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Lewis Carroll, ovvero Charles Lutwidge Dodgson, nasce il 27 gennaio
1832; è il terzo figlio di Charles Dodgson, titolare della parrocchia di
Daresbury. La sua educazione si svolge fino al 1843 in seno alla
famiglia, l’anno seguente s’iscrive alla Richmond Grammar School e
nel 1846 entra a Rugby; è in questo periodo che incomincia a scrivere
per i fratelli alcuni racconti a sfondo parodistico che poi ritroveremo
nelle Avventure ed in Attraverso lo Specchio.
Nel 1851 si iscrive ad Oxford, Christ Church College, dove risiederà
per tutta la vita.
Il 1855 è una data fondamentale per la vita artistica di Charles, infatti,
Mr Liddell diventa decano a Christ Church; l’anno seguente Dodgson
incontra per la prima volta la bambina che sarà una delle sue maggiori
muse ispiratrici: Alice Liddell:
Negli anni successivi Carroll, avvicinatosi alla fotografia, prende
spesso la piccola Liddell come modella, questa scelta lo porterà ad
avere dei forti contrasti con la madre di Alice.
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Sempre nello stesso anno l’editore di Dodgson, Yates,
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sceglie per lui
lo pseudonimo di “Lewis Carroll”.
Il quattro luglio 1862 parte insieme al suo amico Duckworth per una
gita in barca durante la quale portano con loro le tre figlie del decano
Liddell: Edith, Alice e Lorina; in quel pomeriggio sono narrate per la
prima volta da Carroll le avventure di Alice.
Solo un anno dopo, incitato dagli amici MacDonald, Dodgson decide
di pubblicare la versione manoscritta di Alice. Nel 1865,tre anni dopo
la gita in barca, con illustrazioni di John Tenniell e Macmillan come
editore, esce la prima edizione delle avventure: Alice’s Adventures in
Wonderland.
Due anni dopo, tornato da un lungo viaggio in treno
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, Carroll scrive il
seguito di Alice nel Paese delle Meraviglie che esce nel 1871, anche
questa volta pubblicato da Macmillan ed illustrato da Tenniell, con il
titolo di Through the Looking-Glass and What Alice Found There.
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La sua attività di scrittore per bambini continua; nel 1873 comincia a
lavorare a Sylvie and Bruno che pubblicherà solo nel 1889 e nel 1876
pubblica lo Snark.
Nel frattempo continua anche a scrivere trattati di matematica
solitamente anonimi, tranne poche eccezioni come nel caso di Euclid
and his Modern Rivals pubblicato sotto vero nome; comunque non usa
mai lo pseudonimo di Lewis Carroll che viene adottato solo per i libri
per l’infanzia, tanto che nel 1897 arriverà a rimandare indietro, con la
dicitura destinatario sconosciuto, tutte le missive inviate a Lewis
Carroll presso Cristh Church.
Nel 1886 dà l’approvazione per un adattamento teatrale delle
avventure di Alice che viene messo in scena con il titolo di Alice in
Wonderland.
Dal 1893 al 1897 trascorrono quattro anni di intense pubblicazioni:
Sylvie and Bruno Concluded, una raccolta di giochi di parole, Syzygies
and Landrick, Curiosa Mathematica, Part III. Pillow Problems, la
stesura definitiva di Symbolic Logic.Part I. Elementary stranamente
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firmato Lewis Carroll ed infine due paradossi logici da cui What the
Tortoise said to Achiles.
Nel gennaio del 1898 muore a seguito di una bronchite.
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Chi è Alice?
J. Gattegno ,al quale, come dicevo prima mi sono rifatta, scrive:
Nel 1855 Alice aveva tre anni, ma solo nel 1856 egli fece
la sua conoscenza. Nel frattempo, aveva incontrato sulla
spiaggia due sue cugine[…]. Quindi c’era stato il primo
contatto con il fratello Harry[…]. Il primo incontro con
Alice ebbe luogo un mese più tardi il 25 aprile 1856, in
occasione di una delle prime spedizioni fotografiche di
Carroll nel collegio: Carroll notò il giorno ‘con un
sassolino bianco’, segno inconfondibile di una grande
emozione
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.
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Come è stato già spiegato nel paragrafo precedente si tratta di Alice
Liddell, la seconda delle tre figlie del decano. I rapporti tra Mr.
Dodgson e la piccola Liddell sono documentati sia dai diari di Carroll
che dalle confidenze della ormai Mrs. Hergreaves
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e per alcuni episodi
fondamentali dalla testimonianza scritta di Duckworth, fedele amico
di Charles; da tutte queste fonti, brani tratti da diari, biglietti,
testimonianze epistolari, che ho trovato fedelmente riportati in: Lewis
Carroll .Une vie, risulta che i rapporti tra Carroll e le tre figlie del
decano, all’inizio molto frequenti, furono poi interrotti in modo
abbastanza brusco a causa delle continue interferenze di Mrs. Liddell
che si oppose all’assidua frequentazione da parte di Dodgson e
soprattutto alle sue richieste di incontrare la bambina da sola.
I riferimenti biografici inerenti agli incontri tra Alice e Carroll ci
interessano prevalentemente per ricostruire la gita in barca del 4 luglio
1862. Come è stato già accennato nel paragrafo precedente, è durante
questa giornata trascorsa da Dodgson e Duckworth con le tre piccole
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Liddell che Carroll narra per la prima volta le avventure di Alice nel
sottosuolo.
