6
Introduzione
“Gloria a colui che rapì di notte il Suo servo
dal Tempio Santo al Tempio Ultimo,
dai benedetti precinti, per mostrargli i Nostri Segni.
In verità Egli è l'Ascoltante, il Veggente”
Corano XVII, 1
Intorno a questo oscuro versetto coranico è fiorita la leggenda del mi'r…Þ, uno
degli eventi più conosciuti della vita del Profeta. Esso si riferisce al viaggio
notturno (isr…‟) del Profeta, il quale fu fatto viaggiare dalla Moschea della Mecca,
MasÞid al-ðar…m, ovvero il “Tempio Santo”, fino alla Moschea di Gerusalemme,
MasÞid al-Aq¡…, ovvero il “Tempio Ultimo”, e all‟ascensione in cielo (mi„r…Þ).
Secondo un‟interpretazione mistico-simbolica il Tempio Ultimo, o Estremo, è un
tempio immateriale, localizzabile negli spazi celesti, laddove Mu|ammad ha visto
i Segni di Dio.
Questo non è l‟unico passo del Corano che fa riferimento ad un rapimento estatico
del Profeta: anche la Sura LIII ai versi 1-18 e la Sura LXXXI ai versi 23-25
alludono a un simile episodio.
Il mi'r…Þ ha dato origine ad una copiosa letteratura e ha avuto un ruolo centrale nel
fissare la legittimità del Profeta, il carattere distintivo della comunità musulmana e
le regole sociali e morali che si addicevano alla comunità scelta da Dio; inoltre è
considerato la fonte delle regole che governano la preghiera dei musulmani.
La leggenda del mi'r…Þ narra che il Profeta fu svegliato durante la notte da un
7
colpo alla porta e aprendola vi trovò l'Arcangelo Gabriele e il bur…q
1
: i due erano
stati incaricati di accompagnare Mu|ammad in un viaggio attraverso i cieli. Il trio
ascende e alla porta di ogni cielo Gabriele chiede il permesso di entrare insieme a
Mu|ammad per mostrargli ciò che in essi è contenuto. Il gruppo prosegue fino al
lontano albero di loto, laddove si scioglie in quanto il Profeta deve continuare da
solo per incontrare Dio. È questo il momento culminante del viaggio, al quale
accenna il primo versetto della Sura XVII.
Non c‟è da stupirsi se il tema del mi„r…Þ sia diventato uno dei topos più ricorrenti
tra gli scrittori e i mistici musulmani: la misteriosità del “come” e del “dove” sia
accaduta questa straordinaria esperienza della vita del Profeta, ha stimolato,
infatti, la fantasia di numerosi poeti e letterati, i quali, nel corso dei secoli, hanno
creato poemi e racconti, ispirandosi ai dati riportati dal Corano e dalla Tradizione.
Tali racconti rientrano nel cosiddetto “Ciclo del mi„r…Þ”, un complesso di opere,
arabe e persiane soprattutto, che ripercorrono l‟ascensus del Profeta con intenti
diversi: mistico, satirico, allegorico e filosofico.
2
Dunque il mi„r…Þ, sin dai primi secoli, ha suscitato particolare interesse negli
studiosi, tuttavia è soprattutto a partire dal XIX secolo che lo studio si intensifica:
1
Una figura mitica dal volto simile a quello di un uomo e dal corpo simile a quello di un cavallo;
aveva anche due ali sulla parte posteriore. Il bur…q non è menzionato nel Corano. L‟etimologia
della parola non è chiara: Josef Horovitz sostiene che derivi dalla radice “b-r-k” che significa
lampeggiare, quindi il “Bur…q” sarebbe un diminutivo e poterebbe significare “piccolo fulmine”.
Invece Edgar Blochet propone un‟altra derivazione: dalla parola persiana “barag”, che significa
“destriero”. Questo animale viene associato anche ad altri profeti, infatti nelle narrazioni
Mu|ammad dice di averlo legato allo stesso gancio a cui lo avevano legato i profeti precedenti.
