- 6 -
le varie forme di inquinamento (dell�acqua, dell�aria, ecc.); poi la
tutela dell�ambiente nei confronti delle aree c.d. protette come parchi
naturali nazionali e regionali; infine interessi economici, politici e
sociali sempre pi� importanti, quali la pianificazione dello spazio, il
governo del territorio, la programmazione dello sviluppo economico.
E� intorno a queste tematiche che cresce l�esigenza di un
complesso unitario che conglobi misure giuridiche adeguate.
Si viene formando una �filosofia della natura� che invita non
pi�, o non solo, �a pi� equi rapporti sociali, ma ad un pi� equilibrato
rapporto fra l�uomo e l�ambiente che lo circonda e che lo nutre�,
condizione essenziale per il raggiungimento di una migliore qualit�
di vita
2
.
2
A. CARROZZA, op. cit., 1982, p. 72.
- 7 -
1.2 - Internazionalizzazione della tutela ambientale
La �biosfera� costituisce quindi per l�umanit� intera un
patrimonio da proteggere; come tale, � ovvio che trova soprattutto
nel diritto internazionale la tutela giuridica pi� appropriata
3
.
Peraltro, l�ambiente si presenta come un �unicum�
indivisibile, per cui ogni problema relativo ad esso, deve essere
valutato in modo unitario e globale, prescindendo da ogni
dimensione nazionale o internazionale delle misure adottate per la
sua soluzione.
Nasce quindi l�obbligo erga omnes per ogni Stato, �di
rispettare e di tutelare ogni forma di vita in quanto � unica, e come
tale merita di essere rispettata
(3)
�.
Per un�efficace tutela ambientale tutti gli Stati devono non
solo cooperare ma coordinare le loro attivit� coerentemente agli
obblighi posti in essere dalle norme internazionali, generali o
convenzionali
4
.
3
E. CAPIZZANO, Per un diritto agrario ambientale, in Riv. di Dir. Agr., 1987, p. 434; E.
PIGRETTI, Criteri e principi del diritto ambientale, in Riv. dir. agr., 1984, p.179 ss.
(3)
Preambolo della Carta mondiale della Natura , contenuta nella Risoluzione delle Nazioni
Unite n. 37/7 del 28 ottobre 1982, adottata su proposta dell�Unione internazionale per la
conservazione della natura e delle sue risorse, per il testo della Carta Mondiale della Natura, cfr.
Riv. Dir. Internaz., 1983, p.499 ss.
4
Fra gli obblighi di facere assume rilievo particolare l�obbligo di prevenzione, �riconosciuto
come primario dalla Comunit� internazionale e, in particolare, dalle organizzazioni
internazionali quali il Consiglio d�Europa e le Comunit� Europee�. In tal senso, E.
SPADAFORA, Tutela dell�ambiente (diritto internazionale), in Enciclopedia del diritto,
- 8 -
Pertanto l�ambiente, patrimonio comune dell�umanit�, � un
bene indisponibile e primario, e la sua tutela ormai � necessaria ed
inderogabile.
1.3 - Il diritto agrario e l�ambiente
Alla luce di queste premesse, possiamo affermare senza
dubbio che la questione ambientale investe l�ordinamento giuridico
nella sua totalit�, vista la variet� di fattori che confluiscono in essa.
Ma sulla base delle precedenti argomentazioni � evidente
come l�agricoltura risulti inscindibilmente connessa al problema del
degrado ambientale
5
.
L�agricoltura, infatti, ha da sempre provveduto ad erigersi
spontaneamente a �guardiana della natura�
(4)
, anche se non sempre
ha avuto questo ruolo
6
.
Basti pensare alla differenza di mentalit� che sussiste tra il
Milano, 1992, p.445; S. MARCHISIO, Gli atti di Rio nel diritto internazionale, in Riv. dir.
intern., 1992 p. 589.
5
A. CARROZZA, Lineamenti di un diritto agrario ambientale, in Riv. dir. agr., 1994, p. 153.
(4)
A. CARROZZA , Agricoltura e tutela della natura (L�impatto ecologico sul Diritto Agrario),
op. cit., p. 77, in Giur. agr. ital., 1982.
