1 - Stato dell’arte dei sistemi di videosorveglianza
Nel corso degli ultimi anni le ricerche effettuate a livello nazionale e internazionale
nell’ambito della visione artificiale hanno consentito di sviluppare tecniche e algoritmi
di elaborazione sempre più evoluti, ed anche il livello di complessità dei sistemi di
video-sorveglianza è progressivamente aumentato, migliorando la qualità dei servizi e
permettendo di raggiungere risultati più che soddisfacenti nei vari settori di interesse. Le
prospettive di sviluppo sono ancora enormi e tutto fa pensare che nel giro di qualche
anno verranno raggiunti risultati ancora più sorprendenti. In effetti i presupposti ci sono
tutti: dal continuo sviluppo delle tecnologie nei settori dell’acquisizione e
dell’elaborazione delle immagini, alla richiesta sempre maggiore proveniente da un
mercato in continua espansione. La necessità di realizzare sistemi per la sorveglianza
ambientale nasce proprio dal bisogno di sicurezza che viene richiesto dalla società e che
si manifesta nella richiesta di servizi sempre più evoluti e in settori sempre più estesi.
Le aree di impiego dei sistemi di video-sorveglianza sono molto vaste: dagli
insediamenti militari alle aree industriali, dai settori dei trasporti (strade, autostrade,
stazioni ferroviarie, aereoporti) alle aree urbane. Tuttavia un fattore comune che lega
tutti questi aspetti è la necessità di garantire al cittadino condizioni di sicurezza
accettabili. A tale proposito, i sistemi di videosorveglianza non costituiscono certamente
uno strumento sicuro per la prevenzione dei reati, ma rappresentano almeno un forte
deterrente al compimento di determinate azioni vandaliche.
Un aspetto legato alla videosorveglianza è la questione del diritto alla privacy. Il
progresso tecnologico consente una maggiore possibilità di sottoporre la vita quotidiana
delle persone a controlli sofisticati e mirati, in grado certamente di contribuire a
realizzare frontiere sempre più avanzate in termini di sicurezza pubblica e privata, ma
capaci altresì di inserirsi in misura sempre più penetrante ed invasiva nella sfera privata
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degli individui. Questo problema si è accentuato dopo il recente sviluppo dei sistemi di
videosorveglianza, dato che si è diffusa la tendenza da parte di enti pubblici e soggetti
privati a ricorrere all’installazione di sistemi più o meno articolati di controllo audio-
video di spazi sia esterni che interni, soprattutto per la prevenzione e la repressione dei
reati, ma anche per controlli ed indagini di diversa natura.
I sistemi di videosorveglianza, la cui adozione è in costante crescita in Italia come in
altri paesi, sono stati inizialmente funzionali prevalentemente alla prevenzione ed alla
repressione dei reati e al controllo della sicurezza dei luoghi di lavoro. In seguito, le
immagini rilevate sono state utilizzate anche per finalità diverse, quali l’individuazione
di strategie di mercato attraverso l’esame del comportamento dei consumatori.
Nel nostro paese si è assistito in particolare, nel giro di pochissimi anni, al passaggio da
una situazione nella quale i sistemi di monitoraggio visivo erano circoscritti a zone
urbane piuttosto limitate, ad una nella quale tali sistemi di controllo si estendono non
soltanto a zone urbane ed extraurbane sempre più variegate, ma anche ad ampie zone
territoriali (come tratti stradali, autostradali e zone di rilevante interesse storico o
naturalistico).
Le dimensioni attualmente assunte da tale fenomeno inducono quindi a riflettere
seriamente sull’individuazione del punto di equilibrio tra l’esigenza di controllo
dell’ordine pubblico, di prevenzione e repressione dei reati, e il diritto alla riservatezza
dei singoli.
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I
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Struttura della Tesi
È stata organizzata nel seguente modo :
primi due capitoli sono stati dedicati allo stato dell’arte dei sistemi di
videosorveglianza; nel prima capitolo è stata quindi descritta l’evoluzione nel tempo
dei sistemi mettendo in risalto gli aspetti innovativi e si descrivono in modo
superficiale i vari moduli che compongono il sistema.
Nel capitolo due si analizzano gli algoritmi di Rimozione delle Ombre dei sistemi di
videosorveglianza, dedicando particolare attenzione all’algoritmo che ha le prestazioni
migliori e che viene anche utilizzato nel sistema in esame.
