5
si dà un senso alla nostra vita. Oggi, gli adulti hanno perso un po’ di
vista l’importanza dell’altro, del relazionarsi e del confrontarsi ed è
proprio da questa incapacità di comunicare che nascono i problemi
dei ragazzi. L’adolescenza è un periodo di crescita, di
trasformazione della propria identità e ed in questo passaggio la
figura dell’adulto che ascolta, che sostiene, che accompagna verso
l’autonomia e che fa emergere le potenzialità, è fondamentale.
Cercherò, quindi, di dimostrare che gli adolescenti d’oggi sono
degli individui in grado di crescere, di sognare, d’amare come quelli
del passato, e che queste maggiori difficoltà nella crescita rispetto al
passato sono dovute ad una maggiore difficoltà, del mondo adulto e
della società in genere, ad educare.
Non è semplice analizzare l’adolescenza da un punto di vista
generale nel rapporto con la società. C’e una difficoltà che è dovuta
proprio al fatto che l’adolescenza nella sua normalità spesso sembra
come un’età dimenticata, ce né ricordiamo soltanto quando gli
adolescenti creano problemi e questo stereotipo del senso comune si
riflette anche nelle scienze sociali.
Nello sviluppare questo argomento mi stava a cuore
presentare una visione più teorica, quindi analizzare gli studi psico-
sociali svolti nel corso del ventesimo secolo per comprendere il
rapporto che esiste tra adolescenza e disagio, una visione giuridica
per capire quanta importanza ha l’adolescenza nella società civile
ma anche constatare quanto in realtà la società lavori per migliorare
la vita degli adolescenti per farli vivere in situazioni di benessere e
non di disagio, quindi vedere in concreto, quanti e quali servizi
sono rivolti agli adolescenti a livello nazionale.
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
6
CAPITOLO PRIMO
Adolescenti e disagio
L’adolescenza come fase della crescita comporta un elevato
grado di complessità: le difficoltà, il disorientamento, il malessere
sono elementi costitutivi del processo di cambiamento. In una
dimensione psicosociale Giorgio Tonolo (1999) considera la
complessità della crescita non sempre come causa del disagio, ma
anche, come risorsa di sviluppo. Secondo l’autore: “il disagio
evolutivo fa parte dell’adolescenza anche se oggi, vivendo in una
società complessa, crescere diventa più complicato tanto che a volte
il disagio evolutivo può trasformarsi in disagio sociale”
1
.
In questo capitolo cercherò di analizzare che cosa vuol dire
crescere oggi rispetto al passato, di descrivere i comportamenti che
si legano al disagio adolescenziale e come i modelli educativi
possono migliorare la qualità della vita degli adolescenti.
1
G. Tonolo, Adolescenza e identità, Bologna, Il Mulino, 1999 pag. 269-270
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
7
1.1 Crescere in una società complessa
La società di oggi si caratterizza per la complessità e per un
processo di globalizzazione che ha portato alla caduta dei modelli
valoriali comuni e condivisi ed all’aumento di differenze individuali
e sociali tanto da non poter più “offrire a tutti un egual godimento
dei diritti, un’identità stabile e la possibilità di un pieno sviluppo
della personalità e del pensiero”
2
.
In questa società sempre più incerta, dove il cambiamento è
diventato l’asse portante, gli individui sono più facilmente colti dal
disagio esistenziale e soprattutto gli adolescenti che nel loro
percorso di crescita hanno bisogno di certezze, di stabilità e di
continuità. Rispetto alle generazioni che gli hanno preceduti, i
giovani di oggi sono avvantaggiati sul piano materiale e sociale
(disponibilità economica, libertà, divertimenti, possibilità di scelta)
ma il loro percorso di costruzione di un’identità personale e sociale
stabile è diventato più faticoso e problematico. “ Il nuovo mondo
giovanile ha meno problemi materiali di sopravvivenza, ma ha più
povertà umane. Crescere nella “società degli individui”, quella che
pone l’io al centro delle scelte, non sembra offrire ai giovani quelle
sicurezze relazionali, quel senso di poter contare sugli altri che sono
essenziali per evitare di chiudersi in se stessi”.
