Introduzione 2
Questa, tuttavia, è una risorsa limitata e quindi preziosa e costosa. Per questo
motivo, l’efficienza spettrale è la pietra angolare di tutte le nuove tecnologie
radiomobili: utilizzando tecniche di modulazione digitale piú efficienti (ma
anche piú complesse), le nuove tecnologie possono fornire elevate data-rate,
pur conservando una limitata occupazione di banda.
Di conseguenza la “sfida tecnologica” si è focalizzata su due principali
fattori:
- sul processore in banda base (Digital Signal Processor − DSP), a
cui è demandato il compito di gestire tutti i servizi aggiuntivi e le
relative codifiche; ad esso, conseguentemente, sono richieste
potenze di calcolo maggiori. La potenza di calcolo di un
processore può misurarsi in vari modi; uno di questi (anche se
non il piú corretto in assoluto) è il MIPS (Million Instructions Per
Second)
1
. Agli attuali processori impiegati nei cellulari GSM è
richiesta una potenza di 10 MIPS; il GPRS/HSCSD ne richiederà
una di circa 100 MIPS; 1000 MIPS sono richiesti per l’EDGE e
potenzialmente 10.000 MIPS per l’UMTS/WCDMA
2
.
Quest'incremento della potenza di calcolo deve avvenire senza
portare ad un aumento della corrente drenata dalla batteria e ad
un costo eccessivo dell’IC (Integrated Circuit).
- Sul transceiver RF; esso è diventato il “collo di bottiglia” dei
moderni sistemi di comunicazione cellulare. Ciò è in parte
dovuto al fatto che tutta la sezione RF risente del progresso nella
tecnica dei circuiti integrati in misura meno sensibile di quanto
non accada nel digitale.
1
John L. Hennessy, David A. Patterson, Computer Architecture a Quantitative Approach, second
edition, Morgan Kaufmann Publishers Inc., 1996 San Francisco, California (US).
2
Raj Desai, Playing the 3G Power Game, Microsemi Corporation (http://www.microsemi.com).
Introduzione 3
Il lavoro di tesi copre questo secondo aspetto ed, in particolare, si
occupa dell’amplificatore di potenza (Power Amplifier − PA).
Il compito di un PA è di amplificare il segnale prima di trasmetterlo e,
poiché sono richieste potenze relativamente alte, esso assorbe molta potenza.
Dato che i rimanenti circuiti elettronici in un telefono cellulare operano con
livelli di potenza ben piú piccoli, l’efficienza totale del sistema è,
sostanzialmente, determinata dall’efficienza del PA in trasmissione.
Per limitare questo problema sono stati finora utilizzati PA non lineari
ad alta efficienza; ciò è stato possibile perché le modulazioni utilizzate non
presentano rilevanti requisiti di linearità (si parla di segnali ad inviluppo
costante). Purtroppo, l’utilizzo di codifiche di sorgente spettralmente
efficienti porta a segnali ad inviluppo variabile ed è, dunque, richiesto un
amplificatore di potenza lineare in modo da limitare il clipping dei picchi
dell’inviluppo del segnale. Il requisito di linearità ha un importante impatto
nella progettazione dell’amplificatore di potenza: essa, infatti, contrasta
inevitabilmente con la specifica di efficienza. L’attuale panorama tecnologico
nell’ambito della progettazione di PA mostra il predominio incontrastato di
tecnologie costose (Arseniuro di Gallio − GaAs −, Fosfuro di Indio-Gallio −
InGaP −) sia per quel che riguarda PA per applicazioni non lineari che
lineari.
Questo lavoro di tesi ha come fine proprio il progetto di un PA in
tecnologia bipolare al silicio (che è la tecnologia in assoluto piú consolidata e
quindi meno costosa) in grado di soddisfare le specifiche imposte dallo
standard UMTS UTRA/FDD.
