
Nel primo capitolo si approfondirà il concetto chiave di questa tesi: il processo
decisionale. Dopo una breve introduzione del tema, supportata dalle teorie
classiche che si sono avvicendate nel corso del tempo, si procederà con l’analisi
delle possibili articolazioni del processo di presa di decisione, relativamente
all’approccio e alle modalità con cui i soggetti effettuano determinate scelte.
Nel secondo capitolo si esamineranno i vari modelli decisionali, attraverso un
duplice criterio che porta a distinguere tra un modello razionale e diversi modelli
non razionali e tra processo decisionale individuale e processo decisionale
organizzativo. Ci si focalizzerà in particolar modo sul modello Garbage Can, data la
sua rilevanza per la conduzione dello studio sperimentale in analisi, illustrato nel
dettaglio nel quarto ed ultimo capitolo di questo lavoro.
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Nel terzo capitolo, si racconterà la storia del Club Méditerranée, il villaggio di
proprietà della multinazionale francese che senza volerlo ha trasformato
l’arcipelago sardo in una località vacanziera di respiro internazionale.
Successivamente, si riassumeranno le vicende che hanno interessato
l’insediamento turistico nell’ultimo decennio, fino alla sua definitiva chiusura.
Nel quarto e centrale capitolo, verrà analizzato il complesso processo decisionale,
ancora in corso, volto alla rinascita del sito preso in esame. Tale processo va a
coinvolgere diversi soggetti istituzionali, politici e sociali, per tale motivo,
considerata la rilevanza e la complessità del tema trattato, il caso in esame verrà
approfondito attraverso l’ausilio del modello decisionale del Garbage Can,
particolarmente adatto per analizzare un problema di tale spessore. Di fatto, la
situazione attinente al Club Méditerranée si presenta come complessa e rilevante,
sia per le peculiarità dei partecipanti coinvolti nel processo, sia per i problemi di
carattere sociale ed economico che affliggono la comunità isolana.
Sarà proprio il tema della complessità del processo decisionale in esame a
caratterizzare lo scopo di questo lavoro, attraverso la focalizzazione su tre variabili
distintive: il processo, il contesto e i partecipanti; variabili che influenzano non solo
il processo decisionale in corso ma che, come si è osservato nel corso dell’analisi,
condizioneranno anche il processo decisionale futuro, successivo al ripristino
dell’insediamento turistico.
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CAPITOLO 1
DECISION MAKING
1.1 Elementi introduttivi
In questo capitolo, come precedentemente accennato nell’introduzione, verrà
approfondito il concetto portante di questo progetto di tesi: il processo
decisionale. Lo studio sul processo di presa di decisione partirà con l’analisi, offerta
dal seguente paragrafo, degli elementi introduttivi, per tali dovendosi intendere
tutti quei fattori che compongono ma soprattutto influenzano le decisioni, quali
ad esempio: informazioni, percezioni e scelte. Si procederà, poi, con l’illustrare la
teoria delle decisioni, una vera e propria disciplina, alla base di tutti i modelli
decisionali. Modelli decisionali, che come si esaminerà nel paragrafo dedicato alle
fasi del processo decisionale richiedono un preciso processo logico. A seguire,
negli ultimi paragrafi, verrà mostrato come il processo è influenzato da fattori
differenti, in primo luogo dalle condizioni di assunzione delle decisioni, in secondo
luogo dagli stili decisionali adottati dagli attori coinvolti e per ultimo, non per
importanza, dagli errori e dalle distorsioni decisionali.
Le definizioni proposte dalla letteratura in ambito accademico-economico per
spiegare il termine decisione sono numerose. Come ha affermato Heller (1998), le
decisioni costituiscono un elemento indispensabile nella vita di ogni persona.
La presa di decisione o decision-making è un processo piuttosto complesso, che
coinvolge strutture cognitive differenti, in cui l’individuo deve valutare ed
interpretare gli eventi al fine di poter scegliere tra corsi di azione tra loro
alternativi (Von Winterfeldt & Edwards, 1986).
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Pertanto prendere una decisione significa non solo considerare, ma integrare tra
loro una vastissima quantità di informazioni per dare luogo a una serie di possibili
opzioni ed alternative di scelta tra le quali individuare la più idonea, pervenendo
così a un giudizio definitivo.
