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INTRODUZIONE
La realtà in cui viviamo è spesso stata analizzata sotto diversi punti di vista.
Questa indagine si propone di leggerla attraverso un approccio basato sulla libertà,
che sarà il concetto chiave di tutta l’analisi. Il riferimento principale scelto per
avviare la nostra ricerca è il pensiero dell'economista Amartya Kumar Sen, premio
Nobel per l'economia nel 1998.
Lo abbiamo scelto come guida illuminante del percorso, poiché si è preoccupato e
sforzato di analizzare la realtà con un metodo diverso ed innovativo rispetto a molti
dei suoi colleghi economisti.
Gran parte dei problemi che affliggono il mondo sono senza dubbio di natura
economica (disuguaglianza, povertà estrema, inflazione...), ma hanno tuttavia
risvolti politici e sociali che è difficile trascurare. Analizzare i problemi attuali
significa portarne alla luce le contraddizioni e le forzature, cercando poi di
individuare una possibile soluzione. Talvolta è sufficiente guardare allo stesso
fenomeno, ma con occhi diversi, ovvero partendo da un punto di vista che prenda in
considerazione fattori di primaria importanza. Sen ha cercato di guardare al mondo
senza fermarsi ad approcci utilitaristici o materialistici, ma privilegiando soprattutto
la libertà come motore d’azione umana.
Al fine di facilitare l’apprendimento del contesto è stata costruita una mappa
concettuale che possiamo visualizzare nelle pagine successive; si tratta di uno
schema necessariamente semplificato che serve a collocare i concetti guida
dell’indagine.
Volgendo un primo sguardo a questa mappa si potrebbe pensare che si stia per
intraprendere un percorso filosofico. Così non è affatto; ogni concetto riportato nella
mappa è più che mai presente nella realtà odierna come mezzo, come fine. Nulla è
più vero, autentico ed innegabile della realtà.
Il binomio fondamentale, libertà- sviluppo, rappresenta il centro dell'indagine: la
libertà è il mezzo per poter giungere allo sviluppo, ma si vedrà come anche lo stesso
sviluppo sia funzionale al fine di conquistare ed espandere la libertà fra gli esseri
umani. Spesso la libertà si può esprimere attraverso i diritti, che sono di varia
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natura; particolarmente interessante si rivelerà la questione dei diritti umani, dato il
loro presunto carattere universale.
Lo sviluppo invece è stato identificato con la “crescita”, ma spesso si citerà anche
il “progresso”. Ma quando un paese cresce, progredisce? Ed è davvero questa
l’opportuna identificazione per lo sviluppo? E poi, crescita di che cosa? Occorrerà
prestare molta attenzione alle teorie di Sen, in quanto la concezione predominante di
crescita non è del tutto accettabile se la si guarda dal punto di vista della libertà.
Inoltre, si cercherà di capire in che cosa crescere, se proprio si deve.
L'asse che sorregge tutto il percorso è la democrazia: solo mediante la democrazia
è possibile introdurre, vivere e realizzare pienamente libertà e sviluppo. La
democrazia va al di là dell'importanza politica, arrivando ad assumere rilievo in tutti
gli altri ambiti. È una condizione irrinunciabile per Sen.
Per essere esercitata la libertà presuppone comunque un'altra condizione, il potere,
che qui si identifica con la “possibilità di”: possibilità di agire, pensare, essere.
Inutile dire che senza la possibilità di esercizio concreto la libertà rimarrebbe come
una cassaforte senza combinazione.
La globalizzazione è un fenomeno piuttosto complesso che necessita di
puntualizzazioni; in generale si può definire come l'abbattimento delle barriere
culturali, spaziali, temporali, che ci permettono di vivere una realtà più globale che
locale, cioè più vicina, integrata, interdipendente fra le nazioni.
Queste relazioni strette fra paesi e culture diverse certo non possono essere
ignorate in un'analisi che prevede l'individuazione di problemi di rilievo
internazionale, in quanto riguardano tutte le persone di tutte le nazionalità.
L'etica è un concetto non centrale e non ricollegabile direttamente ad un ambito di
causa- effetto; la sua importanza però è tale da essere in grado di rafforzare e
dirigere ogni concetto analizzato.
