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Introduzione
1- L’ Organizzazione Mondiale delle Sanità definisce droga qualsiasi sostanza che
porta a dipendenza, a crisi d’astinenza e a problemi nei rapporti famigliari e di
lavoro; dunque quando si parla d’alcol si fa riferimento ad una vera e propria
droga. Prima di analizzare i problemi fisici e sociali che l’assunzione d’alcol
comporta, è importante dare una definizione scientifica di tale sostanza e dei
suoi effetti. L’alcol etilico, o etanolo, è un sostanza liquida, incolore, molto
volatile ottenuta dalla fermentazione di prodotti naturali contenenti carboidrati e
lievito. Nelle bevande, il contenuto di alcol si esprime attraverso il numero di
gradi alcolimetrici ( ° ) che rappresenta la percentuale in volume (% vol.)
d’etanolo nella soluzione acquosa. Per bevanda alcolica si intende la
fermentazione alcolica degli zuccheri contenuti nei frutti e nei cereali. Da un
lato, sotto l’influenza delle credenze popolari, l’alcol può essere considerato un
alimento dotato di un certo valore nutritivo ed energetico, dall’altro è
considerato una droga a tutti gli effetti, in quanto, la sua azione sul sistema
nervoso è quella della sostanza psicotropa e degli stupefacenti che rendono
dipendenti. A causa della sua concezione socio-culturale, tuttavia, è opinione
diffusa che l’alcol sia un alimento di cui è bene non abusare ma che è sempre
stato socialmente accettato e strettamente legato a momenti di celebrazione e di
festa. I telegiornali e la stampa parlano spesso, per esempio, degli effetti positivi
del vino per la salute, non mettendo però in evidenza che il resveratrolo
contenuto nel vino ha effetti benefici solo se se ne consumassero dai 60 ai 70
litri al giorno.
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2- La storia dell’alcol ha origini antichissime, probabilmente già i preistorici
conoscevano gli effetti stupefacenti dei frutti fermentati e fin dall’antichità le
bevande alcoliche erano usate sia per uso medico sia come integratore
alimentare. In quasi tutte le civiltà, l’assunzione di alcol era correlata a scopi
conviviali o artistici; con il Cristianesimo, il vino diventa un sacramento, in
quanto, visto come il sangue del Redentore è parte integrante della comunione.
Prima del diciottesimo secolo e quindi prima che la patata fosse inserita
nell’alimentazione quotidiana degli europei, la birra, prodotta principalmente fra
1
www.alcoldrogalegale.com/giuseppelarocca.htm
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le mura dei monasteri, era usata come alimento; da qui il nome “Pane Liquido”
per indicare una particolare birra doppio malto prodotta da monaci tedeschi.
Durante la rivoluzione industriale gli operai stremati dagli orari e dal carico di
lavoro troppo pesante si anestetizzavano a basso costo tramite l’assunzione di
bevande ad alta gradazione; da allora l’alcol è considerato il “flagello dei
popoli” e contro i suoi effetti sociali e fisici nacque il movimento puritano degli
astemi. Ogni Stato cerca di far fronte a questa piaga sociale, negli Stati Uniti, per
esempio, tra il 1913 e il 1933 fu introdotto il proibizionismo in base al quale
venivano proibiti la produzione, la distribuzione e il consumo di bevande
alcoliche, ma come risultato si ebbe solo l’aumento della criminalità organizzata.
La maggior parte degli altri Stati, al proibizionismo totale, preferì il controllo
sulla produzione e sulla vendita anche a causa degli altissimi proventi dalla
tassazione sugli alcolici.
3- Il bere è parte della cultura di ogni civiltà e difficilmente potrà essere rimosso;
l’assunzione di alcol rimane dunque un problema sociale attuale. Al fine di dare
una panoramica completa del problema è opportuno presentare i diversi modelli
interpretativi che sono stati sviluppati attorno ai disagi alcolcorrelati. Tra gli
approcci sociologici è importante evidenziare quelli funzionalista, moralistico,
socio-culturale, sottostrutturale, interazionista simbolico, politico sociale e il più
recente ecologico-sociale.
