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aspetti delle acquisizioni e fusioni.
Scopo di questo scritto è presentare alcuni interessanti contributi teorici
che si affacciano alle problematiche delle acquisizioni e fusioni attraverso
una particolare prospettiva che si concentra sul ruolo dei processi di
apprendimento nelle imprese.
Struttura
Questo scritto è composto di quattro capitoli secondo il seguente criterio.
Nel primo capitolo viene presentata una prospettiva generale del
funzionamento delle acquisizioni e fusioni, nel tentativo di spiegare per
prima cosa perché le imprese decidono di intraprendere tali strategie.
In seguito viene spiegato come si realizza un’acquisizione d’impresa,
presentando le fasi principali in cui questa può essere suddivisa e le
attività che l’impresa compie per arrivare alla chiusura di un’operazione di
questo tipo.
L’ultima parte del primo capitolo si concentra su un aspetto fondamentale
del processo legato alla gestione della fase d’integrazione post-
acquisitiva, momento in cui le imprese possono realizzare concretamente
gli obiettivi strategici prefissati.
Partendo dall’importanza della corretta gestione della fase d’integrazione
post-acquisitiva per il successo di un’acquisizione, scopo del secondo
capitolo è stato quello di presentare un’interessante prospettiva teorica
avanzata da Maurizio Zollo, studioso contemporaneo in management e
strategia.
Scopo del capitolo è stato quello di presentare questo punto di vista,
rielaborando secondo una sequenza logica tutto il materiale prodotto
dall’autore: ciò ha permesso di mettere in risalto alcune importanti
tematiche, in particolare l’importanza dei processi di apprendimento
“mirato”, o deliberate learning, per la costruzione e lo sviluppo di capacità
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dinamiche di gestione di attività complesse, come le acquisizioni ed in
particolare l’integrazione post-acquisitiva.
Altri contributi dell’autore presentati riguardano le strategie d’impresa su
due tematiche molto attuali: la gestione di acquisizioni di piccole imprese
ad alto contenuto tecnologico ed innovativo e la scelta tra alleanze ed
acquisizioni per la crescita internazionale d’impresa.
Nel terzo capitolo sono stati presentati due casi aziendali di acquisizioni e
fusioni, cercando di mettere in risalto le varie fasi del processo gestionale,
sottolineando le problematiche e le strategie attuate per il conseguimento
degli obiettivi delle imprese acquirenti.
L’analisi dei casi ha permesso di trovare un riferimento pratico nella base
teorica presentata nei primi due capitoli ed ha portato a considerazioni
presentate poi nel successivo capitolo.
Il quarto ed ultimo capitolo parte con una sommarizzazione di quanto
presentato nello scritto e, partendo da questa, presenta nuove
considerazioni sul ruolo di diversi fattori che possono concorrere al
successo delle fusioni e acquisizioni.
In conclusione sono stati quindi rilevati, sulla base di quanto appreso dai
contributi teorici e dei casi aziendali, alcuni elementi fondamentali a cui le
imprese devono prestare attenzione se vogliono riuscire a migliorare le
performance di acquisizioni e fusioni.
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Capitolo 1
I processi di fusione e acquisizione
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1.1 - Acquisizioni d’impresa e strategia
1.1.1 - Strategia d'impresa
La strategia d’impresa può essere vista come il “modello di interazione
esistente (o desiderato) tra l'impresa e l'ambiente di riferimento
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”.
Essa definisce le condizioni del rapporto di fondo tra impresa e ambiente e
l'impostazione che questa intende dare alla propria attività.
