sociali ed economiche repressive. Lo sviluppo economico e la democrazia politica non
possono essere realizzate a pieno a meno che la metà femminile dell’umanità non si
trovi alla pari con l’altro sesso.
A Muhammad Yunus è stata riconosciuta l’abilità di essere riuscito a mettere in
pratica azioni a favore di milioni di persone, non solo in Bangladesh ma anche in molti
altri paesi. Fornire prestiti alla gente povera, maggiormente donne, senza alcuna garanzia
finanziaria era sembrata un'idea impossibile. Ma il l microcredito, idea apparentemente
utopistica, è diventato uno degli strumenti più importanti per la lotta contro la povertà e
la banca Grameen è stata fonte di idee e modelli per le istituzioni di microcredito che si
sono diffuse nel mondo.
Gli utenti del microcredito crescono sempre più, ma non si deve dimenticare che
dietro ogni numero c’è un uomo specifico e che ogni singola persona sulla terra ha il
potenziale per vivere una vita decente, lo sviluppo individuale è fondamentale perché vi
sia libertà. Yunus e la sua banca sono riusciti a dimostrare al mondo che i poveri
possono lavorare per determinare il proprio sviluppo e guidare da soli la propria vita.
La Grameen Bank, che in bengali significa “banca del villaggio”, è la più grande
banca al mondo di proprietà della gente povera, che ne possiede infatti il 94%, mentre
solo il restante 6% appartiene al governo del Bangladesh.
La lotta contro la povertà nel mondo è una lotta per la sopravvivenza. La
maggior parte della gente sulla terra è povera ed è costituita grandemente da donne e
bambini. Questa risulta essere la sfida più grande con la quale il mondo potrebbe
confrontarsi nei prossimi dieci anni. Ogni paese deve contribuire, è vergognoso che non
troppo lontano dalla gente che vive nell’opulenza vi sia la metà nel mondo che vive in
condizioni di totale degrado. La lotta contro la povertà è la prima strada da seguire per
creare pace e libertà.
Nonostante vi sia stata approvazione generale nel dare a Yunus ed alla sua banca
il premio Nobel, alcuni hanno comunque chiesto in che modo il microcredito riguardi la
pace. E ciò merita una risposta. I premi dati in precedenza sono andati ad attivisti della
pace di vario tipo, ad organizzazioni umanitarie ed a singole persone che hanno operato
nel sociale. Non è la prima volta che si premia qualcuno che si è impegnato nel lavoro
umanitario, sono già figurate organizzazioni come la Croce Rossa e personaggi come
4
Madre Teresa di Calcutta, ma il microcredito è un modo per combattere la povertà, un
elemento completamente nuovo nel contesto del premio per la pace. Yunus ha
introdotto l’ambito creditizio nel “calderone” dei mezzi per giungere alla pace ed alla
parità dei diritti e se riflettessimo un po’ più a fondo ci renderemmo conto che esiste un
importante motivo perché gli attuali conflitti avvengono principalmente nei paesi poveri,
mentre nei paesi dove il capitale aumenta sempre di più il rischio di conflitto tende ad
abbassarsi: ciò non accade di certo perché la gente povera è più violenta di coloro che
vivono nell’opulenza!
Il comitato norvegese del Premio Nobel 2006 ha desiderato attirare particolare
attenzione sul microcredito poiché tale strumento ha fornito buoni risultati in
Bangladesh e durante gli ultimi dieci anni il paese ha registrato un considerevole
sviluppo economico, nonché sociale. Sarà utile, pertanto, diffondere l'uso di questo
strumento in altre parti del mondo che possono averne bisogno.
Nel libro “Il banchiere dei poveri”, Yunus si chiede se è realmente possibile
immaginare un mondo senza povertà e la sua risposta è risultata questa: “Abbiamo
generato un mondo libero dalla schiavitù, un mondo libero dalla poliomielite, un mondo libero dalla
segregazione. Lo sviluppo di un mondo libero dalla povertà sarebbe più grande di tutte queste
realizzazioni. Potrebbe essere un mondo in cui tutti potremmo essere fieri di vivere” (da “Il banchiere
dei poveri” M. Yunus Feltrinelli 2006).
