2
probabilmente consiste in un calcolo simbolico, ossia nella manipolazione,
regolata da leggi, di simboli nella mente. Ciò che nel diciassettesimo secolo
era una mera speculazione filosofica, nel ventesimo secolo divenne una
scienza. L’idea di Hobbes si trasformò nell’ipotesi computazionale (IC),
secondo la quale i sistemi cognitivi sono fondamentalmente computer
digitali.
La più celebre versione di tale ipotesi è la teoria di Newell e Simon (1976),
secondo cui “un sistema simbolico fisico è in possesso degli strumenti
necessari e sufficienti per l’azione intelligente generale”
1
.
Essi proposero questa ipotesi come una legge di struttura qualitativa,
paragonabile alla teoria cellulare in biologia o alla teoria della tettonica a
zolle in geologia. Essa esprime la concezione centrale del paradigma di
ricerca che ha dominato le scienze cognitive per circa quarant’anni,
paradigma basato sulle ricerche di Alan Turing e sulla Macchina di Turing
Da alcuni anni però l’alternativa humiana sta guadagnando terreno.
Uno dei più notevoli sviluppi è stata la nascita del connessionismo, che
assumo come modello della cognizione il comportamento dei sistemi
dinamici (Smolensky, 1988), e che spesso intende questi modelli da una
prospettiva dinamica.
Egualmente significativo è stato lo sviluppo della neuroscienza cognitiva, e,
al suo interno, la sempre più accentuata prevalenza delle teorie di tipo
dinamico. La teoria dei sistemi dinamici costituisce la struttura concettuale
generale di una crescente quantità di lavori nell’ambito della psicofisica,
dello studio della percezione e del controllo motorio, della psicologia dello
sviluppo, della psicologia cognitiva, della robotica situata e della ricerca
1
L’articolo è apparso nell’ottobre 1998 sulla rivista Behavioral and brain Science, volume 21, n.5
pp. 615-628.
3
sugli agenti autonomi, dell’intelligenza artificiale e della psicologia
sociale
2
.
L’ipotesi dinamica (ID) rappresenta l’elemento essenziale che unifica gli
approcci dinamici. Essa si esprime nel semplice slogan, gli agenti cognitivi
sono sistemi dinamici.
L’ID contende all’ipotesi computazionale lo status di “legge di struttura
qualitativa” riguardante la natura della cognizione.
1.2 Sistemi, computer digitali e sistemi dinamici
Un passaggio critico nell’articolazione dell’ID consiste nello stabilire, in
modo ragionevolmente preciso anche se flessibile, ciò che sono i sistemi
dinamici. Innanzi tutto si possono distinguere i sistemi dinamici dai
computer digitali come differenti tipi di sistemi.
1.2.1 Sistemi
Per sistemi s’intendono gli insiemi di varabili interdipendenti. Una varabile
è semplicemente un’entità che può mutare, vale a dire può trovarsi in
differenti stati in tempi diversi. Le variabili sono interdipendenti quando il
2
Esempi: neuroscienze cognitive (Amit, 1989; Babloyantz &Lourenco, 1994; Cohen,1992;
Gukenheimer, Gueron, & Harris –Warrik, 1993; Mpitsos, in preparazione; Sarda & Freemana,
1987); psicofisica (Gregson, 1995); percezione (Bingham, RosenBlum & Schimdt, incorso di
stampa; Grossberg & Rudd, 1992; McClelland & Rumelhart, 1981; Port, Cummins, & McAuley,
1995); controllo motorio (Bullock & Grosseberg, 1998; Saltzman, 1995; Turvey, 1990);
psicologia dello sviluppo (Smith & Thelen, 1993); psicologia cognitiva (Busemeyer &
Townsend, 1993; Grossberg & Gutowski, 1987; Gorsseberg & Stone, 1986; Leven & Levine,
1996; Tabor, Juliano, & Tanenhaus, 1996); robotica situata e ricerca sugli agenti autonomi
(Beer, 1995; Cliff, Harvey, & Husbands, 1993; Smithers, 1994); intelligenza artificiale (Jaeger,
1996; Pollack, 1991); psicologia sociale (Kaplowitz & Fink, 1992; Vallacher & Nowak, 1993);
psicologia ecologica (Kugler, Kelso, & Turvey, 1980, 1982; Turvey & Carello, 1995); sinergetica
(Haken & Stadler, 1990); morfodinamica (Petitot, 1985; Thom, 1983; Wildegen, 1982). Port &
van Gelder è un esempio rappresentativo dell’approccio dinamico.
