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Premessa
L'esigenza di scrivere una premessa all’introduzione, in questo studio,
deriva dalla singolarità delle condizioni entro cui ogni lavoro di
ricerca prende le mosse. Pertanto questa premessa serve, in qualche
misura a chi scrive, per spiegare, poi, nell’introduzione la scelta
dell’argomento della tesi ed il procedere dell’argomentazione. Ciò nel
tentativo di presentare questo percorso di ricerca come un esercizio
riflessivo, in cui la stessa scrittura, almeno in parte, vuole essere in
linea con i contenuti presi in esame nelle pagine che seguono.
Sono tante le possibilità che si prospettano generalmente agli studenti
alla fine del corso di studi, per la scelta “dell'argomento di tesi”.
Generalmente sono portati a scegliere un argomento che li ha
particolarmente appassionati o incuriositi, nel corso della carriera
universitaria. I più coraggiosi possono decidere di affrontare
argomenti che durante gli studi ritenevano “ostici”, dunque potrebbero
volerli approfondire. Oppure, ancora, si può scegliere qualche
tematica che sembra di più “facile” elaborazione, per essere sbrigativi,
a seconda delle esigenze di ognuno, per ridurre i tempi di laurea.
Nella maggior parte dei casi, ad ogni modo, “si media” fra tutte queste
esigenze.
Altre volte ancora capita di scegliere il docente prima ancora
dell’argomento.
Per me è stato così.
Dopo pochi incontri, il Prof. Paolo Jedlowski mi ha proposto la
lettura di Verso una sociologia riflessiva. Ricerca qualitativa e cultura
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di Alberto Melucci.
Un’opera che prende in esame la ‘svolta’ (epistemologica) epocale
della fase storica in cui è scritto (1998), e per questo non può lasciare
indifferente chi si approccia a tale questione; un'opera che risulta già
ad una prima lettura complessa ma ricca di spunti di riflessione,
specialmente se ci si sta laureando in sociologia.
Da quel momento un lavoro di interpretazione, su un lavoro di
interpretazione, o per dirla con le parole di Alberto Melucci, la mia
“narrazione di narrazione” è iniziata, trasformandosi più volte nel
procedere del suo corso. L’analisi del testo è diventata un viaggio a
ritroso nel tentativo di capire i presupposti che avevano portato
l’autore a scriverlo.
Un viaggio che ha mostrato quanto il percorso sia più gratificante
della meta.
Un viaggio in cui la meta non c'è. E sicuramente non è questa la sede
per stabilire un “arrivo”, ma anzi, al contrario qui si vuole trarre
spunto per una nuova ri-partenza.
Un viaggio, alla ricerca di tracce di riflessioni di un autore con il
quale è stato piacevole e a tratti sorprendente accompagnarsi, per
oltre un anno della mia vita.
Un viaggio, che vuole essere un tentativo di guardare il mondo
attraverso le parole di un autore, le cui curiosità intellettuali sono state
davvero ampie, e delle quali si vuole omaggiare il valore, la fecondità
e l'attualità.
Del mio incontro con Alberto Melucci, non posso che ringraziare il
Prof. Paolo Jedlowski, che dandomi fiducia, mi ha sollecitato ad
affrontare il lavoro.
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Introduzione
Alberto Melucci è stato un sociologo, psicoterapeuta e poeta, noto a
livello internazionale, scomparso prematuramente, nel 2001.
Nella sua carriera di intellettuale ha prodotto una notevole quantità di
scritti, non soltanto in lingua italiana.
Questa trattazione riguarda una parte, ancora purtroppo molto
'ristretta', dell'opera dell'autore. Restituire al lettore l'opera di Melucci
nella sua interezza avrebbe richiesto diversi anni di lavoro, e pertanto,
nelle pagine che seguono l’analisi si sofferma soprattutto su alcune
delle opere principali nell’estesa letteratura che può essere riferita a
questo autore.
Il criterio di selezione delle opere prese in esame in questa sede è
stato la loro immediata reperibilità. I testi sono stati reperiti nelle
Biblioteche dell'Università della Calabria e alla Biblioteca Nazionale
di Cosenza.
