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Introduzione
L ’id e a di que st a tesi è scaturita dalla commistione di due elementi: da un lato il
percorso di studi universitari da me intrapresi a cavallo tra oriente e oc c id e nte, da ll ’a lt ro il mio personale interesse per la stampa estera e il giornalismo i nter na z iona le. Que st’ult im o sta assumendo oggigiorno un ruolo determinante nel contesto globale, sperimentando
c a mbi a menti ra dica li ne l l’a mbi to poli ti c o e socia le g r azie a nuove tecnologie come la tv
satellitare e internet con i suoi social network e le sue piattaforme di condivisione. In
contrapposizione ad una tendenza storica secolare che vede le innovazioni figlie del nord
esportate verso il sud , ne ll ’ultim o trentennio abbiamo assistito ad una vera e propria
rivoluzione copernicana mediatica originatasi in un remoto angolo del Golfo Arabico e
destinata a scompaginare le modalità, seppur diverse nel mondo, di raccolta, commento ed
elaborazione della notizia. Questo fenomeno ha nome Al-Jazeera,
1
l’emittente all news
panaraba che con il suo palinsesto alla Bbc ha impaurito emiri e dittatori, ha esaurito la
pazienza della Casa Bianca, ha provocato crisi diplomatiche e, secondo alcuni, esacerbato
il malcontento dei popoli medio - orientali.
L ’obi e tt ivo di que sto lavor o sa rà dunque que ll o d i osser va r e la porta t a riv oluz ionar ia
del più famoso network televisivo in lingua araba, a cui spetta un doppio primato:
innanzitutto l’ a ve r pr opo sto un’a na li si spieta ta de i pr oblemi d el mondo arabo, suscitando
nella regione una forte consapevolezza di massa e di comune condivisione degli eventi; in
sec ondo luog o l’ essersi affermato ne l c i rc uit o mondi a le de ll ’inf or maz ione c ome una nuova
fonte capace di bilanciare e controbattere, quando necessario, quella tradizionalmente
interpretata da soggetti occidentali. Poiché le dinamiche evolutive dei media sono
notoriamente legate a doppio filo ai risvolti politici de ll ’inf or maz ione e alle esigenze di
obiettività e credibilità per avere accesso al dibattito internazionale, questa ricerca vuole
avviarsi da una premessa apparentemente scontata, ma utile a far cessare qualsiasi
fraintendimento: Al- J a z e e ra è ‘soltanto’ un a r e te tele visi va che interpreta le esigenze
specifiche del suo pubblico (prevalentemente arabo, musulmano e residente in aree
turbolente ). Qu e sto l’a ss unto ne c e ss a rio da cui partire per giudicare poi lucidamente e
correttamente tutto ciò che nella sua attività travalica la semplice funzione di organo di
informazione, ovvero ciò che per gli ammiratori l ’ha re sa r e sponsabile de l la mobi li taz ione e della partecipazione democratica nelle società arabe, e viceversa secondo i più critici, ciò
1
In questo lavoro verrà utilizzata la forma Al-Jazeera del nome arabo Al-Ǧazīraẗ ( ة ر ي ز جلا) conformemente
alla trascrizione largamente adoperata dai parlanti in lingua inglese.
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che le ha fatto assumere i connotati di canale incendiario, sensazionalista, terrorista,
antimperialista, antiamericano e antisemita.
Lo studio dei fattori positivi e delle eventuali problematiche conseguenti alla
diffusione di una prospettiva araba autonoma e relativamente omogenea , a ll ’inte rno di un mediascape non più interamente dominato dal monopolio occidentale, può aiutarci ad
intraprendere un lavoro di reinterpretazione storica degli eventi che di recente hanno avuto
luogo in Medio Oriente (prima fra tutte una revisione della narrativa di guerra mostrata dai
colossi americani e europei in una versione purificata del conflitto, asettica, quasi
chirurgica) e che continuano a scuoterlo (con uno sguardo più ravvicinato sulla transizione
ancora in atto nei paesi del Maghreb e del Vicino Oriente). Al-Jazeera con la pluralità
ideologica insita nel suo palinsesto dovrebbe essere intesa dagli occidentali come
un’otti ma chance per comprendere meglio questa porzione di mondo che tanto diverge da
noi per cultura, religione, lingua e costumi.