4
modo in cui ciascuna cambia dipende dalle altre, e il cambiamento di queste
dipende da essa.
Lo stato del sistema è definito dal valore di tutte le sue variabili in un dato
istante; il comportamento del sistema consiste nella transizione tra gli stati.
Per esempio, il sistema solare nella meccanica classica è l’insieme delle
posizioni e dei momenti del sole e dei pianeti; queste sono le quantità in cui
i comportamenti sono descritti dalle leggi di Newton. Si noti che le variabili
del sistema solare in questo senso sono delle proprietà del sole e dei pianeti.
Dobbiamo quindi distinguere gli oggetti (parti del mondo come il sole e i
pianeti, i computer macintosh e gli agenti cognitivi) dai sistemi che essi
istanziano. Ciascun oggetto dato di solito istanzia una grande quantità di
sistemi di differenti tipi.
Sistemi concreti sono quelli, come il sistema solare, le cui variabili sono
caratteristiche del mondo reale che cambiano nel tempo reale secondo le
leggi naturali.
Sistemi astratti sono proprio gli insiemi di variabili astratte governate da
leggi matematiche. I sistemi concreti possono realizzare i sistemi astratti.
Per esempio, due calcolatori HP 61 realizzano esattamente gli stessi sistemi
computazionali astratti.
I sistemi concreti sono componenti dell’organizzazione causale della natura.
L’organizzazione causale si produce in molti modi e a molti livelli. Sistemi
distinti possono essere intimamente connessi. Si confronti il “classico”
sistema solare con il sistema formato da tutte le posizioni e da tutti i
momenti di tutte le particelle subatomiche che lo costituiscono. Le
macrovariabili del primo sono ottenute dalle microvariabili del secondo. La
relazione tra tali sistemi non è né d’identità, né d’istanziazione
3
.
3
Nella teoria degli insiemi, l’identità tra gli insiemi si ha quando essi hanno esattamente gli stessi
membri.
5
In ciò che segue, si affermerà che un sistema di livello inferiore implementa
un sistema di livello superiore quando le variabili del secondo sono in
qualche modo ottenute dalle variabili del primo. Si noti che
l’implementazione ci autorizza ad identificare il comportamento di un
sistema con il comportamento dell’altro, anche se la stessa identità tra i
sistemi stessi è destinata all’insuccesso. Spesso, il cambiamento in un
sistema dipende da fattori esterni al sistema stesso (ad esempio, la forza di
gravità), che si riferiscono ad esso come parametri. Qualche volta i
cambiamenti di parametro dipendono a loro volta dal sistema stesso. Ad
esempio, la posizione della luna dipende da, e insieme, influisce sulla
posizione dei pianeti. Questo tipo di reciproca dipendenza diretta è noto
come accoppiamento.
Le variabili del sistema e i parametri accoppiati si possono considerare
come costituenti un sistema più grande. Ciò evidenzia la semi arbitrarietà
dei sistemi. Spetta sempre a noi designare un sistema di variabili concrete
come il sistema che studieremo. La realtà stabilisce se quell’insieme è, di
fatto, un sistema, e come si comporta.
Tutti i sistemi nel senso corrente cambiano nel tempo. In generale, il tempo
è un qualche insieme intrinsecamente ordinato o ordine, che serve a fornire
l’ordine ad altre cose
4
.