2
¾ L’ approccio funzionalista si pone l’obbiettivo di esaminare l’uso dell’alcol
come funzionale alla società nel suo complesso. S.D.Bacon
3
sostiene che
l’assunzione di alcol svolga un duplice ruolo: allevia i problemi personali dell’
individuo ed innesca un meccanismo di solidarietà sociale e Bales
4
indica
quattro funzioni svolte dalle bevande alcoliche: religiosa, cerimoniale, edonistica
(risponde ai bisogni di convivialità ed euforia) e utilitaristica (soddisfa alcuni
bisogni come alleviare la fatica e la fame, favorire il sonno, scaldarsi).
¾ L’ approccio moralistico è tipico del periodo prescientifico ed è spesso correlato
alla teoria del bere moderato, si basa su una serie di credenze, di criteri religiosi
e filosofici, su codici di valori etici, tabù e divieti, in questo modo ogni società,
attraverso il proprio percorso storico, arriva o ad abolire o ad accettare il
2
Cattarinussi B. e Tessarin N. L’alcolismo:Elementi di teoria, storia e ricerca sociale, ed. Franco Angeli,
Milano, 1986.
3
Bacon S.D., Alcohol and complex society,. in Dinitz S.,Dynes R.R., Clarke A.C. (ed), op.cit
4
Bales R.F., Cultural differences in rates of alchoholism, Rushing. McNally, Chicago 1969
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consumo di una determinata dose di alcol, i soggetti che trasgrediscono o che
superano tale soglia saranno esposti ad una sorta di punizione sociale che
consiste nell’essere emarginato e considerato come deviante. Essendo
quest’approccio basato sull’appartenenza ad una società, interferiscono spesso
anche idee politiche e religiose. Questo tipo d’approccio è tuttora presente in
ogni società tuttavia non fornisce una valida interpretazione dell’eziologia dei
disturbi alcolcorrelati, può essere utilizzato in termini di prevenzione primaria,
ma non dispone di corrispondenti programmi di prevenzione, cura e
riabilitazione.
¾ L’ approccio socio-culturale è utilizzato per studiare gli aspetti storici dell’abuso
alcolico. Pittman
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offre un’attenta analisi dei fattori sociali e culturali relativi
all’assunzione di alcol e una differenziazione di varie culture in base al loro
rapporto con il bere. Identificò così le culture di astinenti dove è proibito
ingerire qualsiasi tipo di bevanda alcolica, le culture ambivalenti dove l’
atteggiamento culturale verso il bere è positivo in determinate strutture sociali e
negativo in altre, le culture permissive dove è permesso bere bevande alcoliche
ma vi è un atteggiamento negativo verso l’abuso che porta ad ubriachezza e altre
patologie alcolcorrelate, ed infine le culture ultrapermissive dove è accettato sia
il consumo, sia le patologie ad esso correlate. Le strutture culturali sono state
studiate anche da Ullman
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, il quale sostiene che il gruppo etnico e culturale
influenza l’atteggiamento dell’individuo verso il bicchiere. L’autore mostra che
nelle culture dove l’assunzione di alcol è legata a un sistema di pratiche culturali
come mangiare e festeggiare, il grado di alcolizzazione è più basso rispetto a
culture dove invece l’alcol è isolato dal contesto culturale; i greci e gli ebrei
sono importanti esempi del primo gruppo, gli irlandesi del secondo modello di
struttura culturale. Sempre all’interno di quest’approccio, alcuni studiosi
sostengono che è importante tenere in considerazione anche i rapporti che il
soggetto ha nei confronti della società: se è isolato e spesso vittima di
frustrazioni cercherà di trovare sostegno nell’alcol; altri autori asseriscono che è
importante analizzare anche l’esempio dato dai genitori e i rapporti con il gruppo
dei pari. Lo psichiatra Massignan
7
, esponente dell’interpretazione socio-
5
Pittman,D.J., Snyder C.R., Society, culture and drinking patterns, Wiley & Sons, New York 1967
6
Ulmann A.D., Sociocultural backgrounds of alcoholism, “Annals” n° 315, 1958
7
Massigna L. M.G.,B.L., R.P., G.O. B.A.,V.V., Z.L., Alcolismo: Clinica e terapia, Masson editore s.p.a.,
Milano, 1979.