VUCKOVIC B. O., Heavenly Journeys, Earthly Concerns, New York, Abingdon, 2005, pp. 47-50.
2
SACCONE C., Alla ricerca del tempio ultimo, Studia Patavina, 41 (1994), p 104.
8
gli studiosi europei si avvicinano alle altre culture cercando, in tal modo, di capire
meglio la propria cultura. Aumenta così l‟importanza di alcune discipline, quali
l‟antropologia e la storia delle religioni, in risposta a questo tentativo di creare un
connubio tra le culture. Questo tipo di studio si consolidò nel periodo del
dopoguerra: coloro che si interessavano al mi„r…Þ andavano in cerca delle origini
del viaggio in cielo, adoperando un metodo di comparazione.
Il primo storico delle religioni a esaminare le ascensioni al cielo fu D. W.
Bousset
3
: le sue scoperte suggerivano che l‟idea dell‟ascesa dell‟anima ha le sue
radici nella tradizione religiosa iraniana dello Zoroastrismo.
4
Egli prende in
considerazione l‟ascensione zoroastriana di Arda Viraf
5
, un prete e indovino scelto
per bere una pozione che gli permettesse di ascendere ai cieli, ricevere la
rivelazione e ritornare sulla terra per informare la sua comunità riguardo ciò che
ha visto. Il mi„r…Þ non è il centro dell‟opera di Bousset, tuttavia egli attribuisce la
sua ispirazione allo Zoroastrismo.
Come Bousset, anche Geo Widengren
6
tenta di tracciare le origini della narrativa
del mi„r…Þ nel suo libro Muhammad the Apostole of God, and His Ascension,
3
Storico del cristianesimo tedesco (Lubecca 1865-Glessen 1920).
4
È una delle più antiche religioni e la più importante e meglio conosciuta dell‟Iran antico o
preislamico. Questa fede monoteista prende il nome dal suo presunto fondatore, Zarathuštra.
5
Il libro di Arda Viraf è un testo religioso zoroastriano che descrive il viaggio onirico di un devoto
zoroastriano nell‟aldilà. L‟opera è stata più volte comparata alla Divina Commedia di Dante.
Non si conosce precisamente la data di stesura del testo, ma si ritiene risalga all‟epoca sasanide,
quando lo zoroastrismo conobbe un periodo di rinascita grazie al sostegno della corte imperiale.
Inoltre, tale tesi è supportata dal fatto che il “malvagio” Alessandro Magno viene descritto come
un romano, in un‟epoca di forti rivalità tra l‟impero romano e quello dei Parti.
6
Orientalista svedese che si è interessato alle religioni del Vicino Oriente, dedicando molti studi
all‟Ebraismo, all‟Islam e ad altre religioni. www.wikipedia.org
9
tuttavia è più interessato al fine ideologico del viaggio: sebbene non fosse uno
specialista in letteratura araba, è stato il primo studioso a collegare l‟importanza
dell‟ascesa al cielo alle rivendicazioni di autorità da parte del Profeta.
Anche un altro studioso, Ioan Petru Culianu
7
, si interessa a questi studi comparati,
determinando un totale cambiamento nella storia delle religioni: oggetto del suo
studio non è la ricerca delle origini, come per i suoi colleghi, i quali ritengono che
tutti i temi ebraici ricorrenti nelle ascensioni islamiche siano di origine iraniana.
Egli, piuttosto, insiste sull‟originalità e le aggiunte creative degli autori, ritenendo
che è superfluo ricercare le origini in Iran. Nel suo libro “Psychanodia” afferma
che “le leggende arabe dipendono direttamente dalla tradizione ebraica, ma
l‟immaginazione degli scrittori ha contribuito così tanto alla loro alterazione che
potrebbero essere considerate come un autentico prodotto dell‟Islam.”
8
Il lavoro di questi studiosi è stato importante in quanto contestualizza il viaggio di
Mu|ammad all‟interno di una più ampia tendenza relativa alle ascensioni al cielo,
in tutta la letteratura religiosa.