Prima di presentare il progetto del PA (capitolo 2), è necessario
approfondire, brevemente, i concetti riguardanti i diversi schemi di
modulazione, i parametri di merito di un PA e le tecniche di linearizzazione
(capitolo 1). Il capitolo 3, tratta, in maniera sommaria, quelli che potrebbero
Introduzione 4
essere gli sviluppi futuri dell’attività di progetto. L’appendice I contiene
alcune tabelle che permettono il confronto delle prestazioni del PA
progettato con quelle d’alcuni prodotti commerciali. Infine, l’appendice II
contiene una breve storia dello sviluppo dei sistemi radiomobili, dalla prima
alla terza generazione.
L’ambiente di simulazione utilizzato è l’Agilent Advanced Design System
(ADS), al quale è dedicato un paragrafo (1.6) in cui si descrivono le
potenzialità di cui esso dispone.
Il layout è stato realizzato mediante Virtuoso (Cadence) e la successiva
estrazione dei parassiti è avvenuta per mezzo del simulatore
elettromagnetico 2D Momentum dell’Agilent.
5
Capitolo 1
Elementi di teoria
« Any sufficiently advanced technology is indistinguishable from magic. »
−Arthur C. Clark,
father of satellite communication
and author of “2001 A Space Odyssey”.
Scopo di questo capitolo è di offrire le premesse necessarie all’attività di
ricerca e di progetto sviluppata nei due capitoli successivi. Vi trovano posto
una serie d’argomenti che, sebbene apparentemente slegati tra loro,
costituiscono il bagaglio necessario, o semplicemente utile, di conoscenze per
una buona progettazione.
Si procederà a:
1. approfondire il tipo di segnali su cui il PA dovrà lavorare
(paragrafo 1.1);
2. comprendere la struttura del trasmettitore (paragrafo 1.2);
3. comprendere la funzione dell’amplificatore di potenza,
descrivendone le principali figure di merito ed evidenziandole
problematiche di maggior rilievo (paragrafo 1.3);
4. ricavare le specifiche di progetto (paragrafo 1.4);
5. evidenziare le principali caratteristiche della tecnologia bipolare
utilizzata (paragrafo 1.5).
Capitolo 1. Elementi di teoria 6
1.1 Lo standard UMTS UTRA/FDD
L’idea cardine dello standard UMTS
1
(Universal Mobile
Telecommunications System) è racchiusa tutta nella prima lettera dell’acronimo
(U, Universal):
1. universale, perché permette, indifferentemente, il trasferimento
di voce e dati;
2. universale, giacché prevede un sistema di roaming
internazionale;
3. universale, perché pensato per fornire servizi sia attraverso reti
terrestri sia satellitari (attraverso satelliti LEO − Low Earth Orbit).
Il 3GPP ha sviluppato due standard UMTS Terrestrial Radio Access
(UTRA):
1. UTRA Frequency Division Duplex (FDD)
2. UTRA Time Division Duplex (TDD)
La tecnica d’accesso, in entrambi i casi, è a divisione di codice
(CDMA). Piú precisamente si parla di Wide-band CDMA (WCDMA) per
distinguerla dai sistemi d’accesso CDMA a banda stretta di seconda
generazione (2G): si utilizza una banda di 5 MHz (che permette di
utilizzare una frequenza di chip di 3.84 Mcps) contro 1.25 MHz dello
standard IS-95 (chip rate di 1.2288 Mcps). La scelta è caduta su tale tecnica
d’accesso poiché è la piú efficiente: sia la TDMA sia la FDMA danno
luogo ad un utilizzo sub-ottimale delle capacità di sistema. Nella FDMA
vi è una banda di frequenze sprecata tra i diversi i canali (banda di
guardia); nella TDMA si spreca tempo tra due canali, i quali devono
essere opportunamente distanziati (nel tempo) per premetterne la
separazione. Un accesso a divisione di codice, invece, massimizza le
1
Per maggiori dettagli si rimanda oltre che allo standard (cfr. riferimenti bibliografici delle
pagine successive) anche a [17], [18], [19], [31], [32], [33].
