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INTRODUZIONE
La Tesi tratta l’utilizzo delle glottotecnologie nell’insegnamento della
lingua inglese come lingua straniera. Nel dettaglio sarà illustrato un
progetto di creazione di un audio book riguardante la storia di “Alice nel
paese delle meraviglie” per sostenere e verificare che l’utilizzo dell’audio
book aiuterà gli alunni a conoscere un approccio diverso
nell’apprendimento della lingua inglese, attraverso un’esperienza nuova
e stimolante.
Verranno menzionati brevemente i principi pedagogici di base che è
bene tenere presenti in classe per rendere l’apprendimento
un’avventura coinvolgente e che spingono a scegliere quest’ approccio
didattico. L’apprendimento deve avvenire in un ambiente in cui siano
presenti relazioni positive e spazi ad esso adeguati. La classe deve
attuare norme di rispetto reciproco condivise da tutti gli alunni, tali
norme aiutano l’alunno a sentirsi a proprio agio e lanciarsi
nell’esperienza dell’apprendimento senza sentirsi giudicato, anzi
consapevole che proseguirà per tentativi ed errori. L’insegnante deve
favorire un apprendimento collaborativo che aiuti gli alunni ad acquisire
maggiore sicurezza(Caon, Gelmi, 2005).
Affinché l’alunno stimolato in maniera positiva sia più propenso alla
partecipazione in classe, condizione necessaria all’apprendimento
linguistico, è compito dell’insegnante favorire questo clima di benessere
attraverso le modalità che ritiene più appropriate.
Secondo Krashen una situazione positiva favorisce nell’alunno
l’acquisizione a discapito dell’apprendimento, è solo l’acquisizione infatti
che fissa le nozioni nella memoria a lungo termine, in questo modo
l’alunno incrementa la propria conoscenza a avrà a disposizione ciò che
ha memorizzato. Krashen ci insegna che l’acquisizione è possibile se
l’insegnante attua procedimenti che prevedano la trasmissione di input
comprensibili, cioè l’alunno deve essere in grado di riconoscerli. Per
quanto concerne l’introduzione dei nuovi input l’insegnante deve tenere
ben presente di utilizzare la sequenzialità, ossia procedere gradualmente
senza sbalzi, condizione che ricorda la “zona di sviluppo prossimale” di
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Bruner. Inoltre il docente deve tenere sotto controllo il filtro affettivo
dei suoi alunni, ossia deve evitare attività che minino all’autostima o
provochino la sensazione di essere in grado di non apprendere (Balboni,
2012).
Un’ulteriore azione dell’insegnante particolarmente significativa è
favorire l’autonomia dell’alunno e, per farlo, deve conoscerlo
adeguatamente e comprendere i suoi bisogni. Lo studente autonomo
avrà migliori possibilità sia negli studi sia nel lavoro, in primo luogo
perché in grado di esplorare senza timori percorsi sconosciuti, inoltre sa
riflettere e organizzarsi facendo tesoro delle risorse circostanti. Inoltre,
è necessario che l’alunno sia al centro del processo di insegnamento ed
è basilare fargli capire che è lui il primo responsabile della propria
formazione (Caon, Gelmi. 2005).
Proprio per queste motivazioni ritengo che l’esperienza della creazione
di un audio book sia stimolante per gli alunni perché essi rappresentano
il fulcro delle lezioni e la buona riuscita del progetto dipenderà da loro.
Attraverso la progettazione e realizzazione di questo prodotto gli alunni
si troveranno ad affrontare situazioni nuove, coinvolgenti e soprattutto
ricopriranno il ruolo di registi del loro apprendimento.
Le glottotecnologie sono parte integrante per l’insegnamento della
lingua straniera, più di semplici sussidi di cui si può fare a meno: al
giorno d’oggi insegnare le lingue senza l’ausilio delle glottotecnologie
significa non essere professionisti aggiornati.