Il tempo reale dei sistemi concreti è l’insieme degli istanti nei quali le cose
possono attualmente accadere, ordinato secondo la priorità temporale
(prima e dopo). Gli eventi concreti sono accoppiati con istanti o periodi di
tempo, perciò stanno in relazione temporale l’uno con l’altro. I sistemi
astratti non sono situati affatto nel tempo reale e così devono prendere un
altro insieme come loro insieme tempo; questo di solito è l’insieme degli
interi positivi e dei numeri reali.
4
Un insieme X non vuoto è un ordine, o è ordinato, se esiste una relazione < tra i suoi elementi
con la proprietà che per ciascuna coppia x,y ∈ X, si ha che x < y, oppure y < x, oppure x = y
6
La legge matematica impone degli ordinamenti negli stati del sistema
accoppiandoli con dei membri di questo insieme.
1.2.2 Computer digitali
La IC ha beneficiato di considerevoli esami filosofici. Ne è derivato un
notevole livello di consenso riguardo ai suoi principi base
5
.
In particolare, si è ampiamente accettato di assumere che gli agenti
cognitivi sono computer digitali. Ma che cos’è un computer digitale, in
quanto tipo di sistema?
Un computer è semplicemente qualunque cosa che computa (computes) in
un modo o in un altro. La computazione (computing) è una nozione
informale; l’idea di fondo è quella di un procedimento che trasforma
sistematicamente le “domande” in “risposte”, inputs in outputs, stati iniziali
in stati finali, ecc. La funzione computata dal processo è l’insieme delle
coppie stesse di domande/risposte, ossia l’insieme delle coppie di entità che
esse rappresentano. In questo senso generale, praticamente qualunque cosa
può essere considerata un computer.
La computazione acquista interesse soltanto quando dei vincoli significativi
sono posti tra i tipi di processi coinvolti. Nella teoria computazionale
classica, l’approccio standard è stato quello di richiedere che il processo sia
efficace, vale a dire che produca i suoi risultati mediante un numero finito
di operazioni di base specificate da un algoritmo (una ricetta finita, ossia un
insieme di istruzioni che specificano un insieme di istruzioni che
specificano le operazioni di base).
5
Per espressioni di questo consenso si veda ad esempio, Clark (1989); Copeland (1983); Dreyfus
(1992); Fodor (1975); Fodor & Pylyshyn (1988); Newell (1980); Newell & Simon (1976);
Pylyshyn (1984). La versione di questo consenso in questo momento più ampiamente accettata
come definitiva è probabilmente quella esposta in Haugeland (1985).
7
I computer digitali, nel senso che interessa la scienza cognitiva, sono i
sistemi che eseguono elaborazioni efficaci delle rappresentazioni. Vale a
dire, essi sono i sistemi i cui comportamenti sono sequenze finite,
algoritmicamente specificate, di operazioni di base, che costituiscono le
manipolazioni delle rappresentazioni. Questa caratterizzazione può essere
scomposta in quattro fondamentali requisiti che un sistema deve possedere
per essere considerato un computer digitale:
1) Variabili digitali e stati.
Innanzi tutto, per ciascuna variabile deve esserci un insieme di valori
discreti che la variabile istanzia digitalmente per gli scopi riguardanti il
comportamento del sistema. Nel caso concreto, ciò significa che la variabile
deve istanziare quelle variabili positivamente e in modo attendibile
6
.
Quando in un sistema tutte le variabili sono digitali, anche gli stati del
sistema sono digitali. Le operazioni di base richieste dal calcolo effettivo
corrispondono a trasformazioni digitali di stato.
2) Il tempo come ordine discreto.
L’insieme-tempo deve essere un ordine discreto i cui elementi sono tempi
nei quali il sistema occupa digitalmente i suoi stati. Nei sistemi astratti, di
solito questo insieme è costituito dai numeri interi positivi. Nei sistemi
concreti, esso è l’insieme dei periodi di tempo reale durante il quale la
macchina istanzia digitalmente i suoi stati, reso discreto dal flusso di
transizione tra gli stati. Questi sono indicati dagli interi positivi (t1, t2,
ecc.).
