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vivendo. Il vero oggetto della tesi non è quindi Manhattan, ma i suoi parchi urbani, le sue
plazas, le squares: il vero attore è lo spazio pubblico urbano aperto.
Lo spazio pubblico occupa un ruolo importante nelle società democratiche in quanto è
l’ambito storicamente, socialmente e politicamente determinato in cui si sviluppano una
molteplicità d’azioni sociali (Carr, 1992)
1
. Esso è l’ambito all’interno del quale le culture
esprimono i loro bisogni; è il modo attraverso cui ci si rapporta alla città e ai suoi abitanti;
è l’ambito in cui si sviluppa l’interazione; è lo spazio dove l’uomo può sentirsi parte di
una comunità. Lo spazio pubblico è dunque l’espressione di un ”diritto collettivo della
città”
2
. Questo almeno è ciò che ci piace credere.
Nell’era della globalizzazione
3
in cui si è in ogni luogo anche restando fermi, in cui
oltrepassare confini è diventato quotidianità, dove lo scambio multiculturale è apertura
mentale, in questo piccolo villaggio chiamato globo
4
, e in questa “grande” isola chiamata
Manhattan, che ruolo ha lo spazio pubblico? È ancora un luogo di dialogo e scambio,
nella maniera in cui lo era l’agorà
5
o ha assunto connotazioni differenti?
Questa è una delle domande che hanno ispirato il mio lavoro e che passo dopo passo mi
hanno portato a realizzare un progetto di tesi che ha essenzialmente due obiettivi: da un
lato quello di fornire una riflessione sul significato e sul ruolo dei diversi public open
1
Carr S. (1992), Public Space, Cambridge [England] ; New York, NY, USA : Cambridge University Press
2
Mitchell D. (2003), The right to the city : social justice and the fight for public space , New York :
Guilford Press.
3
Clark I (2001), Globalizzazione e Frammentazione:le relazioni internazionali nel XX secolo, Il Mulino,
Torino.
4
Il concetto di "villaggio globale" e’ una metafora introdotta da Mc.Luhan M. nel 1964 per descrive il
mondo contemporaneo. L’autore nel suo saggio Gli strumenti del comunicare descrive il mondo con la
sensibilità di chi ormai è attore e spettatore di un’era che- egli dice- "ha ridotto il globo a poco più che un
villaggio riunendo con repentina implosione tutte le funzioni sociali e politiche ed intensificando in misura
straordinaria la consapevolezza della responsabilità umana. Cit in Farinelli F. (2003),Geografia. Un
introduzione ai modelli del mondo, Einaudi Editore, Torino.
5
Il termine greco agora
5
fa riferimento ad un luogo della cittadinanza, uno spazio aperto in cui avevano
luogo gli scambi, si svolgevano gli affari pubblici, le dispute politiche, gli spettacoli pubblici. Era il luogo
della vita pubblica cittadina e punto d’incontro per gli stranieri, per i commercianti ed i venditori che
arrivavano da altre città. Op.Cit. Farinelli F., 2003.
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spaces (spazi pubblici urbani aperti) presenti a Manhattan e dell’altro quello di
approfondire quelli che, per le loro caratteristiche fisiche e per il loro significato
simbolico, possono essere meglio paragonati alle piazze, fornendo ove necessario
accurate descrizioni ed immagini.
L’attenzione nei confronti dello spazio pubblico risale a data remota e nonostante
i vettori del discorso siano cambiati, il tema suscita ancora molto interesse. In una
conferenza tenutasi il 30 novembre 2006 presso il Vassar College, dal titolo “ No
Trespassing! The Growing Legal Exclusion of Undesiderables from Urban Public Space”
[Senza trasgressioni! L’aumento dell’esclusione legale degli “indesiderabili” dagli spazi
pubblici urbani] il Dott. Steve Herbert
6
ha presentato la problematica della
privatizzazione degli spazi pubblici e la loro negazione attraverso regolamentazioni che li
rendono, più che luoghi liberi, delle caserme. Il discorso inerente il diritto dei cittadini di
accedere ai luoghi pubblici è molto acceso all’interno del settore pubblico e dell’ambito
accademico. Quando si parla di “spazi pubblici urbani aperti” ci si riferisce ad una
categoria che ha molte spigolature e che coinvolge svariati settori. Nonostante la
definizione sia cambiata nel tempo e cambi in continuazione a seconda dell’area
geografica, del contesto socio-culturale e dei punti di vista, è invece abbastanza
irremovibile l’opinione che questi spazi debbano essere “ di natura pubblica” ossia di tutti
i cittadini e non posseduti da partnership private. Il problema della privatizzazione e del
controllo ha reso questi ambiti, spazi di segregazione, creando un forte malessere sociale
(Herbert, 1997).
6
Il Prof. Herbert Steve, fa parte del Dipartimento di Geografia, Legge, Società e Programmi per la
Giustizia dell’Universià di Washington DC. Durante la sua carriera si è interessato soprattutto alla relazione
tra lo spazio e il potere e al potere esercitato dalle legge e dalla polizia. Tra i suoi libri citiamo Policing
Space:Territoriality and the Los Angeles Police Department (University of Minnesota Press, 1997) e
Citizens Cops, and Power: Recognizing the Limits of Community (University of Chicago Press, 2006).
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Per analizzare quelle che sono le problematiche attuali appare quindi necessario
avere chiaro cosa si intende per “spazio pubblico”. La definizione che in questa sede ho
costruito ha essenzialmente la finalità di descrivere uno spazio pubblico democratico e
pieno di significato. Uno spazio che garantisca i diritti dei gruppi che lo utilizzano, che
permetta loro di svolgere qualsiasi tipo di attività e che consenta alle persone di interagire
vicendevolmente con i loro simili senza necessariamente conoscerli. È un luogo in cui si
imparano le regole del vivere comune e all’interno del quale le persone manifestano e
soddisfano i loro bisogni in quanto “animali sociali”.
