introduzione
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profondità, ma con Amleto la letteratura ha acquistato una chiarezza e
un intensità senza precedenti.
Molti critici, hanno formulato l’ipotesi che Shakespeare abbia
descritto nell’Amleto la sua profonda esperienza emotiva. In un
preciso momento della sua vita di autore-attore Shakespeare ha
trovato nel repertorio teatrale il tema e l’intrigo di Amleto. Questo
incontro tra autore in preda al lutto per la morte del padre, il
tradimento da parte di una donna e un intrigo appartenente alla storia e
alla leggenda insieme, in cui il tema del parricidio si congiunge a
quello dell’incesto è diventata l’occasione di una tragedia sublime e
misteriosa. È questo l’argomento del primo capitolo: il rapporto tra
Amleto e Shakespeare come una proiezione sul personaggio dei
conflitti interni del suo autore.
La mutazione che Shakespeare fa subire ad Amleto rispetto alle fonti
da cui attinse il materiale riguarda prima di tutto il rovesciamento
della prospettiva teatrale: lo scopo principale del teatro è mostrare
introduzione
4
sulla scena la storia delle azioni dei protagonisti. Con Shakespeare
abbiamo un rovesciamento dei canoni del genere che sfrutta le risorse
drammatiche dell’azione sostituendole con un valore drammatico
contrario l’inazione.
L’Amleto è ricco di narrazioni di avvenimenti, l’azione scenica è tutta
costruita sulle parole. Ma accanto al dramma esteriore se ne sviluppa
un altro nel profondo, nell’intimo, che scorre nel silenzio perché non
c’è niente che possa esprimere ciò che è dentro di lui. Ecco il
paradosso incontrato da Shakespeare, recitare ciò che supera la
possibilità di rappresentazione: il dolore psichico. La tragedia viene a
dividersi così in due parti, una è la tragedia stessa words, words,
words, il suo racconto, l’altra è the rest, il silenzio, quanto nel
dramma non viene raccontato, ciò che viene occultato da Amleto.
Dal silenzio cercheremo di portare alla luce il suo segreto, al
linguaggio teatrale verrà accordato il primato in quanto è l’unico a
poterci dire ciò che non si può mostrare. L’inazione del principe non è
introduzione
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più concepita come manifestazione di una debolezza psicologica ma
verrà a trovarsi strettamente legata alla scoperta del complesso edipico
la cui presenza ci è rivelata unicamente come avviene in una nevrosi
dagli effetti inibitori. Questo è l’argomento che verrà affrontato nel
secondo capitolo che si baserà sulla vasta esperienza delle ricerche
psicoanalitiche condotte da Freud, infatti secondo quest’ultimo
l’Amleto non è altro che la rappresentazione di una variante del
complesso di Edipo.
Nel capitolo finale, si proporrà una lettura psicoanalitica della
rappresentazione. La tragedia diventa una struttura simbolica da
scoprire, il suo grande successo è quello di contenere lo spazio
psichico nei limiti della scena. Il teatro diventa matrice simbolica che
riflette la nostra stessa mente. Amleto non è un uomo, ma un
personaggio tragico, frutto di una fantasia. Lo scopo degli esseri di
fantasia è di farci credere alla loro esistenza, al teatro più ancora che
altrove, poiché la loro rappresentazione si incarna negli attori. Se non
introduzione
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fosse così non solleverebbero in noi tante emozioni, tanti pensieri,
tante speranze di percepire attraverso loro il nostro mistero.
1– Amleto e Shakespeare
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1.1 La creazione poetica
In ogni creazione poetica deve esserci sempre una corrispondenza,
mascherata o metaforica, tra i sentimenti che un poeta descrive e
quelli che ha provato di persona in qualche forma, altrimenti l’atto
della creazione sarebbe del tutto incomprensibile. Ad immaginare
Amleto, dettargli un comportamento, dotarlo di pensieri ed emozioni è
stato un genio di grande creatività. Tutti questi elementi che
caratterizzano questo eroe tragico esistevano in qualche modo in
Shakespeare, nelle più intime profondità della sua psiche. Molti critici
hanno formulato l’ipotesi che Shakespeare abbia descritto in Amleto il
nocciolo fondamentale del proprio io. Scrive Boas: “Shakespeare dà
l’impressione d’aver scelto un tema che gli consentisse di esprimere i
pensieri che gli urgevano dentro. Si potrebbe affermare che solo da un
irresistibile impulso soggettivo poteva venir fuori l’Amleto”.
1
1
Frederick, Boas, Shakespeare and his predecessors, London, Penguins Books, 1896, p. 388
1– Amleto e Shakespeare
9
Anche Heine comprese l’intima connessione fra la sofferenza psichica
e il bisogno di sfogo attraverso la creazione poetica.
2
Abbiamo validi
motivi per credere che nella sua personalità si sia verificato un
mutamento assai significativo dopo il 1600. Come diceva Dover
Wilson: “La svolta decisiva dello stato d’animo shakespiriano va
collocata nell’anno 1601 o giù di lì”. “Per tutto il grande periodo
tragico, il tono predominante verso tutto ciò che riguarda il sesso è di
assoluto disgusto e ripugnanza”.