3
Molti sono i cambiamenti sociali che influenzano la crescita e
rendono più difficoltoso il percorso; innanzitutto la famiglia, che è
2
S. Calaprice, Alla ricerca d’identità. Per una pedagogia del disagio, Brescia, La
Scuola, 2004 pag. 8
3
P. Donati, I. Colozzi , Giovani generazioni. Quando si cresce in una società
eticamente neutra, Bologna, Il Mulino, 1997 pag. 281
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
8
sempre più isolata rispetto alla rete parenterale e informale e si
chiude in se stessa in una logica molto intimista e poi la società, che
non individua più le tappe sociali di passaggio allo status di adulto e
non ultimo il mondo della comunicazione, che cambia in modo
rapidissimo e spesso identifica il non-comunicare (silenzio) come
un fattore di isolamento e non più come un luogo di mediazione
interiore.
La complessità e il cambiamento, che oggi sembrano i
paradigmi più opportuni per descrivere sia la società sia il percorso
di crescita delle nuove generazioni, se da un lato possono portare a
situazioni diffuse di disagio sociale ed esistenziale dall’altro
possono essere viste come risorse per il miglioramento della società
e degli adolescenti. Come ci fa notare Giorgio. Tonolo, se
impariamo a vedere l’adolescenza come “fase di cantiere aperto e
privilegiato della costruzione dell’identità” ed insegniamo ai
ragazzi e alle ragazze a diventare artefici del loro destino,
riscopriremo l’adolescenza “come esempio di come rinnovarsi di
fronte ai cambiamenti”.
4
1.1.1 Gli adolescenti tra complessità e cambiamento
In generale crescere significa cambiamento, poiché fisico e
psiche si trasformano; differenziazione, in quanto i comportamenti
evolvono da forme limitate a forme più elaborate; accumulazione di
esperienze che si influenzano e si modificano a vicenda e
soprattutto sviluppo progressivo verso l’autonomia.
5
L’adolescenza
4
G. Tonolo, Adolescenza e identità, Bologna, Il Mulino, 1999 pag. 308-309
5
A. Oliviero Ferrarsi, Crescere, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1992 pag. 9
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
9
rappresenta un momento fondamentale della crescita dell’uomo, il
processo sotteso alla formazione dell’identità adulta è molto
complesso: “ Il bambino non diviene adulto diventando più grande
e migliore….crescere per trasformarsi in adulto significa lasciare
dietro di sé o eliminare parte di ciò che ha costituito il bambino per
diventare per molti aspetti qualcun altro”.
6
L’adolescente deve misurarsi con fatti, esigenze, impegni del
tutto nuovi, che sono abitualmente definiti col termine di compiti
evolutivi. Il compito più impegnativo dell’adolescente è quello
della separazione: egli deve separarsi dall’infanzia, dalla famiglia
protettiva e rassicurante, per acquisire una visione autonoma nella
percezione di sé, degli altri e del mondo.
Ogni compito serve a stimolare il ragazzo a superare
positivamente la fase di sviluppo in cui si trova, preparandolo ad
affrontare le fasi successive. Tra i compiti connessi all’età
adolescenziale possiamo ricordare:
¾ inquadrare le trasformazioni fisiche e mentali in un nuovo
contesto e trovare nuovi modi efficaci di relazionarsi agli
altri;
¾ darsi una nuova identità, l’immagine di sé strutturata
nell’infanzia non è più praticabile almeno che non si decida
di smettere di crescere;
¾ rendersi autonomi dai genitori soprattutto sul piano emotivo;
6
F. Redl, Il trattamento psicologico del bambino citato da A. Maggiolini, G. Pietropolli
Charmet (a cura di), Manuale di psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti,
Milano, Franco Angeli, 2004 pag. 19
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
10
¾ darsi una scala di valori. L’adolescente ricerca i motivi, le
finalità e le logiche di base dell’esistenza, per far ciò è
necessario chiarire molti punti e sciogliere molti nodi.
L’adempimento di tali compiti non è facile, sia perché è
complicato guardare lucidamente dentro se stessi, sia perché non
sono evidenti le opportunità di autorealizzazione e di
socializzazione presenti nell’ambiente.