Ritengo che questo progetto incoraggi negli alunni una partecipazione
attiva, li coinvolga totalmente nell’esperienza e stimoli diverse abilità e
conoscenze che saranno richieste per la realizzazione del prodotto. Il
punto di forza di questa esperienza è rappresentato dal processo
piuttosto che dal prodotto; gli alunni decideranno gradualmente in
relazione al prodotto e non avvertiranno la frustrazione di dover
raggiungere un obiettivo prefissato dall’insegnante, ma troppo difficile
per loro.
L’uso delle glottotecnologie stimola la cooperazione in gruppo, la
motivazione a dare il meglio di sé per vedere il risultato, il superamento
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delle timidezze e delle difficoltà organizzative e favorisce l’aumento della
loro creatività.
Inoltre, terminato il progetto, indiscutibilmente lungo e corposo, gli
alunni potranno prendere atto del proprio lavoro ed illustrarlo alle
famiglie, al corpo docente e agli altri studenti.
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CAPITOLO 1 : LE GLOTTOTECNOLOGIE
1.1 Il computer e il suo utilizzo nella didattica
Oggigiorno troviamo in ogni Istituto la presenza dei computer, sono
passati i tempi in cui questi strumenti erano uso esclusivo di qualche
fortunatascuola superiore ad indirizzo tecnico in cui erano destinati
esclusivamente allo studio dell’informatica. Oggi l’insegnamento di tutte
le discipline, e soprattutto delle lingue straniere, trova nel computer un
supporto essenziale.
Per avvalorare questa tesi ho ritenuto molto importante avvalermi della
più recente documentazione sull’argomento e testimonianze del
territorio rilasciate da insegnanti e formatori. Nello specifico ho
analizzato le lezioni di “Tecnologie e Didattica della lingua inglese nella
scuola italiana” tenute dal professor Gabriele Azzaroe presentate nel
libro di Minardi “Glottotecnologie e apprendimento delle lingue
straniere” (Minardi, 2004). Azzaro è professore ordinario di lingua e
traduzione inglese presso l’Università di Bologna, titolare dei corsi di
Lingua inglese per i Corsi di Laurea triennale e di Laurea magistrale, e
titolare di Linguistica inglese per i corsi di Scienze della Formazione
Primaria. Ha conseguito una Laurea in Lingue e Letterature Straniere
Moderne all’Università di Genova e un Master in Linguistica Applicata
presso l’Università di North Wales.
Per le testimonianze del territorio ho raccolto informazioni riguardo il
lavoro della docente Dottoressa Anna Santon, esperta di tecnologie per
l’insegnamento.Diplomata all’Istituto Magistrale San Giovanni Bosco di
Padova e Laureata presso la Libera Università di Bolzano in Scienze della
Formazione Primaria, è docente di lingua straniera presso L’istituto
Pluricomprensivo di Brunico. Ha partecipato con la Professoressa Carla
Bertacchini alla creazione del progetto “Bilibro”, un progetto per alunni
della classe prima la quale idea era di costruire una biblioteca di testi
scritti dai bambini per i bambini, in due lingue, durante il quale il
computer sarebbe stato una parte fondamentale per trasferire in
digitale le opere realizzate.
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Come sostiene Azzaro il PC è un mezzo multimediale poiché racchiude in
sé il registratore audio, il videoregistratore, il proiettore ed altro ancora.
I multimedia indicano un processo che implica la gestione simultanea di
diversi media, mezzi comunicativi: il parlato, il testo, lo scritto, il film e il
suono. Questa multimedialità offre innumerevoli sbocchi per le attività
didattiche che possono attivare abilità e consolidare capacità in tutte le
discipline scolastiche; se vengono sfruttate le potenzialità nella maniera
adeguata, l’insegnante potrà cambiare l’approccio didattico per
sviluppare nuova capacità cognitive in grado di migliorare
l’apprendimento. Questa interattività tra macchina e studente si
trasforma in un dialogo, il quale appare come un vero e proprio
fenomeno comunicativo. È per questi motivi che l’utilizzo di questa
multimedialità deve entrare a pieno titolo nella scuola e dovrà costituire
per gli insegnanti uno strumento quotidiano (Minardi, 2004).
