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poter lavorare. Non aveva il diritto ad un’educazione e non aveva legami
stretti con la propria famiglia. All’età di sette anni il bambino era già
catapultato nel mondo adulto e nelle sue problematiche.
Nel corso dei secoli la situazione cambia:nel settecento gli adolescenti
avevano il diritto all’educazione impartita dagli “auctoritates” di
pedagogia. Rousseau definiva questa fase della vita come una seconda
nascita.
Dal settecento all’ottocento i cambiamenti più importanti li vediamo sul
piano affettivo. L’istruzione viene impartita secondo quest’ordine: figlio
primogenito, figlio maschio e figlia femmina. Differenze di stili di vita,
legate al sesso e al rango sociale, si possono riscontrare nelle diverse
zone d’ Europa. Ad esempio:Nell’ Europa sud-occidentale era il padre il
capofamiglia, colui che proteggeva la famiglia , prendeva le decisioni e
provvedeva al suo sostentamento. Una coppia si sposava a vent’anni in
media e vivevano nella casa dei genitori di lui, sottostando alle regole di
quest’ ultima. Soltanto tra l’ottocento e il novecento, in centro nord
Europa, gli sposi potevano avere una casa propria e l’uomo di casa era il
capofamiglia, non più il padre di lui.
E arriviamo ai giorni nostri. Negli anni ’50 prendono piede media, tv,
radio, registratori e giornali per i giovani che portano al “centrismo
giovanile”. Negli anni ’60 c’è un rifiuto del mondo adulto da parte dei
giovani. I giovani cercano autonomia dalla famiglia, la possibilità di
essere liberi di scegliere della propria istruzione, la libera gestione dei
propri sentimenti e della propria sessualità. E’ dagli anni ’70 ad oggi che
il gruppo di pari, l’appartenenza ad esso diventa il fulcro del mondo
degli adolescenti. Il gruppo simboleggia la separazione dal mondo
5
dell’infanzia, la formazione di ideali, la nascita sociale e la
mentalizzazione di una corporeità erotica. Fortunatamente, la
scolarizzazione è aperta a tutti i giovani di tutte le classi sociali. In
questo secolo, appare anche il bisogno di avere una guida morale che
aiuti il giovane a districarsi nel mondo degli adulti, a compiere il “salto”
nell’età adulta, che aiuti loro a crearsi una propria identità. Questo aiuto
possono trovarlo nei genitori, negli adulti.
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Capitolo 2
TEORIE PSICOANALITICHE SULL’ADOLESCENZA
Diversi sono gli autori che hanno posto la loro attenzione sul tema
dell’adolescenza. Qui di seguito, un accenno ai pensieri di Anna Freud,
Bols, Meltzer, Winnicott, Laufer e al pensiero di Fornari.
Anna Freud
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, terza figlia del capostipite della psicoanalisi Sigmund
Freud, posa l’attenzione sui meccanismi di difesa sia dell’ Io infantile
che dell’adolescente e li differenzia nel seguente modo. Tra i
meccanismi di difesa dell’Io infantile troviamo:la rimozione, le
regressione (che comporta un comportamento mutevole giustificato nella
pubertà, che diventa patologia se protratto nell’età adulta), isolamento,
proiezione, introiezione, volgersi contro la propria persona, inversione
dell’affetto (amore che si prova nei confronti dei genitori si muta in odio,
rispetto per il disprezzo e illusione di una propria indipendenza).
Diniego nella fantasia(ossia frustrazione dei propri desideri), nella parola
e nell’azione.
Tra i meccanismi di difesa dell’adolescente comprende l’intensificarsi
delle richieste pulsionali e un notevole cambiamento della libido, sia a
livello quantitativo che a livello qualitativo che definisce il passaggio
dall’ascesi all’esaudimento delle pulsioni senza freni e senza riguardi per
il mondo esterno. Ulteriori aspetti caratterizzanti questa fase difficile
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Freud A. (1895-1982), fondatrice della psicoanalisi infantile, comincia la sua carriera sotto l’ala del padre Sigmund.
