7
I CAPITOLO
I SOCIAL NETWORK
1.1. Differenze tra reti sociali fisiche e reti sociali virtuali
Fin dai tempi più antichi si è affermata l’importanza della dimensione sociale
dell’individuo e più precisamente del rapporto che l’individuo instaura con i suoi
simili nei più svariati contesti di vita.
Fu per primo il filosofo Aristotele, infatti, nell’opera intitolata “Politica” a
sostenere che «l’uomo è un essere sociale e portato per natura a vivere insieme
con gli altri» (Toscani, 2011, p. 151).
Dopo Aristotele, nel corso dei secoli, molti studiosi delle scienze sociali come
sociologi, antropologi e psicologi hanno posto come oggetto dei propri studi,
l’interazione sociale dell’uomo mettendo in atto princìpi teorici e metodologici
della sociometria, ovvero della branca delle scienze sociali, nata negli anni trenta
del Novecento, che si occupa di studiare le relazioni tra individui e gruppi
all’interno di determinati contesti sociali allo scopo di analizzare e comprendere
atteggiamenti e comportamenti messi in atto dall’uomo nel momento in cui
interagisce con gli altri.
É solo dopo la seconda guerra mondiale che, concetti come “gruppo” e
“comunità” perdono la loro importanza e si assiste alla nascita del concetto di
“rete sociale” da parte di alcuni studiosi della scuola antropologica di Manchester
tra cui spicca il nome di John Barnes. La rete sociale indica l’insieme degli
individui che interagiscono tra di loro implicando un cambiamento del
comportamento messo in atto dagli stessi soggetti coinvolti ed è quindi il
presupposto affinché venga costituita una comunità all’interno di una vasta
società. Aspetti essenziali di tali interazioni sociali sono sia l’interdipendenza,
ovvero la condivisione tra i membri di valori, affetti, atteggiamenti ed
orientamenti sia la creazione dell’identità personale e sociale di ogni membro che
interagisce.
Le reti sociali, quindi, sono da sempre essenzialmente delle reti fisiche attraverso
cui gli individui entrano concretamente in contatto tra di loro, sperimentando
8
diverse modalità di interazione che permettono al singolo individuo di creare una
propria identità individuale e collettiva.
A partire dalla fine del secolo scorso, grazie alla nascita del Web 2.0, si assiste ad
un cambiamento delle tradizionali reti sociali le quali non assumono più
esclusivamente un carattere fisico, ma possono assumere anche una forma virtuale
che comportano l’instaurazione e il mantenimento di rapporti sociali all’interno di
un mondo online in cui è possibile non solo comunicare e socializzare ma anche
condividere e scambiare informazioni e contenuti fra gli utenti.
Per comprendere meglio il funzionamento di tali reti, inoltre, è stato creato un
apposito metodo di studio definito “Social Network Analisys”, termine che fa
riferimento «all’insieme dei concetti e delle metodologie necessarie per lo studio
delle relazioni che intervengono tra attori sociali» (Mascia, 2009, p. 70).
Essa nacque grazie ai contributi di Jacob Levi Moreno, fondatore della
sociometria e si è sviluppata negli anni quaranta del Novecento dai teorici della
scuola di Manchester come Barnes, Mitchell, Bott e Turner. Ancora oggi viene
applicata in campo sociologico, antropologico e psicologico e ha lo scopo «di
indagare diverse prospettive in contemporanea; unisce, infatti, un livello micro,
quello del singolo attore presente in una rete, ad un livello macro, che tiene conto
degli effetti collegati alla struttura della rete nel suo complesso o, anche, di una
sua parte significativa» (Mascia, 2009, p. 71).
Per quanto riguarda la differenza fra le reti sociali fisiche e quelle virtuali, il
docente universitario Davide Bennato (2007, p. 5) sostiene che le reti sociali
virtuali permettono di creare:
- relazioni sociali a livello locale ma anche a distanza;
- relazioni estremamente permeabili e deboli in quanto esse possono essere
costruite rapidamente e allo stesso modo possono essere abbandonate se
considerate poco interessanti;
- rapporti con persone appartenenti ad un diverso background sociale.
Ad ogni modo, la rete sociale virtuale si costituisce a partire dalla creazione e
dalla condivisione di “comunità virtuali” o “community online” ovvero «gruppi di
persone che condividono passioni, interessi, ruoli e questioni attorno a un
argomento [...]. Online siamo “utenti”, persone a cui vengono attribuiti nuovi
9
“segni”, tratti distintivi propri del linguaggio web, necessari a renderci
identificabili da altri soggetti che in quello spazio incontriamo e conosciamo,
instaurando nuove forme di comunicazione e di interazione» (Saladino, 2015, pp.