6
Confrontare Haugeland (1985), Capitolo 2. Nei sistemi astratti, il carattere discreto dei valori è
sufficiente per la digitalità.
8
3) Algoritmo.
La computazione effettiva richiede che le operazioni di base siano
specificate da un algoritmo, vale a dire da una “ricetta” finita che specifica
le transizioni dello stato solamente sulla base di proprietà digitali degli stati.
Per esempio la serie infinita di comportamenti di una macchina di Turing è
governata dalla sua tabella di macchina, un insieme finito d’istruzioni
espresso solo in termini dei valori digitali delle celle del nastro, la posizione
principale e lo stato principale. Nei sistemi concreti, questa regola deve
catturare un livello d’organizzazione causale. Vale a dire, le transizioni
descritte dalla regola devono avvenire nel modo in cui esse si verificano,
perché gli stati assumono le proprietà digitali nei cui termini la regola è
espressa
4) Interpretazione.
Gli stati e i comportamenti del sistema devono prestarsi ad
un’interpretazione sistematica. Vale a dire, deve esistere un dominio e delle
corrispondenze tra il sistema e il dominio, tali che (a) le corrispondenze
siano sistematiche rispetto a questi aspetti digitali del sistema nei cui
termini la legge governa il comportamento del sistema, e (b) gli stati del
sistema e i comportamenti assumono un significato (make sense) alla luce
di queste corrispondenze
7
.
7
Cosa vuol dire “assumere un significato (make sense)”? Si tratta di una questione complessa; cfr.
Haugeland (1985), Capitolo 3, per una discussione al riguardo. Ogni sistema digitale può essere
regolato con qualche campo (come gli interi e le funzioni definite su di essi) ma non tutti tali
sistemi hanno un’interpretazione in tal senso. Quelli che la possiedono sono tali da esibire un
ulteriore tipo di ordine che sembra o potrebbe sembrare modellato o ragionevole per noi (esseri
umani); così, che qualcosa sia un computer digitale è relativo all’uomo. Si noti che avere
un’interpretazione nel senso comune del termine può non essere sufficiente a garantire che il
sistema “abbia significato” in un senso più forte. Per una discussione di tali questioni si veda
Harnad (1990) e Searle (1980).
9
La distinzione fatta in precedenza, tra il sistema solare nella meccanica
classica, da un lato, e il sole e i pianeti, dall’altro, è rispecchiata da una
distinzione tra i computer digitali e una nozione consueta di computer come
ciò che togliamo dalla scatola e colleghiamo con la presa al muro. Il
computer digitale in quanto sistema è l’oggetto dell’interesse teorico. I
pezzi di silicio, plastica, vetro, metallo, ecc., istanziano un computer
(sistema digitale), e, certamente altrettanto bene, molti altri sistemi.
1.2.3 Sistemi Dinamici
Rispetto alla IC, la ID ha subito una mancanza d’attenzione. In parte come
risultato, non c’è un consenso stabilito su cosa sono i sistemi dinamici ai
fini dell’ipotesi.
Un’ovvia caratteristica che distingue i modelli dinamici nelle scienze
cognitive dai modelli computazionali standard è che le loro variabili sono
numeriche. Una ragione per la quale i numeri sono così utili nella scienza è
che essi (i sistemi dinamici) hanno proprietà quantitative. Ciò suggerisce
che i sistemi dinamici nella scienza cognitiva potrebbero essere definiti
come sistemi quantitativi. Detto in modo rozzo, un sistema è quantitativo
quando esistono distanze tra gli stati o tra i tempi, tali che queste distanze
sono influenti per il comportamento del sistema. Ciò può essere vero in
modi progressivamente più profondi, dando luogo a significati
progressivamente più sostanziali in cui un sistema può valere come
dinamico.