Nel terzo capitolo vengono descritti l’architettura fisica (componenti hardware e
collegamenti fra le varie parti del sistema) e logica e quindi i moduli software e gli
algoritmi che compongono i sistemi di videosorveglianza. Inoltre viene analizzato in
modo approfondito il Modulo di Rimozione delle ombre.
Nel capitolo quattro è stata descritta l’interfaccia uomo-macchina del sistema Watcher e
le sue funzioni. Per aiutare la comprensione del lettore sono state inserite delle
immagini e delle spiegazioni. Nella parte finale del capitolo vengono descritti i
parametri e anche le uscite del sistema
Il capitolo 5 descrive in modo dettagliato le prestazioni del sistema; sono stati
raggruppati i risultati ottenuti in tabelle strutturate in modo tale da mettere in risalto le
differenze tra i problemi riguardanti le diverse versioni utilizzate per la Rimozione delle
ombre. Inoltre sono state inserite delle figure per chiarire immediatamente i risultati
delle tabelle.
Alla fine sono state riportate le conclusioni esponendo le differenze tra le varie versioni
dell’algoritmo di Rimozione delle ombre.
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Sommario
“Analisi degli effetti di un algoritmo di estrazione di ombre sulle
prestazioni di un sistema di videosorveglianza automatica”
Le principali funzionalità di un sistema di videosorveglianza sono mirate
all’individuazione, all’inseguimento e alla classificazione degli “oggetti” situati
all’interno della zona videosorvegliata ed il loro obiettivo principale è la generazione
automatica di allarmi.
Lo scopo della seguente tesi è la valutazione delle prestazioni del sistema di
videosorveglianza WATCHER, in presenza di ombre, in termini di Analisi di Transito.
In particolare sono state valutate le performance del sistema in due modalità di
funzionamento; in un caso è stata utilizzata la modalità live-virtuale e sono state
analizzate delle sequenze video memorizzate nel Database e poi è stato valutato il
funzionamento degli allarmi (di Analisi di Transito in aree preimpostate) impostando
delle aree singole di transito vietato per persone ed anche auto.
Dopodiché è stato testato il sistema usufruendo del funzionamento in modalità off-line
tramite Query ( cioè richieste di informazioni rivolte ad un database); sono state testate
le query di Analisi di Transito (persone, auto) e di Conteggio Persone.
I risultati ottenuti hanno evidenziato un buon funzionamento del modulo di Rimozione
delle ombre in quanto questo rimuove alcuni tipi di ombra che di conseguenza non
vengono considerate durante la successiva fase di elaborazione; l’eliminazione
dell’ombra ha consentito di avere non solo dei rettangoli di ingombro di adeguate
dimensioni ma di classificare con maggior precisione gli oggetti; inoltre consente di
aver una maggior precisione riguardante il posizionamento degli oggetti da cui ne
deriva una riduzione dei falsi allarmi di Transito.
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In futuro occorrerebbe ottimizzare il software relativo alla Rimozione delle ombre in
modo tale da eliminare tutti i tipi di ombre (in particolare quelle di tipo Self).
Per quanto riguarda gli allarmi si é notata una riduzione della frequenza di Falso allarme
dopo l’introduzione dell’algoritmo di Rimozione delle ombre.
Per quanto concerne i risultati delle query é stata osservato che i risultati in termini di
numero di frame tendono a quelli ideali nel senso che gli oggetti vengono classificati
con maggior precisione.
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1
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STATO DELL’ARTE DEI SISTEMI
DI VIDEOSORVEGLIANZA
1.1
-
INTRODUZIONE
I sistemi di videosorveglianza sono in grado, per mezzo di elaborazioni video e tecniche
di riconoscimento, di rilevare e classificare situazioni di pericolo e, conseguentemente,
di generare eventuali allarmi (visivi e/o acustici) per avvisare l’operatore.
Tra gli scopi dei sistemi videosorveglianti c’è quello di identificare persone, oggetti o
riconoscere situazioni interessanti, in maniera automatica.
Il piú semplice sistema di videosorveglianza è quello basato sull’utilizzo di una sola
telecamera; in genere molti dei sistemi automatici esistenti si basano su configurazioni
statiche e predefinite di piú telecamere fisse. I costi di questi tipi di sistemi sono
relativamente bassi, ma la loro applicazione non è molto adeguata nei casi in cui l’area
da sorvegliare sia molto vasta oppure qualora si abbiano particolari esigenze come per
esempio il riconoscimento di volti o di targhe.
