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INTRODUZIONE
Lo studio condotto nel presente elaborato ha come obiettivo la valutazione dello
stato qualitativo delle acque sotterranee e superficiali della Piana del Fucino, in relazione
soprattutto all’attività agricola che vi si svolge intensivamente.
La Piana, a seguito della bonifica che determinò il prosciugamento del lago
Fucino, ha assunto nel tempo una spiccata vocazione agricola e costituisce oggi una delle
aree di maggior produzione dell’Italia Centrale. Le variazioni colturali succedutesi negli
anni, che hanno portato le colture maggiormente idroesigenti a superare in produzione
quelle tradizionali, hanno provocato in primis una maggiore richiesta idrica e dunque un
sovrasfruttamento della stessa che, sebbene considerata tradizionalmente inesauribile,
poiché garantita dal favorevole assetto idrogeologico, è andata gradualmente diminuendo
negli anni. Le variazioni colturali hanno determinato inoltre il ricorso a fertilizzanti e
pesticidi al fine di aumentare le produzioni e dunque il numero di raccolti annui. La
massiccia applicazione di sostanze di concimazione e fertilizzazione, determina così
l’immissione nei suoli di composti inquinanti azotati nelle varie forme chimiche.
Nel presente lavoro si è dunque posta particolare attenzione alla valutazione
dell’impatto dei composti azotati sulla risorsa idrica. In tal senso, l’elaborato, si pone come
un aggiornamento sullo stato di inquinamento da composti azotati nelle acque sotterranee
e superficiali della piana.
Il lavoro è stato distinto in due fasi:
Fase di campionamento e misurazione dei parametri chimico-fisici delle
acque sotterranee e superficiali;
Fase di analisi di laboratorio.
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Due campagne di campionamento delle acque sono state condotte nei mesi di
luglio e novembre 2013, in punti di recapito della risorsa oculatamente scelti sulla base dei
risultatati ottenuti negli stessi, in precedenti studi condotti nell’area.
Analisi chimiche di laboratorio sono state condotte, mediante la tecnica della
cromatografia ionica, per determinare le concentrazioni degli ioni disciolti in soluzione e
caratterizzare dunque le acque stesse. Al fine poi di stabilire i meccanismi che regolano la
distribuzione spazio - temporale dei composti inquinanti presenti nelle soluzioni acquose
studiate, e scindere l’impatto antropico dall’origine naturale dei nitrati, si sono condotte
apposite analisi isotopiche, in collaborazione con il gruppo di ricerca dell’Università di
Waterloo (Canada). Tutti i dati raccolti con le loro elaborazioni grafiche e successive
interpretazioni sono di seguito sviluppati.
I risultati ottenuti, evidenziano talvolta come lo sviluppo economico non sia
accompagnato da una tutela dell’ecosistema idrico: il costante ricorso a fertilizzanti e
pesticidi rende realistico il rischio di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee
della Piana del Fucino. Appare evidente come per il futuro sia doveroso sviluppare un
programma di tutela e gestione della risorsa idrica a fini agricoli, nel pieno rispetto delle
esigenze antropiche e della conservazione delle caratteristiche ambientali dell’area, al fine
di garantire una crescita economica sostenibile.
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CAPITOLO 1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
1.1 Inquadramento geografico
La Piana del Fucino rappresenta attualmente una delle maggiori depressioni
intramontane dell’Italia centro-meridionale collocata nell’Abruzzo sud - occidentale, più
dettagliatamente nell’ambito territoriale della Marsica (fig.1.1).
Figura 1.1: Localizzazione dell’area in esame.
Nella carta geologica d’Italia, alla scala 1:100.000, si colloca all’intersezione dei
fogli geologici 152 (Sora), 146 (Sulmona) e in minima parte nei fogli 145 (Avezzano) e 151
(Alatri).
Attualmente lungo il perimetro della Piana, oltre ad Avezzano, che è il comune
più importante, sorgono altri numerosi paesi, quali: Luco dei
Marsi, Trasacco, Ortucchio, Lecce nei Marsi, Gioia dei Marsi, Venere dei Marsi, San
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Benedetto dei Marsi, Pescina, Collarmele, Cerchio, Aielli ed infine Celano con le sue quattro
frazioni (Paterno, San Pelino, Borgo Via Nuova e Borgo Incile).
