Introduzione
La crisi ecologica globale è diventata una delle questioni
maggiormente dibattute a livello internazionale e con la quale
l‘umanità è chiamata a confrontarsi. L‘impatto dell‘attuale sistema
economico sulla natura diventa sempre più insostenibile e il degrado
naturale si ritorce contro l‘uomo stesso, tramite inquinamento
dell‘aria, contaminazione dei suoli, deforestazione, perdita di
biodiversità, siccità ed erosione… con tutti i risvolti sociali che ne
derivano. La questione della riduzione delle emissioni di gas serra in
particolare è entrata a far parte ormai come tema dell‘agenda politica
internazionale, che chiama in causa la responsabilità dei decisori
politici ed economici, degli Stati come delle organizzazioni
internazionali. Per come viene percepita oggi, la questione ambientale
non è solo delimitata ad alcune aree o regioni circoscritte del mondo,
come le aree urbanizzate e industrializzate, non si riferisce solamente
al degrado degli ambienti selvaggi ma riguarda l‘alterazione dell‘
equilibrio dei sistemi biologici del pianeta terra; alterazione i cui
effetti ricadono poi sulla stessa società umana.
Il movimento ecologista rappresenta in qualche modo una delle
risposte della società al crescente degrado e sfruttamento
dell‘ambiente. Il movimento ecologista come fenomeno sociale è
estremamente attuale soprattutto oggi, visto che i sistemi sociali sono
chiamati ad affrontare l‘ aggravarsi della questione ambientale su
scala planetaria. Accanto allo ―sfruttamento dell‘uomo sull‘uomo‖ di
marxiana memoria, si è aggiunto lo sfruttamento forsennato dell‘uomo
sulla natura, caratterizzato dal prelievo massiccio di risorse naturali e
in generale dall‘irrazionalità del modo di produzione capitalistico.
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L‘attuale modello di sviluppo economico ridimensiona fortemente
l‘idea di progresso indefinito; la società intera è costretta a
confrontarsi infatti con la possibilità di un futuro che appare
minaccioso. Indubbiamente, il movimento ambientalista rappresenta la
coscienza della crisi ambientale prodotta dal capitalismo e le stesse
sue istanze fondamentali partono da una critica alle deficienze e alle
―perversioni‖ dell‘attuale sistema di sviluppo economico. Analizzare
le ―risposte‖ dell‘ecologismo a questi problemi rappresenta l‘ambito
di indagine su cui ho voluto concentrarmi. Questo tema si inserisce
nella più ampia questione relativa al rapporto tra ambiente e società,
che è uno dei settori di studio della sociologia.
Se ho scelto questo tema per la mia tesi è, se vogliamo, anche per
motivi che si rifanno alla mia vicenda biografica. Per la mia
formazione culturale è stato determinante il marxismo e nell‘ultimo
decennio sono stato attivo politicamente, partecipando a varie
iniziative e mobilitazioni sulla giustizia sociale, la pace e
l‘antifascismo. La mia passione per il mondo naturale invece ha fatto
sì che mi interessassi contemporaneamente alle tematiche relative alla
salvaguardia e alla conservazione della natura nei Parchi Nazionali.
Si può dire comunque, che da sempre il tema del rapporto tra uomo e
natura sia al centro della mia riflessione esistenziale. Da premesse
valoriali risultava per me di estremo interesse conoscere come si
delineava la prospettiva politica delle maggiori organizzazioni
ecologiste su capitalismo e ambiente.