7
Il processo di formazione adolescenziale non è caratterizzato
soltanto dall’acquisizione e dall’aumento di nuove conoscenze e
abilità ma è soprattutto una ridefinizione complessiva del senso di
sé: “ In adolescenza non cambia solo quello che l’adolescente sa o
sa fare ma soprattutto quello che è e come si vede”
8
. Questo
cambiamento coinvolge contemporaneamente la ristrutturazione
cognitiva ed affettiva. Il modo di vivere le emozioni in adolescenza
è completamente diverso da quello dell’adulto o del bambino; le
emozioni sono più estreme, gli stati d’umore meno duraturi, le
variazioni d’intensità maggiori. Lo sviluppo emotivo presuppone,
quindi, l’acquisizione della capacità di controllo su tali
manifestazioni. Inoltre, l’attività celebrale è fortemente influenzata
dallo stato emotivo, ciò rende difficile agli adolescenti
l’elaborazione delle informazioni e l’interpretazione delle
situazioni. La trasformazione adolescenziale implica un salto
qualitativo complesso: “ è un tempo di grandi metamorfosi, di
alchimie complesse e di trasformazioni continue nel quale in
7
A. Oliviero Ferraris, Crescere, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1992 pag. 153
8
A. Maggiolini, G. Pietropolli Charmet (a cura di), Manuale di psicologia
dell’adolescenza: compiti e conflitti, Milano, Franco Angeli, 2004 pag. 17-18
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
11
ognuno vi è tutto e il contrario di tutto”.
9
Molto spesso le
trasformazioni sono fonte di ansia e di paura. I cambiamenti fisici,
psichici e comportamentali conducono ad un malessere naturale al
quale va prestato attenzione, la crisi dell’adolescente rappresenta “
una manovra fondamentale per cambiare rotta”
10
e per crescere.
La complessità deriva, soprattutto, dalle difficoltà ad
accettare i cambiamenti. Le trasformazioni fisiche disarmoniche
imbarazzano e sono sgradevoli, l’interesse per l’altro sesso crea
imbarazzo e pudore rispetto alla sessualità, le trasformazioni
mentali comportano conflittualità e senso di colpa verso gli adulti, il
bisogno di autonomia si scontra con il desiderio di attenzioni, lo
sviluppo del pensiero formale permette l’analisi della realtà in
modo più critico e tutto ciò fa emergere l’ambiguità, l’incoerenza e
l’ipocrisia degli adulti e crea irritazione e delusione. Lo sforzo
verso l’autonomia può anche essere reso difficile dall’ambiente
circostante; le persone con cui l’adolescente si rapporta possono
essere più o meno disponibili a incoraggiare l’autonomia. Proprio
con queste frequenti tensioni intrapsichiche e relazionali, ragazzi e
ragazze crescono procedendo per “oscillazioni”.
11
Infatti, si
alternano fasi di enfasi evolutiva a fasi di regressione momentanea
che permettono di recuperare l’equilibrio. Vi è poi, un altro genere
di oscillazioni, che è dato dalla possibilità che i fenomeni evoluitivi
si vengono a concentrare in un periodo più ristretto provocando
crisi acute.
9
G. Maiolo, Adolescenze spinose. Come comunicare senza fare (e farsi) del male,
Milano, Erickson, 2002 pag. 13
10
ivi, pag. 120
11
G. Tonolo, Adolescenza e identità, Bologna, Il Mulino, 1999 pag. 301
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
12
Si può dire che crescere e raggiungere l’autonomia è un
impresa esistenziale particolarmente difficile, come abbiamo visto
l’adolescente deve affrontare i compiti evolutivi cercando allo
stesso tempo di mantenere un equilibrio, nonostante le influenze
che derivano da fattori interni ed esterni.
1.1.2 L’influenza della società sulle nuove generazioni
Come ho più volte ribadito, oggi l’incertezza e la complessità
che hanno da sempre caratterizzato il percorso di crescita vengono
amplificate dal mondo adulto che si trova a sua volta in balìa dei
mutamenti repentini e della precarietà.