Il primo capitolo di questo studio si apre con una breve e generica digressione sul
concetto basilare di “ sis t e ma de ll ’inf or m a z ione g i or na li sti c a ” , che interpreta il prodotto dei
media come la c onse g u e nz a di int e rc onn e ssi oni svil uppa tesi a ll ’inte rno di un de te rmina to
sistema sociale. Si passa quindi ad una panoramica della tradizionale cultura giornalistica
del mondo arabo a partire dal coinvolgimento in chiave propagandistica dei media negli
affari di stato e nel progetto nazionalista egiziano. Lo scopo di questa parte introduttiva,
che include un approfondimento sull ’E g it to, è quello di mettere in evidenza le differenze
che intercorrono tra la comunità dei giornalisti nazionali, avviluppati al regime dal
clientelismo e dal senso di responsabilità sociale, e il nuovo e complesso sistema satellitare
di corrispondenti in loco e redattori in house, che intendono unicamente riferire la ‘v e rità’
sui fatti. Una sorta di continuum tra queste due antitetiche realtà è rappresentato dalla
spinta al panarabismo, al transnazionalismo e alla mobilitazione insita in tutti i media
arabi sin dalla loro nascita. Il primo capitolo si conclude con una cronologia de ll ’a vv e nto
del satellitare nel mondo arabo, nonché dei primi network gestiti dalle due superpotenze
mediali di Egitto e Arabia Saudita che iniziano a muovere dei timidi passi in direzione di
una (fallimentare) apertura al genere delle news.
La prima parte del secondo capitolo indaga sulle origini storiche e le recenti
trasformazioni del Qa ṭ a r, il pa e se c irc a tre nta volt e più picc olo de ll ’I talia c he dopo a ve r dato i natali ad Al-Jazeera ha r e so que st’ult im a il biglietto da visita e lo strumento di
marketing più e ff ici e nte ne ll e mani de ll ’e mi ro pe r re im p ostare gli equilibri regionali in suo
favore. Da alcune riflessioni sulla gestione amministrativa ed economica di fatto
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‘f a mi li a re ’ de l c a na l e , diretto e finanziato dalla famiglia reale degli Al- Ṯ ā n , emergono i
punti di forza e al contempo i potenziali limiti di Al-Jazeera: sebbene abbia sperimentato
degli elevati standard di indipendenza e professionalità che le hanno garantito la fedeltà
de ll ’a udienc e e la sti ma de i c onc or r e nti , essa rimane il pulpito dal quale la diplomazia di
Doha esprime le proprie preferenze. La seconda parte del capitolo è interamente dedicata
alla filosofia editoriale e alla programmazione di Al-Jazeera, sia per il piccolo schermo che
per il web . S ull a ba se di un pr og e tt o infor mativ o sfr e na tam e nte “ live and uncensored ” , qualsiasi servizio, approfondimento o talk show del l’e mi tt e nte risponde a ll ’impe ra ti vo
c a te g or ico di fo rnir e se mpre le due v e rsioni di un fa tt o, l’opini one e l ’o pini one c ontra ria .
L ’id e a di a bba ndona re il g iorna li smo fa tt o di not iz ie pr otocollar i e dichia ra z ioni uf fic iali,
la presenza di uffici di corrispo nde nz a in o g ni a n g olo d e l mondo, l’ a pe rtu ra a l dialogo su
temi caldi e poco chiacchierati in pubblico, il richiamo ad una più sentita identità arabo-
musulmana, sono solo alcune delle audaci scelte intraprese dal canale, ovvero le chiavi del
suo successo e allo stesso tempo i suoi capi di imputazione.
All’ini z io d el terzo ed ultimo capitolo sono stati elencati i vari attacchi mossi ad Al-
Jazeera e le pr oteste uf f icia li g iunt e a ll ’e mi ro d e l Qa ṭar (che ha puntualmente declinato
ogni responsabilità personale) per una copertura de ll ’a tt ua li tà ritenuta sadica e faziosa. Le
re a z ioni c ontra stanti e l ’e ff e tt o di c onfusione e disorienta mento int e rpr e tativo c he Al -
Jazeera è in grado di generare con uno solo dei suoi scoop, ha nno una loro ra g ion d’ e sser e : da un lato le evidenti ambiguità della rete che non di rado si smarrisce nel suo voler
riportare sempre le diver se pr ospetti ve , da ll ’ a lt ro l’insi stenz a c on la qua l e c i si a c c a nisc e nel cercare di capire se Al-Jazeera sta con Bush o con bin Laden. Per spiegare le apparenti
discr e pa nz e tr a la ne ut r a li tà pr of e ss a ta da l c odice de ontol o g ico d e ll a r e te e l’ e ff e tt iva
pratica professionale bisognerebbe assimilare il cosiddetto principio d e ll ’ “oggettività
c ontestuale ” , c ioè a c c e tt a re l ’ide a c he o g ni med ia ha un suo c onn a tura t o orientamento
culturale che incide inevitabilmente sul suo modo di presentare le storie. In chiusura del
c a pit olo si osser va ne l de tt a g li o l’ope ra to dei reporter di Al-Jazeera nelle aree di crisi, quali
Afghanistan, Iraq, Palestina, Egitto, Libia e Siria, con particolare attenzione alla sua sentita
copertura della seconda Intifāḍaẗ e della Primavera Araba.