Il decidere è un’attività alla base non solo di qualsiasi individuo ma anche di
qualsiasi organizzazione. Infatti un manager nello svolgimento delle sue attività
deve costantemente prendere delle decisioni, cioè effettuare delle scelte più o
meno significative, risulta quindi di fondamentale importanza procedere in modo
corretto per poter trovare la soluzione più opportuna (Heller, 1998).
Ed è proprio il concetto di scelta a essere richiamato nella definizione proposta da
Resnik (1987) secondo il quale, una decisione, sia essa individuale o collettiva,
implica una scelta tra opzioni differenti, ognuna delle quali genererà uno tra alcuni
dei possibili risultati.
In relazione all’attività di scelta è oltretutto possibile collegare il concetto di
decisione a quello di percezione. Sono diverse le definizioni del termine
percezione fornite in ambito organizzativo, tra queste vi rientra sicuramente
quella proposta da Robbins & Judge (2015), secondo i quali: “la percezione è un
processo attraverso il quale gli individui organizzano e interpretano le impressioni
sensoriali per dare significato al proprio ambiente” (p.100).
Definizione che può essere poi integrata dalle considerazioni mosse da Berthoz
(2003), secondo il quale la percezione è fondamentalmente decisione, in quanto
percepire non significa esclusivamente organizzare e interpretare ma selezionare,
cioè scegliere tra l’innumerevole quantitativo di informazioni disponibili quella più
attinente in relazione all’azione considerata. La decisione dunque non si esaurisce
nella ragione ma è anche e soprattutto azione. Implica indubbiamente una
riflessione ma porta già in sé l’atto con cui si concluderà, decidere significa
semplicemente eliminare le ambiguità attraverso l’elaborazione di una teoria della
decisione che permetta di organizzare le informazioni legando il presente al
passato ma più di ogni altra cosa al futuro.
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In quest’ottica, ben si comprende come la presa di decisione sia un’attività
alquanto articolata che origina un vero e proprio processo decisionale. Processo
decisionale che nell’ambito della teoria organizzativa è inteso come un processo
di identificazione e risoluzione dei problemi; problemi visti non solo come ostacoli
e difficoltà che i manager si trovano ad affrontare ma anche come risorse e nuove
opportunità da cogliere (Heller, 1998).
Arrivati a questo punto, prima di passare alla classificazione dei processi
decisionali, o per meglio intendersi, all’analisi dei modelli decisionali che si sono
sviluppati nel tempo in letteratura accademica in relazione alle differenti correnti
di pensiero, che verrà specificatamente trattata nel capitolo seguente, è a mio
parare utile fornire un quadro dei differenti tipi di decisioni che i manager si
trovano ad affrontare: quelle programmate e quelle non programmate.
A fornire tale classificazione fu Simon (1977) secondo il quale si parla di decisioni
programmate quando ci si trova ad affrontare un problema strutturato, che si
presenta con frequenza, per il quale non si deve sviluppare un nuovo processo
decisionale ma si applica semplicemente una procedura fissa di risoluzione. Perciò,
con questo tipo di decisioni lo sviluppo di varie alternative di scelta che
compongono il processo decisionale è praticamente inesistente, o per il fatto che
la soluzione è generalmente evidente o per la riduzione delle alternative di scelta
rispetto a quelle già affrontate con successo nel passato. Per supportare un
processo caratterizzato da decisioni programmate ci si avvale, all’interno
dell’organizzazione, di regole e piani definiti, che permettono ai dipendenti di
affrontare le varie situazioni che possono presentarsi in maniera immediata, senza
la necessità di richiedere l’ausilio dei propri dirigenti. Le organizzazioni utilizzano
tali meccanismi di collegamento in condizioni note, è tuttavia possibile, che si
presentino, anche nel corso dell’attività quotidiana, problemi legati alla gestione
delle eccezioni; in questi casi, in cui i dipendenti non hanno le conoscenze e le
capacità per risolvere il problema, lo stesso verrà riportato verso l’alto al
successivo livello gerarchico, ritrasmettendo poi la risposta del problema ai livelli
inferiori (Daft, 2007).