Introduzione
La presente tesi di laurea magistrale in economia, gestione e valorizzazione del
turismo, intende proporre un'analisi relativa ad una tipologia di struttura ricetti-
va denominata albergo diffuso. La scelta dell'argomento di ricerca è derivata
dalla volontà di affrontare un tema coerente con il percorso universitario in
quanto, come verrà esaminato all'interno dei seguenti capitoli, un albergo diffu-
so può essere considerato come un prodotto turistico eco-socio sostenibile.
La dissertazione sull'argomento verterà su diversi temi, ed in particolare verrà
esaminata l'importanza strategica che alcuni prodotti turistici, cosiddetti di nic-
chia, possono esercitare per lo sviluppo sociale ed economico di un territorio.
Al fine di avvalorare questa tesi vorrei evidenziare come un albergo diffuso, in
virtù del rapporto di simbiosi mutualistica che lo lega al territorio all'interno
del quale è radicato, possa essere considerato un prodotto turistico endogeno ed
integrato. In base a questa considerazione si può affermare che la valorizzazio-
ne dell'ambiente, in senso lato, costituisce in primo luogo un aspetto imprescin-
dibile per l'istituzione di un albergo diffuso, e contestualmente crea un valore
locale a livello sociale, in quanto un territorio incapace di creare benessere e tu-
telare la sicurezza dei suoi cittadini, diventa oggetto di un inevitabile spopola-
mento. Al fine di pianificare una qualsivoglia strategia di sviluppo locale è ne-
cessario valutare l'aspetto relativo alla valorizzazione ed alla gestione di un'a-
rea territoriale in senso lato. L'analisi intende esaminare gli alberghi diffusi at-
traverso differenti ottiche quali quella economica, sociale, antropologica ed
ambientale. Ciò si rende necessario in quanto un albergo diffuso non è sempli-
cemente una tipologia di struttura ricettiva, con alcune particolarità, che le con-
notano un grado d'esclusività, bensì è un vero e proprio modello di ospitalità
integrato in un territorio. La presente tesi è strutturata su cinque capitoli, il pri-
mo di essi è stato ideato per spiegare, a livello concettuale prima e materiale
poi, cosa sia un albergo diffuso. Successivamente verrà esaminato quali siano
state le cause che abbiano portato alla produzione concettuale del modello d'o-
spitalità e come esso si sia evoluto sino ad essere considerato un prodotto turi-
stico a tutti gli effetti. Inoltre verrà proposta un'analisi di natura sia sociale che
ambientale, volta a spiegare le motivazioni per le quali un albergo diffuso ven-
ga considerato un prodotto turistico eco-socio sostenibile. All'interno del secon-
do capitolo verrà proposta una valutazione di natura economica, all'interno del-
la quale l'albergo diffuso verrà esaminato come un prodotto turistico tout court.
Pertanto verranno valutati i punti di forza, di debolezza che il prodotto può pre-
sentare, evidenziando le eventuali opportunità di sviluppo a livello commercia-
le, ed allo stesso tempo verranno considerate le possibili minacce che possono
ostacolare l'evoluzione di un albergo diffuso. Nel capitolo successivo verrà ap-
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profondito l'aspetto giuridico che regolamenta il modello di albergo diffuso. Al-
l'interno di quest'ambito verrà proposta un'analisi di ampio respiro sulle leggi
che regolano il turismo in Italia, ed ancora su come siano ripartiti i diritti ed i
doveri tra il potere centrale e le Amministrazioni Locali. In questo contesto si
instaura un focus riguardante l'ENIT-Agenzia nazionale per il turismo, ed in
particolare sulle funzioni che tale ente svolge. Questo capitolo è volto ad inda-
gare anche quale siano le principali politiche europee finalizzate ad incentivare
e a promuovere progetti di sviluppo turistici eco-socio sostenibili. Il quarto ca-
pitolo esamina le funzioni svolte dall'Associazione Nazionale Alberghi Diffusi
(ADI), ovvero l'ente deputato alla regolamentazione ed alla promozione del
modello di ospitalità in questione. Tale organismo, in virtù delle sue funzioni,
può essere equiparato ad un'associazione di categoria. Il focus del capitolo è in-
centrato sull'analisi delle risposte ottenute dalla somministrazione di un que-
stionario quali-quantitativo proposto al termine dei lavori della tredicesima as-
semblea nazionale degli alberghi diffusi alla quale partecipai il 18 novembre
2013 presso l'albergo diffuso "Al vecchio convento" sito nel Comune di Portico
di Romagna (FC). In occasione del convegno ho avuto la possibilità di propor-
re un questionario quali-quantitativo ad un campione di dieci gestori di altret-
