5
Introduzione
“I musicisti non solo compongono, ma pensano:
a me interessa il pensiero che sta dietro la musica.”
1
(Murray Perahia)
La musica è un’esperienza umana fondamentale. Per quanto poche persone
sentano il bisogno di parlare filosoficamente della musica,
2
molti musicisti,
professionisti e non, manifestano invece la necessità di riflettere su di essa in
maniera argomentata e puntuale. Questo permette di comprendere aspetti
dell’esperienza musicale che altrimenti rimarrebbero oscuri, e di considerare
criticamente non solo gli aspetti tecnici della pratica musicale, ma anche le
motivazioni del fare musica.
A questo proposito, lo scopo della presente ricerca è fornire un’analisi del
significato dell’esperienza musicale e, in rapporto a questo, comprendere quale
possa essere il valore della musica e la sua funzione all’interno della società. Con
questo obiettivo si è operato il confronto del pensiero di Theodor W. Adorno con
quello di Roger Scruton, concentrandosi in particolare sulla filosofia di
quest’ultimo. Questa scelta è dovuta al fatto che il suo pensiero occupa un ruolo di
primo piano all’interno del dibattito filosofico-musicale attuale. Infatti egli si è
occupato di questioni molto discusse, tra cui la definizione di che cosa sia la
musica, il problema dell’espressività musicale, e il rapporto tra la musica e le
emozioni.
Il contributo di Adorno e Scruton nel panorama della filosofia della musica
è rilevante. Theodor W. Adorno (1903-1969) fu tra i piø influenti pensatori del XX
secolo, e si occupò per gran parte della sua vita di questioni di estetica musicale,
introducendo nell’indagine filosofica anche i contributi di scienze umane come la
1
Murray Perahia, su Corriere della sera, nell’articolo «La musica è una religione» di Parola Enrico, 8 febbraio 2010, p.
10, disponibile su internet al sito: http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/08/musica_una_religione__co_7_
100208043.shtml
2
A. Bertinetto, Il pensiero dei suoni, Milano, Bruno Mondadori, 2012, p. 2.
6
psicologia e la sociologia.
3
La prospettiva di Adorno assume così una posizione
particolare, la cui caratteristica versatilità ebbe il merito di connettere (anche
terminologicamente) ambiti di ricerca rimasti fino ad allora separati. La
connessione tra la musica e la filosofia è costantemente presente anche nella sua
biografia, grazie ai suoi studi di composizione con Alban Berg (1885-1935
4
).
5
Adorno ha lasciato un’eredità di pensiero che merita una grande attenzione; non è
infatti un caso che ancora oggi la sua filosofia venga analizzata e approfondita da
molti studiosi, anche di estrazione culturale completamente differente.
Roger Scruton (n. 1944), filosofo inglese contemporaneo, è tra questi.
Contrariamente ad Adorno, le cui radici culturali si trovano nella filosofia post-
hegeliana e nel marxismo,
6
egli sviluppa le sue teorie all’interno della filosofia
analitica dell’arte. Il suo pensiero offre interessanti considerazioni su molti
problemi estetici, soprattutto in rapporto alla situazione culturale degli ultimi anni.
Nella prima parte della tesi verrà analizzata la filosofia di Roger Scruton,
inserendo il suo pensiero nel contesto della filosofia analitica e all’interno del
dibattito estetico attuale. Nel primo capitolo verrà affrontato il problema di definire
che cosa sia la musica e di come essa venga percepita; saranno perciò delineati i
caratteri fondamentali e i punti deboli della sua teoria “acusmatica”, la quale
considera i suoni in quanto eventi separati dalle proprie cause fisiche.
7
Nel secondo
capitolo, dopo una breve introduzione al concetto di metafora, verrà analizzato il
rapporto tra la musica e le emozioni; partendo da una sintesi delle principali
posizioni filosofiche al riguardo, verrà presentato il concetto scrutoniano di
“espressione”, a partire dal quale verranno criticate altre teorie dell’espressività
musicale. In risposta a queste, verrà proposta la “teoria dell’immaginazione
metaforica” di Scruton, mostrandone gli aspetti innovativi e i limiti.
Nella seconda parte ci si occuperà invece della questione piø importante,
ovvero l’analisi del valore e della funzione dell’arte. In questo contesto si opererà
il confronto tra i due filosofi. A questo proposito si è ritenuto opportuno partire
3
C. Migliaccio, Introduzione alla filosofia della musica, Novara, Utet, 2009, p. 186.
4
Microsoft Encarta Enciclopedia Premium, Microsoft Corporation, 2004.
5
Ivi.
6
Ivi.