L‟episodio dell‟ascensione di Mu|ammad fu sentito come realmente accaduto
dalla totalità dei musulmani, dunque percepito come fatto storico e insieme come
culmine dell‟esperienza umana e religiosa del Profeta. Tutti i commentari del
Corano dedicano ampie riflessioni al primo versetto della Sura XVII; dotti e
teologi ne discutono i vari aspetti: uno dei problemi che maggiormente
7
Scrittore, filosofo e storico delle religioni romeno. Ha insegnato all‟Università di Chicago, dove
si è interessato di storia della cultura romena.
8
Cfr., VUCKOVIC B. O., Heavenly Journeys, Earthly Concerns, cit., p.8.
10
affliggevano i commentatori musulmani era quello di armonizzare tra loro i dati
delle varie redazioni dell‟isr…‟ e del mi„r…Þ.
Per studiare l‟evento del mi„r…Þ, unitamente all‟isr…‟, accanto al Corano bisogna
prendere in considerazione altre fonti, quali il Tafs†r , ovvero l'interpretazione
autentica del Corano, che viene data dai dotti musulmani, al fine di estrarne gli
insegnamenti divini; le collezioni di ðad†Å ; la S†ra , ovvero la biografia del Profeta;
i Ţabaq…t, cioè i dizionari biografici, e il Ta‟r†², ovvero le cronache.
Sono tre i passi del Corano nei quali è implicitamente citato l‟episodio del mi„r…Þ:
il primo verso della Sura XVII, già citato sopra più volte, i versi 1-18 della Sura
LIII (Sura al-naÞm), e i versi 23-25 della Sura LXXXI (Sura al-Taqw†r ). In realtà
il significato e l‟importanza di questi versetti emergono dalla loro esegesi: nel
Tafs†r, i commentatori coranici collegano tali versi a particolari episodi storici
della vita del Profeta. Importanti commentari coranici, redatti dal IV/X al
VIII/XIV secolo, sono il Tafs†r di al-¦abar†, al-A|kām al-Qur‟ān di al-Qur¥ub† ,
al-Tafs†r al -Kab†r di Fa²r al-D†n al-R…z†
9
, e il Tafs†r di Ibn K…Åir.
10
Altrettanto importanti sono le raccolte di |ad†Å . In genere si indicano sei raccolte
(al-kutub al-sitta), che conterrebbero le tradizioni giuridico-teologiche più
affidabili e importanti che sono state riconosciute come canoniche dal IV/X
secolo: fra queste troviamo il Sa|ī| (Il [libro] sano) di Bu²…r† e l'omonima opera
9
Teologo musulmano di origine iraniana.
10
Isl…m, a cura di FILORAMO G., Editori Laterza, Roma-Bari, 2008, p. 96.
11
di Muslim ibn al-ðaÞÞ…Þ
11
; poi ci sono le Sunan di Ibn MāÞah, di al-Nasā'ī, di al-
Tirmi÷ī e di Abū Dāwūd al-SīÞistānī. La parola |ad†Å
12
significa “tradizione”,
dunque le raccolte menzionate includono resoconti di ciò che il Profeta ha fatto o
detto durante la sua vita: tali racconti esemplificano il giusto comportamento per
la comunità e sono usate per fissare o chiarire pratiche consuetudinarie dei
musulmani.
Quanto alla S† ra (biografia di Mu|ammad), una delle più conosciute è quella di
Ibn Is|…q, che rappresenta la fonte più preziosa di dati relativi all‟esistenza terrena
del fondatore dell‟Islam. Essa raccoglie le testimonianze di autorevoli personaggi
appartenenti alla famiglia del Profeta e al suo entourage; ciascuna di queste
testimonianze costituisce un |ad†Å del quale si riporta l‟isn…d, ossia la catena di
trasmettitori.
Tra i dizionari biografici troviamo il ¦abaq…t al-kubr… di Ibn Sa„ad e tra le
cronache ricordiamo il T…r†² al -Rusul wa al-Mul™k di al-¦abar† .