tante strutture che operano sul territorio. Il questionario è stato formulato sulla
base di sedici quesiti volti a evidenziare tre aspetti precisi, quali: il grado di in-
tegrazione territoriale, il target di riferimento dei loro ospiti ed infine le politi-
che di marketing più rilevanti. Analizzare questi aspetti è molto importante,
perchè grazie alle risposte ottenute è possibile individuare degli indicatori di
come una struttura possa rivolgersi ad un mercato globale pur rimanendo forte-
mente radicata sul territorio. In conclusione, si evince che il presente questio-
nario è stato formulato in maniera tale da comprendere se ed in quale misura
una struttura possa avere una vocazione di carattere glocal, ovvero di come un
albergo diffuso possa mantenere un'estrazione locale inserita in un'ottica globa-
le. Al fine di esaminare quale possa essere un possibile panorama globale per
gli alberghi diffusi, ho voluto approfondire, all'interno dell'ultimo capitolo,
come questi siano percepiti all'estero. Per comprendere se questo modello di
ospitalità sia conosciuto ed eventualmente riproposto al di fuori dei confini na-
zionali. Tale ricerca è stata condotta tramite l'analisi della rassegna stampa in-
ternazionale che si è interessata dell'argomento. La parte conclusiva del lavoro
è volta ad indagare se ci siano degli esempi di alberghi diffusi in altri Paesi. In
particolar modo verrà analizzata la situazione spagnola, che presenta diversi
punti di contatto con quella italiana, difatti è l'unico Paese europeo che sta per
dotarsi di una struttura equiparabile a quelle in questione, al punto tale che è
stata riconosciuta dall'Associazione Nazionale Alberghi Diffusi.
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CAPITOLO 1
Albergo diffuso l'evoluzione di un modello d'ospitalità
1.1 Definizione di albergo diffuso
Con il termine albergo diffuso si definisce una struttura alberghiera di tipo
"orizzontale" in quanto le camere non si sviluppano in maniera "verticale" al-
l'interno di un unico edificio, bensì esse sono diffuse sul territorio. Ciò significa
che la struttura ricettiva è composta da più edifici che costituiscono le camere
dell'albergo, le quali devono presentare tratti di unicità e singolarità ed ancora
devono essere dislocate all'interno di un'area geografica delimitata. In partico-
lare le dimore che compongono la struttura devono essere ubicate obbligatoria-
mente in un raggio di circa 200 metri dal "cuore" dell'albergo; trattasi di un edi-
ficio centrale adibito ad uso di reception, all'interno del quale oltre ad eseguire
le consuete operazioni di registrazione, gli ospiti possono ricevere informazioni
di natura turistica sia rispetto alla struttura che rispetto al Comune o relative al
territorio circostante
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. Questa definizione evidenzia come un albergo diffuso sia
una tipologia di struttura alberghiera particolare, in quanto è fortemente inte-
grata con il territorio circostante. Questa peculiarità è molto importante, perchè
favorisce il contatto e l'integrazione tra i turisti e la popolazione residente. Per-
tanto chi decide di trascorrere un periodo di vacanza in un albergo diffuso può
considerarsi a tutti gli effetti un "residente temporaneo". Quest'ossimoro spiega
come un turista possa vivere una vacanza in un piccolo paese o in una borgata
pur sentendosi parte attiva ed integrante della stessa. Per questi motivi l'albergo
diffuso dev'essere ubicato all'interno di un piccolo Comune, in modo tale da fa-
vorire un contatto diretto tra i turisti ed il territorio. In virtù di queste conside-
razioni si può affermare che l'albergo diffuso non è una mera struttura ricettiva
di stampo alberghiero, bensì è un modello di sviluppo territoriale, in quanto i
suoi confini non coincidono con quelli della struttura stessa. Ciò spiega la mo-
tivazione per cui esista un rapporto mutualistico tra un albergo diffuso ed il ter-
ritorio circostante, il quale è parte integrante dell'offerta turistica stessa. Il rap-
porto simbiotico tra l'albergo e il territorio evidenzia come il turismo possa es-
sere considerato un volano di sviluppo economico e sociale a livello locale.Il
modello d'ospitalità diffusa, come verrà spiegato in seguito, prevede il recupero
e la valorizzazione degli immobili presenti sul territorio, favorendo il potenzia-
mento della ricettività con un basso impatto ambientale, generando altre sì pro-
cessi di riqualificazione e rivitalizzazione territoriale. Alla luce di questa consi-
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G.Dall'Ara, Manuale dell'albergo diffuso, Franco Angeli, 2010.