Muhammad Yunus, vincitore del Premio Nobel per la Pace 2006
5
Capitolo 1
1. Muhammad Yunus: “Il banchiere dei poveri”
Il Bangladesh è un paese densamente popolato e allo stesso tempo uno dei più
poveri al mondo. Anche avendo ricevuto, al momento della sua indipendenza, svariati
miliardi di dollari di aiuti internazionali non è riuscito a venir fuori dalla terribile
arretratezza.
A ciò si aggiungono le devastanti problematiche ambientali, calamità come cicloni,
carestie e, soprattutto, inondazioni essendo il Bangladesh un paese piatto, al livello del
mare o poco più su. Fatto sta che le calamità naturali in questo paese non sono niente in
confronto alla POVERTA’ ed alla MALNUTRIZIONE. Troppe persone vivono sulla
strada, scalze, senza possedere acqua né riparo.
In queste terribili condizioni è difficile pensare che il Bangladesh possa essere
d’aiuto al resto del mondo, soprattutto agli sviluppati paesi occidentali. Eppure con la
Banca Grameen, fondata dall’economista Muhammad Yunus ed i suoi collaboratori,
assistiamo ad un travaso di tecnologia dai paesi del Terzo Mondo ai paesi avanzati e pare
che ciò che venga trasferito non sia niente meno che un modo per far sparire la povertà
dalla terra.
Il Professor Yunus ha scoperto che concedendo piccoli prestiti ai poveri si
poteva fare molto più di quanto non si fosse riusciti a fare con i miliardi di dollari di
aiuti internazionali.
È nata una NUOVA VISIONE DEL MONDO.
È stata l’incrollabile fiducia nella creatività umana che ha portato Yunus a
pensare che l’uomo non sia nato per patire fame ed indigenza e che se oggi l’essere
umano soffre ed ha sofferto in passato è perché (noi occidentali) distogliamo lo sguardo
6
dal problema. Grazie alla fondazione Grameen Bank ed alla concretezza di questa
esperienza, Yunus è giunto alla ferma convinzione che un MONDO SENZA
POVERTA’ PUO’ ESSERE REALIZZATO.
C’è da dire, comunque, che nonostante il credito possa essere considerato una
delle maggiori porte che si possano imboccare per sconfiggere la povertà, non è di certo
l’unica. Prima di qualunque altra cosa si deve avere un concetto diverso delle persone e
si deve creare un quadro istituzionale atto a cogliere la nuova concezione.
“Ciascuno di noi ha un potenziale illimitato, e può influenzare la vita degli altri all’interno
delle comunità e delle nazioni, nei limiti e oltre i limiti della propria esistenza” (pag. 9 “Il banchiere
dei poveri” – M. Yunus Feltrinelli 2006).
Secondo Yunus il sistema del piccolo prestito promuove l’uguaglianza. Dare credito
non favorisce solo l’inizio di un processo di trasformazione e crescita economica, ma
AIUTA LA GENTE A CAMBIARE SE’ STESSA.
1.1 L’inizio di questa grande avventura
Il percorso sociale di Yunus ha avuto inizio quando prese coscienza del fatto che
la realtà delle teorie economiche che insegnava all’università non rispecchiava quella che
aveva intorno. Nel 1974 il Bangladesh fu colpito dalla grande carestia. A Dhaka non era
più possibile distinguere i vivi dai morti. Il governo e le organizzazioni religiose
cercavano di darsi da fare, ma inutilmente. I poveri e gli affamati “non protestavano, non
chiedevano, non condannavano noi che mangiavamo del buon cibo nelle nostre case mentre essi giacevano
quieti presso le nostre soglie.” (pag. 14 “Il banchiere dei poveri” – M. Yunus Feltrinelli 2006).