Quantitativo nello stato. Innanzi tutto, ci possono essere delle distanze tra
due qualunque stati generali del sistema, tali che il comportamento del
sistema dipende da queste distanze. Più precisamente, un sistema è
10
quantitativo nello stato quando esiste una metrica
8
sull’insieme degli stati
tale che questo comportamento è sistematicamente riferito alle distanze
misurate da questa metrica. Tali sistemi saranno governati da una legge che
specifica in forma compatta tale cambiamento dipendente dalla distanza.
Di solito, le proprietà quantitative rilevanti degli insiemi degli stati sono
derivate dalle proprietà qualitative delle variabili. Le variabili possono
essere o astratte o concrete. Per esempio, la variabile φ nel modello HKB
9
è
una grandezza matematica astratta, i cui valori sono numeri reali. Questa
variabile corrisponde (mediante misurazione) ad una quantità concreta i cui
valori sono le relative fasi d’oscillazione delle dita indice. Il modello
funziona proprio perché le proprietà quantitative della variabile concreta si
riflettono nelle proprietà quantitative della controparte astratta.
Interdipendenza quantitativa stato/tempo. Un sistema è quantitativo nel
tempo quando il tempo è una quantità, cioè esiste una metrica sull’insieme-
tempo, tale che il comportamento del sistema è sistematicamente riferito
alle distanze misurate da quella metrica. Almeno nella pratica delle scienze
cognitive, i sistemi che sono quantitativi nel tempo sono quantitativi anche
nello spazio, e queste proprietà sono interdipendenti. Vale a dire, il
8
Una metrica A su un insieme X è una funzione : d:X3 X⎫ ›R che assegna ad ogni coppia di
elementi x e y ∈ X un numero d(x,y) ∈ R tale che:
1) d(x,y)=0 se e solo se x=y
2) d(x,y) = d(y,x)
3) d(x,y) = d(x,z) + (d(z,y).
9
La fondamentale equazione di Haken-Kelso-Bunz (HKB) è la seguente: φ = − a sen φ − 2 b sen
2 φ. Il simbolo φ è la singola variabile “collettiva” di stato del sistema nel modello della
coordinazione delle dita; essa corrisponde alla fase d’oscillazione di un dito rispetto all’altro.
L’equazione specifica il modo in cui la fase relativa cambia in funzione i valori correnti. a e b sono
parametri di questo sistema; il loro rapporto corrisponde al rapporto di movimento delle dita.
L’equazione è tale che dei graduali cambiamenti in a e b possono produrre soltanto il tipo di
cambiamenti qualitativi nella relativa fase che sono stati scoperti nel comportamento dei soggetti
reali. Questa semplice equazione “priva di attrito” viene trasformata in vari modi per generare
modelli più adatti ai dati sperimentali. Per esempio, si tiene conto delle fluttuazioni e delle rotture
di simmetria aggiungendo termini per le interferenze e per le differenze di frequenze degli arti
rispetto al metronomo.
11
comportamento del sistema è tale che le quantità di cambiamento dello stato
sono sistematicamente riferite alle quantità di tempo trascorso. Tali sistemi
sono governati da una legge che specifica una relazione quantitativa tra il
cambiamento di stato, il tempo trascorso e lo stato attuale.
Nei sistemi concreti, questa legge coglie l’organizzazione causale; ossia il
sistema cambia nel modo dato perché le variabili del sistema hanno le
proprietà quantitative nei cui termini la legge è espressa. Quando sia lo stato
che il tempo sono quantitativi, il sistema esibisce delle velocità di
cambiamento. I sistemi che sono quantitativi in modo interdipendente nello
stato e nel tempo sono governati da leggi, che specificano la velocità di
cambiamento nei termini dello stato attuale (ad esempio, equazioni
differenziali di primo ordine).