Nel tentativo di allargare il primo piano su Al-Jazeera, facendo luce sullo sfondo, i
contorni e il contesto in cui essa agisce, i soggetti dietro i quali si muove e le finalità che si
prefigge di conseguire, nel corso delle ricerche sono state incluse diverse discipline (dalla
storia alla sociologia, dallo studio dei media alle tecniche di giornalismo), sono stati
confrontati articoli e rubriche di approfondimento di varie testate italiane e estere, si è fatto
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un abbondante uso del web per la raccolta di materiale audio-visivo, sono stati
attentamente sondati i rispettivi portali internet di Al-Jazeera.net e Al-Jazeera.com, ed è
stata infine svol ta un’a tt i vità di traduzione su interviste, dichiarazioni e citazioni
da ll ’a ra bo, in g les e e f ra n c e se a ll ’italia no p e r a ge v olar e il lettore .
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alfabeto arabo alfabeto latino
ء ˌ
ٔ ◌ ˈ
ٔ ◌ ˈ
ا ā
ب B b
ت T t
ث Ṯ ṯ
ج Ǧ ǧ
ح Ḥ ḥ
خ ẖ
د D d
ذ Ḏ ḏ
ر R r
ز Z z
س S s
ش Š š
ص Ṣ ṣ
ض Ḍ ḍ
ط Ṭ ṭ
ظ Ẓ ẓ
ع ʿ ʿ
غ Ġ ġ
ف F f
ق Q q
ك K k
ل L l
م M m
ن N n
ه H h
ة T
ẗ
و W w/ ū
ي Y y/
ى Ỳ ỳ
Sistema di trascrizione ISO 233: 1984
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Capitolo I. La cultura giornalistica nel mondo arabo
C’è stato un tempo in cui l’uomo non poteva
sopravvivere senza l’uso delle armi; poi senza
quello delle macchina e dell’elettricità; oggi non
può sopravvivere senza i media.
Ryszard Kapuscinski
1. Il sistema dell’informazione giornalistica
I concetti di “press system ” o di “ media system ” , c he ri c or rono in tut ti i pr incipa li studi comparativi sui mass media, sono di particolare importanza per questa ricerca che si
svil uppa a p a rtire d a un pr e suppost o ba sil a r e : l’in for maz ione g iorna li sti c a è storica m e nte e
strutturalmente legata ad un determinato sistema sociale, politico ed economico.
2
Quanto
detto ci porta a investigare sui rapporti di dipendenza e competizione che intercorrono tra i
sistemi mediatici e la realtà nella quale operano. Il vecchio assunto in base quale i media
costituiscono sempre la variabile dipendente in rapporto al sistema socio-politico
3
è stato
screditato da indagini recenti che individuano nei prodotti mediatici una variabile esogena
in grado di avere un proprio impatto sociale sulla b a se di un’inter a z ione in se nso orizzontale piuttosto che verticale. La natura intimamente negoziale e mutevole della
comunicazione ha una delle sue manifestazioni più concrete nello sviluppo della
professionalità giornalistica, laddove chi lavora al serviz io de ll ’inf or maz i one viene int e so
come membro di una “interpretative community of key public events ”
4
. Questo tipo di
a pproc c io su gg e risc e l’i de a di una c omuni tà c he si svil uppa non tant o a tt ra ve rso un training e d un’e duc a z ione rig id a mente c odifi c a ta, qua n to invece attraverso relazioni
informali e attorno a significati condivisi che si evolvono continuamente. Sondare la
cultura giornalistica in questi termini è utile per comprendere le trasformazioni che negli
ult im i de c e nni ha nno in ter e ssato i sis temi d’ in formazione del mondo arabo e più nello
2
T. Gosselin, What Local Media tell us about Post-Communist Democracy. The Impact of Local Media on
Local Government Performance and Participation in Local Elections, Phd Thesis, Central European
University, 2006
3
Neg li a n n i ’ 5 0 alcu n i p r o f ess o r i d i s cie n za d ella co m u n icaz io n e elab o r ar o n o le b asi f ilo s o f ic h e d el giornalismo nelle cosiddette quattro teorie della stampa: la teoria autoritaria che vede svolgere ai media
ass o g g ettati a l p o ter e u n ’ atti v ità ed u ca tr ice e p r o p ag an d is ti ca , la teo r ia lib er tar ia ch e r im an d a ad u n lib er o mercato di idee, la teoria sovietica che pone i mezzi di comunicazione sotto il diretto controllo del partito