Pertanto, ancora in un esercizio di riflessività, nella scrittura di questa
introduzione è necessario sottolineare come, nella fase iniziale di
questo studio, quest’ultimo non sia stato guidato da un preciso
“disegno della ricerca”, così come inteso sociologicamente. Questo
lavoro si sviluppa, piuttosto, come un tentativo di interpretazione,
'supposto' dalla lettura di testi, di parole rintracciate all’interno dei
testi dell’autore che per primi sono riuscita ad avere tra le mani e
leggere, così, probabilmente, questo studio risente e risentirà di questa
ristretta o parziale possibilità di reperimento delle fonti (ossia, per lo
più, quelle fornite dalle biblioteche più vicine). Una ricerca,
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nonostante ciò, che tenta un dialogo con i testi posseduti e, attraverso
la loro analisi, l’intento è di costruire un percorso biografico-
intellettuale.
Il tentativo che in questa sede si cerca di fare è quello di offrire una
interpretazione più esaustiva possibile, nella consapevolezza dei limiti
strutturali del lavoro, di come Melucci sia sia approcciato ai suoi
studi, dato che “il suo modo di procedere nella costruzione del sapere
è fra i motivi non ultimi della sua autorevolezza” (Chiaretti, Ghilseni,
2010, pag. 11). Infatti, seguendo le diverse fasi di ricerca dell’autore,
nel corso del tempo dedicato alla lettura dei suoi scritti, la percezione
di quanto leggessi è mutata diverse volte, e la scrittura di questo
lavoro è il frutto di tali trasformazioni di pensiero e di interpretazioni.
Durante questo percorso, la mia attenzione ad un certo punto si è
spostata, quasi inconsapevolmente, dal cosa al come: cioè, in altre
parole, dal che cosa avesse attraversato, come ‘(s)-oggetto’, lo studio
di Melucci, al come questo autore, in termini metodologici ed
epistemologici, avesse sviluppato la sua opera.
Dalla prospettiva riflessiva di questo studio, ciò non è un caso, perché
il modo in cui Alberto Melucci scrive è la sostanza di ciò che egli ha
scritto.
E, attraverso queste lenti, la varietà delle tematiche affrontate
dall'autore è stata davvero ampia.
L'obiettivo di fondo di questo lavoro è di rilevare l'importanza e
l'attuale crucialità di particolari tematiche affrontate da Melucci,
valorizzarne lo spessore teorico e sottolineare la sua capacità di
adattamento, delle metodologie utilizzate per fare ricerca sociale, ai
fenomeni osservati.
I suoi interessi intellettuali hanno spaziato dall'azione sociale, alla
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teoria sociale, all'epistemologia. Ha esplorato e definito
“comportamenti e orientamenti sociali che si situano al confine tra
azione collettiva ed esperienza personale mostrando una sensibilità
straordinaria che gli derivava anche dalla sua pratica di psicologo
clinico” (Leonini, 2003, pag.33).
I suoi interessi conoscitivi sono 'impropriamente' sintetizzabili
attraverso delle parole chiave: corpo, identità, cura, disuguaglianze
sociali, differenza, movimenti sociali, globalizzazione, conflitto,
mutamento, vita quotidiana, tempo/spazio, consumo, emozioni,
linguaggio, testo, discorso, relazione, scienza, creatività … Già
attraverso questo brevissimo elenco di parole chiave, oggetto di
esplorazione delle riflessioni di Melucci, si capisce quanto sia vasta ed
eterogenea la sua opera, che non ha cessato mai di essere indagata con
uno sguardo interdisciplinare, situato tra la micro-sociologia
dell'esperienza e la psicologia sociale. Queste categorie, anche con lui,
ma insieme a molti altri, alimentano il dibattito scientifico e vengono
studiate in quanto categorie analitiche. Ma la 'narrazione' che Alberto
Melucci costruisce merita certamente di essere a sua volta narrata e
contemporaneamente interpretata.
L'obiettivo del lavoro è stato, quindi, di creare una sorta di mappa
orientativa per muoversi fra le tante curiosità intellettuali dell'autore.
Ma soprattutto il tentativo è di far emergere tracce significative che
servano da orientamento a chi si approcciasse per la prima volta alla
lettura delle sue parole.