La stazione radar del centro spaziale di Telespazio, sita al centro della piana, ne
definisce l’ubicazione in coordinate geografiche: 41°58’30” lat. N e 13°36’08” long. E.
La Piana del Fucino si estende per più di 800 km², ad una quota compresa tra 649
m e 667 m s.l.m., è circondata quasi completamente da dorsali montuose di altezze
variabili tra 900 m e 2487 m s.l.m., formate prevalentemente da serie carbonatiche di
piattaforma di età meso - cenozoica, orientate per lo più in direzione appenninica, NW-SE
(Giraudi, 1988, 1995). In dettaglio risulta delimitata a nord dai massicci carbonatici del
Velino (2486 m) e del Sirente (2384 m), ad ovest dalla Val Roveto, ad est dai rilievi della
Marsica orientale e dalla Valle dell’alto Sangro - Giovenco, e a sud dalle dorsali M.
Cornacchia (2003 m) - M. Breccioso (1974 m) - M. Longana (1769 m), e M. di Valle Caprara
(1998 m) - M. Turchio (1898 m), separate dalla Vallelonga.
La conca del Fucino è costituita da una depressione a fondo piatto con una zona
più depressa, all’interno della strada cinconfucense, coincidente con il fondo del lago
storico, denominata Bacinetto. L’ampia superficie è attualmente coltivata a livello intensivo
e rappresenta una delle aree più importanti dal punto di vista sociale ed economico,
dell’intera regione.
Il clima presenta una spiccata continentalità, accentuatasi dopo la bonifica che
ha portato al prosciugamento dell’antico lago Fucino. Durante la calda estate la
temperatura media è di circa 18°, con punte giornaliere massime di 40° e gli inverni sono
invece molto rigidi, con temperatura media di 2,8° e valori minimi giornalieri che possono
giungere anche a -20°.
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L’idrografia principale dell’area è caratterizzata da un importante corso d’acqua,
il fiume Giovenco, posizionato a NE rispetto all’abitato di Trasacco. Nasce da M. Pietra
Gentile a 1250 m s.l.m. e prosegue per circa 44 km, e rappresenta il principale corso
d’acqua per l’irrigazione dei prodotti del Fucino nonché l’unico affluente della Piana.
1.2- Inquadramento geomorfologico
La conca del Fucino è costituita da una depressione a fondo piatto, compresa tra
quote 667 m s.l.m. e 649 m s.l.m., profondamente incassata tra rilievi che raggiungono
quote elevate fino ai 2400 m circa del Monte Velino e del Monte Sirente. Si presenta
leggermente inclinata verso la zona più profonda del bacino lacustre, denominata
Bacinetto (Giraudi et alii, 2006a). A nordovest, in prossimità di Avezzano, una soglia posta a
circa 720 m di quota separa il Fucino dai Piani Palentini e dalla valle dell’Imele, in parte
drenata verso il Salto.
L’assetto morfologico dell’area è caratterizzato da tre domini differenti che
interessano tre zone ben distinte (Bosi et alii, 1999):
Depressione del lago storico:
Settore fortemente terrazzato compreso tra quote 670 m e 720 m s.l.m
Zona a morfologia complessa a quota superiore a 720 m s.l.m.
La depressione corrispondente all’antico lago Fucino è caratterizzata da una
pianura estesa circa 200 km². Nel settore centro-orientale della piana, è ubicata un’area
relativamente più depressa denominata Bacinetto rappresentata principalmente da limi e
limi argillosi. Le aree costituenti le sponde dell’antico lago sono invece caratterizzate dalla
prevalenza di ghiaie sabbiose (Giraudi, 1986).