Dipendenza dalla velocità. Alcuni sistemi sono tali che le loro velocità di
cambiamento dipendono dalla velocità attuale di cambiamento. In questi
sistemi, le variabili includono entrambe le variabili fondamentali e le
velocità di cambiamento di queste variabili. Il sistema solare è un esempio
classico. I sistemi il cui comportamento è governato da leggi espresse nella
forma più compatta da un insieme di equazioni differenziali di ordine
elevato sono quantitativi in questo senso. In ciò che segue, un sistema sarà
considerato dinamico nella misura in cui è quantitativo in uno dei sensi
sopra esposti.
Questo approccio riflette l’attuale modo in cui gli scienziati cognitivi
classificano i sistemi come dinamici o no, oppure come più o meno
dinamici. Inoltre è concepito nei termini di proprietà profonde e
teoricamente significative dei sistemi. Ad esempio, un sistema che è
quantitativo nello stato è tale da formare uno spazio, in un senso più che
semplicemente metaforico; gli stati sono posizioni in quello spazio, e i
12
comportamenti sono percorsi o traiettorie. Perciò i sistemi quantitativi
convalidano una prospettiva geometrica riguardo al comportamento del
sistema, uno dei segni che contraddistinguono l’orientamento dinamico.
1.3 Proprietà dinamiche vs. proprietà computazionali
Cambiamento vs. stato
Cambiamento e stato sono i due lati di una stessa moneta. Ciò nonostante,
le prospettive teoriche possono differire in ciò che esse enfatizzano o su cui
rivolgono maggiore attenzione. Gli studiosi di orientamento dinamico si
interessano, in primo luogo, al modo in cui le cose cambiano; gli stati
costituiscono il mezzo di cambiamento, e possiedono uno scarso interesse
intrinseco. Gli studiosi d’orientamento computazionale, al contrario, si
concentrano prima di tutto sugli stati; il cambiamento dal loro punto di vista
è soltanto ciò che conduce da uno stato ad un altro.
Geometria vs. struttura
Come sono concettualizzati gli stati di un sistema? Gli studiosi di
orientamento computazionale concentrano la loro attenzione sulla struttura
interna, e in particolare sulla struttura combinatoriale o sintattica, come le
parti fondamentali si combinano per formare interi strutturati. Gli studiosi
d’orientamento dinamico studiano uno stato geometricamente, nei termini
della sua posizione rispetto agli altri stati e alle caratteristiche del panorama
dinamico del sistema, come i bacini d’attrazione. In altri termini, essi
rivolgono la loro attenzione su dove si trova il sistema, piuttosto su ciò di
cui è formato.
13
Struttura nel tempo
Un processo cognitivo sofisticato richiede una complessità strutturale nel
sistema cognitivo. Come si realizza tale struttura? I sostenitori dell’ipotesi
computazionale tendono a considerarla in modo statico, come
completamente presente in un istante, e tendono a pensare al processo
cognitivo come ad una semplice trasformazione di strutture sintattiche. La
TDS
10
suggerisce un’alternativa. Sistemi dotati di stati semplici, forse anche
di un’unica variabile, possono comportarsi in modi molto complessi. Ciò
permette agli studiosi d’orientamento dinamico di concepire le strutture
cognitive come disposte temporalmente, tanto quanto il discorso orale, a
differenza della parola scritta. La cognizione è dunque considerata come il
dispiegamento simultaneo di strutture temporali complesse che si
influenzano reciprocamente.
Tempo vs. ordine
Gli studiosi di orientamento dinamico tendono ad interessarsi al modo in
cui i comportamenti si svolgono nel tempo, mentre gli studiosi di
orientamento computazionale si interessano a ciò che il comportamento è,
senza preoccuparsi dei dettagli temporali. Detto altrimenti, gli studiosi di
orientamento computazionale si chiedono quali stati attraversa il sistema,
mentre gli studiosi di orientamento dinamico si chiedono relativamente di
più quando avviene il passaggio attraverso essi.