Gli orientalisti che hanno dedicato i propri studi al mi„r…Þ hanno adoperato questi
autorevoli materiali. A differenza degli studiosi occidentali, i quali si proponevano
di individuare da dove traevano origine i viaggi che raccontavano le ascensioni al
cielo, gli orientalisti erano interessati, piuttosto, a identificare i primi racconti del
11
Bu²…r† e Muslim ibn al -ðaÞÞ…Þ sono i massimi tradizionalisti musulmani.
12
Strutturalmente un |ad†Å è composto da una catena di trasmettitori-garanti (in arabo isnād,
ovvero "sostegno") che risale indietro nel tempo, formando una silsila (catena) che si allaccia al
primo trasmettitore della tradizione. Il trasmettitore può essere un Compagno che l'ha ricevuta dal
Profeta o un musulmano che l'abbia ascoltata da un Seguace o, talora, da qualche credente di
grande rinomanza delle successive generazioni. L'isnād si presenta all'incirca col seguente schema:
«Ho ascoltato Tizio che ha detto a Caio che Sempronio aveva udito... Maometto dire: "..."».
All'isnād segue il vero e proprio contenuto della narrazione (il matn).
12
mi„r…Þ e ad osservare come i resoconti cambiavano nel tempo.
I primi articoli sull‟ascensione del Profeta furono scritti da B. Schrieke, A. A.
Bevan e Josef Horovitz, i quali hanno notato come il racconto del mi„r…Þ si sia
trasformato nel tempo, diventando un vero e proprio rito di iniziazione, e come si
siano inseriti, nelle varie versioni del racconto, elementi nuovi e fantastici, volti
ad abbellire la storia.
13
Essi non hanno messo il mi„r…Þ a confronto con altre
ascensioni, ma si sono concentrati sui racconti stessi, non tralasciando le catene
dei trasmettitori (isn…d) e le tradizioni.
Il mio lavoro analizza l‟evento del mi„r…Þ partendo dal nucleo centrale del
racconto e proseguendo nell‟analisi delle sue successive interpretazioni e
rielaborazioni. Nel primo capitolo, infatti, ho cercato di toccare i punti
fondamentali dell‟episodio, concentrandomi su alcuni elementi quali il luogo dal
quale ha avuto inizio questo percorso, le persone che sono state coinvolte, la
dimensione del viaggio, e altro ancora. Mi sono soffermata anche sul ruolo che il
racconto del mi„r…Þ ha avuto nelle altre letterature: è stata una fonte di ispirazione,
letteraria e non, che ha portato alla composizione di numerose opere che rientrano
13
Nelle molteplici redazioni della leggenda comparivano svariati elementi fantastici: in alcuni
racconti si dice che Mu|ammad usi la scala per ascendere ai cieli; in altre tradizioni compare,
invece, un corsiero alato che il Profeta cavalca per salire ai cieli. Sia la scala sia il Bur…q portano
Mu|ammad da un livello del cielo al successivo: simbolicamente entrambi radicano il Profeta alle
tradizioni del passato, tuttavia la scala lo collega alla visione biblica del passato, mentre il Bur…q lo
collega alla visione coranica della storia e dei profeti passati. Molti studiosi associano il mi„r…Þ
alla scala di Giacobbe, sulla quale egli si addormentò e fece un sogno: vide una scala fissata sulla
terra la cui cima raggiungeva il cielo; in cima ad essa vi era il volto di un uomo e mentre stava
ancora osservando la scala vide degli angeli di Dio che salivano e scendevano su di essa. Sebbene
la scala di Giacobbe non sia mai menzionata nel Corano, essa è un simbolo ben fissato nei trattati
biblici e pseudo epigrafici. VUCKOVIC B. O., Heavenly Journeys, Earthly Concerns, cit., p. 45-
47.