Tutte queste situazioni oggi sono sempre piú frequenti sia nell’ambito industriale che in
quello domestico: queste esigenze rendono necessario lo studio di sistemi integrati con
l’uso di telecamere multiple in grado di cooperare al fine di fornire un’interpretazione
piu dettagliata dell’ambiente interessato. Questi sistemi, a differenza dei precedenti,
sono molto piú costosi. Un buon compromesso fra costi e prestazioni si ottiene con
l’uso di telecamere mobili che hanno una visuale maggiore rispetto alla visuale offerta
dalle telecamere fisse. Utilizzando le telecamere mobili abbiamo la necessità di
implementare delle tecniche per la rilevazione automatica che sono piú complesse di
quelle relative alle telecamere fisse.
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Se consideriamo un sistema con tanti sensori ad esso connessi, allora è molto probabile
che la capacità computazionale di un solo elaboratore non sia sufficiente a garantire il
funzionamento in tempo reale del sistema. Allora in questo caso occorre cercare di
decentralizzare l’intelligenza; possiamo quindi supporre che la capacità di elaborazione
complessiva del sistema possa essere organizzata in maniera gerarchica fra tutti i
moduli che lo costituiscono. I sensori stessi possono avere una certa capacità elaborativa
al fine di pre-elaborare i dati acquisiti dal mondo esterno. Gli elaboratori di livello piú
alto dovranno essere in grado di fondere i dati provenienti dai sensori e dagli elaboratori
di livello piú basso al fine di generare una descrizione della scena con un livello di
astrazione sempre piú alto.
La fusione dei dati, derivanti da diversi punti di osservazione, consente di ottenere una
migliore interpretazione della scena.
La realizzazione di sistemi distribuiti oggi è molto piú semplice grazie anche
all’evoluzione delle tecnologie di microelettronica e telecomunicazioni.
L’idea basilare è legata al concetto di distribuzione dell’intelligenza; tipicamente le
capacità di elaborazione e di interpretazione dei sistemi standard vengono centrate in
un’unica unità di elaborazione, mentre nei sistemi distribuiti vengono “sparse” in una
rete di processori intelligenti, localizzati nelle diverse parti del sistema. Le operazioni di
elaborazione del segnale svolte da un sistema intelligente basato per esempio sulle
immagini acquisite tramite alcune telecamere, possono essere suddivise in una catena di
operazioni elementari successive che possono essere allocate a diversi elaboratori
all’interno di una rete intelligente gerarchica.
Questa decomposizione porta ad aver una maggiore efficienza, flessibilità ed anche
riconfigurabilità del sistema. Un altro vantaggio di questo tipo di sistemi è che gli
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allarmi (generati indipendentemente dai nodi) consentono una trasmissione non
continua al centro di controllo. Una volta che vengono rilevate le situazioni di interesse
allora ogni nodo può decidere in modo autonomo che informazione trasmettere ed in
quale istante. È possibile definire, in funzione delle applicazioni, il grado di
elaborazione che deve avere ogni nodo. I dati relativi alle situazioni di interesse
vengono trasmessi con uno schema di comunicazione a pacchetti che garantisce un
miglior uso delle risorse di comunicazione.
La caratteristica di un sistema distribuito consiste nella possibilità di riconfigurare il
sistema a seconda delle necessità e delle infrastrutture disponibili.
Nella realizzazione di un sistema distribuito si tiene anche conto dei vincoli imposti
dall’ambiente sorvegliato e delle situazioni che devono essere rilevate, ad esempio la
scelta del numero e del tipo di sensori che devono essere utilizzati, il loro corretto
posizionamento e la scelta degli algoritmi di elaborazione del segnale e dei dati che
devono essere trasmessi.
Per quanto riguarda i canali di comunicazione sono sempre piú diffusi i sistemi wireless
utilizzati per la connessione tra le telecamere intelligenti ed i nodi informativi.
Questo capitolo descrive lo stato dell'arte degli argomenti trattati in questa tesi.
Prima di tutto si parla dell’evoluzione nel tempo dei sistemi di videosorveglianza,
partendo dai primi prototipi sviluppati negli anni sessanta, per arrivare ai sistemi attuali.
Dopodiché viene analizzata l’architettura generale di questi sistemi dal punto di vista
fisico ed anche logico, analizzando i principali moduli in cui puó essere suddiviso il
sistema.
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