6
�Qui si coglie lo specifico (almeno come dato di partenza) del rapporto tra agricoltura e natura
e, di riflesso, fra diritto agrario e normativa di tutela delle risorse naturali, dell�ambiente, ecc. Se
infatti si volge lo sguardo all�industria, si vede che essa non � certo fatta per prestare servigi alla
natura, ma solo la degrada quando non la distrugge; cfr. PH. SAINT MARC, Socialitation de la
nature, 1971, p. 18.
- 9 -
colonizzatore di spazi sconfinati, per il quale progresso ha significato
abbattimento di alberi, e quella dei coloni che nel XVIII e XIX
secolo hanno alacremente lavorato per rendere coltivabili i terreni
delle colline toscane.
Inoltre se guardiamo all�agricoltura attuale, ci rendiamo conto
che � tutt�altro che �guardiana della natura�: non solo divora le
risorse disponibili per far fronte alle richieste di una coltivazione
sempre pi� intensa, di allevamenti sempre pi� numerosi, ma
addirittura � essa stessa causa ed effetto di nuove occasioni di
corruzione e degrado ambientale, che si ripercuotono, poi, sul
sistema dell�economia.
Effetti, questi, che derivano in primo luogo dall�inquinamento
idrico ed atmosferico, dalle piogge acide, dall�effetto serra,
generatore di disfunzioni climatiche, dalla desertificazione,
dall�erosione del suolo, dalle alluvioni, dalla siccit�
7
. Sono tutti
fattori che rappresentano una minaccia costante per i raccolti agricoli
e per il patrimonio forestale e boschivo in genere.
In un siffatto quadro, si comprende come il ruolo
dell�agricoltura debba necessariamente essere riconsiderato.
7
C. D�ALOYA, L�evoluzione della politica delle strutture agrarie comunitarie in funzione della
tutela delle risorse naturali, in Atti delle Terze Giornate Camerti di Diritto Agrario, Camerino
1989 - 1990, p. 3.
- 10 -
Da questa esigenza nasce la problematica circa la
�sostenibilit� dello sviluppo
8
� che soddisfi i bisogni del presente,
senza pregiudicare le generazioni successive, da un lato, mediante
l�uso razionale delle risorse, dall�altro, attraverso la compenetrazione
dei fattori ambientali in ogni politica decisionale dell�economia.
Tutto ci� comporta la necessit� di sviluppare tecniche e
processi produttivi il pi� possibile compatibili con le esigenze di
tutela ambientale, a patto che siano sopportabili per gli agricoltori, e
allo stesso tempo, capaci di mantenere la competitivit� sul mercato,
mediante la diversificazione, la valorizzazione e il miglioramento
qualitativo sul mercato dei produttori agricoli.
E� in questo contesto che si � delineata da tempo, nel diritto
internazionale e comunitario, la tendenza ad estendere la politica
agricola in direzione della difesa ambientale, al punto che oggi essa
ne costituisce una componente essenziale.
Si ha cos� un progressivo ampliamento della nozione giuridica
di agricoltura, non pi� identificabile come mera attivit� di
produzione di beni, ma comprendente una serie di fenomeni non
8
L�argomento � stato ampiamente discusso: si ricordino i lavori del XXI Incontro CESET a
Perugia dell�8 marzo 1991, con le relazioni di E. ROMAGNOLI, E. CASADEI, A.
CARROZZA.
- 11 -
riconducibili direttamente all�attivit� produttiva agricola in senso
stretto.
Il diritto agrario, poich� studia e regola i fenomeni della
natura, non pu� rimanere statico ed immutabile, ma si evolve con il
mutare dei fenomeni naturali legati all�agricoltura.
Proprio perch� fondato sui fatti e sui rapporti legati
all�agricoltura nelle sue pi� disparate articolazioni, il diritto agrario,
� una disciplina in movimento proiettata verso il futuro, evadendo
dagli schemi classici in cui � relegato, e creando un nuovo diritto dai
confini mobili, attraendo nel suo interno altre discipline giuridiche.
Per cui l�attenzione del giusagrarista dovr� essere catalizzata
da tutti quei fenomeni che, direttamente ed indirettamente,
interessano il settore agricolo, travalicando confini nazionali e
proiettando verso i mercati internazionali. Valuter� cos� tutte le
norme riguardanti la materia ecologica, sociale, comunitaria, agro-
alimentare, aventi rilievo nell�agricoltura, a prescindere che esse
siano norme nazionali, comunitarie, internazionali.