44-45). Caratteristiche tipiche di una comunità virtuale sono:
- l’interazione sia in forma sincrona (in tempo reale detto anche online) sia in
forma asincrona (in tempo differito detto anche offline);
- l’utilizzo di uno stesso linguaggio;
- la partecipazione estesa a livello universale permettendo l’interazione anche
fra individui che abitano distanti fra loro;
- la condivisione di un codice di interazione (emoticon) che sostituisce il
linguaggio non verbale utilizzato normalmente nelle interazioni reali.
Esistono diverse tipologie di comunità virtuali ma quelle più importanti sono
sicuramente i “social network”, piattaforme disponibili attraverso l’accesso alla
rete Internet che vengono paragonate a delle “piazze virtuali” che permettono agli
utenti di relazionarsi fra loro sulla base della condivisione di interessi comuni.
Grazie alla nascita e alla diffusione dei social network su scala globale, tutti gli
studiosi oggi sono d’accordo sul fatto «che non esiste una socialità confinata nella
rete, divisa e indipendente dalla socialità del mondo fisico» (Taddeo, 2014, p. 2),
ma esiste un mondo in cui reale e virtuale si mescolano e si confondono
reciprocamente in quanto ciò che è sempre stato virtuale adesso diventa reale
diventando sempre più difficile distinguere le due parti. Questa incapacità di
distinzione del mondo reale da quello virtuale spesso causa problemi, a volte
anche gravi, all’individuo che, come vedremo più avanti, condizionerà la
costruzione della propria identità personale e sociale.
1.2. Nascita e tipologie di Social Network più diffusi nel mondo
Prima dell’avvento del cosiddetto “Web 2.0”, termine coniato dall’editore
irlandese Tim O’Reilly alla fine del 2004 durante una serie di conferenze
organizzate negli U.S.A., internet si presentava come uno strumento privo di
possibilità di interazione con l’utente.
10
La nuova funzionalità del Web 2.0 ha permesso, invece, agli utenti di creare
attivamente e condividere vari contenuti multimediali tanto che, lo stesso O’
Reilly, lo ha paragonato ad un centro gravitazionale.
Da ciò nacquero i cosiddetti “social media”, ovvero «un gruppo di applicazioni
basate sul web e costruite sui paradigmi (tecnologici ed ideologici) del web 2.0
che permettono lo scambio e la creazione di contenuti generati dagli utenti»
(Aliprandi, 2017, p. 127).
Allo stesso tempo, accanto ai social media nacquero i “social network” i cui
termini ancora oggi vengono spesso confusi e utilizzati come sinonimi: nonostante
i social network facciano parte dell’universo degli stessi social media, lo scopo
principale è quello essenzialmente di discutere, interagire e confrontarsi con le
altre persone.
Con questo grande passo in campo tecnologico, ci troviamo in una società in
continua evoluzione tanto che il Web 2.0 è stato, con il tempo, sostituito dal “Web
3.0” che ha permesso agli utenti di ampliare le modalità di accesso ai social
network e, ad internet in generale, attraverso vari dispositivi che vanno oltre
l’utilizzo del vecchio e semplice computer, come ad esempio gli smartphone e i
tablet. Grazie a questa opportunità, è stato possibile porre l’utente al centro
rendendolo un protagonista produttivo, capace di interagire con altri utenti.
É ormai evidente che negli ultimi vent’anni i social network si sono diffusi in
maniera incontrollata in tutto il mondo raggiungendo un numero enorme di
persone tanto che, secondo l’indagine di “We Are Social”, attualmente solo in
Italia sono oltre 35 milioni gli utenti attivi sulle piattaforme social.
In particolare, secondo una delle visioni più diffuse, queste piattaforme
permettono agli utenti di (Taddeo, 2014, pp. 10-11):
• costruire un profilo pubblico o semi-pubblico, all’interno di un sistema chiuso;
• articolare una lista di altri utenti con i quali condividere la connessione;
• vedere e attraversare la lista di connessioni creata dagli altri nel sistema.
Di norma, la struttura dei più rinomati siti di social network presenta una pagina
personale dell’utente in cui vi si possono inserire informazioni importanti riguardo
la propria identità personale e sociale come ad esempio: età, luogo di nascita e
residenza, stato civile, studi conseguiti e il tipo di professione svolta. A ciò si
11
aggiungono una serie di contenuti pubblicati dallo stesso utente come ad esempio
foto, video, pensieri, stati d’animo ecc... L’utente, inoltre, può interagire con i
contenuti condivisi da altri utenti condividendoli a sua volta, commentandoli o
lasciando un “like” allo scopo di esprimere un proprio apprezzamento. Infine
all’utente viene data la possibilità di poter interagire direttamente con altri
attraverso la “chat”, la quale all’inizio si limitava semplicemente alla scrittura
tramite la tastiera, invece adesso è stata ampliata grazie all’introduzione di note
vocali, chiamate e video-chiamate che permettono agli utenti un’interazione
sempre più simile al reale.