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culturale sostiene che esiste una stretta relazione tra l’elitismo e svariate cause
tra le quali la precoce iniziazione familiare, l’ignoranza degli effetti
alcolcorrelati, la forza delle tradizioni, le condizioni di lavoro, il sopportare
l’alcol come segno di virilità, la pubblicità indiscriminata, la carenza di controlli.
¾ Approccio sociografico: alcuni studi epidemiologici hanno tentato di mettere in
relazione il bere con alcune variabili sociali, Cahalan
8
, per esempio, nella sua
indagine negli U.S.A. tiene conto di sei variabili: a) l’ atteggiamento favorevole
o meno della comunità verso il bere, b) il sostegno ambientale per il bere, c)
impulsività e non conformità , d) alienazione e disadattamento, e) aspettative
non favorevoli, f) perdita di controlli sociali in particolare di legami primari.
Questo approccio ritiene essenziale, come ha fatto Durkheim per il suicidio,
cercare le variabili socio-culturali che portano all’alcolismo che sono
essenzialmente la professione, l’appartenenza etnica-religiosa, lo stato civile, la
residenza, il sesso e l’età.
¾ L’ approccio interazionista simbolico vede il bere come un processo sociale
simbolico che si differenzia dallo sfondo della società ed è quindi individuato
come deviante, durante il corso dell’800, infatti, l’alcolista era un criminale da
imprigionare, nel ‘900 un malato mentale, dal dopo guerra in poi l’alcolista
viene percepito come una persona malata momentaneamente incapace di essere
autonomo e di ricoprire il proprio ruolo.
¾ Approccio politico sociale: uno dei maggiori esponenti di questo tipo
d’approccio è Lemert
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che mette in evidenza i problemi alcolcorrelati nelle
società avanzate dove ai problemi fisici vanno a sommarsi anche danni sociali
come gli incidenti stradali, la minor produttività e il fenomeno dell’assenteismo
nell’industria, il disturbo di ordine pubblico e la criminalità. Per affrontare questi
problemi Lemert propone quattro modelli di controllo delle bevande alcoliche:
a) secondo il primo modello “ i costi dell’intossicazione e dell’ubriachezza
possono essere ridotti da un sistema di leggi e controlli coercitivi che rendono
illegale la preparazione, la distribuzione e il consumo d’alcolici”. Tuttavia la
storia ha insegnato che il proibizionismo, tutte le volte che è stato applicato,
dall’antica Cina agli Stati Uniti, ha sempre fallito senza eliminare l’abuso di
alcol dalle società. b) Nel secondo modello Lemert propone di ridurre i costi
alcolcorrelati tramite un sistema d’indottrinamento e una maggior informazione
8
Chaalan D.& Room R. Problem drinking among american men.New Brunswik, NewYork, 1974
9
Lemert E.M. Devianza, problemi sociali e forme di controllo, Giuffrè, Milano, 1981
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sugli effetti dell’alcol così da favorire l’assunzione moderata e magari arrivare
all’astinenza; si è però dimostrato che il ruolo principale nell’indottrinamento è
giocato dall’esempio dato dalla famiglia e dal gruppo dei pari più che
dall’informazione. c) il terzo modello propone un proibizionismo parziale
fondato sulla convinzione che lo Stato sia in grado di determinare sia le quantità
e le modalità di consumo che possono avere conseguenze dannose regolando
quindi la distribuzione, sia il tempo e il luogo dove è consentito bere, sia il
profilo del consumatore secondo il sesso, l'età e le caratteristiche
socioeconomiche.
¾ L’ approccio ecologico sociale messo a punto da Vladimir Hudolin
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nel 1986 si
basa sul lavoro dei Club degli alcolisti in trattamento rilevando l’importanza del
ruolo di mutuo sostegno fra le famiglie con problemi alcolcorrelati questo
perché secondo l’autore, massimo esperto d’alcologia, l’alcolismo non è
definibile come una vera e propria malattia ma come uno stile di vita che
coinvolge, oltre che il diretto interessato anche la famiglia e la comunità
d’appartenenza. Questo approccio si propone quindi di interpretare l’alcolismo
non solo cercando tra i fattori individuali dell’alcolista ma tra l’interazione di
questi con altri fattori famigliari e sociali.