10
La Teoria dei Sistemi Dinamici (TDS) è un ramo della matematica pura. Il suo campo si estende
a qualunque tipo di cambiamento descrivibile, anche se essa concentra la sua attenzione
particolarmente sui sistemi per i quali non esiste un modo conosciuto di specificare i
comportamenti come funzioni del tempo (ad esempio, i sistemi la cui legge è data da un insieme
di equazioni differenziali non lineari privo di soluzioni).
14
Parallelo vs. seriale
Gli studiosi d’orientamento dinamico tendono a considerare i sistemi come
operanti in parallelo, ossia tali che tutti i loro aspetti cambiano
contemporaneamente in modo indipendente. Gli studiosi d’orientamento
computazionale, al contrario, tendono a considerare i sistemi come seriali:
molte variabili restano invariate in una data transizione di stato. Per chi
segue l’orientamento dinamico, il cambiamento è di solito globale; per chi
segue l’orientamento computazionale, il cambiamento normalmente è
locale.
Sviluppo continuo vs Input/Output
Nell’orientamento computazionale di solito si considera un processo come
cominciante con un input che viene dato al sistema. Il compito del sistema è
produrre un input appropriato, e lo fa mediante una sequenza d’operazioni
interne, culminante con il sistema che si arresta dopo aver prodotto l’output.
Nell’orientamento dinamico, invece, si considerano i processi come sempre
in continuo sviluppo, senza un inizio e nemmeno senza un termine in un
luogo. Lo scopo non è quello di indicare un input in un istante dato rispetto
ad un output in qualche istante successivo, ma di mantenere costantemente
un cambiamento appropriato.
Interazione: assegnazione di stati oppure accoppiamento
In che modo un sistema cognitivo interagisce con altre cose, ad esempio
con l’ambiente? Gli studiosi d’orientamento computazionale considerano
l’interazione come un’assegnazione di stati; il sistema muta a suo modo a
partire da quello stato, finché un nuovo input riassegna un nuovo stato. Gli
studiosi d’orientamento dinamico sostengono una concezione alternativa:
l’interazione può avere a che fare con dei parametri che influenzano la
forma del cambiamento. L’input è concepito come un‘influenza in continuo
15
sviluppo in direzione del cambiamento, e l’output come un’influenza in
continuo sviluppo esercitata su qualche altra cosa, proprio come la ricezione
della radio è continuamente modificata da un segnale in arrivo mentre, nello
stesso tempo, la radio produce il suo suono. A volte l’iterazione ha a che
fare con l’accoppiamento di due sistemi, ciascuno dei quali determina
simultaneamente il cambiamento dell’altro.
Rappresentazioni
Le spiegazioni comuni del modo in cui i sistemi giungono a presentare dei
sofisticati processi cognitivi si avvalgono di rappresentazioni interne. Gli
studiosi d’orientamento computazionale considerano le rappresentazioni
come delle configurazioni statiche d’occorenze simboliche (symbol tokens).
Gli studiosi d’orientamento dinamico concepiscono le rappresentazioni in
modo diverso. Essi ritrovano le loro rappresentazioni tra i tipi d’entità che
figurano nella TDS, le quali includono l’assegnazione di parametri, gli stati
del sistema, gli attrattori, le traiettorie, o perfino aspetti delle strutture di
biforcazione. Attualmente, molti studiosi d’orientamento dinamico
utilizzano soltanto la punta di quell’iceberg teorico costituito dalla
dinamica.
Anti-rappresentazionalismo
A differenza dei calcolatori digitali, i Sistemi Dinamici non sono
rappresentazionali per loro natura, anzi, si è dell’avviso che la nozione di
rappresentazione non sia indispensabile o che sia perfino d’intralcio. La
dinamica costituisce una potente cornice teorica per lo sviluppo di modelli
della cognizione che mettono completamente da parte le rappresentazioni.
L’assunzione secondo cui la cognizione deve implicare delle
rappresentazioni in parte è dovuta all’incapacità di immaginare come sia
possibile che un sistema non-rappresentazionale presenti dei processi