Diversi sono gli attori ambientali con cui l’impresa si rapporta e dunque
diversi saranno i livelli definibili di strategie che possiamo suddividere in:
• strategie a livello aziendale (corporate) che comprendono:
1. strategia sociale, volta alla creazione di un
rapporto favorevole tra l'impresa ed i suoi
interlocutori sociali
2. strategia organizzativa, finalizzata a plasmare
l'ambiente di lavoro interno e il rapporto con i
dipendenti e gli organi di governo
3. strategia economico-finanziaria, volta a garantire
l'autonomia economica dell'impresa
4. strategia di portafoglio, finalizzata al miglioramento
della posizione competitiva e/o della redditività
• strategie a livello competitivo (business) volte alla ricerca di
vantaggi competitivi dovuti a strutture di costi migliori,
possibilità di imporre prezzi più bassi a parità di
soddisfacimento della clientela servita etc. relativamente a
ciascun’area strategica d'affari in cui opera l'impresa
• strategie funzionali (ossia di marketing, ricerca e sviluppo,
produzione ecc.) che definiscono le modalità attraverso cui
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operare a livello di singola funzione interna a ciascun’area
strategica d'affari
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Al di sopra di tutte queste distinzioni vi è ciò che viene definito come
“orientamento strategico di fondo” e che identifica il sistema di principi,
idee guida, valori, atteggiamenti detenuti dagli attori chiave dell'impresa.
L'orientamento strategico di fondo informa dove, perché e come fare
impresa.
Le acquisizioni possono essere collocate (secondo A. Cortesi) su due
differenti livelli a seconda che l'impresa acquisita operi o meno in aree
strategiche d'affari già presidiate dall'impresa acquirente.
Nel caso in cui l’impresa acquisita operi in un’area d’affari già presidiata, ci
troviamo in presenza di acquisizioni a livello di strategia di business che
possono essere nel dettaglio suddivise in due situazioni:
• acquisizione di una capacità specifica
• acquisizione di una posizione nel business
Nel caso in cui l’acquisita si trovi in aree non presidiate, siamo davanti ad
acquisizioni che rispondono a strategie aziendali (corporate) e che a
questo livello possono contribuire al processo di rinnovamento d’impresa
in due modi distinti:
• estensione dell'ambito (volta ad ottenere da subito una
posizione di rilievo nel nuovo mercato in cui si fa ingresso)
• esplorazione di nuovi ambiti (finalizzata all'apertura di una
finestra su nuovi settori senza avere da subito significative
ambizioni competitive)
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1.1.2 - Perché acquisire?
Ovviamente, per il perseguimento di determinate strategie, la soluzione
acquisitiva non è l’unica alternativa percorribile: esistono altre strade di
sviluppo sia per via esterna (accordi, joint venture) che per via interna.
I motivi che spingono le imprese ad optare per l’acquisizione sono diversi
e di varia natura.
Uno dei principali fattori che spinge verso questa scelta è sicuramente il
fattore temporale: le acquisizioni consentono, infatti, alle imprese di
raggiungere determinati obiettivi in tempi più brevi rispetto alla soluzione
interna.
Tra questi troviamo l’aumento di quote di mercato, linee di prodotto o
canali distributivi o l’accesso a competenze scarse come il know-how
tecnologico o il presidio di conoscenze tipiche.
Un ulteriore vantaggio potenziale riguarda l’acquisizione d’imprese che
non hanno ancora intrapreso la fase di sviluppo del ciclo di vita e che
hanno dunque notevoli potenziali di crescita nel futuro: acquisizioni di
questo tipo sono solitamente definite “finestre strategiche”.
A motivazioni di natura strategico - competitiva si affiancano anche
motivazioni legate più all’immagine sia dell’impresa sia della dirigenza.
Per un’azienda acquisire può significare aumentare il proprio prestigio,
così come può esserlo per i dirigenti e ciò permette un aumento di
notorietà ed un accesso a centri di potere normalmente non raggiungibili.
Sebbene queste non sembrino essere le motivazioni più valide per la
scelta di acquisire, occorre comunque considerare che il fattore
psicologico gioca una sua parte nelle scelte delle imprese.
J.L. Bower, attraverso i suoi studi e ricerche sui processi di fusione e
acquisizione, arriva a delineare cinque diversi scenari caratterizzati da
differenti intenti strategici e giungendo ad una maggiore specificazione del
perché le imprese acquisiscono, fondata anche su tipologie di acquisizioni
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particolarmente legate ai nuovi mercati ad alto contenuto tecnologico.
Questi scenari possono essere così presentati
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.
Scenario 1 - Acquisizioni come investimento di capitali in eccesso in
settori maturi
Un gran numero di fusioni e acquisizioni viene eseguito da imprese che
hanno grandi quote di capitali in eccesso e che solitamente operano in
mercati maturi come ad esempio nel settore automobilistico, metallurgico
o petrolchimico.