Si può decidere di tenere conto oppure no del significato profondo che questi
concetti portano in sé; riconoscere il valore di questi concetti chiave vuol dire
assumersi la responsabilità di farli funzionare con maggior giustizia rispetto a quello
che realmente avviene.
Altro concetto presente nella mappa è quello di uguaglianza. Questa parola evoca
alla mente tante, troppe cose. Il rischio di chiamare in causa l’uguaglianza è quello
di non sapere perché si richiede e in che cosa gli uomini dovrebbero essere “uguali”.
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Forse non è così scontato, forse occorre partire da altri presupposti per poter capire
che cosa davvero implica l’uguaglianza.
Nel capitolo dello sviluppo si approfondirà l’argomento, affiancandola con il suo
presunto opposto: la diversità. Anche in questo caso, il pensiero di Sen farà da
bussola, perdere di vista la chiave di lettura sarebbe dannoso, non si riuscirebbe a
seguire l’approccio giusto. Ancora si può osservare come la libertà rientri in stretta
relazione con la globalizzazione e con l’uguaglianza, come a rimarcare che il livello
di libertà di cui godono gli individui è funzionale ai fenomeni stessi.
Naturalmente sviluppo e globalizzazione sono due fenomeni in continua
evoluzione nel tempo, molto attuali e di rilievo assolutamente internazionale.
Ciononostante questi due processi portano con sé anche delle profonde
contraddizioni, insite nei meccanismi che li governano; compito dell'indagine sarà
quello di individuare queste problematiche per poi cercare di proporre possibili
soluzioni, attraverso il pensiero di Sen.
Infatti dall'operato di Amartya Sen si è potuto ricavare più di una linea guida per
analizzare il mondo e i suoi fenomeni in maniera differente: egli d’altronde non
condanna né esalta quei processi, come la globalizzazione, che hanno fatto emergere
problematiche come la povertà. Farli funzionare nel modo è possibile, per
trasformarli in portatori di giustizia e in promotori delle libertà fondamentali. Non si
parlerà di utopie, ma di possibili progetti riformatori.
Viene ovviamente più facile condannare un sistema economico che non funziona
piuttosto che ammettere che siamo noi ad averlo interpretato male e diretto per
soddisfare interessi personali o nazionali: l'economia è colma di esempi simili,
soprattutto perché, come nota a più riprese Sen, ha smarrito la sua antica origine
etica.
Potrà apparire strano e provocatorio, ma l'etica è una delle due radici
dell'economia. È decisamente chiaro che l'economia ha smarrito e dimenticato
questo particolare macroscopico, o meglio, l’hanno dimenticato gli economisti
interpreti del sistema, nel corso della storia.
Questo percorso è rivolto al raggiungimento di un obiettivo, ma quale?
Riguardando la mappa, non è poi così lampante quest’obiettivo, se ogni concetto
può essere causa ed effetto di un altro, se la libertà porta allo sviluppo e viceversa.
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L’obiettivo di massima può essere riassunto nella sfida principale dello sviluppo:
eliminare tutte le forme di illibertà che impediscono la realizzazione umana e quindi
anche la realizzazione dello sviluppo stesso.
La scelta di mettere solo valori positivi nella mappa non è da ritenersi casuale;
inserire la povertà e la disuguaglianza sarebbe stato disorientativo, inadeguato al
fine di comprendere al meglio il percorso che s'intende analizzare. Inoltre la mappa
è un modello ideale, rappresenta teorie, nessi e traguardi; le piaghe le abbiamo già
nella realtà.
Sen nei suoi libri non lascia mai nulla al caso, analizza scientificamente ogni
concetto chiave per presentarci la sua vera essenza. Per questo motivo egli non è un
sognatore, e le sue teorie non sono elaborazioni utopiche; una volta comprese le
varie problematiche del sistema si può cercare di proporre un approccio alternativo,
che nel caso di Sen poggia sulla libertà degli esseri umani piuttosto che sul loro
livello di ricchezza.