3
Un grande mutamento nella
personalità non può che derivare da una profonda esperienza emotiva.
1.2 Data e trasmissione del testo
In certe annotazioni scritte intorno al 1600-01 nei margini della sua
copia delle opere di Chaucer, uno dei più brillanti docenti
dell’Università di Cambridge, Gabriel Harvey, commentava i gusti dei
suoi contemporanei per la poesia moderna. Oltre a menzionare
2
Heinrich, Heine, Nuove poesie, Bari, Laterza,1999
3
Dover, Wilson, Introduction to Hamlet, Cambridge, Cambridge University Press, 1969, p. XII
1– Amleto e Shakespeare
10
Shakespeare negli “our flourishing metricians”, egli osservava: “The
younger sort takes much delight in Shakespeares Venus & Adonis: but
his Lucrece e his tragedie of Hamlet Prince of Denmarke have, it in
them to please the wiser sort”.
4
Si cita questo giudizio non solo e non tanto perché fu pronunciato
prima ancora che la tragedia shakesperiana di Amleto venisse
pubblicata, ma perché dimostra che essa era apprezzata nell’ambiente
universitario elisabettiano non alla stregua di altre opere drammatiche,
ma come opera letteraria al pari di quelle di Sir Philip Sidney ed
Edmund Spenser.
I termini di composizione e rappresentazione sono dunque ristretti fra
il tardo 1598 e gli inizi del 1601, infatti la compagnia lo fece iscrivere
il 26 luglio 1602 nello Stationer’s Register dal suo uomo di fiducia, il
tipografo James Roberts, come “A book called “The Revenge of
4
Dover, Wilson, What happens in Hamlet, Cambridge, Cambridge University Press, 1970, p.85
1– Amleto e Shakespeare
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Hamlet prince of Denmarke” as it was latelie acted by the Lord
Chamberleyne”.
Si trattava di una registrazione cautelativa, come quelle fatte dal
Roberts negli anni precedenti per The Merchant of Venice, HenryV,
Much Ado About Nothing e As You Like It, per assicurarsi che altri
non pubblicassero versioni non autorizzate del dramma. Ma la
precauzione a nulla valse: nella seconda metà del 1603 gli editori
Nicholas Ling e John Trundell fecero stampare dal tipografo Valentie
Simmes la famigerata edizione in quarto pubblicata senza permesso
(Q1). Il frontespizio ricorda la circostanza che il dramma era stato
recitato già più volte “by his Highness seruants” e cioè dalla
compagnia dei King’s Men, cui apparteneva Shakespeare, sia nella
“Cittie of London” che nelle Università di Oxford e Cambridge,e
altrove. La reazione a questa pubblicazione abusiva si ebbe a poco più
di un anno di distanza, probabilmente in seguito ad un accordo fra la
compagnia e l’editore Ling. All’inizio del 1605 il Ling pubblicava a
1– Amleto e Shakespeare
12
cura del Roberts la versione ufficiale (Q2) che non menzionava più il
nome della compagnia e dei luoghi ove il dramma era stato
rappresentato, ma specifica invece: “ newly imprinted and enlarged to
almost as much againe as it was according to the true and perfect
Coppie”. L’affermazione è sostanzialmente corretta: la stampa
riproduce un testo, si parla appunto di “copy”, cioè testo scritto, non
“book”, cioè copione teatrale, ampio e nel complesso accurato, quello
che Shakespeare aveva scritto per la lettura più che per la
rappresentazione nei teatri pubblici forse con l’aggiunta dell’episodio
della cattura di Amleto da parte dei pirati, che alluderebbe alla stampa
picaresca del 1603 del testo della tragedia. Questo testo venne
ristampato tre volte dopo che, alla morte del Ling, il copyright delle
opere drammatiche da lui pubblicate fu trasferito, nel 1607 a John
Smethwick. La prima delle ristampe (Q3) apparve nel 1611, la
seconda (Q4) non indica alcuna data, mentre la terza (Q5) è molto più
tarda 1637.
1– Amleto e Shakespeare
13
In un recente e interessantissimo studio comparato dei due testi (Q1) e
(Q2), Dover Wilson arriva alle seguenti conclusioni. Il primo in quarto
pubblicato alla macchia, e il secondo, sicuramente shakespiriano,
derivavano della stessa fonte, il copione d’un attore in uso nel teatro
dal 1593 in poi.
5
Wilson attribuisce a prima del 1588 la composizione
del dramma di Kyd e ritiene che Shakespeare l’abbia in parte
emendato intorno al 1591-2; questa revisione era sostanzialmente
limitata alle scene dello Spettro. Perciò l’Amleto elisabettiano che
figurava nel repertorio dei Lord Chamberlain Players nell’ultimo
decennio del 1600 sarebbe una combinazione dell’opera di Kyd e di
Shakespeare, probabilmente rimaneggiato da questi e persino da altri
drammaturghi di quando in quando.