comunista e a servizio dei suoi valori, ed infine la teoria della responsabilità sociale che affonda le sue radici
sul modello libertario. F. S. Sibert, T. Peterson e W. Schramm, Four theories of the press. The Autoritarian,
Libertarian, Social Responsability and Soviet Communist Concepts of What the Press Be and Do, 1956
4
“C o m u n i tà in ter p r etati v a d i ev en t i p u b b lici ch ia v e” . B . Z el izer , Journalists as interpretative communities,
“Critical Studies in Mass Communi ca t io n ”, 1993, pp. 219-237
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specifico per cogliere a pieno quello che oramai tutte le opere di divulgazione e le
pubblicazioni accademiche concordano nel definire come un evento rivoluzionario, ovvero
il lancio di Al-Jazeera, prima emittente satellitare all news in lingua araba, responsabile di
aver infranto le intoccabili regole del broadcast
5
regionale
6
, in un contesto dove i regimi
poli ti c i a ve va no s e mpre mante nuto un ruolo di c o ntroll o c osì da o rie ntar e l ’inte rpr e taz ione
(se non addirittura la ri-costruzione) della realtà da parte dei giornalisti. La pluralità del
racconto non è comunque una novità nel panorama arabo: due giornali, entrambi finanziati
da l g ov e rno, a ll ’inte rno de ll o stesso pa e se , non s ono mai usciti esattamente identici; si è
anche verificato il caso di chi si è spinto oltre la linea e ha occultato tra le righe le proprie
critiche o chi è riuscito ad acquisire un tale successo da poter esercitare un maggiore potere
negoziale (esemplificativa a tal proposito è la figura di Haikal
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, grande amico del
presidente an-Nā ṣer e direttore , a ll ’e poc a , del principale quotidiano egiziano Al-Ahram,
l’unic o c he a ll or a si po te va pe rme tt e re di g iudi c a r e a pe rt a mente le sc e lt e d e l C olonnello).
2. Come valutare la cultura giornalistica del mondo arabo di oggi
Studiare i processi di news making nel mondo arabo significa innanzitutto
abbandonare le categorie mentali nelle quali noi occidentali siamo abituati a codificare la
realtà. Tale analisi andrebbe impostata sulla rinuncia al nostro modo di tradurre il buon
giornalismo come sinonimo di oggettività e di vedere nella libertà di opinione ed
espressione uno dei segni tangibili della democrazia. Il modello giornalistico occidentale,
ammesso e non concesso che ne esisti uno soltanto, deve essere adoperato non come
strumento di interpretazione, bensì come elemento di confronto, così da giudicare i news
media arabi non in base alla categoria del ritardo ma conformemente al loro percorso
storico e alle loro specificità più intrinseche. Come già riportato sopra, il giornalismo può
e sser e a buon diritt o rite nuto un’or ga niz z a z ione s oc iale , pe rta nto è n e c e ss a rio c onosc e rne codici e logiche per potervi accedere ed esprimerne valutazioni corrette.
5
C o n b r o ad ca s t, tr ad u cib ile n el l’ esp r es s io n e ital ian a “ r ad io d if f u s io n e cir co lar e” , s i i n ten d e n el m o n d o d ella
radio e della televisione la trasmissione di informazioni da un sistema trasmittente ad un insieme di sistemi
riceventi.
6
I n u s o n e g li s t u d i s u i m ed ia ar ab i, il ter m in e ʻ r e g io n eʼ f a r if er i m e n to all ’ i n ter a r eg io n e ar ab a d iv is a
all’ o cc o r r en za in tr e s u b r eg i o n i: Ma s h r eq ( E g itto , S u d an , L ib a n o , Siria, Gio r d an ia) , Ma g h r eb ( Ma r o cc o , Algeria, Tunisia, Libia) e Penisola arabica (Iraq, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Arabia
Saudita, Yemen)
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Mu ḥammad Ḥasanin Haykal (Muhammad Hassaneyn Haykal), giornalista e scrittore egiziano, nato nel
1923. È considerato uno dei pochi giornalisti arabi che ebbero un ruolo politico importante soprattutto nel
proprio paese.