La bibliografia italiana sul movimento ambientalista che ho potuto
visionare risale principalmente al periodo compreso tra la fine degli
anni ‗80 e l‘inizio degli anni ‗90 (che coincidono con la fase di
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maggiore successo e rafforzamento dell‘azione ambientalista). Da
quando il movimento ecologista ha cominciato a sorgere i sociologi
hanno analizzato i suoi aspetti peculiari rispetto soprattutto al
movimento operaio. Il movimento ambientalista è stato inserito nella
categoria dei ―nuovi movimenti sociali‖ (di cui farebbero parte anche
il femminismo, il movimento per i diritti civili e per le identità
etniche). La mia indagine ha inteso anzitutto analizzare criticamente
le posizioni di sociologi come Touraine che hanno ravvisato in tali
movimenti l‘emergenza di nuovi attori sociali caratteristici, secondo il
sociologo francese, di una nuova fase della società capitalistica, nella
quale si assisterebbe al declino del ruolo politico del movimento
operaio. Mi sono sembrate più pertinenti, su questa questione, le teorie
di autori come Diani, Della Porta, Tarrow, che hanno legato l‘
insorgenza del movimento ambientalista alla trasformazione della
società contemporanea senza esagerare la ―novità‖ dei nuovi
movimenti e senza sottovalutare il ruolo del conflitto di classe. In
queste teorizzazioni riveste importanza l‘analisi dei cicli di protesta
attraverso cui i movimenti nascono e si trasformano; queste
acquisizioni si rifanno alla teoria della Resource Mobilization, della
quale alcuni avevano sottolineato come essa privilegiasse fattori come
le ―risorse‖ e le ―opportunità politiche‖ dei movimenti sociali, a
discapito del fattore ―ideologia‖. Mi sembrava importante per la mia
tesi, tuttavia, una rivalutazione del ruolo dell‘ideologia nell‘azione
politica dei movimenti sociali, ruolo che, come ho potuto riscontrare,
veniva sottolineato in alcuni scritti di autori come Pizzorno, Cohen e
1
Gallino . Determinanti sono alcuni spunti teorici ricavati dalla lettura
1
Pizzorno e Cohen in I nuovi movimenti sociali 1988; Gallino, Dizionario di
Sociologia 2006.
9
di alcuni saggi di Offe sull‘importanza di un‘analisi di classe dei
nuovi movimenti, che tenesse conto della relazione che il movimento
ambientalista presenta con la formazione della ―nuova classe media‖.
E‘ un aspetto richiamato anche dalle analisi empiriche di Diani e
2
Biorcio. Sempre di Offe è la tesi, ricca di implicazioni ancora attuali,
secondo cui il movimento ambientalista non rappresenti né valori
premoderni né postmoderni: ma una radicalizzazione selettiva di
valori propriamente moderni; il che significa che il movimento
ambientalista nasce con la modernità e si nutre della razionalità
tecnico-scientifica delle sue istituzioni. Per la comprensione della
natura dell‘ecologismo il problema diventa allora, per Offe, la
questione della razionalizzazione delle strutture della modernità. Sono
3
aspetti su cui si sono confrontati anche autori come Giddens e Ceri .
Tutti gli autori analizzati hanno inoltre messo in risalto come
l‘avversario del movimento ecologista non potesse essere individuato
nel capitalismo ma nella categoria dell‘industrialismo. Questa
acquisizione poteva essere ricavata anche dalle ipotesi che cercavano
di individuare l‘identità del movimento ecologista a partire dal
confronto col movimento operaio e le sue storiche prospettive di lotta
4
politica. Dalle originarie elaborazioni di Diani ho potuto ricavare una
suddivisione del movimento ecologista in varie correnti che, seppure
fortemente ridimensionate, persistono ancora oggi. Importanti sono le
ipotesi sulla formazione di una ―visione del mondo‖ ecologista, che
insiste sui tratti comuni, su determinati temi, che caratterizzano le
varie organizzazioni ecologiste. Ormai consolidate poi si presentano le
2
Offe in Ecologia Politica 1987.
3
Ibid.
4
Diani, Isole nell‟arcipelago 1988.
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acquisizioni su alcune modalità di azione del movimento
ambientalista, che hanno fatto parlare di lobbying e di gruppo di
pressione; di valido aiuto inoltre, le tipologie classificative del
movimento ambientalista che proponevano una loro divisione in
correnti ideologiche e culturali, che mi hanno permesso di rintracciare
l‘identità delle varie organizzazioni ecologiste italiane di oggi. Il
nucleo della mia indagine ha voluto esplicarsi in due direzioni. Da una
parte mi premeva individuare le basi fondamentali di un ―pensiero
ecologista‖ sull‘economia, ricavabile a partire da una serie di studi e
rapporti di studiosi e ricercatori vicini, se non organici, al movimento
ambientalista. Era a mio avviso un campo poco considerato nei testi di
sociologia che avevo potuto visionare e che era stato trattato in altre
opere da ottiche più filosofiche e politologiche che sociologiche. Poi
mi interessava analizzare in che modo si connaturava oggi la
prospettiva politica delle maggiori organizzazioni ecologiste, la loro
visione del mondo, l‘esistenza di un‘autonomia ideologica e
programmatica, con riferimento ad un ambito preciso di indagine che
riguardasse temi quali la ristrutturazione ecologica dell‘economia, il
problema energetico e la questione delle fonti rinnovabili, la relazione
tra crisi ecologica, crisi economica internazionale e proposta
ecologista, il rapporto con la sinistra e la politica istituzionale. A
partire da questi temi avrei potuto rintracciare alcuni caratteri di un‘
ideologia ambientalista. Mi interessavano soprattutto quelle
organizzazioni altamente ―professionalizzate‖ che attualmente
detengono l‘ ―egemonia‖ sulla questione ambientale, ovvero WWF,
Greenpeace, Legambiente, Amici della Terra, Verdi. Tuttavia
intendevo anche rilevare come veniva percepita la questione
energetica in talune organizzazioni conservazioniste, nelle quali cioè il
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problema energetico invadeva direttamente il campo delle proprie
issues di riferimento; ovvero in quelle associazioni principalmente
interessate ad un approccio difensivo all‘ambiente naturale e ai beni
architettonico - culturali (Italia Nostra è l‘esempio più importante).