Capitolo 1. Elementi di teoria 7
capacità del sistema poiché ciascun utente utilizza l’intera banda di
frequenze e per tutta la durata della comunicazione: non si ha dunque né
spreco di frequenze né di tempo. Per rendere possibile ciò si moltiplica la
bit-stream che costituisce l’informazione da trasmettere per una sequenza
numerica pseudocasusale ad alta frequenza di cifra (chip sequence). Si
ottiene, in questo modo, un segnale il cui spettro è molto piú ampio dello
spettro originario
2
e, conseguentemente, la sua densità spettrale di
potenza (Power Spectral Density − PSD) è proporzionalmente ridotta. Da
ciò deriva il nome di spread-spectrum anche dato a questa tecnica
d’accesso. L’effetto del segnale trasmesso da un altro utente è
semplicemente di aumentare il fondo di rumore nel canale corrente.
Il de-spreading del segnale alla stazione radiobase (Base Station − BS)
può avvenire solo moltiplicando il segnale ricevuto per la stessa sequenza
utilizzata in trasmissione.
L’utilizzo di un accesso di tipo CDMA comporta, però, un grande
ostacolo: la capacità massima si ottiene quando tutti gli utenti sono
ricevuti dalla BS (Base Station) con la stessa potenza.
0
N
E
F
F
C
b
B
C
∝ (1.1)
dove:
C indica la capacità del sistema (massimo numero d’utenti
contemporanei),
C
F il chip-rate,
B
F il bit-rate della sorgente,
0
N
E
b
è il rapporto energia per bit, densità spettrale di potenza di
2
Il segnale prodotto ha la stessa frequenza di cifra della sequenza di chip.
Capitolo 1. Elementi di teoria 8
rumore.
È dunque necessario un controllo rigoroso della potenza in trasmissione
(ottenuto utilizzando sia tecniche ad anello aperto sia ad anello chiuso)
3
.
La sostanziale differenza tra UTRA/FDD e UTRA/TDD è che
quest’ultima include un ulteriore accesso a divisione di tempo (TDMA).
Si è focalizzata l’attenzione sull’UTRA/FDD poiché è il principale
candidato per future implementazioni.
Lo standard prevede un’architettura basata su tre punti: il terminale
mobile (User Equipment − UE), la rete d’accesso terrestre (UMTS Terrestrial
Radio Access Network − UTRAN) e la rete centrale (Core Network).
1.1.1 UTRA/FDD physical layer
Le bande di frequenza previste dallo standard UTRA/FDD sono le
seguenti [20]:
a. 1920÷1980 MHz per la trasmissione up-link (UE verso BS);
b. 2110÷2170 MHz per la trasmissione down-link (BS verso UE).
Ciascun canale ha una larghezza di 5 MHz (per un totale di 12 canali)
ed una chip-rate di 3.84 Mcps.
Fig. 1.1. Bande di frequenza per l’UTRA/FDD.
3
Per l’UMTS il power control cycle è di soli 625 µs.
Capitolo 1. Elementi di teoria 9
Fukasawa ha dimostrato che la capacità d’ogni canale da 5 MHz è pari a
82 utenti [18].
Tutte le specifiche che verranno di seguito esposte sono da intendersi
misurate ponendo in ingresso al trasmettitore un segnale di riferimento che
prende il nome di UL reference measurement channel 12.2 kbps.
Esistono quattro classi di potenza in trasmissione per UE:
Power Class Maximum Output Power Tolerance
1 +33 dBm +1/−3 dB
2 +27 dBm +1/−3 dB
3 +24 dBm +1/−3 dB
4 +21 dBm ±2 dB
Tab. 1.1. UE TX power class.
Si prevede che la piú diffusa delle quattro classi sarà la classe 3. Per tale
classe è stata effettuata la progettazione del PA.
È presumibile che i Service Provider inizieranno con l’offrire servizi
combinati voce e dati a 144 kbps con la stessa copertura. Da studi condotti
dall’ARIB
4
si ricava che, a parità di copertura, la trasmissione vocale (8 kbps)
richiede una potenza in trasmissione dall’UE mediamente 8.7 dB piú bassa
che quella richiesta dalla trasmissione dati [38].
