Abstract
Pensare ad una città resiliente significa non solo dare delle risposte fisiche, ma
soprattutto avviare una serie di processi di sviluppo a lungo termine, supportati
da risorse flessibili, che sappiano rispondere alla complessità dei cambiamenti, alle
culture e allo sviluppo ambientale, gestendo e preservando il capitale naturale per
ricollegare ad esso la nostra società.
Per realizzare questi presupposti, per la terraferma veneziana, e nello specifico per
la città di Mestre, si propone un nuovo programma di gestione con orizzonte al
2050, che indirizzi la città verso la resilienza urbana, ma più nello specifico verso
il controllo del rischio generato dai cambiamenti climatici, verso l’aumento della
biodiversità all’interno del tessuto urbano, e verso il disegno di un nuovo ciclo delle
risorse idriche.
Questi interventi sinergici, innovativi per il contesto italiano, oltre a portare sicu-
rezza ed amenità all’interno del tessuto urbano, potranno sensibilizzare i cittadini
verso la cultura ambientale, ma anche attivare nuovi processi economici per la città,
rispettando al contempo il futuro delle prossime generazioni.
UN CAMBIO DI PERCEZIONE
Nella nostra società globalizzata non esistono ecosistemi creati dall’uomo, e tantomeno persone che possa-
no vivere senza il bisogno di ecosistemi e dei servizi che procura.
Troppi di noi sembrano essersi disconnessi dalla natura e dimenticano che le nostre economie e società
sono profondamente integrate con il pianeta e con gli ecosistemi di supporto alla vita che ci forniscono un
clima ospitale, acqua, cibo e numerosi altri servizi.
E’ giunta l’ora di riconnettersi e cominciare a gestire la capacità del capitale naturale per sostenere lo svilup-
po.
Nel 2005 UN Millennium Ecosystem Assessment (MA) pubblica il primo “tagliando” sulla salute degli ecosi-
stemi terrestri, e la diagnosi è chiara.
La rapida crescita di richiesta umana per cibo, acqua potabile, legno e carburante, ha cambiato gli ecosiste-
mi terrestri più velocemente ed estensivamente negli ultimi 50 anni che mai prima d’ora. Circa il 60% dei
servizi ecosistemici che supportano il benessere umano sono stati degradati.
E’ tempo di comprendere che le nostre società ed economie sono strettamente collegate con gli ecosistemi,
e parte integrante della biosfera; è giusto preservare e gestire il capitale naturale.
Per questo il futuro sviluppo umano non può avvenire senza un’approfondita ricognizione dei contributo
della natura alla vivibilità umana, salute, sicurezza e cultura.
La scienza ha una grande responsabilità in merito; deve fornire una miglior comprensione delle dierenti
sde alle quali l’umanità deve far fronte, ed esplorare soluzioni per lo sviluppo sostenibile, in un mondo
sempre più imprevedibile.
E’ necessario un nuovo contratto sociale per la sostenibilità globale, radicata in un cambio di percezione, da
persone e natura viste come parti separate, a sistemi social-ecologici interdipendenti.
Siamo la prima generazione con la consapevolezza di come le nostre attività inuenzino la Terra come
sistema, e i primi con il potere e la responsabilità di cambiare la nostra relazione con il pianeta.
La nostra impronta sull’ambiente terrestre è così profonda che rischiamo di aver avviato dei cambiamenti
climatici irreversibili. L’attuale periodo geologico potrebbe essere denito “Antropocene” - l’Era dell’Uomo
(termine coniato dal premio Nobel Paul Crutzen).
La questione è come possiamo instaurare un bilanciamento a lungo termine tra sviluppo e benessere
umano, e uso sostenibile degli ecosistemi terrestri?