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Il settore terrazzato si presenta con una successione di superfici terrazzate e
spesso incassate l’una nell’altra la cui genesi è legata all’alternanza di episodi sedimentari,
erosivi e tettonici che si sono succeduti fra il Pleistocene superiore e l’Olocene (Giraudi,
1988, 1999). Lungo il margine orientale, un sistema di faglie normali determina un
caratteristico aspetto a gradinata. Al margine settentrionale e nordorientale sono presenti
terrazzi pre - würmiani, variamente sospesi rispetto all’alveo (Beneo, 1939; RaffY, 1970,
1982). Questa seconda zona si connette direttamente, attraverso l’area sulla quale sorge
l’abitato di Avezzano, con l’ampia depressione compresa fra la catena Magnola - Velino ed
il gruppo del Monte Salviano, costituita anch’essa da terreni e forme riferibili allo stesso
intervallo di tempo.
Il terzo dominio, rappresentato dalla zona a morfologia complessa è costituito da
un complesso sistema di versanti che circondano le due zone sopracitate. Fra gli abitati di
Venere e Avezzano, nei settori occidentale e meridionale della valle del Fucino, tali versanti
s’impostano quasi esclusivamente su litotipi carbonatici meso - cenozoici. Questa terza
unità morfologica si contraddistingue anche per la presenza di superfici sub-orizzontali
incassate, sospese sui terrazzi della seconda zona. Lembi di depositi, da mesozoici a
pleistocenici, caratterizzati da superfici di erosione pianeggianti, sono presenti lungo diversi
settori bordanti la Piana (Bosi et alii, 1999). Fenomeni carsici manifestati nei depositi
carbonatici hanno prodotto depressioni di dimensioni varie, assimilabili a polje, doline e
inghiottitoi. Gli inghiottitoi carsici situati al margine sud-ovest della Piana in località
Petogna, attualmente coperti da una strada, da riporti e da terreno vegetale, drenavano
probabilmente l’acqua verso la Val Roveto, dando luogo a risorgenze sul fiume Liri lungo la
gola di Capistrello (Giraudi, 1990). Infine vanno menzionate le grandi incisioni vallive che
dissecano l’insieme dei versanti della conca; le più importanti sono quelle del Rio di S. Iona,
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del Giovenco, del Rio La Foce, del Fosso La Tana e della Vallelonga (Bosi et alii, 1999).
Anche se nella Piana sono prevalsi negli ultimi 30.000 anni i fenomeni di accumulo
sedimentario rispetto a quelli di erosione, le forme legate a quest’ultima attività hanno una
rilevanza soprattutto per la fascia di territorio che circonda l’alveo lacustre bonificato.
Sono state quindi distinte nell’area forme di accumulo e forme di erosione
(Giraudi, 1988).
Nelle Forme di accumulo vengono incluse le superfici dei sedimenti lacustri,
talora terrazzate (Spianata di Piscina, Spianata di Luco, Trasacco e Ruscella), i conoidi
fluviali e fluvioglaciali dei corsi d’acqua immissari del lago (Conoidi di valle Solegara,
Vallelonga, Celano e Lecce dei Marsi; Conoide di San Pelino; Conoide di Gioia dei Marsi;
Conoide del Fossato di Rosa), la fascia detritica di raccordo fra la piana lacustre bonificata
ed i versanti circostanti, la piana corrispondente alla depressione del lago storico ed i
cordoni litorali presenti ai suoi margini (Giraudi et alii, 2006).
Le Forme di erosione possono essere suddivise in due gruppi (Giraudi et alii,
2006): le piattaforme di abrasione lacustre, su calcari e su sedimenti alluvionali e lacustri
(Spianata di abrasione di Avezzano; Spianata di abrasione al piede del versante di Colle
Sforgiato; Spianata di abrasione di San Benedetto-Venere dei Marsi; Piattaforma di
abrasione di Caruscino), ed i glacis di erosione, legati per lo più all’azione erosiva operata
dalle acque di scorrimento superficiale (Glacis di erosione di Pescina-San Benedetto; Glacis
di erosione di Avezzano, Celano, Vallelonga e Ortucchio).
Da un punto di vista morfologico, importanti risultano essere anche le grandi
incisioni vallive che dissecano l’insieme dei versanti della conca; le più importanti sono
quelle del Rio di S.Iona, del Giovenco, del Rio La Foce, del Fosso La Tana e della Vallelonga
(Bosi et Al., 1999).