Per poter sfruttare al meglio nelle attività didattiche lo strumento
computer è ovviamente necessario che l’insegnante sia preparato per il
suo utilizzo professionale. La formazione deve interessare due aree
complementari: quella tecnica, che riguarda l’autonomia nell’uso, la
progettazione e la realizzazione informatica, e quella didattica. Agli
insegnanti quindi non è richiesto di diventare degli informatici, ma
devono saper utilizzare adeguatamente il computer come un mezzo di
lavoro, devono saperlo utilizzare al meglio per poter continuare a fare il
loro lavoro, cioè insegnare (Minardi, 2004).
L’insegnante di fronte alle tecnologiedeve porsi in maniera positiva, lo
deve vedere come una risorsa e non come un pericolo, come un
usurpatore che potrebbe prendere il suo posto. La figura dell’insegnante
con l’utilizzo della tecnologia non svanisce, ma cambia e diventa una
guida per lo studente. Con la sua professionalità dovrà creare percorsi
per gli studenti organizzando i materiali che ha a disposizione,
utilizzando ciò che ritiene più opportuno e scartando ciò che non ritiene
necessario, esattamente come fa con i libri di testo. Inoltre, deve
ricorrere al computer sempre e comunque come integrazione e non
come componente principale. Inoltre, poiché la tecnologia utilizzata è di
per sé uno strumento didattico come gli altri, l’insegnante deve essere in
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grado di valutare ciò che sta utilizzando, tenendo sempre a mente che il
materiale ottimale non esiste e che deve essere il docente stesso grazie
alla sua polifunzionalità ad integrare i diversi materiali in modo efficace.
Per questa valutazione esistono dei parametri che risultano essere
soggettivi: l’insegnante valuterà personalmente se il materiale
tecnologico che sta utilizzando sia adeguato, se vada integrato,
semplificato, se l’approccio risponde alle sue esigenze o meno. Una
valutazione questa che non differisce quindi da quella che l’insegnante
attua in riferimento a qualunque tipo di materiale didattico (Minardi,
2004).
È da ricordare pertanto che la scelta dell’utilizzo delle tecnologie nel
processo di apprendimento e di insegnamento non solleva l’insegnante
da un’accurata progettazione didattica dove egli valuta le tecnologie a
sua disposizione per soddisfare i bisogni dei suoi allievi
(http://old.istruzione.lombardia.it/progetti/osp_mat/domiciliare_6.pdf).
L’insegnante trova nelle glottotecnologie grandi potenzialità e il loro uso
resta un problema prettamente metodologico, ossia il rapporto che egli
stabilisce tra le tecnologie e gli alunni (Bertacchini, Borracci, 2011).
Naturalmente l’inserimento nella progettazione didattica dell’uso del
computer varia molto a seconda dell’età dello studente, poiché il suo
utilizzo consapevole richiede all’utente un autoapprendimento che
coinvolge non solo l’autonomia nell’uso della macchina, ma anche
un’autonomia nella scelta del materiale e del percorso. Lo studente
infatti deve presentarsi come un soggetto attivo nell’apprendimento: è
lui il primo autore della costruzione dei suoi saperi. Per il discente
l’apprendimento attraverso le tecnologie stimola la curiosità, lo rende
libero di approfondire gli argomenti che più lo interessano e lo aiuta a
superare le difficoltà incontrate attraverso esercizi che offrono feedback
in tempo reale e sollevano lo studente dal filtro affettivo: egli si ritrova
infatti a lavorare in un ambiente sereno, senza sentirsi sotto pressione.
Punti di forza dell’utilizzo del computer sono la curiosità e la motivazione
che questa macchina stimola nell’alunno, il suo apprendimento da
esplicito diventa implicito, attivo ed esperienziale, il tempo di
assimilazione diminuisce. Lo studente supportato dal computer può