Sono stati molti i social network che sono nati tra la fine degli anni Novanta del
secolo scorso e i primi dieci anni del Duemila: alcuni di essi non esistono più, altri
invece si sono sviluppati sempre di più con il passare del tempo. Quelli più diffusi
nel mondo sono stati e sono (Arienzo, 2014):
➢ SixDegrees: è stato il primo social network della storia del Web fondato negli
Stati Uniti da Andrew Weinereich nel 1997 ed è stato chiuso nel 2000. In
particolare, esso offriva agli utenti la possibilità di creare un proprio profilo
pubblico e di interagire con gli altri utenti.
➢ MySpace: è nato nel 2003 grazie a Tom Anderson e a Chris De Wolfe ed è
stato considerato il più grande social musicale della storia poiché radunava
musicisti e artisti di tutto il mondo. Il sito in Italia è stato chiuso nel 2009 con
l’arrivo di altri social network che l’hanno sostituito.
➢ Netlog: fondato nel 2004, è stato uno dei primi social rivolto ad un target
giovanile di età compresa fra i 14 e i 24 anni. In esso era possibile pubblicare
playlist musicali, condividere video, postare blog e unirsi a gruppi. Il sito è
stato chiuso nel 2015.
➢ Badoo: nato nel 2006 a Londra, è un mix tra un social network e un
tradizionale sito di incontri online, infatti il suo scopo è quello di conoscere e
incontrare persone che condividono gli stessi interessi, per amicizia o per
amore. Il sito è ancora aperto ma è meno utilizzato rispetto al passato.
➢ Twitter: è stato fondato nel 2006 dalla Obvious Corporation di San Francisco
ed è ancora in funzione. É utilizzato dalla gente comune ma anche da molti
politici e giornalisti. Esso fornisce agli utenti una pagina personale in cui
12
inserire messaggi di testo con una lunghezza massima di 280 caratteri ed è
stato il primo social a creare e a diffondere gli “hashtag”, cioè le etichette
formate da parole o frasi concatenate che accompagnano i messaggi di testo
preceduti dal simbolo “cancelletto” (#).
➢ Facebook: è il social network più famoso nel mondo occidentale. Nasce del
2004 grazie a Mark Zuckerberg, all’epoca studente presso l’Università di
Harvard. Inizialmente lo scopo era quello di riunire sul Web tutti gli studenti
di Harvard, infatti il termine “Facebook” significa letteralmente “libro delle
facce” e trae ispirazione dagli annuari universitari che solitamente contengono
foto, nomi e informazioni sugli studenti dei college americani.
Successivamente, visto il successo conseguito, esso divenne sia un modo per
rimanere in contatto con vari amici rendendo la comunicazione semplice e
diretta, sia per interagire con i contenuti degli utenti.
In Italia il “fenomeno” Facebook è arrivato più tardi, nel 2008 registrando un
boom di iscritti alla fine dello stesso anno con circa un milione di utenti.
➢ Instagram: è un social network di genere fotografico sviluppato da Kevin
Systrom e Mike Krieger nel 2010 e due anni dopo è stato acquistato dal
creatore di Facebook. Esso consente di scattare foto e registrare video per poi
condividerli nella pagina personale allo scopo di ottenere visualizzazioni e
apprezzamenti da parte degli utenti di tutto il mondo. Inoltre, dal 2016 è
possibile inserire delle “Stories”, si tratta di contenuti aggiunti e visibili dagli
utenti solo per ventiquattro ore allo scopo di mostrare tutto ciò che le persone
fanno durante l’arco di una giornata.
➢ WhatsApp: ideato nel 2009 da due informatici statunitensi, nel 2014 viene
anche esso acquistato da Mark Zuckerberg. Inizialmente si trattava di
un’applicazione di messaggistica istantanea per dispositivi mobili che
sostituiva i tradizionali “sms”. Successivamente lo stesso Zuckerberg lo rese
un social network come Facebook e Instagram introducendo la possibilità di
inoltrare immagini, documenti, audio, posizione e contatti. É possibile, inoltre,
effettuare chiamate e video-chiamate e inserire le famose “Stories” per
ventiquattro ore.