- 12 -
1.4 - La situazione ambientale attuale
Negli ultimi anni l�agricoltura e l�allevamento del bestiame,
tradizionalmente considerate attivit� fondamentali per la protezione
dell�ambiente, sono ora viste come nemiche di esso, in quanto
contribuiscono al suo deterioramento
9
.
Ma, allo stato attuale, la situazione � talmente grave da
investire anche le stesse aree agricole, minacciate al pari delle risorse
naturali
10
; basti pensare che negli ultimi trenta anni si � verificata
una ingente perdita di patrimonio agricolo.
Le cause sono molteplici, spesso collegate tra loro: occorre
pertanto fare un�analisi attenta di esse.
Sicuramente una disordinata urbanizzazione, la creazione a
ritmo incessante di nuovi agglomerati urbani, di strade e la
mancanza di efficienti piani regolatori ha comportato una
contrazione dei terreni coltivabili
11
.
Letale � stato inoltre l�abbandono dei terreni agricoli ed adibiti
al pascolo di montagna; la drastica riduzione dell�allevamento degli
9
C. D�ALOYA, L�evoluzione della politica delle strutture agrarie comunitarie in funzione della
tutela delle risorse naturali, in Atti delle Terze Giornate Camerti, op. cit., p. 3.
10
F. PEDROTTI, Agricoltura ed ecosistemi, in Atti, op. cit., p.205 ss.
11
P. R. ORLANDO, Internazionalizzazione del diritto agrario, Perugia 1995, p. 194; F.
PEDROTTI, op. cit., p. 205.
- 13 -
ovini ha comportato l�inutilizzabilit� di migliaia di ettari di aree
pascolive
12
.
Ma lo sviluppo tecnologico � senza dubbio la causa primaria
del degrado esistente: la rivoluzione nei metodi tradizionali di
produzione, il passaggio da un tipo di agricoltura estensiva ad una di
tipo intensiva, �monocolturale�, una produzione meccanizzata,
hanno inesorabilmente portato all�inaridimento del terreno.
La Commissione della CEE in una comunicazione
sull�ambiente e l�agricoltura del 1988, ha enunciato che i problemi
ambientali derivanti dall�agricoltura sono: il deterioramento di
determinati habitat terrestri, l�estinzione di specie di flora e fauna,
l�erosione nonch� l�esaurimento delle risorse naturali a causa
dell�uso indiscriminato di pesticidi, nitrati, fosfati, ed altri elementi
presenti nei moderni prodotti dell�agricoltura.
Il degrado del suolo, quindi, deriva da un uso irrazionale delle
pratiche agricole, e di conseguenza da una cattiva gestione del
terreno, che portano implacabilmente ad un processo di
desertificazione.
Ogni anno 6 milioni di ettari di terreno sono interessati in
modo irreversibile da tale processo; secondo le stime dell�UNEP
13
12
F. PEDROTTI, Agricoltura ed ecosistemi, in op. cit., p.206.
13
United Nations Environement Programe, il programma dell�ONU per l�ambiente.
- 14 -
nel 1984 quattro miliardi di ettari di terreno, pari a pi� di un terzo
della superficie coltivabile mondiale, erano minacciati dalla
desertificazione; un disastro incalcolabile se si pensa che � una
superficie che fornisce alimenti ad un quinto della umanit�, e che per
un terzo ha gi� perso il 25% del potenziale produttivo
14
.
E� un ciclo inarrestabile che purtroppo si aggrava sempre pi�,
mettendo a repentaglio la vita di centinaia di migliaia di persone.
Secondo gli studiosi del settore, le cause principali del
degrado del suolo sono quattro: il supersfruttamento del terreno, le
coltivazioni intensive, il sovraccarico d�acqua e la salinizzazione dei
terreni agricoli
15
.
Il supersfruttamento � strettamente collegato all�incremento
della crescita demografica, questione riguardante le popolazioni del
Terzo Mondo, in cui i livelli di produttivit� non riescono a far fronte
alla domanda sempre pi� crescente di cibo.
Ne deriva che in una tale situazione si cerca di far fronte al
problema con metodi di certo poco ortodossi, miranti a soddisfare le
esigenze presenti, non curandosi delle conseguenze future.
14
S. POSTEL, Porre fine al degrado del suolo, nel volume di LESTER R. BROWN ed altri,
The state of the world, Torino 1989, p. 35.