Dalle nostre fonti risulta che le peripezie di Alice vennero raccontate
durante un assolato pomeriggio di luglio dopo aver preso il te’ sulle
rive del fiume Isis, presso Godstow, in un’atmosfera del tutto
rilassante che rappresentava, citando ancora Gattegno:
le condizioni ideali per le fantasticherie e anche (è la
stessa cosa) per le confidenze sul divano dello
psicanalista. Se non è proprio l’inconscio che parla ,
almeno le resistenze maggiori vengono eliminate.
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Dunque chi è realmente la piccola protagonista del romanzo che
prende vita in questo magico pomeriggio? La musa ispiratrice è
sicuramente la curiosa e brillante figlia del decano Liddell, la fisicità e
l’atteggiamento Alice li prende dalla sua omonima, ma l’anima da chi
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la prende in prestito? Probabilmente da Carroll stesso. Come
suggerisce Gattegno
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, si è sviluppato una sorta di transfert dove la
bambina è il terapeuta e Carroll il paziente che proietta la propria
interiorità su Alice, portatrice di un’età per Dodgson ideale: quella
prepuberale, priva di problemi e di conflitti.
Lo vediamo con le parole dell’autore nell’episodio di Humpty
Dumpty in Attraverso lo Specchio:
“se tu ti fossi rivolta a me per un cosiglio, ti avrei detto ‘A
sette, lascia perdere’ ”
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.
La trasposizione di Charles in Alice si compie senza drammi proprio
grazie all’età della bambina
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poiché quest’ultima designa una natura in cui la sessualità
sebbene presente, è ancora scarsamente differenziata
(almeno da un punto di vista prefreudiano
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)
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.
Insomma Carroll riesce immedesimandosi nella sua eroina a rivivere
le sensazioni di un’età perfetta, riuscendo a vedere nuovamente il
mondo dal punto di vista di un bambino; ma vi riesce con la
consapevolezza di un adulto che ha difficoltà nei rapporti con i suoi
coetanei, in grado quindi di ben percepire, oltre che lo stato
privilegiato dato dall’età prepuberale, anche il senso di oppressione
provocato dall’educazione impartita dagli adulti e il desiderio di
rivalsa che ne segue.
I personaggi della vita reale sembrano confondersi nella mente pseudo
bambina di Carroll-Dodgson che, nei suoi romanzi; li esaspera, o
almeno ne esaspera pregi e difetti. Ed ecco che la governante dei
Liddell, per Charles continuo impedimento ad incontrare le bambine
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da sole, si trasforma nella temibile regina di cuori
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dell’ottavo
capitolo delle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e l’amico
Duckworth nella simpatica anatra del terzo capitolo.
Una metamorfosi sulla quale vale la pena di soffermarsi è quella cui
vanno soggetti i bambini maschi nelle opere di Carroll, specialmente
considerando che si tratta solo di due esemplari: Uggug il
protagonista-antagonista di Sylvie and Bruno
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ed il bambino che si
trova in casa della duchessa nel sesto capitolo delle Avventure. In
entrambi i casi i maschietti vengono trasformati in maiali.
“A proposito, che ne è stato del bambino?” domandò il
gatto. “Quasi mi scordavo di chiedertelo”.
“Si è trasformato in porcello” rispose Alice tranquilla
tranquilla, come se il Gatto fosse ricomparso in modo
naturale.
“Me l’aspettavo” disse il Gatto, e svanì di nuovo.
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Non c’è da stupirsi visto l’odio che Dodgson stesso ammette di avere
per i bambini del suo stesso sesso, tanto da arrivare a definirli inutili.
Questo non fa altro che confermare l’ipotesi di Gattegno
dell’identificazione di Carroll in Alice; infatti il suo disgusto per i
maschietti esclude l’ipotesi che potesse immaginare di identificarsi in
un bambino e manifesta una percezione negativa del suo stesso essere
uomo, anzi maschio. Dunque cosa di meglio che trasferire il suo alter
ego in una bambina di sette anni liberandolo così da tutto quello che
per lui c’era di odioso nella natura umana?
Tra la prima versione del 1862, mi riferisco al manoscritto, e la stesura
del 1865, ci sono molte differenze. Innanzitutto ogni riferimento
esplicito alla piccola Liddell viene eliminato, ad esempio scompare
un’esclamazione di Alice dove si faceva chiaro riferimento alla
parentela tra le tre bambine: “Il Lorichetto ed io eravamo come
sorella e fratello e anche con l’adorabile, piccolo Aquilotto,”
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dove il
Lorichetto sta per la sorella maggiore Lorina e l’Aquilotto (Eaglet) per
la minore Edith. Scompaiono anche alcuni dettagli storici, che tra
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l’altro rimandavano con una certa precisione alla precedente gita del
17 giugno, che riportavano frasi e comportamenti dello stesso
Dodgson; di maggiore interesse sono i cambiamenti avvenuti dal
punto di vista contenutistico; la presenza di Alice assume una valenza
diversa
“in sintesi dirò che il primo manoscritto ci raccontava
un’avventura di Alice, mentre il testo definitivo ci narra
piuttosto il viaggio di Alice”
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.
Nella versione del 1865 inoltre, compaiono i giochi linguistici,
praticamente assenti nella prima, e due episodi aggiunti inerenti al The
del Cappellaio Matto ed all’incontro con il Gatto di Cheshire di cui
parleremo nei capitoli seguenti.