La metodologia d‘indagine si è basata: sull‘analisi di testi scientifici
relativi ai movimenti sociali ed al movimento ambientalista; su studi e
rapporti di ricercatori e studiosi di istituti di ricerca indipendenti vicini
se non organici al movimento ambientalista; sull‘analisi di dossier,
documenti, interviste a leader ecologisti, articoli di giornale,
rintracciati principalmente sui siti web delle più importanti
organizzazioni ecologiste. Fondamentale è stato l‘apporto di internet,
per le informazioni, i libri e i documenti online presenti sulla rete. La
mia indagine si è svolta nell‘arco di un anno, dai primi mesi del 2009
a quelli del 2010.
Nel capitolo uno si analizzeranno i principali approcci scientifici allo
studio dei movimenti sociali. Si affronterà il dibattito relativo alla
natura e alla presunta novità dei ―nuovi movimenti sociali‖, su cui gli
studiosi di scienze sociali hanno formulato varie ipotesi e prospettive
teoriche, che si situano al crocevia tra l‘azionalismo di Touraine e la
teoria della Resource Mobilization di Tarrow e Tilly.
Nel capitolo due si analizzeranno nello specifico le prospettive
analitiche sul movimento ambientalista. Da un‘esposizione delle
tipologie classificative delle correnti del movimento ecologista e
contemporaneamente delle sue origini e trasformazioni, si passerà alle
acquisizioni relative alla sua base sociale e al ruolo della nuova classe
media. Si esploreranno i rapporti che lo sviluppo del movimento
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ecologista ha instaurato con le organizzazioni del movimento operaio
e le proposizioni analitiche relative alla conformazione sociale della
nuova classe media, base sociale precipua dell‘ecologismo. Si
riporteranno alcune considerazioni sulle implicazioni che riveste
sull‘identità ecologista il problema della modernità e sulla funzione
modernizzatrice del movimento ambientalista.
Nel capitolo tre cercherò di individuare, attraverso l‘analisi di una
serie di studi e rapporti di studiosi e pensatori ambientalisti, alcuni
nuclei fondamentali di un pensiero ecologista politico ed economico.
Mi concentrerò principalmente sul rapporto tra capitalismo, problema
energetico e proposta ambientalista. Dai concetti della termodinamica
alla questione della produttività delle risorse, dall‘ecoefficienza alla
fiscalità ecologica, alla prospettiva dell‘eco-economia o del
capitalismo naturale, fino ad individuare le acquisizioni autoriflessive
degli ecologisti sul movimento che essi esprimono, cercherò di far
emergere quegli ambiti concettuali ed ideologici che influenzano la
piattaforma programmatica delle principali organizzazioni ecologiste.
Nel capitolo quattro infine mi occuperò dell‘azione delle principali
organizzazioni ecologiste italiane (tenendo conto dei loro legami
internazionali) e delle relative proposte su ambiente, economia,
riscaldamento globale e fonti rinnovabili. Analizzerò le sfumature che
assume il problema energetico, rilevando sia i punti di raccordo e sia
le differenze presenti all‘interno del campo ambientalista.