L’impossibilità di analizzare la molteplicità di tipologie in cui si manifesta, mi ha
portato a restringere il campo d’interesse a quelle che, per la loro forma ed il loro utilizzo,
ricreano l’atmosfera della piazza classica. Sono fermamente convinta che seppur molte
città americane manchino di una piazza, nel senso tradizionale del termine e nella
maniera in cui lo si concepisce nel contesto latino- americano ed anglosassone, esse, e
nello specifico Manhattan, hanno sviluppato nel corso della storia una serie di spazi che
le imitano e che in un certo qual modo cercano di ricreare l’atmosfera conviviale tipica
delle piazze europee. È naturalmente alquanto impensabile ritrovare a Manhattan un sosia
di Piazza Maggiore o di Piazza del Campo di Siena prima di tutto perché il significato
della piazza e il suo utilizzo sono cambiati nell’era contemporanea e secondariamente
perché la storia e la struttura stessa delle città lo impedisce.
Esistono comunque una serie di spazi pubblici che a mio parere possono essere
considerati un prototipo di “piazza contemporanea” come ad esempio le corporate
plazas, i triangles, i vest pocket parks. Sono ambiti non rintracciabili nella cultura
europea e non sempre visibili nelle città americane, ma che invece sono numericamente
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significativi in Manhattan. La ricerca di come questi tipi di spazi vengono usati, la
descrizione delle loro caratteristiche, mi porta a riflettere sul significato dei termini, sulle
loro storie e sull’evoluzione nel corso del tempo, sull’importanza del design nel processo
di progettazione, sul tipo di gestione, e sulle problematiche che gli spazi pubblici stanno
affrontando nell’epoca contemporanea.
È un lavoro che, ripercorrendo le orme di William H.White
7
, cerca di analizzare
questi spazi in termini dell’utilizzo che la gente ne fa, in termini dei bisogni che i cittadini
manifestano ed è per questo motivo che attraverso regole di design e strumenti analitici
studierò alcuni spazi nello specifico, non solo per mostrarne le caratteristiche peculiari,
ma per valutarne l’accessibilità e il modo in cui garantiscono i bisogni dell’utente, per
capire quali funzionano e quali no, quali vengono maggiormente utilizzati e perché.
Il mio lavoro di tesi è essenzialmente suddiviso in tre parti. La prima parte, prettamente
teorica, ha essenzialmente la finalità di fornire le categorie di base della ricerca e di
introdurre le nozioni portanti, necessarie a strutturare il discorso riguardante la tipologia
degli spazi pubblici e la loro analisi. Non si può iniziare un lavoro senza descrivere le
caratteristiche strutturali dell’area e dell’oggetto d’indagine in quanto sarebbe come
“costringere uno zoppo a camminare senza bastone”. Per questo motivo, nella prima parte
del lavoro ho ritenuto necessario dedicare alcuni capitoli all’illustrazione del territorio,
alla definizione del concetto di spazio pubblico urbano aperto, per procedere poi, nel
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White William H. è uno dei sociologi urbani americani più importanti del 1900. Lavorando soprattutto nel
contesto newyorkese ha ricevuto incarichi all’interno dell’pubblica amministrazione riguardo a progetti di
pianificazione e riqualificazione urbana. È conosciuto per aver trascorso parte della sua vita studiando e
analizzando l’utilizzo degli spazi pubblici urbani, soprattutto le plazas (piazze aziendali) e i parchi urbani.
Tra i testi piu’ importanti citiamo City: Rediscovering the center (1988), Garden City. NY e The social life
of small urban spaces (1980), Washington DC:the Conservation Fundation.
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secondo capitolo a descrivere l’evoluzione degli spazi pubblici e concludere presentando
alcune problematiche che questi stanno affrontando oggigiorno.
La seconda parte del lavoro è sicuramente più dettagliata e, attraverso l’illustrazione di
esempi, ha lo scopo di analizzare le caratteristiche di alcuni spazi pubblici e di inserirli
all’interno di un discorso comparativo e di matrice dinamica. Dopo aver brevemente
introdotto le tipologie di spazi pubblici urbani aperti disponibili nell’area d’indagine
considerata, nel quinto capitolo mi focalizzerò sullo studio delle forme che definisco
“alternative” alla piazza tradizionale. Il mio intento non è quello di presentare meramente
la storia di questi spazi, ma quello di capire come sono nati, quali trasformazioni hanno
subito, che ruolo hanno oggi e come vengono usati dai soggetti. Esse costituiscono il
fulcro del mio lavoro, il cuore dell’analisi territoriale condotta. L’osservazione diretta
degli spazi e l’essermi immedesimata personalmente in un ipotetico fruitore, mi fornirà
una visione aggiornata di come lo spazio si presenta e mi permetterà di stilare delle
valutazioni precise riguardo l’accessibilità del luogo, il suo utilizzo, nonché di fornire
alcune nozioni relative all’arredo urbano.
Nella terza parte del lavoro, cercherò non solo di identificare come gli spazi vengono
utilizzati e di definire le componenti che li rendono attrattivi, ma anche di penetrare nella
questione relativa al significato cha tali luoghi assumono nel background delle persone. Il
capitolo sette sarà concentrato sulla presentazione delle variabili soggettive che i
progettisti di spazi pubblici devono considerare per creare un luogo di successo, per
presentare poi nell’ultimo capitolo, l’analisi di come un buon arredo urbano insieme ad
una buona gestione, possa creare spazzi pubblici funzionali ed utilizzati.