13
nel cosiddetto “Ciclo del mi„r…Þ”. Prima di concludere il capitolo, non potevo fare
a meno di menzionare la questione sorta all‟inizio del XX secolo, a seguito della
pubblicazione di un saggio intitolato La Escatología musulmana en la “Divina
Comedia”, ad opera dell‟orientalista spagnolo Asín Palacios, nel quale si metteva
in gioco l‟originalità di concezione del poema sacro per eccellenza del mondo
cristiano.
Nel secondo capitolo ho riportato le notizie sull‟autore del libro di cui ho tradotto
alcune parti, Sayyid Hādī al-Mudarrisī, un‟eminente personalità religiosa del
mondo islamico, che si è distinto, oltre che per le sue abilità di scrittore e oratore,
anche per essersi opposto fortemente al terrorismo in Iraq. Tali notizie sono state
ricavate dal suo personale sito web
14
e da me tradotte dalla lingua araba.
Il terzo capitolo consiste nella traduzione della prima e dell‟ultima parte del testo
di Had† al -Mudarris†, “Al-Isr…‟ wa-l-Mi„r…Þ. Ri|lah f† „umq al -fa‡…‟ w a-l-zaman.”
(L‟Isr…‟e il Mi„r…Þ. Viaggio nelle profondità dello spazio e del tempo), pubblicato
a Beirut nel 2008. Al-Mudarris† ha trattato più volte, nei suoi scritti, argomenti di
stampo religioso, quali il Profeta e la sua famiglia o l‟Islam come religione di vita.
La mia traduzione riguarda la prima parte del libro, laddove l‟autore, dopo alcune
note introduttive, parla del “miracolo” come di un evento straordinario, trattando
l‟argomento sia da un punto di vista scientifico sia religioso. Nella seconda parte
del libro al-Mudarris† si concentra sulle dinamiche del viaggio: quand o, dove e
14
www.modarresi.org
14
come è avvenuto; pone l‟attenzione anche su altri elementi, quali il mezzo usato
da Mu|ammad, la reazione della comunità di fronte alla notizia dell‟ascensione, le
virtù del Profeta e della sua famiglia, le persone incontrate durante il percorso e
altro ancora. Tuttavia ho ritenuto opportuno concentrarmi sui primi tre punti, che
mi sono sembrati più pregnanti. Successivamente ho tradotto l‟ultima parte del
testo che sviluppa delle tematiche a cui generalmente si riserva minore attenzione,
ovvero le varie difficoltà pratiche di fronte alle quali si è trovato il Profeta durante
il suo viaggio. Tali elementi vengono trattati da un punto di vista scientifico, il che
può sembrare inconsueto dal momento che il mi„r…Þ è un argomento del quale si
tende ad approfondire soprattutto l‟aspetto religioso.
Nel quarto ed ultimo capitolo di questo lavoro ho esposto le principali difficoltà e
i più comuni problemi linguistici rinvenuti nel processo traduttivo, facendo
un‟analisi dettagliata del testo. Ho illustrato le mie scelte traduttive, riportando
alcuni esempi tratti dal testo, e ho motivato tali scelte operate in virtù delle
esigenze testuali.
Secondo Schleiermacher il traduttore, per arrivare ad una traduzione soddisfacente
ha la possibilità di percorrere due strade: o quella di restare il più possibile fedele
all‟autore, lasciando che sia il lettore ad andargli incontro; o quella di avvicinarsi
al lettore, cercando di presentare l‟opera come se fosse scritta nella lingua di
arrivo.
15
15
Eco U. Dire quasi la stessa cosa, Milano, Bompiani, 2003, p. 162.
15
A me è capitato più volte di fermarmi a riflettere di fronte a questo bivio. Nella
maggior parte dei casi ho percorso la strada della fedeltà al testo: trattandosi di un
argomento piuttosto complesso, di natura religiosa, ho preferito tradurre
riproducendo fedelmente il testo originale, senza operare particolari modifiche.
Tuttavia non sempre si può rimanere ancorati all‟originale, in quanto si rischia,
per certi versi, di effettuare una traduzione poco funzionale.