7
A. Bertinetto, Il pensiero dei suoni, cit., p. 43.
7
dall’articolo di Scruton “Why read Adorno?”,
8
nel quale il filosofo inglese
analizza alcuni aspetti della filosofia di Adorno, mostrandone limiti e pregi. Nel
terzo capitolo verrà analizzato il pensiero di Adorno in merito alla società attuale,
definendo la nozione di “illuminismo” e di “industria culturale”, e mostrando come
i prodotti di questi apparati abbiano conseguenze morali sull’individuo. A questo
proposito verranno presi in considerazione i concetti di “feticcio”, “reificazione” e
“kitsch”. In seguito, analizzeremo la critica di Adorno al jazz e alla musica
popolare, mostrando da quali nozioni si origini e come queste non siano sufficienti
a darne una validità scientifica. Poi saranno definite le nozioni di “tonalità” e
“atonalità” e verranno analizzati alcuni concetti fondamentali della filosofia
estetica adorniana, tra i quali le nozioni di forma e di contenuto e il loro rapporto
con la storia. Si discuterà poi come tutto questo confluisca nel definire lo scopo e il
valore di verità dell’arte e della musica. Su questa base si passerà all’analisi della
critica di Adorno alla tonalità.
Il quarto capitolo è invece dedicato alla riflessione critica di Scruton.
Innanzitutto vedremo come egli critichi la teoria della società di Adorno, e come
questa, a suo avviso, non possieda basi sufficienti per difendersi. In seguito
evidenzieremo i limiti della critica di Adorno al jazz, e sarà esposta la difesa di
Scruton alla musica popolare americana. Infine analizzeremo il pensiero di Scruton
riguardo la tonalità, e la sua importanza nell’atto della percezione musicale. A
partire da questo, si delineeranno i motivi per cui Scruton mette in discussione
l’atonalità e verrà analizzato il rapporto tra la forma e il contenuto nella sua
filosofia.
Nel quinto capitolo analizzeremo il rapporto tra la musica e la cultura in
Scruton. Si partirà dalla definizione di “valore” e di “giudizio estetico”; questo
condurrà a considerare l’inscindibile legame della musica con la moralità e la
società, e vedremo come questo punto presenti numerosi aspetti problematici. Poi
verrà delineato il concetto di cultura secondo Scruton, e verranno mostrati gli
aspetti in comune della musica con l’esperienza religiosa, al fine di cogliere
l’importanza dell’allusione all’interno della comunicazione estetica. Dopo aver
8
R. Scruton, Understanding Music, New York, Oxford University Press Inc., 2009, p. 204-227.
8
dato una definizione di “cultura musicale”, mostrando come questo fenomeno
abbia un carattere storico, verrà fatta un’analisi della musica popolare in rapporto
al valore estetico. Con particolare attenzione alla produzione artistica degli ultimi
anni, Scruton mostrerà come l’epoca attuale sia caratterizzata dalla mancanza di
giudizio estetico e dalla decadenza culturale, testimoniata dal decadimento della
danza, della spiritualità e dalla scarsa qualità dei parametri musicali. Vedremo
come la giustificazione di queste teorie presenti difficoltà, soprattutto in rapporto
al problematico legame tra giudizio estetico e giudizio morale. Infine Scruton,
lontano dal voler fare condannare in toto un genere musicale, mostrerà come sia
necessario dover fare distinzioni all’interno della musica popolare e come sia
indispensabile la capacità di giudizio nella scelta di ciò che si ascolta.
9
PARTE I
LA FILOSOFIA DI
ROGER SCRUTON
11
Roger Scruton è un filosofo inglese il cui lavoro s’inserisce nell’ambito
della filosofia analitica dell’arte. Questa scuola di pensiero anglo-americana
prende le mosse dalle teorie di Bertrand Russell, dei vari esponenti del Circolo di
Vienna e di Ludwig Wittgenstein.
9
Essa è caratterizzata da un metodo filosofico
che consiste nell’utilizzo di un linguaggio chiaro e rigoroso, ed un’attenzione
particolare verso la correttezza formale e logica.
10
Viene perciò data particolare
importanza al problema della definizione e dell’ontologia dell’arte, privilegiando
l’analisi di oggetti ben determinati, definiti grazie a un’analisi linguistica volta a
chiarificare gli enunciati.
11
Tra tutte le arti, la musica è quella che piø ha stimolato il dibattito analitico
degli ultimi anni. In particolare, le questioni piø discusse sono:
12
1. La definizione di musica;
2. L’esistenza di un significato nella musica assoluta;
13
3. Il rapporto musica/emozioni.
Queste problematiche nascono tra la fine del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento, quando la musica strumentale si guadagna un ruolo da protagonista
nel panorama musicale.
14
Il suo significato non può piø dipendere da un testo o da
una funzione, ma dev’essere ricercato in altri ambiti. In risposta a questo, si
sviluppano due correnti di pensiero.
La prima è il formalismo, i cui maggiori esponenti sono Immanuel Kant
(1724-1804
15
), Eduard Hanslick (1825-1904
16
) e Peter Kivy (1934
17
); questa teoria
ammette solo il discorso sul significante (quindi sugli aspetti formali di un’opera
musicale, come la melodia, il ritmo, ecc). La musica strumentale non può narrare,
descrivere o rappresentare nulla, è una pura articolazione delle strutture formali
9
F. Vercellone, A. Bertinetto, G. Garelli, Lineamenti di storia dell’estetica. La filosofia dell’arte da Kant al XXI secolo,
Bologna, Il Mulino, 2008, p. 200.