12
Nelle società semplici il futuro delle nuove generazioni era
ben chiaro nella mente degli adulti; oggi, il destino delle persone
non è né evidente né scontato, gli adulti non sanno più quali
insegnamenti trasmettere ai giovani perché faticano ad immaginare
il loro futuro.
13
In una società fortemente omogenea, in cui i valori e
le strade da percorrere erano già delimitate l’adolescente con
maggiore facilità raggiungeva lo status di adulto. Oggi l’ambiente
di vita in cui i ragazzi e le ragazze sono inseriti è assai meno
strutturante.
Una società complessa è molto difficile da decifrare. Una
società fortemente pluralista, che propone una molteplicità di
modelli di identificazione rende più difficile la scelta. Una società
12
S. Vegetti Finzi, A. M. Battistin, L’età incerta: i nuovi adolescenti, Milano,
Mondatori, 2000 pag. 6
13
A. Maggiolini, G. Pietropolli Charmet (a cura di), Manuale di psicologia
dell’adolescenza: compiti e conflitti, Milano, Franco Angeli, 2004 pag. 139
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
13
incerta esige continui cambiamenti e ridefinizioni. Una società nella
quale il fare è più importante del pensare e l’avere dell’essere, fa
apparire la ricerca delle gratificazione personale più importante
della qualità delle relazioni. Oggi, la società rinvia i riti sociali che
scandiscono il passaggio allo status di adulto come la conclusione
degli studi, l’uscita da casa, l’ingresso nel mondo del lavoro,
tenendo i giovani in una fase di “moratoria sociale” che, se da un
lato permette una formazione più adeguata dall’altro impedisce
all’adolescente di raggiungere una piena autonomia, lasciandoli a
lungo in un periodo di indefinitezza.
La società di oggi non presenta per fortuna, soltanto elementi
di rischio per il processo di formazione della personalità ma
presenta anche molti elementi estremamente positivi. Tra questi
possiamo ricordare le maggiori opportunità formative, la riduzione
dell’autoritarismo familiare e sociale che permette una maggiore
spontaneità e una diminuzione dei pregiudizi; una migliore
conoscenza della vita e dei suoi problemi; la possibilità di
comprendere meglio il senso delle cose e della vita attraverso lo
scambio ed il confronto tra culture diverse; la maggiore
comprensione dei propri diritti personali e di cittadinanza; i
maggiori stimoli e le più diffuse occasioni di partecipazione alla
vita sociale e a forme organizzate di solidarietà e di reciprocità
costruttiva.
Nella società di oggi, valenze positive e negative si
intrecciano e chi si affaccia alla vita deve costruire la propria
identità tra molte inevitabili difficoltà.
Capitolo primo- Adolescenti e disagio-
14
Per avvalorare le riflessioni finora fatte cito le conclusioni di
alcune ricerche svolte dal CENSIS
14
che sottolineano come le
giovani generazioni siano lo specchio fedele della società. Così
come se la società ci appare oggi tanto evoluta quanto impaurita di
fronte alla crescente incertezza sociale così le giovani generazioni
sono più evolute ma anche più impaurite e fragili di fronte ad una
realtà sociale mutante; se la società ci appare spesso nella sua
doppia identità per un terzo società della cultura raffinata, dei
consumi evoluti innovativa e geniale e per un terzo al limite
dell’analfabetismo funzionale, le giovani generazioni manifestano
non due ma una molteplicità di identità tra loro opposte.
Gli adolescenti e i giovani d’oggi sono necessariamente e non
colpevolmente fragili, in quanto inseriti in un cambiamento
culturale, sociale ed economico che non consente loro di conseguire
in poco tempo lo status di adulto. Appaiono come “ gli abitatori di
un mondo in transizione che crea in loro esaltazione, ma anche
insicurezza e paura meritano perciò attenzione, rispetto e
considerazione”.
15
Nonostante tutto, e spesso senza l’aiuto di adulti
significativi, maturano traguardi di progressivo e accettabile
adattamento e sperimentano doti inedite di flessibilità e di capacità
di effettivo cambiamento anche in campo lavorativo e
professionale.
14
CENSIS (a cura di), La generazione del consenso, Marzo 2001
15
CENSIS, Giovani lasciati al presente, Milano. Franco Angeli, 2002