15
M. MOLESTI, Il problema ecologico oggi, in atti, op. cit., p. 231.
- 15 -
Basti pensare al fenomeno del disboscamento
16
o dell�erosione,
specie nei terreni che vengono spogliati della loro copertura
vegetale, o in caso di versanti collinari con eccessiva pendenza; si
rifletta sul fatto che uno strato di 2 centimetri di humus si forma
nell�arco di duecento anni, e nei terreni sottoposti ad erosione
l�humus viene spazzato in qualche stagione.
Correlato ad esso � il problema della siccit�, poich� un terreno
fertile riesce a resistere ad essa, non perdendo la sua capacit�
produttiva, altrettanto non � per un�area degradata.
Tutto ci� porta ad un impoverimento dei raccolti, diminuendo
progressivamente l�alimentazione necessaria per la popolazione; a tal
proposito si � rilevato che in Africa, vista la situazione attuale, col
passare degli anni, le frequenti carestie cederanno il passo ad una
carestia cronica
17
.
Un�altra �nemica� del suolo � poi rappresentata da
un�irrigazione impropria, che ha portato all�adaquamento
18
eccessivo dei campi, aumentando le falde acquifere del sottosuolo,
per cui, queste in assenza di un drenaggio adeguato, hanno intaccato
le radici rovinando interi raccolti (� cos�, ad esempio, che in India si
16
�Secondo dati riguardanti 76 Nazioni tropicali, ogni anno vengono spogliati 11 milioni di
ettari, mentre vengono sottratti alle colture dall�acqua o dal vento 26 miliardi di tonnellate di
humus� cfr. M. MOLESTI, Il problema ecologico oggi, in op. cit., p. 232.
17
USDA, ERS, World Indices of Agricoltural and Food Prodaction 1950 - 1987, Washington
1987.
- 16 -
assiste al fenomeno dei c.d. �deserti umidi�
19
).
Tra i casi di supersfruttamento figura anche l�uso improprio
dei fertilizzanti, sostanze chimiche, insetticidi, erbicidi, che
sconvolgono l�equilibrio su cui si basa il ciclo produttivo naturale.
Infatti l�intensificazione di fertilizzanti, se all�inizio porta ad
un aumento della produzione, quando raggiunge un livello massimo,
tende a ridurre la produzione, senza contare che l�ingente quantit� di
sostanze chimiche, con l�irrigazione, arriva alle acque superficiali,
traducendosi in un inquinamento pi� profondo, e che l�uso continuo
di pesticidi porta all�assuefazione degli insetti, che dovranno essere
debellati successivamente con sostanze pi� tossiche
20
.
C�� da dire per�, che se i problemi enunciati sono comunque
molto gravi, non per questo gli Stati restano a guardare impotenti,
anzi, diversi sono i provvedimenti e le iniziative per fronteggiare il
degrado del suolo, un po� in tutto il mondo.
18
Tecnica praticata in agricoltura mediante la quale si distribuisce l�acqua irrigua nei campi.
19
Gli agricoltori del Madhia Pradesh hanno adoperato questa espressione quando aderirono ad
un ampio progetto di irrigazione dei loro campi, un tempo fertili, cfr. A. MISHRA, An irrigation
project that has reduced Farm Production, Centre of Science and Environement, Nuova Delhi,
1981.
20
�In generale la produttivit� economica delle sostanze chimiche d�uso agricolo, cio� le derrate
alimentari ottenute per input chimico unitario, ha registrato una diminuzione del 50% dopo il
1960 ed � tuttora in una fase discendente�, v. B. COMMONER, Il cerchio da chiudere, Torino,
1986, p. 48.
- 17 -
Ad esempio, in Cina, per far fronte all�insufficienza
alimentare, si � provveduto da una parte a diminuire le spese militari,
e dall�altra ad incrementare i sostegni finanziari nel settore agricolo,
per incentivare opere di rimboschimento e di salvaguardia del suolo
21
.
Provvedimenti di varia natura sono stati adottati per lo pi� con
lo scopo di tutelare i terreni pi� fertili, a rendere pi� stabili i pendii
delle colline per ridurre il rischio di erosione.
In Etiopia, in questo ambito, hanno creato i �bund�, semplici
strutture costituite da pareti di roccia o di terra, innalzate sui pendii
collinari, per individuare l�humus e dilavarlo
22
lungo i pendii; il
terriccio accumulatosi dietro al �bund�, forma una terrazza che
favorisce una migliore infiltrazione dell�acqua, diminuendone
l�erosione
23
.