In tanti modi si può morire, ma la morte per fame è la più inaccettabile.
Fu così che Yunus cominciò il suo “pellegrinaggio” per i villaggi, cominciando
da Jobra. Ogni giorno, per raggiungere l’università, Yunus passava attraverso il villaggio
di Jobra e notò che molti campi ai confini del campus non erano coltivati; scoprì che la
causa era la mancanza di acqua per l’irrigazione. “Se l’università è depositaria del sapere, perché
non dimostrarne l’utilità, perché non fare in modo che di questo sapere possano profittare anche i vicini?
Credo fermamente che l’università non debba essere una torre d’avorio, dove pochi intellettuali si
ingegnano a raggiungere vette sempre più alte di conoscenza senza mai condividerla con il mondo che
preme ai suoi confini” (pag. 61 “Il banchiere dei poveri” – M. Yunus Feltrinelli 2006).
Per Yunus l’università doveva contribuire a migliorare il tenore di vita nel
villaggio e sembrava naturale che questo dovesse partire proprio dal dipartimento di
economia. Yunus ed i suoi studenti elaborarono un progetto per realizzare un’inchiesta
7
sul villaggio di Jobra. Ciò che si voleva sapere era: quante famiglie possedevano terre
coltivabili; di quanta superficie coltivabile disponeva ogni famiglia; quali erano le
principali fonti di reddito delle famiglie senza terra; chi erano le persone più povere,
cosa sapevano fare e cosa gli impediva di avere una vita migliore; quante famiglie
riuscivano ad avere sostentamento tutto l’anno con le terre che possedevano e quante
persone, invece, non vi riuscivano. Così Jobra divenne un mezzo per capire la realtà del
Bangladesh.
Yunus cercava di combattere contro il suo senso di impotenza avvicinandosi
direttamente ai poveri. Scoprì quanto l’usura fosse diffusa tra la gente povera del suo
paese, così come lo è in tutti i paesi del Terzo Mondo, e come fosse quasi impossibile
disfarsi dei debiti. “Noi cresciamo circondati dai poveri, ma non ci domandiamo mai perché lo sono.
Nei miei corsi universitari ragionavo in termini di miliardi, ma lì, sotto i miei occhi, la vita o la morte si
giocavano sui centesimi. Evidentemente c’era qualcosa di sbagliato, le mie lezioni non rispecchiavano la
realtà della vita. Ero arrabbiato con me stesso, arrabbiato con il mondo per la sua indifferenza” (pag.
61 “Il banchiere dei poveri” – M. Yunus Feltrinelli 2006). Esiste un baratro tra la realtà
di un paese e le altisonanti parole del governo. “Ogni persona ha diritto a un livello di
vita che garantisca la salute e il benessere dell’individuo e della sua famiglia…” : questo
si evince dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Fatto sta che la povertà
esistente nella società nega non solo alcuni, ma tutti i diritti umani. I poveri non
conoscono diritti.
A Jobra, Sufia Begum costruiva sgabelli di bambù servendosi di prestiti elargiti
dagli usurai. La somma di cui aveva bisogno era molto bassa, solo 27 dollari, ma non la
possedeva. Ciò di cui necessitava era di un prestito che le permettesse di comprare
definitivamente gli attrezzi da lavoro, in modo da creare e rivendere beni finiti.
Purtroppo non esisteva un istituto finanziario in grado di accogliere le esigenze creditizie
dei poveri. Così Yunus pensò bene di prestare (non di elemosinare!) quella somma alla
donna in modo che ella potesse creare e vendere i suoi oggetti senza ricorrere agli
usurai. Avrebbe poi avuto tutto il tempo di restituire la somma ricevuta in prestito.
La povertà è la “condizione che mortifica l’uomo nella sua essenza più profonda” (pag. 22
“Il banchiere dei poveri” – M. Yunus Feltrinelli 2006).
8