Per tale motivo crebbe ogni giorno di più il suo amore per il padre e per il campo della psicoanalisi, a cui dedicò la
maggior parte della su vita. Venne istruita a Vienna prima di emigrare con il padre nel 1938 in Inghilterra. Alcuni
dicevano che il lavoro di Anna non era originale ma non era vero: dopo la morte del padre, pubblicò molti libri e
proseguì e approfondì ciò che il padre aveva lasciato in concluso. Fu anche insegnante e sostenne la “Hampstead
child therapy clinic”. La sua vita caratterizzò la maggior parte del 1900. Tra i libri ricordiamo “normality and
patology in childhood”(1965), “the writings of Anna Frued”(1973)
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della vita di un individuo sono: l’intellettualizzazione, ossia interessi
astratti, avvicinamento a ideali; l’importanza che riveste per i ragazzi il
terapeuta, visto, molto spesso, come colui che prende le sembianze, che
fa le veci del genitore ma con il quale riesce più facilmente ad aprirsi,
trasformando un rapporto di tipo medico-paziente in transfer; la
debolezza dell’Io adolescenziale non permette la facile sopportazione del
dolore; infine, questa è la fase nella quale l’importanza maggiore viene
data al gruppo di pari, alla fedeltà nel gruppo e nel suo capo visto come
guida, come persona con la quale poter condividere gli stessi ideali.
Più scientifico il punto di vista di Blos. Egli sostiene che fino alla
pubertà il bambino o la bambina vivono una posizione di passività nei
confronti della madre. Dai 5 ai 7 anni, il bimbo e la bimba non provano
più impulsi edipici, infatti: il bambino rinuncia alla passività originaria
nel rapporto con la madre; la bambina abbandona il suo primo oggetto
d’amore, la madre, per spostare l’attenzione sul padre. Alla fine di
questa fase, Blos afferma esisti un periodo detto di “latitanza”, durante il
quale il ragazzo rinuncia a tutti i suoi rapporti oggettuali per dedicarsi
all’identificazione del proprio Io. Per Blos le fasi adolescenziali sono le
seguenti: la preadolescenza( durante la quale si dà un valore più
quantitativo che qualitativo alle pulsioni: nel maschio compare
un’ostilità per le femmine e per le loro problematiche; nelle femmine
comincia a farsi evidente l’attrazione per l’altro sesso); l’adolescenza(
durante la quale c’è un perfezionamento del sentimento per se stessi:
struttura egoica); la prima adolescenza( caratterizzata dalla separazione
dagli oggetti primari e dalla formazione di un proprio Io, di una propria
identità. Da notare le prime “cotte”femminili, segnale di ricerca di
affetto, sesso, erotismo); la vera adolescenza( caratterizzata dalla ricerca
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di un amore eterosessuale); la tarda adolescenza( Dove il ragazzo
raggiunge finalmente una propria identità ben definita); la post-
adolescenza( in cui troviamo un’armonia raggiunta tra le pulsioni e l’Io e
dove si forma l’autostima).
Meltzer
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guarda all’adolescenza parlando delle emozioni, dei sentimenti,
delle relazioni che caratterizzano questa fase della vita. L’adolescente,
secondo lui, è preoccupato di conoscere, di capire e tutto ciò può essere
realizzato solo attraverso una relazione con l’esterno. La prima delusione
cui gli adolescenti devono far fronte è data dal fatto che i genitori non
sono onniscienti. Questo fa nascere in loro il dubbio di non essere, in
realtà, figli dei propri genitori, portandoli in uno stato di confusione che
solo attraverso la conoscenza possono superare.