Infatti il come ritorna importante. L'autore, pur risultando nello stile
semplice e a tratti evocativo (specialmente in alcune opere), in realtà
impone al lettore la sua interpretazione del discorso. Lo fa senza
alcuna invadenza, che potrebbe desumersi dal verbo imporre. Ma
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questa parola la uso, per sottolineare come dietro al suo ripetersi,
come potrebbe apparire dalla lettura di diversi suoi scritti, sta la sua
premura, la sua attenzione al lettore. Parole come gioco, corpo,
planetarizzazione, identizzazione, costruzione ritornano sempre,
ricorrono. Questo indica la volontà dell'autore di invitarci alla
costruzione di una logica attraverso le sue parole. Una logica
sistemica e coerente, dove tutto è interconnesso con tutto. Una logica
che attraverso la ripetitività di alcuni concetti, la loro polivalenza (che
non ne implica la loro polisemia), la loro relazione con campi
semantici non espliciti, attraverso una scrittura riflessiva, quindi anche
ricorrente, fa sì che il lettore possa cogliere l'invito di partecipazione
che rimane il messaggio sottostante l’opera di Melucci. Parlo di
partecipazione intesa tout court, sia da un punto di vista macro sociale,
quindi eco-logico e politico, sia micro sociale, a partire dalle nostre
relazioni più prossime nella vita quotidiana.
Il lavoro si divide in tre capitoli, suddivisi secondo un criterio
‘cronologico’ delle opere dell’autore, e in base ai suoi interessi
conoscitivi (dai più datati ai più recenti). Alcuni testi di riferimento
fanno da guida all'interno di ciascun capitolo.
Nel primo capitolo l’analisi è strutturata per lo più sugli interessi di
ricerca di Melucci compresi nel decennio che va dagli anni ottanta ai
novanta. Il secondo e il terzo si occupano del decennio tra gli anni
novanta e duemila.
La scelta delle tematiche e il concatenamento tra le questioni ricorrenti
da affrontare in questo studio, in generale e per ogni capitolo, è stata
il frutto di un fitto dialogo tra questo testo, nella sua stesura, e i lavori
dell'autore analizzati, dialogo e scambio che mi hanno indicato la
strada, una strada, quella della scrittura di questa tesi, seguendo il filo
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melucciano dagli scritti giovanili a quelli più maturi.
Nel primo capitolo, introdotto da una breve nota biografica dell'autore,
si affrontano i temi che ha attraversato nel decennio tra gli anni ottanta
e novanta. Sono anni in cui l'autore si è dedicato agli studi sui nuovi
movimenti sociali, che lo hanno reso noto a livello internazionale.
I suoi interessi di studio sono partiti dunque dall'attenzione per
l'azione sociale, che nel 1991 lo portano ad addentrarsi nel “territorio
dell'individuo” (Touraine, 2003, pag.42), attraverso la stesura de Il
gioco dell'io: il cambiamento di sé in una società globale.
In questo lavoro non sono state approfondite, volutamente, le sue
analisi sui movimenti sociali (per restringere il campo d’indagine),
sulle quali già abbondano i commenti, le recensioni, gli input, i così
detti “spunti”.
In questo lavoro ho preferito concentrarmi sui temi che l'autore ha
affrontato negli ultimi anni della sua vita. Temi non ancora del tutto
esplorati, o quantomeno non sufficientemente valorizzati in
letteratura.
Infatti, il secondo capitolo in cui il focus è sugli scritti degli anni
novanta, anni in cui l'autore scrive opere con una certa risonanza a
livello internazionale, vuole affrontare gli interessi di teoria sociale
dell'autore, che attraverso il suo peculiare sguardo di sociologo e
psicoterapeuta, arriva a offrirci il suo punto di vista situato sul mondo,
che ci ha lasciato in particolare attraverso l'opera Passaggio d'epoca:
il futuro è adesso del 1994, definita in questo lavoro come una sorta di
suo manifesto eco-politico.
Nel terzo ci si è soffermati sui contenuti di Verso una sociologia
riflessiva: ricerca qualitativa e cultura (1998), un lavoro presentatoci
dallo stesso autore come saggio teorico – epistemologico, che apre lo
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spazio teorico per un dibattito scientifico e dialogico tra scienza ed
esperienza, tra pratiche e discorsi, teoria e prassi.
Questo terzo e conclusivo capitolo, nelle parti finali, tenta di
sintetizzare l’analisi fatta in questo lavoro di tesi, mettendo in
evidenza i limiti, i rischi e le possibilità e i punti da valorizzare nella
relazione sociale, che si tratti di relazione nella ricerca, o, più in
generale nei diversi ambiti dei rapporti sociali.
Con un paragrafo intitolato “Parole e virtù” questo studio si conclude
ricapitolando con le parole chiave dell’autore, cercando di cogliere i
diversi ‘inviti’ a svolte collettive, passaggi, cambiamenti e
rinnovamenti delle strutture e relazioni sociali nelle fratture della tarda
modernità di cui Melucci è un appassionato e appassionate testimone,
critico nella crisi della modernità.