La minima potenza in trasmissione è di −50 dBm, segue che è richiesta
una dinamica di potenza in trasmissione di circa 80 dB.
Nel caso in cui il trasmettitore sia spento, è necessario che non si abbia
una potenza in trasmissione (transmit OFF power) superiore a −56 dBm.
Tutte le potenze cui si è accennato vanno misurate all’uscita di un filtro
4
Association of Radio Industries and Business, l’organismo di standardizzazione giapponese.
Capitolo 1. Elementi di teoria 10
radice di coseno rialzato (root raised cosine − RRC) con coefficiente di roll-off di
0.22 e banda pari alla chip-rate
5
.
Il tempo d’accensione e spegnimento del trasmettitore deve essere
inferiore a 25 µs.
Per quel che riguarda le specifiche di linearità, lo standard richiede per
l’intero trasmettitore un ACPR (Adjacent Channel Power Ratio)
6
di −33 dBc ad
un offset di frequenza di ±5Mhz (adjacent channel) e di −43 dBc ad un offset di
frequenza di ±10 MHz (alternate channel). In sostanza l’ACPR quantifica la
quota parte di potenza che, a causa delle non linearità del trasmettitore, è
riversata sui canali adiacenti quello da trasmettere, creando cosí
un’interferenza. La specifica sul canale adiacente è in genere la piú limitante
nella progettazione del PA. Lo standard prevede che l’ACPR sia calcolato
dopo aver filtrato sia il canale in trasmissione sia quello adiacente con un
filtro radice di coseno rialzato (RRC) con un coefficiente di roll-off di 0.22 e
una banda pari alla chip-rate; ciò al fine di tenere in considerazione il
filtraggio effettuato dal ricevitore.
Un’ulteriore specifica dello standard riguarda gli effetti che le
non-linearità hanno all’interno dello stesso canale (e non su canali adiacenti).
Quantitativamente il fenomeno è descritto dall’EVM, Error Vector Magnitude.
Per il WCDMA è previsto un EVM massimo del 17.5%.
Fortunatamente questa specifica è molto meno stringente dell’ACPR e
può essere trascurata in fase di progetto, salvo una verifica finale.
5
Per il segnale WCDMA perfettamente modulato la potenza media ottenuta dopo il
filtraggio RRC è piú bassa di 0.246 dB rispetto alla stessa potenza media non filtrata.
6
Nello standard si fa riferimento a questa quantità con l’acronimo ACLR (Adjacent Channel
Leakage power Ratio).
Capitolo 1. Elementi di teoria 11
Fig. 1.2. Error Vector Magnitude (EVM).
L’EVM rappresenta l’errore quadratico medio tra il vettore che descrive
la costellazione ideale (quella che si desidererebbe avere in uscita) ed il
vettore che descrive la costellazione reale (quella che si ha effettivamente in
uscita al trasmettitore).
1.1.2 UTRA/FDD Spreading and Modulation
7
Esistono molti schemi di modulazione digitale, i quali differiscono tra
loro per efficienza spettrale, rapporto segnale rumore, probabilità d’errore,
complessità e costo del sistema radiotrasmittente. La scelta di un particolare
schema di modulazione, influenza notevolmente il progetto del PA. Gli
schemi di modulazione ad inviluppo costante sono immuni dalle distorsioni
introdotte dal PA. Ciò giustifica la scelta, da parte del progettista, di far
lavorare il PA nella regione saturata della caratteristica
outin
PvsP . , proprio
perché le esigenze di linearità sono basse. In questo modo si riescono ad
ottenere alte efficienze. Gli schemi di modulazione ad inviluppo costante
hanno tuttavia una piú bassa efficienza spettrale rispetto agli schemi ad
7
3GPP TS 25.213 version 5.0.0, release 5.
Capitolo 1. Elementi di teoria 12
inviluppo variabile. Questi ultimi risentono però delle distorsioni introdotte
dal PA e, quindi, richiedono PA piú lineari e, di conseguenza, meno
efficienti.
Da queste considerazioni nasce l’esigenza di approfondire la
conoscenza del tipo di segnali che il PA dovrà amplificare.
