2
successivo referendum del 1974, all’istituzione dei consultori familiari nel
1975, all’approvazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza
nel 1978 e all’esplosione della problematica AIDS. Di qui le numerose
proposte di legge sull’educazione sessuale presentate al rinnovarsi delle
legislature senza mai essere varate.
Al di là delle innumerevoli correnti di pensiero, spesso contrapposte tra loro,
per educazione sessuale s’intende un “progetto globale di sviluppo delle
potenzialità di ognuno per ottenere una completa maturazione della
personalità e l’affermazione della propria differenza come valore e
ricchezza”.
1
Molte resistenze all’inserimento di programmi di educazione sessuale nelle
scuole sono state sostenute dal timore che parlare di sessualità potesse
costituire un incentivo a praticarla benché l’educazione sessuale si sia sempre
dimostrata “innocua” in tal senso.
Alcuni studi di valutazione commissionati dal “Programma Globale
sull’AIDS” dell’OMS, hanno provato che i programmi di educazione sessuale
non provocano un aumento o un inizio precoce dell’attività sessuale tra i
giovani, anche quando c’è una maggiore disponibilità di contraccettivi, ma
che, al contrario, possono determinare una diminuzione dell’attività sessuale,
ritardarne l’inizio e aumentare l’adozione di pratiche sessuali più sicure tra gli
adolescenti sessualmente attivi.
3
Tuttavia, al di là dei vuoti legislativi, negli ultimi anni sono state
numerosissime le iniziative di educazione sessuale attivate nelle scuole specie
a seguito dell’esperienza AIDS. A tale proposito andrebbe sottolineato come
talvolta la sessualità sia stata infelicemente collegata al pericolo di malattia e
morte, legata al rischio e non al piacere, alla paura e non alla gioia, alla
diffidenza e non alla fiducia.
L’educazione sessuale dovrebbe invece essere caratterizzata in positivo, come
scoperta di emozioni di sé stessi e degli altri.
In quest’ottica s’inquadrano i vari progetti, promossi da Ministero della Sanità
in collaborazione con quello della Pubblica Istruzione, che hanno come
destinatari i ragazzi: educare ad un concetto di vita basato sulla salute
significa dare agli adolescenti gli strumenti utili per fruire di una sessualità
serena, consapevole e sicuramente più matura.
La promozione alla salute è quindi intesa come un processo attraverso il quale
le persone aumentano il controllo sulla propria salute con la finalità di
migliorarla.
La salute assume quindi la valenza di una risorsa per la vita quotidiana
aiutando le persone a gestire la propria vita, a riconoscere e soddisfare i propri
bisogni, a realizzarsi come membri responsabili e produttivi della società.
Fermo restando che il processo di formazione dell’identità prosegue per tutta
4
la vita, il periodo adolescenziale rappresenta un momento particolarmente
importante di questo processo.
Costruire iniziative che tendano alla promozione della salute in età
adolescenziale significa offrire stimoli, occasioni di crescita, di assunzione di
responsabilità e di protagonismo da parte degli adolescenti nei confronti della
propria salute e di quella degli altri.
Inoltre, i profondi mutamenti nei modi di pensare e di vivere la sessualità e
l’affettività che hanno caratterizzato il nostro paese hanno inciso ed
influenzato con forza la cultura giovanile.
Movimenti sociali e culturali hanno provocato negli ultimi 30 anni una crisi
degli stereotipi precedenti e un’apertura ad una nuova etica sessuale, quella
della spontaneità e della libera scelta.
Gli atteggiamenti sociali nei confronti della sessualità sono cambiati nel
tempo: oggi si parla in modo più esplicito di tematiche inerenti la sessualità
sia nei rapporti interpersonali sia attraverso i mass-media.
Tuttavia la maggior parte degli adolescenti giunge alla scoperta della
sessualità senza un’informazione e un’educazione sessuale adeguata ai loro
bisogni. Le variabili principali che incidono sui comportamenti dei giovani
sono: il livello informativo, la percezione del rischio, l’atteggiamento
psicologico e le abilità preventive.
5
Guidare i giovani alla tutela della propria salute può essere un compito
davvero difficile, poiché l’adolescente modifica con difficoltà i propri
comportamenti; sarà quindi compito dell’adulto di trovare il modo corretto
per attuare quelle occasioni d’incontro educativo alla gestione della propria
vita e salute.
Questa indagine è nata dal desiderio di conoscere i bisogni, i dubbi, le paure e
i comportamenti degli adolescenti nel campo della sessualità, al fine di
progettare, sulla base dei risultati ottenuti, un piano d’azione efficace di
educazione alla sessualità, nel quale, la figura professionale della/del
Diplomata/o in Ostetricia, e presto di una/un Laureata/o in tale disciplina,
possa avere un ruolo utile e richiesto.