10
Microsoft Encarta Enciclopedia Premium, Microsoft Corporation, 2004.
11
C. Migliaccio, Introduzione alla filosofia della musica, cit., p. 269.
12
Ivi.
13
Per “musica assoluta” s’intende la musica strumentale priva di testo. (cfr. A. Bertinetto, Il pensiero dei suoni, cit.,
p. 9).
14
A. Bertinetto, Il pensiero dei suoni, cit., p. 9.
15
Encarta Enciclopedia Premium, Microsoft Corporation, 2004.
16
Britannica Online Encyclopedia, URL: http://www.britannica.com/EBchecked/topic/254601/Eduard-Hanslick, 2012.
17
Encyclopedia.com, URL: http://www.encyclopedia.com/article-1G2-3417300106/kivy-peter-nathan-1934.html, 2012.
12
sonore nel tempo.
18
Essa è priva di riferimenti al mondo e al soggetto, ed il suo
valore estetico è puramente musicale.
19
L’altra posizione è l’antiformalismo, tra i cui rappresentanti piø significativi
possiamo annoverare Arthur Schopenauer (1788-1860
20
), Ernst Bloch (1885-
1977
21
) e Vladimir JankØlØvitch (1903-1985
22
); questa corrente di pensiero vede il
valore estetico della musica nella sua capacità di esprimere significati, al di là dei
suoi aspetti formali.
23
La musica è un’arte astratta, ma non per questo dev’essere
priva di contenuti.
Il dibattito tra le due correnti si sviluppa attraverso i seguenti interrogativi:
se la musica sia o meno un linguaggio (o una forma di linguaggio), se abbia la
capacità di rappresentare la realtà, se possa narrare, se possieda dei contenuti, se
possieda capacità espressive, e quindi come si giustifichi il rapporto tra la musica e
le emozioni.
Verrà ora analizzata la posizione di Scruton in merito a tali questioni. Egli è
l’autore di “The Aesthetics Of Music”, pubblicato nel 1997, uno dei piø importanti
lavori di filosofia della musica degli ultimi anni. In esso Scruton discute diversi
problemi centrali dell’estetica musicale, non soltanto di orientamento “analitico”.
In particolare, qui sviluppa la sua teoria “acusmatica” della musica, che sarà il
punto di partenza per l’analisi del suo pensiero musicale.
18
A. Bertinetto, Il pensiero dei suoni, cit., p. 49.
19
Ivi.
20
Britannica Online Encyclopedia, URL: http://www.britannica.com/EBchecked/topic/528173/Arthur-Schopenhauer,
2012.
21
Britannica Online Encyclopedia, URL: http://www.britannica.com/EBchecked/topic/69499/Ernst-Bloch, 2012.
22
Treccani.it l’enciclopedia italiana, URL: http://www.treccani.it/enciclopedia/vladimir-jankelevitch, 2012.
23
A. Bertinetto, Il pensiero dei suoni, cit., p. 10-11.
13
Capitolo 1
FILOSOFIA DELLA MUSICA
1.1 - La teoria acusmatica
Scruton affronta il problema della definizione di “musica” proponendo la
sua teoria acusmatica. Essa sostiene che la musica consista “nell’esperienza e
nella reazione dell’ascoltatore ai suoni in quanto astratti dalle loro cause mondane,
ovvero in quanto separati dagli strumenti della loro produzione”.
24
Il concetto di
“acusmatico”, di derivazione pitagorica,
25
fu sviluppato tra il 1940 e il 1950 dai
compositori della musique concrète (“musica concreta”), il cui maggiore esponente
è stato Pierre Shaeffer (1910-1995
26
).
27
La “musica concreta” è un genere musicale
in cui non ci sono nØ esecutori nØ elementi visivi che possano attirare l’attenzione
dell’ascoltatore.
28
Dunque il termine “acusmatico” indica l’autonomia
dell’esperienza estetica della musica rispetto alle sue cause. Scruton riprende la
nozione di musica acusmatica, applicandola però alla musica come tale. Egli scrive:
“Anche se ogni suono deve avere una causa, non segue che debba anche essere
emesso da quella causa, o che debba essere compreso come suono di quella
causa.”
29
Dunque la relazione tra i suoni, per quanto nata in un contesto spazio-
temporale, è indipendente dalle circostanze fisiche della produzione e della
24
A. Bertinetto, Il pensiero dei suoni, cit., p. 43.
25
R. Scruton, Aesthetics of music, New York, Oxford University Press Inc., 1997, p. 2.
26
Britannica Online Encyclopedia, URL: http://www.britannica.com/EBchecked/topic/526992/Pierre-Schaeffer, 2012.
27
A. Hamilton, Aesthetics and Music, London, Continuum, 2007, p. 95.
28
Ivi.
29
R. Scruton, Aesthetics of music, cit., p. 2.