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derazione il modello di albergo diffuso può costituire una proposta innovativa
ed originale di ospitalità, ma al contempo può rappresentare un interessante
modello di sviluppo turistico locale, sostenibile, endogeno ed integrato. L'al-
bergo diffuso è una tipologia di struttura ricettiva diversa dalle altre, al punto
tale da poter essere definita come un vero e proprio modello di ospitalità rurale
e di sviluppo turistico territoriale, piuttosto che semplicemente come un alber-
go. L’elemento caratterizzante del modello di albergo diffuso è costituito dal
fatto che gli stessi siano ubicati all'interno di centri storici di dimensioni ridot-
te, ciò favorisce l'integrazione e le relazioni interpersonali tra i residenti e gli
ospiti. Trascorrere una vacanza in un contesto simile significa entrare in contat-
to con una comunità locale, condividendone in parte valori sia di costume che
culturali. A tal proposito gli ambienti e gli spazi, sia comuni che privati, vengo-
no concepiti non solamente “per turisti” bensì per “residenti temporanei”. Que-
st'ultimo è un aspetto fondamentale per il successo di un albergo diffuso, in
quanto il territorio che ospita la struttura deve necessariamente presentare delle
caratteristiche morfologiche e/o urbanistiche che consentano una piena integra-
zione tra i turisti e i residenti. A tal proposito si può notare come il progetto ri-
ferito all'albergo diffuso ubicato nel territorio del Borgo Storico di Rosciolo,
Magliano dei Marsi (AQ), offra un esempio lampante di come la struttura pre-
senti un carattere endogeno ed integrato all'interno del borgo. La planimetria
(proposta nella figura n.1) evidenzia chiaramente il concetto di diffusione sul
territorio delle abitazioni che costituiscono le stanze dell'albergo.
Figura1: Planimetria dell'albergo diffuso del Borgo Storico di Rosciolo, (AQ)
Fonte:www.europaconcorsi.com/projects/116338-cristiana-garofalo-paola-brunori-albergo-
diffuso-per-la-valorizzazione-del-territorio-del-borgo-storico-di-rosciolo-magliano-dei-
marsi/images/1672679
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.
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Planimetria relativa al progetto per la valorizzazione urbanistica ed architettonica del Borgo
storico di Rosciolo (AQ). Il progetto proposto è stato ideato da: C.Garofalo, C.Cortesi,
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Il paese o il borgo che si propone di ospitare un albergo diffuso, dev'essere una
realtà viva, animata, e dotata di tutti i servizi di base per i cittadini, (quali: una
passeggiata, dei negozi, una farmacia, una chiesa, l'edicola, dei bar, una Pro
Loco, etc..)
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. Il modello d'ospitalità che regolamenta gli alberghi diffusi punta
a diventare un prodotto turistico di tendenza, in quanto si propone di offrire il
meglio dell’ospitalità che si può trovare alloggiando in una casa (l’autenticità)
unito ai punti di forza dell’ospitalità alberghiera quali: accoglienza, assistenza,
spazi comuni, professionalità. Inoltre un albergo diffuso ha il vantaggio di po-
ter lavorare potenzialmente dodici mesi l’anno, in quanto proponendo un’offer-
ta, in un luogo abitato, che non è eccessivamente dipendente dalle oscillazioni
della domanda, può limitare l'incidenza della stagionalità.
Uno dei punti di forza sui quali il concetto di albergo diffuso può basare il suo
successo è dovuto alla presenza di un forte radicamento nella cultura ospitale
del nostro Paese, ovvero in quel sistema turistico, che in passato si connotava
per la ricchezza e la diversità di offerte minori, diffuse e non omologate (quali
locande, taverne, ostelli, pensioni, ecc.).