Meltzer individua quattro categorie di adolescenti: chi cerca di restare in
famiglia( simile a quelle che oggi chiamiamo “adolescenze lunghe
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”,
nelle quali troviamo persone adulte che vivono in famiglia coprendo il
ruolo di figli ancora adolescenti e intenzionati a rimanervi il più a lungo
possibile, perché è la vita più “comoda”); chi trova la loro strada; chi è
isolato; chi ha successo. L’adolescente che rimane in famiglia il più a
lungo possibile aspetta che sia il genitore ad avviarlo nel mondo degli
adulti, aspetta quella spinta che lo aiuti a compiere il grande passo verso
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Donald Meltzer(1922-2004): la figura più importante del movimento Kleiniano e neo-Kleiniano. Laureato a Yale e al
New York University College of medicine di St.-Louis. Nel 1954 si trasferisce in Inghilterra dove perfeziona I suoi
studi sulla psicoanalisi. Fa parte del gruppo Kleiniano e collabora con Bion, Esther Bick, Roger Money-Kyrle. Sposò
Marta Harris, analista. Insegna alla Tavistock clinic e all’istituto psicoanalitico di Londra. Si fece conoscere al
pubblico con “il processo psicoanalitico”(1964), “le strutture sessuali nella vita psichica”(1972), “esplorazioni nel
mondo dell’autismo”(1975), “lo sviluppo kleiniano della psicoanalisi”(1978), “dream life”(1984).
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Definiamo “adolescenze lunghe” quella categoria in cui un individuo non più adolescente, raggiunta l’età adulta
continua a vivere con i genitori nelle stesse condizioni di vita di un adolescente. Le persone che fanno parte di
questa categoria sono persone che non sono o non vogliono crescere, persone che sono rimaste dipendenti dalle
figure genitoriali e che stanno bene a casa con loro pur avendo la possibilità di farsi una propria vita, di avere una
propria indipendenza. Un uomo che ama farsi “mantenere” a casa dai genitori ma che non sarà in grado di
affrontare la vita da solo, di affacciarsi e di vivere la propria vita da persona adulta.
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l’età adulta. Questa dipendenza, però, non porta altro che
insoddisfazione per la vita esterna. E poi, anche Meltzer, si sofferma,
come molti suoi colleghi, sull’importanza del gruppo che egli divide in
due categorie: il gruppo omosessuale( mosso dal principio che solo
mantenendo insieme tutti gli individui del gruppo si possa formare un
vero essere umano. Tutto questo per evitare a ciascun individuo la
sofferenza) e il gruppo eterosessuale( nel quale si sperimentano le
relazioni umane e si entra liberamente nel mondo adulto):
Winnicott
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vede l’adolescenza come nascita del proprio Sé, dipendente
dalle vicissitudini del bambino nel rapporto con la madre. Egli afferma
che sia lo sviluppo sessuale che le prime angosce sono legate alle
evoluzioni edipiche. Da qui una delle fantasie dell’adolescente legato
ancora a rapporti edipici è quella della morte di qualcuno che il ragazzo
vede come trionfo personale, trionfo del proprio Io, tanto quanto vede
nel gruppo un’arma di difesa dagli attacchi esterni. Tre i bisogni che
Winnicott attribuisce all’adolescenza: evitare le false soluzioni(
l’identificazione con la famiglia e con il gruppo portano ad una falsa
maturità), staccarsi dalla famiglia e pungolare la società
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.
Più legato alla sfera sessuale è il pensiero dei Laufer i quali vedono
l’inizio dell’adolescenza con l’inizio della maturità sessuale e
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Winnicott(1896-1971): comincia la sua carriera come pediatra. Apporta grandi contributi alla psicoanalisi. Secondo il
suo pensiero, un ragazzo per poter svilupparsi nel modo più adeguato, crearsi un proprio sé, ha bisogno di una
madre presentee presente fin dalla prima infanzia. Il bambino vede la madre come un essere onnipotente e subisce
una prima importante, per la crescita, delusione quando raggiunge l’adolescenza che lo porta a sfatare questa
convinzione. Dà importanza alle transizioni del bambino, dell’adolescente necessarie epr una propria autonomia. Da
qui la sua teoria del “transitino object”. Egli afferma che un fallimento della madre può contribuire alla costruzione,
nel ragazzo, di un falso sé. Tutto questo ha come risultato la formazione di disordini psichici e comportamentali
tipici soprattutto dell’età adolescenziale che, se protratti anche nell’età adulta, diventano patologia.