Ad ogni modo, nel quarto capitolo ho fornito i motivi che mi hanno spinto, volta
per volta, a privilegiare determinate scelte traduttive.
16
CAPITOLO I
1.1 La storia del mi„r…Þ
La parola mi„r…Þ deriva dalla radice trilittera araba „-r-Þ che nella sua accezione
primaria esprime il significato di “salire” o “compiere un‟ascensione”
16
. Il termine
in sé vuol dire letteralmente “scala”, ma indica anche, e soprattutto, l‟ascensione
del Profeta ai cieli.
Accanto al mi„r…Þ si colloca anche l‟isr…‟, ovvero il viaggio notturno di
Mu|ammad da Mecca a Gerusalemme. Inizialmente l‟isr…‟ e il mi„r…Þ erano
considerati due episodi separati della vita del Profeta che, secondo alcuni studiosi,
avrebbero avuto luogo in due contesti diversi: il mi„r…Þ nella prima infanzia di
Mu|ammad, l‟isr…‟ dopo che la sua missione fu ben stabilita. Solo in un secondo
momento questi due eventi sono stati studiati congiuntamente.
17
In realtà la leggenda del mi„r…Þ è fiorita intorno al primo verso della Sura al-
isr…‟
18
, la diciassettesima Sura del Corano, che allude ad un rapimento del Profeta,
il quale fu fatto viaggiare di notte dalla MasÞid al-ðar…m, ovvero il Tempio
Santo, fino alla MasÞid al-Aq¡…, ovvero il Tempio Ultimo. Dopo questo viaggio
16
Sono espressi anche altri significati mediante questa radice, come “essere curvato, tortuoso” o
“essere zoppo, avere un‟andatura claudicante”. Cfr. TRAINI R., Vocabolario Arabo-Italiano,
Roma, Istituto per l‟Oriente, 1999.
17
VUCKOVIC B. O., Heavenly Journeys, Earthly Concerns, cit., p. 2.
18
“Gloria a colui che rapì di notte il Suo servo dal Tempio Santo al Tempio Ultimo, dai benedetti
precinti, per mostrargli i Nostri Segni. In verità Egli è l'Ascoltante, il V eggente.” Corano XVII, 1
17
sarebbe asceso ai cieli, trasportato da una creatura mitica, chiamata Bur…q, e
accompagnato dall'Arcangelo Gabriele.
Alcuni racconti narrano che durante la notte Mu|ammad si trova a casa della
cugina Umm H…ni‟, di cui era ospite, e viene svegliato dall‟Arcangelo Gabriele,
che bussa alla porta per annunciare al Profeta un viaggio attraverso i cieli, in
groppa al Bur…q, un corsiero alato che ha il volto simile a quello di un uomo e il
corpo di un cavallo. È da qui che ha inizio il vero e proprio mi„r…Þ: i tre
cominciano a salire, fermandosi alla porta di ogni cielo; Gabriele chiede agli
angeli di entrare insieme a Mu|ammad, il quale ad ogni livello ha la possibilità di
vedere le categorie di dannati, ospiti degli strati più bassi del cielo, e di assistere
alle pene inflitte loro. Man mano che ascende, egli incontra i Profeti che lo hanno
preceduto e si intrattiene con loro, ascoltando i loro racconti. Finché giunge alle
porte del Paradiso, laddove il trio si scinde in quanto Mu|ammad deve continuare
da solo per poter incontrare Dio.
Altri racconti, invece, riferiscono che il Profeta si trovava nei pressi del monte
ðir…‟
19
, laddove era solito ritirarsi per pregare, quando ricevette tale rivelazione.
Dunque esistono diverse versioni del racconto del mi„r…Þ , ciascuna contenente un
particolare diverso. Il compito più arduo dei commentatori coranici è stato proprio
quello di armonizzare i dati delle varie redazione dell‟isr…‟ e del mi„r…Þ, spesso
contrastanti. Nella maggior parte dei casi essi risolsero tale problema unendo il
19
È il luogo in cui Mu|ammad andava a pregare di solito ed è lì che ricevette la sua prima
rivelazione da Dio, attraverso l‟arcangelo Gabriele.