1.2 Nascita del modello di albergo diffuso
La prima testimonianza di albergo diffuso si ebbe nel 1982 in Carnia, in quanto
in seguito al sisma del 1976 si palesò la necessità di indirizzare a fini turistici
una serie di case ed immobili ristrutturati a fine abitativo ma fino ad allora di-
sabitati. In questo contesto iniziale il concetto di albergo diffuso era ancora in
una fase embrionale, in quanto la necessità di indirizzare a fine turistici una se-
rie di abitazioni sparse, non prevedeva una struttura organizzata come un alber-
go. Di fatto non era ancora prevista un'area, la cui importanza è centrale in
qualsivoglia tipologia alberghiera, ovvero la reception, né tanto meno venne
previsto un ristorante “dell'albergo”. Oltretutto le abitazioni non erano organiz-
zate tra di loro secondo una vera e propria logica unitaria. Perciò in virtù di
queste mancanze, riferendosi a questo preciso caso è più opportuno parlare di
residence diffuso.
Lo sviluppo vero e proprio degli alberghi diffusi si ebbe a partire dagli anni Ot-
tanta, anche se la maggior parte dei progetti nacque con l'idea e con la volontà
di recuperare i singoli borghi, incentrando le attenzioni sul recupero immobilia-
re, di fatto ristrutturando una serie di immobili dislocati sul territorio, quindi
prediligendo la parte “materiale” del concetto di albergo diffuso.
In realtà il termine albergo diffuso venne utilizzato per la prima volta nel 1982
all'interno del "Progetto pilota Comeglians" che venne seguito da un gruppo di
P.Brunori, M.Brancaleoni.
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G.Dall'Ara, op. cit.
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lavoro presieduto dal Prof. Giancarlo Dall'Ara. Il quale fu l'ideatore del model-
lo d'ospitalità diffusa, nonché seguì le diverse fasi evolutive, dalla nascita allo
sviluppo, dei diversi alberghi diffusi in Italia, diventando successivamente il
Presidente dell'Associazione Nazionale degli Alberghi Diffusi.
Il primo progetto di albergo diffuso nacque nel 1989 ed ebbe luogo nel Comu-
ne di San Leo, un piccolo centro sito nel Montefeltro, un'area dell'entroterra ro-
magnolo, che turisticamente parlando, era interessata una tipologia di turismo
“escursionista”. In quanto la prossimità con la Riviera Adriatica offriva a que-
sta località un bacino d'utenza numericamente elevato, ma a causa della forte
segmentazione sulla quale si struttura la poliedrica offerta della Romagna, di
fatto poteva rappresentare per essa una concorrenza in termini di presenze.
Dall'analisi di tale criticità nacque l'idea dell'Amministrazione Locale di offrire
agli escursionisti un'esperienza ricettiva “diversa” da quella della Riviera;
pertanto si palesò la volontà di offrire dei servizi d'ospitalità veri e propri, adi-
bendo una serie di edifici esistenti a destinazione alberghiera
4
. Questa novità
all'interno del panorama ricettivo locale non poteva e non voleva essere consi-
derata come concorrente dell'offerta turistica della Riviera, in quanto si rivolge-
va ad un segmento di mercato profondamente diverso rispetto a quello di “mas-
sa”. L'albergo diffuso di San Leo costituì un modello di ospitalità nuovo ed in-
novativo, che da un lato si affiancava alla vasta gamma di prodotti turistici del-
la Regione Emilia-Romagna, ma dall'altro costituiva un “unicum”.
Nacque quindi come un prodotto turistico indirizzato ad un target specifico,
ovvero si rivolse ad un segmento di mercato costituto da persone adulte, di cul-
tura medio-alta, interessate alla scoperta del territorio e alla “ricerca dell'unicità
dell'esperienza”, piuttosto che alla “standardizzazione dei servizi”.
In quest'occasione si denotò un cambio epocale nel concetto di albergo diffuso,
ovvero in questo caso si manifestarono due variabili che avrebbero modificato
per sempre il modello di ospitalità da “residence diffuso” ad albergo diffuso.
Per la prima volta l'offerta presentò una gamma di servizi di stampo alberghie-
ro, quali la ristorazione, la presenza di spazi comuni e l'istituzione di servizi ac-
cessori, come ad esempio quello d'informazione turistica. Queste innovazioni
permisero ai turisti di poter vivere un'esperienza “reale” cambiando la loro per-
cezione del borgo da “luogo da visitare” a “luogo da vivere”
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Il progetto “Turismo” promosso dal Comune di San Leo, ebbe come scopo
principale quello di trasformare l'escursionismo in turismo ciò fu possibile gra-
zie alla composizione urbanistica del luogo, che prevede una serie di edifici
storici che lambiscono la piazza principale.
Questa composizione urbana diede la possibilità, nonché il vantaggio di poter
4
G.Dall'Ara, op. cit.
5
G.Dall'Ara, op. cit. pagine 21, 22.
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