Spesso la realtà ci pone di fronte a situazioni difficili da comprendere, come il
problema della denutrizione in molti paesi africani, o il problema del degrado
sociale, più vicino a noi.
Coloro che esaltano i fenomeni sviluppo e globalizzazione badano poco a queste
problematiche; sono considerate meri effetti collaterali di un sistema che comunque
deve andare avanti, verso il progresso. Quello che conta insomma è il risultato
generale, come un PIL molto alto in un paese industrializzato.
Coloro che invece demonizzano, criticano, negano addirittura la globalizzazione,
o il mercato, o lo sviluppo, si fanno paladini di una battaglia che prevede la
modifica sostanziale, la regressione o addirittura l’arresto di tali fenomeni. Una
simile battaglia potrebbe non essere la strada più logica, né la più coerente, per
risolvere i problemi. In altre parole, il mutamento non si può fermare.
Il punto di vista e la logica che si è scelto di adottare non segue nessuna di queste
due linee. L’indagine si propone di arricchire il lettore con una visione della realtà
che mette tutte le sue conquiste in funzione di quella condizione, la libertà, per
arrivare a garantire l’uguaglianza.
Amartya Sen persegue infatti una terza via, fatta di teorie economiche ben
elaborate, che però partono dal presupposto di non condannare nessun fenomeno:
semplicemente, esiste un modo migliore di viverlo. Questo modo alternativo,
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diverso, molto più attento e consapevole di ciò che provoca, è il modo che si vuol
prendere in considerazione.
Non è necessaria la povertà per ottenere il progresso, così come non è necessario
mantenere una situazione di disuguaglianza fra paesi per trarne ricchezza. Uno
sviluppo più sano e consapevole, una globalizzazione vissuta con coscienza, una
comunità internazionale più solidale... sono soluzioni dietro l'angolo. Sono prese di
posizione di migliaia e migliaia di persone che, sforzandosi un poco, potrebbero
produrre risultati incredibili. Si pensi alle enormi problematiche legate all’ambiente:
livelli di inquinamento insostenibili, effetto serra incalzante, ghiacciai che si
sciolgono per effetto del riscaldamento globale, disboscamento, montagne e ceneri
di rifiuti spesso evitabili; e se tutti contemporaneamente riducessero l'utilizzo
dell'automobile, differenziassero i propri rifiuti, e acquistassero con maggior
coscienza, quali conseguenze benigne ci sarebbero quel giorno per l'ambiente?
Inestimabili, se davvero tutti collaborassero. E la questione dell’ambiente riguarda
tutti: le emissioni di anidride carbonica non si fermano alle frontiere.
L’indagine si articolerà attraverso tre capitoli principali, corrispondenti ai tre
pilastri fondamentali: libertà, sviluppo e globalizzazione. Nel capitolo sulla libertà
verranno presentati i presupposti iniziali per poter intraprendere la strada dello
sviluppo; si cercherà di esporre al meglio la democrazia, in quanto perno intorno a
cui ruota tutto l’assetto concettuale. In seguito si approfondiranno i vari aspetti e le
diverse manifestazioni della libertà: dal potere necessario per esercitarla fino ai
diritti umani. Per capire di che pasta sarà questo capitolo, ci si può richiamare ad un
verso della celebre canzone di Giorgio Gaber, intitolata La libertà: «la libertà non è
uno spazio libero, libertà è partecipazione»
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Il secondo capitolo è il centro dell’analisi, lo snodo essenziale per comprendere le
problematiche e le corrispettive soluzioni. Lo sviluppo verrà presentato sia nelle sue
tipologie- sviluppo economico, sostenibile, umano- sia nella sua stretta correlazione
con la libertà. In questa parte dell'elaborato verrà presentata quale sfida coinvolge lo
sviluppo, cioè la possibilità e il dovere di intervenire per eliminare tutti i tipi di
illibertà. Disuguaglianza e povertà rientreranno nell'analisi al fine di capire come
arginarle.
Infine nel terzo capitolo verrà trattata la globalizzazione; cosa implica questo
fenomeno, quali conseguenze, rimedi… e cosa occorra fare in proposito. In questa
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G. GABER, La libertà, Edizioni Curci, Milano, 1972