18
materiale desunto dagli |ad†Å più antichi, come fece ad esempio al-¦abar†, autore
di uno dei più importanti Tafs†r (Esegesi) del Corano.
20
La letteratura medievale parla di un‟ascensione e di una rivelazione; la letteratura
più tarda attesta il trasporto di Mu|ammad da Mecca a Gerusalemme e da qui
l‟ascensione al cielo, distinguendo, dunque, due episodi separati.
Nascono fondamentali questioni esegetiche che riguardano l‟identificazione del
Tempio Ultimo; la dimensione del viaggio, in spirtu o in corpore; la direzione
dello spostamento, orizzontale o verticale. È stato messo in dubbio anche se
l‟episodio comportasse una visione e una audizione soltanto, o anche uno
spostamento nello spazio.
21
1.2 Localizzazione del Tempio Santo e identificazione del Tempio Ultimo.
La prima questione che andremo ad affrontare è quella relativa ai luoghi
menzionati nella Sura XVII: la MasÞid al-ðar…m, ovvero il Tempio Santo, e la
MasÞid al-Aq¡…, ovvero il Tempio Ultimo.
La MasÞid al-ðar…m è una grande moschea nella città della Mecca ed è anche il
più grande edificio religioso al mondo. Di essa fa parte la Ka„ba, il luogo che i
20
Al-Tabar† è stato uno dei più grandi annalisti musulmani, assunto come punto di riferimento
dagli storici a lui posteriori. È stato un grande teologo, autore di uno dei più importanti Tafs†r; il
suo capolavoro è il Taʾrī² al-rus™l wa l-mulūk (Storia dei profeti e dei re). Enciclopedie de l'Islam:
Dictionnaire Géografique, ethnographique et biographique des peuples musulmans / Publié avec le
concours des principaux orientalistes par M. Th. Houtsma, R. Basset, T. W. Arnold et R.
Hartmann. - Leyde : E. J. Brill ; Paris : Alphonse Picard et fils, 1913-1934.
21
SACCONE C., Alla ricerca del tempio ultimo, cit., p. 83.
19
musulmani considerano il più sacro al mondo e verso il quale si rivolgono per la
preghiera canonica. All‟epoca della rivelazione non era ancora stato costruito il
Tempio Santo, ma esisteva la Ka„ba, una costruzione che si trova al centro della
Mecca. In età preislamica l‟edificio era dedicato al culto della divinità di Hubal;
successivamente è stato identificato dall‟Islam come il primo tempio dedicato al
culto monoteistico, fatto discendere da Dio direttamente dal Paradiso. In realtà
questo edificio era stato distrutto dal Diluvio Universale, ma di esso era stata
portata in salvo la Pietra Nera: essa è stata poi nascosta nelle viscere di una
montagna presso la Mecca ed estratta da Abramo per l‟operazione di
riedificazione. Abramo (Ibr…h†m ), coadiuvato da suo figlio Ismaele (Ism…„il),
collocò la Pietra Nera all‟altezza di circa un metro dal suolo, nell‟angolo di sud-
est dell‟edificio, dove è tuttora incastonata, dopo aver subito vari danni nel corso
dei secoli.
22
In seguito, intorno alla Ka„ba, è sorta la Grande Moschea
23
.
Quanto alla MasÞid al-Aq¡…, la sua localizzazione presenta alcune ambiguità,
tuttavia, sebbene si tratti di un luogo non esplicitamente definito, esso fu presto
associato alla città di Gerusalemme.
Alcuni hanno risolto la questione affermando che si trattasse di un Tempio
immateriale localizzabile negli spazi celesti, proprio perché all‟epoca della
rivelazione non esisteva una Moschea lontana collocabile a Gerusalemme.
Probabilmente l‟espressione MasÞid al-Aq¡… andava intesa come il “luogo di culto
22
www.wikipedia.it
23
Nel 638.