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Capitolo 1
I movimenti sociali e la trasformazione della società
contemporanea: problemi e prospettive d’analisi
tra azionalismo e Resource Mobilization
Il movimento ecologista ha un‘origine e storia recente. Nasce nel
dopoguerra come risposta d‘individui e gruppi alla crescente
distruzione dell‘ambiente provocata dallo sviluppo industriale e
urbano nel mondo occidentale. Sviluppatosi a partire da un approccio
―conservazionista‖, che intendeva mobilitarsi per la preservazione
degli ambienti naturali incontaminati, successivamente allarga il suo
ambito di intervento su temi quali la lotta all‘inquinamento, la tutela
dell‘ambiente non solo naturale ma anche urbano, la lotta contro il
nucleare, i diritti degli animali. Il movimento ambientalista rientra
nell‘alveo di quei movimenti sociali che hanno dato vita a un dibattito
acceso sulla natura dei nuovi conflitti emersi durante gli anni Sessanta
e sulle trasformazioni strutturali della società contemporanea. Rispetto
al tipo di conflitto portato avanti dalla classe operaia, i movimenti
come quello ecologista rappresentavano effettivamente una novità,
con riferimento sia alla tipologia di attore sociale che alla
conformazione delle aspettative e alla delineazione degli avversari.
Movimenti come quello ecologista fanno riferimento evidentemente
all‘insorgenza di attori ―nuovi‖ nelle dinamiche del conflitto sociale,
sia per quanto riguarda la collocazione professionale e di classe, e sia
a livello della posta centrale del conflitto, che ha riguardato, nel caso
degli ambientalisti, non la messa in discussione della legittimità del
capitalismo, ma l‘idea di una gestione diversa dell‘economia, orientata
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da criteri di razionalità e di rispetto dell‘ambiente. Gli obiettivi degli
ecologisti, anche se in qualche modo erano formulati a partire da una
critica all‘industria, erano perciò interclassisti e riguardavano l‘uso dei
beni pubblici (Della Porta - Diani 1997, 41- 42); essi avanzavano cioè
una critica al produttivismo industriale ma senza postulare la necessità
di espropriare la classe dei detentori dei mezzi di produzione, i
capitalisti, e avviare la società verso un modello di sviluppo socialista
(come invece era nell‘intento del movimento operaio e delle sue
organizzazioni).
In questa sede si tenterà una breve analisi delle prospettive
sociologiche che si sono occupate dei movimenti sociali
contemporanei, tra cui compare il movimento ecologista, oggetto
della nostra analisi. Esaminando come i diversi approcci interpretano
concetti come movimento sociale, classe e organizzazione,
capitalismo e anticapitalismo in ―vecchi‖ e ―nuovi‖ movimenti, si
vedrà quali prospettive teoriche sono più lontane dall‘ approccio che
intendo dare alla mia tesi, e quali rientrano invece nel mio schema
d‘interpretazione. Da una critica all‘azionalismo di Touraine illustrerò
poi alcune fondamentali acquisizioni della teoria della Resource
Mobilization, riflettendo comunque sulla necessità di un approccio
orientato alla considerazione dell‘ideologia nello sviluppo dei
movimenti sociali; sempre tenendo presente un punto di vista che si
rifà ai fondamenti teorici della sociologia marxista.
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1. Touraine e i “nuovi movimenti sociali”
1.1. La nascita della società programmata
Il movimento ecologista, proprio per le novità che apportava nel
panorama delle forme di conflittualità sociale, è stato posto da alcune
prospettive sociologiche tra quei movimenti noti con la definizione di
―nuovi movimenti sociali‖, categoria utilizzata di frequente e il cui
impiego, com‘è stato rilevato criticamente, denoterebbe anche un uso
empirico piuttosto che analitico dei movimenti sociali (Diani 2003,
121). Queste prospettive sociologiche hanno ravvisato in questi
movimenti un segno del mutamento strutturale della società, tanto da
porre la questione della necessità di delineare nuovi paradigmi teorici
e nuove concettualizzazioni per comprendere la natura del conflitto
sociale nella società contemporanea. E‘ questa la prospettiva che pur
con varie sfumature e differenze viene identificata con l‘
―azionalismo‖, le cui formulazioni originarie possiamo ravvisare nelle
elaborazioni del sociologo francese Alain Touraine (Il ritorno
dell‟attore sociale, Critica della modernità). Questa prospettiva
sottolinea come il mutamento strutturale (con cui si intendono i
cambiamenti che intercorrono a livello delle strutture della società,
attraverso il concorso di vari fattori…) abbia prodotto le condizioni
per il costituirsi di nuovi attori collettivi e l‘emergere di nuovi
conflitti, altrettanto centrali nella società post-industriale di quanto i
conflitti nazionali o di classe erano stati nella società industriale (Della
Porta - Diani 1997, 63). Per Touraine le dinamiche dei movimenti
sociali degli anni Sessanta - Settanta porterebbero alla necessità di
riconsiderare la contrapposizione classica della società industriale che
opponeva come attori del conflitto la classe operaia a quella dei
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