Abbiamo bisogno di nuovi tipi di innovazione socio-ecologica e tecnologica che funzionino più direttamen-
te per la giustizia sociale, riduzione della povertà, sostenibilità ambientale e democratica, includendo la
creatività e ingenuità degli utenti, lavoratori, consumatori, cittadini, attivisti, agricoltori e anche piccoli
imprenditori. Non possiamo più permetterci soluzioni economiche e tecnologiche ecologicamente analfa-
bete, troppo lineari e orientate verso la soluzione di un singolo problema.
Il pensiero resiliente è una parte importante della soluzione, battendosi per la essibilità degli edici e la per
la capacità adattativa piuttosto che provare a raggiungere una produzione ottimale e crescite economiche a
breve termine.
SISTEMI
SOCIALI
SISTEMI
ECONOMICI
SISTEMI
ECOLOGICI
SISTEMI
FISICI
11
Un cambio di percezione
L’attuale periodo geologico potrebbe essere definito Antropocene - l’Era dell’Uomo, visto che
la nostra impronta sull’ambiente terrestre è così profonda che rischiamo di aver avviato dei
cambiamenti climatici irreversibili. L’umanità non è solo il maggior consumatore della Terra, ma
siamo diventati ormai dei parassiti, che rendono difficile la vita delle generazioni future.
La rapida crescita di richiesta umana per cibo, acqua potabile, legno e carburante, ha cambiato
gli ecosistemi terrestri più velocemente ed estensivamente negli ultimi 50 anni che mai prima
d’ora.
Circa il 60% dei servizi ecosistemici che supportano il benessere umano sono stati degradati.
è quanto emerge dallo studio Millennium Ecosystem Assessment (MEA) pubblica il primo “taglian-
do” sulla salute degli ecosistemi terrestri, e la diagnosi è molto chiara.
La questione è: come possiamo instaurare un bilanciamento a lungo termine tra sviluppo-be-
nessere umano, e uso sostenibile degli ecosistemi terrestri?
Prima di tutto è necessario stipulare un nuovo contratto sociale per la sostenibilità globale,
radicata in un cambio di percezione; dobbiamo passare dal vedere persone e natura come parti
separate, a sistemi social-ecologici strettamente interdipendenti.
Antropocene:
termine coniato dal
premio Nobel Paul
Crutzen per indicare
l’auttuale era geologica,
fortemente condiziona-
ta dall’impronta umana
esercitata sul pianeta
Le nostre società ed economie sono strettamente collegate
agli ecosistemi, e parte integrante della biosfera;
per continuare a svilupparsi
senza compromettere le generazioni future,
è necessario gestire e preservare il capitale naturale.
Correlazione tra
servizi ecosistemici e
fattori di benessere
Fonte:
Millennium Ecosystem
Assesment
Nella nostra società globalizzata non esisto-
no ecosistemi creati dall’uomo, e tantomeno
persone che possano vivere senza il bisogno di
ecosistemi e dei servizi che procura.
Troppi di noi sembrano essersi disconnessi dalla
natura e dimenticano che le nostre economie
e società sono profondamente integrate con il
pianeta e con gli ecosistemi di supporto alla vita
che ci forniscono un clima ospitale, acqua, cibo
e numerosi altri servizi.
Non possiamo più permetterci
soluzioni economiche e tecnologiche
ecologicamente analfabete, troppo lineari
ed orientate verso la soluzione
di un singolo problema.
Correlazione tra Correlazione tra Correlazione tra
Serv Ecistemic
Element d Benesser
Fornitor
CIBO
ACQUA POTABILE
LEGNO E FIBRE
CARBURANTE
Bas
er un
buon vit
ADEGUATA VIVIBILITA’
SUFFICIENTE CIBO
DIMORA
ACCESSO AI BENI
Salut
FORZA
SENTIRSI BENE
ACCESSO AD ARIA
ED ACQUA PULITA
Buon
relion
social
COESIONE SOCIALE
RISPETTO RECIPROCO
ABILITA’ AD AIUTARE IL PROSSIMO
Regolator
CLIMA
MAREE
IGIENE
PURIFICAZIONE ACQUA
Cultural
ESTETICI
SPIRITUALI
EDUCATIVI
RICREATIVI
Sicurz
PERSONALE
ACCESSO RISORSE
CONTRO DISASTRI
13
“Rapporto sui limiti
dello sviluppo”
commissionato al MIT
dal Club di Roma, 1972
È possibile modificare i
tassi di sviluppo e giun-
gere ad una condizione
di stabilità ecologica ed
economica, sostenibile
anche nel lontano futuro.