È evidente, comunque, che Shakespeare si oppose all’edizione
abusiva del 1603 pubblicando quella che praticamente era una
tragedia scritta in modo diverso, e le date concorrono a confermare
5
Dover, Wilson, The Copy for Hamlet, Cambridge, Cambridge University Press, 1919, p.172
1– Amleto e Shakespeare
14
l’ipotesi di Freud che ciò avvenne mentre egli era ancora scosso per la
morte del padre, avvenimento che di solito rappresenta la svolta
decisiva nella vita psichica d’un uomo.
Fra gli altri dettagli su cui ci si è basati per datare la tragedia vi sono:
“the late innovation”( II,2,v.331) che si pensa alluda alla congiura di
Essex alla regina Elisabetta (6 febbraio 1601), quando, la proclamazione
avvenne in forma che ricorda molto la ribellione di Laerte nella
tragedia; l’allusione all’espressione “eyrie of children” (II,2,vv.337-338)
si riferisce alla guerra dei teatri
6
, che farebbe risalire all’estate del
1601 la primissima data della tragedia; e “we go to gain a little patch
of ground that hath in it no profit but the name” (IV,4,vv.19-20), che si è
pensato alluda all’assedio di Ostenda, il quale ebbe inizio verso la fine
del giugno 1601. Riesaminando le varie discussioni, si è indotti a
concludere che i critici più competenti concorderebbero con Dover
Wilson nell’attribuire la data dell’Amleto all’estate o all’autunno del
6
Edmund, Chambers, The Elizabethan Stage, Oxford , The Claredon Press, 1923, vol I, p.381,
vol III, p. 363
1– Amleto e Shakespeare
15
1601.
7
Tutto ciò che abbiamo sono due dati e una supposizione, e
purtroppo è in quest’ultima che probabilmente è racchiuso il segreto
che cerchiamo di scoprire.
Il dato più certo è che il conte di Essex fu giustiziato il 25 febbraio
1601, cioè prima della stesura dell’Amleto. Nella rivolta di Essex era
implicato il conte di Southampton, primo protettore di Shakespeare.
Essex era un uomo affascinante, un tempo favorito dalla regina
Elisabetta II e forse suo amante, la più in vista ai suoi tempi, e Dover
Wilson ha prodotto ampie testimonianze che dimostrano come
Shakespeare dovesse averlo ben in mente quando descriveva
l’impulsivo, instabile carattere d’Amleto, con la sua tendenza a
procrastinare e ad autodistruggersi.
8
Polonio, si pensa sia la caricatura
di Burleigh, l’uomo che sconfisse Essex, e Claudio quella del conte di
Leicester, che si credeva avesse assassinato il precedente conte di
Essex dopo aver commesso adulterio con la moglie.
7
Dover ,Wilson , Introduction to Hamlet, op. cit. p. XVII
8
Ibidem, p. XX
1– Amleto e Shakespeare
16
L’altro dato è che il padre di Shakespeare morì nel settembre del
1601, purtroppo ignoriamo la causa e le circostanze della sua morte.
Già molti anni fa Henderson mise in evidenza questa concomitanza e
sostenne ch’essa ebbe un peso importante nella stesura dell’Amleto;
egli sottolinea il senso di morte che pervade tutta l’opera e osserva che
Shakespeare in quel periodo si volse dalla commedia alla tragedia.
9
Freud le attribuì grande importanza, osservando che per molti uomini
la morte del padre è forse l’avvenimento fondamentale della loro vita;
il momento in cui un uomo succede a suo padre, cioè ne prende il
posto, può far rivivere i desideri proibiti della sua infanzia.
10
Arriviamo da ultimo alla supposizione: essa può rivelarsi meno
ipotetica di quando sembri, anche se dobbiamo basarci più su prove
interne che esterne; le prove indiziarie, com’è ben noto, sono più
spesso attendibili di quelle dirette. Ora, è vero che i due dati appena
9
William, Henderson, The Heart of Hamlet’s Mistery, Cambridge, Cambridge University Press ,
1965, p.225
10
Sigmund, Freud , L’interpretazione dei sogni, Torino, Boringhieri, 1966, pp.176-180
1– Amleto e Shakespeare
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citati, la morte del padre e dell’evidente sostituto del padre, danno
credito in parte a questa interpretazione, ma non troviamo
assolutamente in essi alcuna spiegazione della misoginia e del
disgusto quasi fisico per il sesso che risultano così evidenti
nell’Amleto. Come non farli dipendere da un senso di amara delusione
verso il sesso opposto? Dovremmo quindi presumere l’esistenza
d’una irresistibile passione che si concluse con un tradimento in
circostanze tali da suscitare impulsi omicidi verso la coppia infedele
ma senza ch’ essi potessero essere ammessi alla coscienza. Orbene,
come si sa, lo stesso Shakespeare nei suoi Sonetti scritti in varie
epoche fra il 1598 e il 1601 descrive in maniera lampante
un’esperienza appunto di questo genere, e data l’intensità delle
descrizioni la maggior parte dei critici l’hanno considerata
un’esperienza personale. Ricordiamo il tema dei Sonetti: l’autore
presenta imprudentemente un suo caro amico, nobile, giovane e bello
alla sua donna, di cui era follemente innamorato.