Un altro valido strumento contro il degrado del suolo �
l�impianto di particolari tipi di erbe, ad esempio l�erba �vativer
24
�,
un cespuglio di foglie e radici profonde, che sostituisce i �bund� in
modo efficace ed economico, se si calcola che il costo di tale
21
In Cina la produzione cerealicola negli ultimi dieci anni � aumentata di un terzo, e pro capite �
di circa 300 Kg, v. R. MOLESTI, op. cit., p. 233.
22
Il dilavamento � l�azione erosiva, con asportazione del materiale eroso, esercitata dalle acque
torrenziali, non ancora incanalate in solchi, scorrenti su terreni in pendio.
23
H. HURM, Degradation and conservation of the resources in the Ethiopian Higlands, in
Mountain reseach and developement, vol. 8, n. 72 - 72, 1988.
24
R. MOLESTI, op. cit., p. 234.
- 18 -
impianto � tra l�1 e il 10% rispetto agli altri metodi.
L�erba vativer, che ha la straordinaria capacit� di sopravvivere
ad ogni tipo di clima
25
, forma una terrazza naturale, in grado di
rallentare il ruscellamento, favorendo l�infiltrazione dell�acqua
piovana nel terreno, ed intrappolando i sedimenti.
Inserendo una siepe di vativer su un�area di 50 centimetri si ha
un aumento di prodotti superiore al 30% rispetto ai sistemi
tradizionali
26
, per cui ben venga la sottrazione di un�esigua porzione
di suolo coltivabile per un discreto aumento della produzione!
Merita di essere ricordato il caso della Bolivia, che ha
stipulato un accordo rivoluzionario, unico nel suo genere: �Debiti in
cambio di natura�, collegando il problema ecologico con la finanza
internazionale.
Infatti la Bolivia, che aveva un debito di 650.000 dollari
27
, ha
accettato che quest�ultimo venisse estinto ad opera della
Conservation International, un�associazione ecologica avente sede a
Washington, impegnandosi a destinare ad area di riequilibrio
1.610.000 ettari di foreste e praterie che circondano la riserva di beni
del bacino amazzonico, ed ha costituito un fondo in valuta locale per
25
Lo dimostra il fatto che � rimasta indenne a quattro anni di carestia in India.
26
BANCA MONDIALE, Vativer Grass, in The State of the World, 1989, p. 59.
27
Cfr. R. MOLESTI, p. 235: �la somma pagata � stata in realt� di 100.000 dollari, poich� il
debito era stato ridotto dai creditori privati, dubbiosi sul recupero della somma per intero�.
- 19 -
la gestione della zona
28
.
Questi scambi, per�, possono per ora essere stipulati solo con
creditori privati, poich� gli organismi pubblici
29
, principali creditori
dei Paesi del Terzo Mondo, non hanno mai accettato di diminuire i
loro prestiti.
Passando poi al problema dei concimi chimici, questi
potrebbero essere ridotti passando a colture biologiche
30
.
A tal proposito negli USA si � fatto un esperimento
interessante: nel Midwest si � messo a confronto il reddito di alcune
aziende biologiche e di altre che adoperano concimi chimici.
Nell�arco di cinque anni si � rinvenuto che i raccolti delle
aziende biologiche era minore dell�8% rispetto alle aziende
�tradizionali�, ma queste ultime avevano speso questo margine per
l�acquisto dei fertilizzanti chimici; quindi i redditi risultavano
identici!
Discorso a parte merita poi un�altra infelice conseguenza
dell�agricoltura intensiva: l�estensione dell�agricoltura anche nelle
zone protette, provocando gravi danni alla flora e alla vegetazione,
distruggendo ambienti naturali di grande interesse
31
.
28
J. WALSH, Bolivia Swaps Debit for Conservation, in Science, 7 agosto 1987.
29
Ad esempio la Banca Mondiale, Il Fondo Monetario Internazionale, ed i governi dei Paesi
industrializzati.
30
L�argomento � affrontato pi� approfonditamente nel capitolo � L�agricoltura biologica�.
31
F. PEDROTTI, op. cit., p. 207 ss.; G. VIGNOLI, Tutela della fauna selvatica e della flora