La successiva figura mostra lo schema base della generazione del
segnale WCDMA (spreading and modulation). Questo segnale è anche noto col
nome di Hybrid Phase Shift Keying (HPSK) [23].
Fig. 1.3. WCDMA uplink spreading and
modulation.
Si è scelto questo schema di modulazione poiché è stato dimostrato che
riduce, rispetto a tutti gli altri schemi di modulazione ad elevata efficienza
spettrale, il rapporto potenza-di-picco/potenza-media (rendendo piú
semplice il progetto del PA) [37], [38], [50].
Si distinguono i canali dedicati al trasferimento dei dati (DPDCHs −
Dedicated Physical Data Channels) ed il canale dedicato al trasferimento delle
Capitolo 1. Elementi di teoria 13
informazioni di controllo (DPCCH − Dedicated Physical Control Channel −
DPCCH). Si possono trasmettere fino a sei DPDCHs ed un solo DPCCH.
L’operazione di spreading si divide in due parti. La prima, chiamata
channelization, trasforma ogni simbolo di sorgente (data symbol) in un dato
numero di chips, incrementando cosí la banda del segnale. Il numero di chips
per data-symbol è chiamato spreading factor (SF). La seconda, chiamata
scrambling, codifica il segnale ottenuto dalla precedente per mezzo dello
scrambling-code.
Dopo l’operazione di channelization, i segnali a banda larga cosí ottenuti
sono pesati attraverso un fattore di guadagno per essere poi sommati in
modo da ottenere una sequenza di chips complessa. Successivamente, su tale
segnale è effettuata l’operazione di scrambling per mezzo della sequenza di
scrambling S, che può essere di due tipi: short scrambling code e long
scrambling code.
La sequenza complessa cosí ottenuta, dopo essere stata scomposta in
parte reale e parte immaginaria, è sottoposta ad un pulse-shaping (al fine di
limitare la banda del segnale entro i 5 MHz) per mezzo di un filtro avente
una funzione di trasferimento tipo radice di coseno rialzato (Root Raised
Cosine − RRC):
() ()
+⋅
−
+⋅+
⋅−
=
CCC
CCC
RRC
T
t
T
t
T
t
T
t
T
t
T
t
th
ααπ
απααπ
4141
1cos41sin
)( (1.2)
dove:
α è il coefficiente di roll-off pari a 0.22;
C
C
F
T
1
= , essendo
C
F il chip-rate (3.84 MHz).
Capitolo 1. Elementi di teoria 14
Fig. 1.4. Risposta all’impulso del filtro RRC
(ritardata di un tempo pari a 4 T
C
).
La funzione di trasferimento (f.d.t.) è:
()
()
()
() ()
()
⋅+>
⋅+≤<⋅−
−
−⋅+⋅
⋅−≤
=
2
10
2
1
2
1
2
1
cos1
2
1
2
11
C
CC
C
C
RRC
F
fper
F
f
F
per
F
f
F
fper
fH
α
αα
α
α
π
α
(1.3)
Capitolo 1. Elementi di teoria 15
Fig. 1.5. F.d.t. del filtro RRC.
Dopo il filtraggio RRC, le due sequenze (parte reale e parte
immaginaria) vengono modulate secondo uno schema QPSK. Si ottiene cosí
un canale di circa 5 Mhz all’interno dalla banda 1920÷1980 MHz, riservata
dallo standard all’up-link.
Piú precisamente la banda del canale è:
( ) MHzFB
C
6848.41 =+⋅= α (1.4)
È importante osservare che, in linea di principio, un segnale modulato
QPSK è ad inviluppo costante; è il successivo filtraggio RRC a renderlo ad
inviluppo variabile (vedi anche le seguenti figure). Se, da un lato, il filtraggio
RRC limita la banda del segnale e quindi riduce l’interferenza tra canali
(interchannel interference), dall’altro produce uno spreading del segnale nel
tempo e comporta, quindi, un aumento dell’interferenza intersimbolica
(InterSymbol Interference − ISI).