Lo stato di equilibrio
globale dovrebbe essere
progettato in modo che
le necessità di ciascuna
persona sulla terra siano
soddisfatte, e ciascuno
abbia uguali opportunità
di realizzare il proprio
potenziale umano.
Per questo il futuro sviluppo umano non può avvenire senza
un’approfondita ricognizione dei contributo della natura alla
vivibilità umana, salute, sicurezza e cultura.
La scienza ha una grande responsabilità in merito; deve
fornire una miglior comprensione delle differenti sfide alle
quali l’umanità deve far fronte, ed esplorare soluzioni per lo
sviluppo sostenibile, in un mondo sempre più imprevedibile.
Abbiamo bisogno di nuovi tipi di innovazione socio-ecolo-
gica e tecnologica che funzionino più direttamente per la
giustizia sociale, riduzione della povertà, sostenibilità ambien -
tale e democratica, includendo la creatività e degli utenti,
lavoratori, consumatori, cittadini, attivisti, agricoltori e anche
piccoli imprenditori. Non possiamo più permetterci soluzio-
ni economiche e tecnologiche ecologicamente analfabete,
troppo lineari e orientate verso la soluzione di un singolo
problema.
Il pensiero resiliente è una parte importante della soluzione,
battendosi per la flessibilità e la per la capacità adattativa
piuttosto che per il raggiungimento della massima specula-
zione e crescita economia a breve termine.
Tre punti
del simposio
Stockholm
Memorandum
2011
RiconnetteR si
alla biosfeRa
PuntaR e sulla
sostenibilità
u n Pianeta
dominato dall ’uomo
u n Pianeta
3 4 5
•
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AGGIORNARE
PIANO
DI AZIONE
Controllo Controllo Controllo
1 Avviar Ricercar Pianificar Implementar Monitorar 2
•
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•
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•
•
•
•
Identicare portarori
d’interesse
Costituire un team
Identicare dei
campioni
Dare un primo
sguardo agli impatti
del cambiamento
climatico e alle
azioni esistenti
Passare soluzioni
comunali e della
comunità
Investigare sui
cambiamenti
climatici
Denire gli impatti e
le aree di interesse di
ognuno
Stimare le
vulnerabilità
(studiare la capacità
adattativa)
Stimare i rischi
(conseguenze degli
impatti)
Stabilire delle visioni
adattative e degli
obiettivi
Fissare dei target
Identicare opzioni e
azioni
Identicare possibili
inuenze e costrizio-
ni, e valutare azioni
per contrastarle
Determinare una
linea base appropia-
ta e degli indicatori
Esaminare budget
Creare un piano
d’azione e lanciarlo
Solidifare il supporto
delle amministrazio-
ni e comunità
Usare strumenti di
implementazione
appropiati
Seguire i termini del
piano d’azione
Report regolari sui
successi, per
mantenere l’inerzia
del piano
Aggiungere nuove
informazioni e
rivedere i driver
Tracciare i processi di
implementazione
Valutare la realizza-
zione delle azioni
usando dati di base
ed indicatori
Comunicare i
risultati
Cercare future
opzioni di adatta-
mento e azioni
RIvedere il piano di
adattamento, e
lanciare la seconda
parte
AVVIARE
MONITORARE RICERCARE
PIANIFICARE
IMPLEMENTARE
ICLEI - LOCAL GOVERNMENTS FOR SUSTAINABILITY
Changin climate, changin communities
Guide and Workbook for Municipal Climate Adaptation