6
MATERIALI E METODI DI RICERCA
Lo studio ha riguardato un campione di studenti dell’ultimo anno della Scuola
Media Inferiore e di tutto il ciclo scolastico delle Scuole Medie Superiori.
Per quanto riguarda la metodologia della selezione del campione è stato scelto
di rivolgere l’indagine a tre città collocate nel Nord, Centro e Sud Italia,
(rispettivamente Torino, Firenze e Foggia) per poter ricavare dalla ricerca un
quadro rappresentativo di ogni realtà locale e per poter così poi confrontare le
eventuali diversità emerse.
Una volta individuato il campione, sono state contattate le scuole selezionate
per presentare loro l’ iniziativa, specificando accuratamente le caratteristiche
e le finalità dell’ indagine che non si sarebbero limitate alla distribuzione dei
questionari, ma avrebbero coinvolto le scuole interessate in un futuro incontro
con gli studenti, per analizzare insieme i risultati e gli argomenti prospettati
nel questionario.
Non tutte le scuole contattate hanno voluto partecipare all’ indagine; il loro
rifiuto è stato motivato principalmente dal timore che l’argomento trattato
potesse non essere approvato dai genitori degli alunni, e provocare così
problemi legali per l’istituto.
In realtà, ogni Istituto scolastico ha un potere decisionale (Legge sull’
Autonomia n°59 del 15 marzo 1997 -art.21-) sull’ adesione o meno a progetti
7
di educazione alla sessualità, anche se questi ancora non sono obbligatori e
purtroppo continuano a creare imbarazzo.
Gli insegnanti di alcune classi che si sono sottoposte alla compilazione del
questionario hanno comunque chiesto l’autorizzazione dei genitori per la
partecipazione da parte di studenti minorenni.
Dopo aver ottenuto l’autorizzazione a procedere nelle scuole selezionate, è
stato dato il via all’ indagine nel Maggio del 2001.
In ogni Istituto scolastico sono state quindi inviate le fotocopie dei questionari
da distribuire (250 copie, calcolando di includere nel campione due sezioni
complete) e due lettere: una per il/la Preside, e l’altra per gli/le insegnanti di
ogni classe che partecipava all’ indagine, contenenti tutte le raccomandazioni
per la corretta somministrazione del questionario.
Gli insegnanti hanno espresso la loro disponibilità a chiarire eventuali dubbi
durante la compilazione del questionario e hanno poi controllato che gli
studenti lavorassero individualmente.
Inoltre, prima di distribuire il questionario nelle classi, è stata introdotta
brevemente l’indagine, richiesto il consenso agli studenti, e garantito loro
l’anonimato.
Il questionario utilizzato per l’ indagine (in allegato), prima di raggiungere la
sua versione definitiva è stato sottoposto a un pre-test al fine di valicarne la
qualità.
8
Il questionario è composto da 46 domande di tipo chiuso con risposta a scelta
multipla che occupano sei pagine. Le prime quattro pagine sono dedicate a
tutti gli adolescenti che hanno partecipato all’ indagine, le ultime due sono
invece riservate esclusivamente agli adolescenti delle scuole Medie Superiori.
Il questionario si apre con una breve premessa che rassicura gli studenti circa
l’anonimato e la riservatezza delle informazioni e li raccomanda di rispondere
sinceramente e di chiarire i propri dubbi su frasi o parole contenute nel test
rivolgendosi all’insegnante presente in classe, oppure, se avvertono imbarazzo
a fare ciò, scrivendo “non capisco” accanto alla frase o parola non chiara.
Nella prima parte del questionario si indaga sulle esperienze, le opinioni dei
ragazzi/e riguardo le informazioni in tema di sessualità.
Successivamente vengono sondate le conoscenze e gli atteggiamenti circa la
contraccezione, con domande specifiche sui principali metodi contraccettivi.
La quinta pagina è composta da domande inerenti esperienze personali sulla
vita sessuale, mentre l’ ultima è riservata esclusivamente alle ragazze.
L’analisi dei dati raccolti attraverso i questionari, iniziata a metà Giugno del
2001, ha richiesto circa due mesi e mezzo. Tali dati sono stati
successivamente analizzati per poi essere trasformati nei grafici che verranno
discussi nel prossimo capitolo.
9
Un particolare ringraziamento ai/alle Presidi e ai docenti delle scuole che
hanno partecipato con entusiasmo all’ indagine :
• Scuola Media Inferiore “Livi Bacci” -Castelfiorentino (Fi)-
• Scuola Media Superiore “Enriguez” -Castelfiorentino (Fi)-
• Liceo Scientifico Statale “ N. Rodolico “ -Firenze-
• I.T.C. Ragioneria Programmatori “B.Pascal” -Foggia-
• Istituto Alberghiero “ Colombatto” -Torino-