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Queste i tre “obiettivi” che deve prefissarsi un adolescente per poter maturare e divenire uomo. Non si può cercare
appoggio, non ci si può nascondere sempre dietro la presenza della famiglia o del gruppo di pari per risolvere i
propri problemi.. Ad un certo punto della vita di un adolescente è necessario un distacco dalla famiglia per poter
imparare a “stuzzicare” la società, per imparare ad affrontarla e a scoprirla, a farsi spazio nel suo interno.
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definiscono la masturbazione
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come un modo per conoscere il proprio
corpo. Da qui quella che i Laufer chiamano “fantasia masturbatoria
centrale” data dai mutamenti dell’ immagine del proprio corpo. Nei
soggetti in cui lo sviluppo è “normale” questo porta alla ricerca costante
di un oggetto d’amore. Può succedere che, nella prima pubertà, questa
evoluzione sessuale sia rapportata a desideri incestuosi o al venir meno
della fantasia di non essere costretto a dover scegliere se possedere un
corpo femminile o un corpo maschile. Questo ha come conseguenza la
masturbazione coatta, la fobia per la scuola, gli attacchi al proprio corpo,
i tentativi di suicidio, le droghe, la depressione.
L’ultimo psicoanalista che vogliamo analizzare è Fornari
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, il quale tratta
di adolescenza analizzandone i suoi codici affettivi e i sentimenti che la
caratterizzano. Anzitutto, egli definisce l’adolescenza come il passaggio
dall’infanzia all’età adulta, durante la quale la sessualità si allea con la
socializzazione: i soggetti familiari diventano nemici mentre il gruppo di
pari amici; la sessualità viene vista come totalmente dipendente da un
oggetto reale: l’uomo ha bisogno di una donna per fare l’amore e
viceversa. Come abbiamo sopra detto, Fornari analizza i codici affettivi
tipici dell’adolescenza.
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La masturbazione è quella pratica autoerotica che consiste nella provocazione della soddisfazione sessuale per mezzo
di stimolazione degli organi genitali. Questo argomento è trattato con attenzione dai Laufer perché affermano sia il
modo che gli adolescenti mettono in pratica per conoscere il proprio corpo. Se questa pratica, che genera ciò che i
Laufer chiamano“fantasia masturbatoria centrale”, è utilizzata da un ragazzo a tale scopo non è contestabile. E’
giusto che un ragazzo cominci a conoscersi sessualmente, a vedere i cambiamenti del proprio corpo in quella fase
della vita delicata per un individuo, a esplorarsi. Questo porta alla ricerca di un oggetto sessuale in ragazzi con un
normale sviluppo. Può anche accadere che, nella prima pubertà, questi cambiamenti sessuali portino a desideri
incestuosi e , in questo caso, la masturbazione può divenire un fatto patologico, che nasconde dei problemi legati
alla sfera sessuale e relazionale, pensionale, psichica che può diventare una vera e propria fobia, ossessione che si
può protrarre fino all’età adulta.
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Fornari(1921-1985): formatosi alla scuola di Cesare Musatti. Docente di psicologia e presidente della società di
psicoanalisi italiana. Fornari si fa promotore di alcuni dei temi più importanti della vita e : l’età evolutiva, la musica,
la letteratura, la medicina, la politica, la guerra. Negli anni ’60 elabora una sua teoria sul linguaggio che si distacca un
po’ dal pensiero di Freud: l’analisi coi nemica. Questa teoria si basa sull’assunto che ogni parola, ogni pensiero, ogni
azione o reazione umana sia legata a un numero ristretto di temi ricorrenti: nascita, madre, padre, bimbo, morte,
infanzia, sessualità, corpo umano.