4- L’alcolismo è oggi un argomento che interessa milioni di studiosi in tutto il
mondo e un problema sociale da non sottovalutare, l’alcol è, di fatto, uno dei più
importanti fattori che incidono sulla salute dell’uomo e rappresenta una delle
principali cause di mortalità e morbilità. In Italia, come nel resto del mondo,
l’assunzione di alcol è correlata ad un contesto culturale, sociale, economico e
politico; la maggior parte dei giovani si avvicina all’alcol all’età di 11 anni, in
famiglia, a tavola, con un bicchiere di vino. E' bene ricordare che l’alcol non è,
come si poteva pensare secoli fa, un alimento, il nostro corpo non ne ha bisogno, per
riprendere la definizione dell’O.M.S. l’alcol è una droga, una droga legale. In Italia,
ogni anno, circa 40.000 persone muoiono a causa dell’alcol per cirrosi epatica,
tumori, infarti del miocardio, suicidi, omicidi, incidenti stradali e domestici e per
infortuni nell’ambiente lavorativo. I danni correlati all’assunzione di alcol sono
dunque di varia natura: organica e sociale. Per danni organici possiamo citare danni
a carico del sistema nervoso come l’atassia, l’epilessia, la sindrome di Korsakoff,
10
Agostani R. ( a cura di) Etica nei programmi alcologici per il nuovo millennio: atti del corso
monotematico per servitori-insegnanti di Club secondo l’approccio ecologico-sociale proposto dal
professor Vladimir Hudolin. 2001.
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l’atrofia celebrale e la demenza; danni a carico dell’apparato cardiovascolare dove
troviamo patologie come la miocardia alcolica, l’arteriosclerosi o l’ipertensione
arteriosa, danni all’apparato digerente: bocca, faringe, stomaco, intestino, fegato;
inoltre danni all’apparato riproduttivo, locomotore e respiratorio. Dati dichiarati da
World Health Report
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sostengono che è attribuibile, direttamente o indirettamente
al consumo di alcol il10% di tutte le malattie, il 10% di tutti i tumori , il 63% di tute
le cirrosi epatiche e il 9% delle invalidità e delle malattie croniche. I costi sociali e
sanitari sostenuti a causa dei problemi collegati all’alcol sono pari al 2-5% del
Prodotto Interno Lordo. I danni sociali connessi all’assunzione di alcol possono
riguardare diversi ambiti della vita di un alcolista. Tra le mura domestiche vengono
spesso modificati i ruoli e le funzioni, diventa difficile parlare e si sviluppano spesso
episodi di violenza; in Italia su un totale di uomini responsabili di maltrattamento
intrafamigliare, la percentuale di soggetti alcoldipendenti varia dal 4% al 12%; in
Europa, l’alcol è considerato una concausa nel 16% dei casi di maltrattamenti e di
abbandono dei minori. Nelle relazioni sociali l’individuo non si sente più accettato e
imbocca quindi la strada dell’isolamento favorendo così la nascita di sintomi
depressivi. Nel mondo del lavoro il soggetto con problemi di alcol tende ad essere
spesso stanco e distratto, trova difficoltà nel concentrarsi e a lungo andare insorgono
anche problemi fisici, i dati sostengono che dei 940.000 casi di infortunio sul lavoro
denunciati all’INAIL ogni anno, una percentuale che va dal 4% al 20% sono dovuti
al tasso di alcolemia dei lavoratori. I problemi alcol-correlati non riguardano solo il
bevitore ma gravano anche, come dimostrato, sulla famiglia e sull’intera società.
Questo elaborato finale si propone di analizzare i consumi, i problemi alcolcorrelati
e le conseguenti politiche di prevenzione nella Provincia Autonoma di Trento,
comparando tale situazione con la realtà di due zone ad essa limitrofe: la Provincia
Autonoma di Bolzano e la Regione Veneto. Trentino Alto Adige e Veneto sono due
Regioni del Nord Est dove il consumo di alcolici è particolarmente elevato rispetto
alla media nazionale.
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WHO, European Alcohol Action Plan 2000-2005.