Dal punto di vista dell’impresa acquirente, le ragioni di tali scelte
strategiche possono in qualche modo trovare un riferimento nel detto
“mangia se non vuoi essere mangiato”.
L’impresa, una volta effettuata l’acquisizione, chiude gli impianti meno
produttivi, taglia il management ed il personale in eccesso e razionalizza
le funzioni amministrative raggiungendo in questo modo obiettivi come:
• aumentare la propria quota di mercato ed influenza su
questo
• ottimizzare le proprie funzioni
• raggruppare il miglior management
• diminuire l’eccesso di capitali
Scenario 2 - Essere competitivi in settori geograficamente frammentati
Alcuni mercati permangono per lunghi periodi in condizioni frammentarie a
livello geografico. Le imprese svolgono le loro attività a livello locale e
nessuna diventa dominante a livello regionale o nazionale.
Le imprese che intendono mirare a strategie di successo, tendono ad
espandersi geograficamente acquisendo altre imprese dislocate nel
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territorio in modo da ottenere una copertura geografica più unita e che
restringa il campo delle concorrenti.
Le unità operative locali vengono lasciate nei casi in cui le relazioni con i
clienti locali abbiano un ruolo importante e ciò a cui l’acquisizione mira è
una combinazione di bassi costi operativi e di un aumento di valore per i
clienti ma non attraverso una razionalizzazione, come nel primo caso,
quanto permettendo alle varie unità operative locali di avere un vantaggio
competitivo sulla concorrenza potendo appoggiarsi ad esempio ad una più
grande rete di assistenza, avendo accesso a capitali maggiori e a
tecnologie più avanzate.
Scenario 3 - Espansione delle linee di prodotti o ingresso in nuovi mercati
In casi di questo tipo l’azienda acquisisce al fine di estendere la propria
linea di prodotto o la copertura geografica intesa in maniera più estesa
rispetto alla precedente tipologia di acquisizione.
Scenario 4 - Alternativa alla R&S interna
Seppur tale tipo di acquisizione possa sembrare assimilabile a quelle
d’espansione delle linee di prodotti, essa può essere considerata
separatamente a causa delle sue particolari caratteristiche ed allo stretto
legame con settori ad alto contenuto tecnologico, come IT e biotecnologie,
dove tale scelta strategica è molto utilizzata a causa delle difficoltà nello
sviluppare continuamente nuovi prodotti che hanno un ciclo di vita
estremamente breve.
Tale tipo di acquisizioni permette all’impresa acquirente di avere rapido
accesso ai nuovi sviluppi delle tecnologie, ad elementi chiave per la
ricerca interna e in ultima analisi per mantenere la propria competitività nel
mercato.
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L’incognita di tale tipologia di acquisizioni resta nella gestione sul lungo
periodo delle imprese acquisite.
Scenario 5 - Inventare nuovi assett industriali sfruttando l’erosione dei
confini tra i diversi settori
Attraverso queste particolari acquisizioni le imprese si impongono il
difficile obiettivo di creare nuovi modelli industriali acquisendo attività in
settori “di confine” al core business dell’impresa.
In questo modo tali imprese tentano la strada dello sviluppo creando nuovi
assett industriali, rompendo i confini tra i settori e giungendo a forme
uniche d’impresa.
Come nella precedente tipologia è difficile stabilire quelli che saranno gli
effetti nel lungo periodo di tali scelte strategiche e quale può essere
l’applicabilità di tali strategie nei diversi settori.
1.1.3 - Quando la crescita esterna è l’unica soluzione
Esistono alcune situazioni in cui sono proprio le “regole del gioco” ad
imporre una strategia acquisitiva. In alcuni settori, infatti, l’alternativa per
crescere e creare valore per gli azionisti è principalmente legata ad una
politica di acquisizioni e successive fusioni.
Le condizioni economiche che determinano tale necessità sono spiegate
da varie fattori come:
• modesti tassi di crescita della domanda
• mercati maturi con forte prevalenza di domanda di
sostituzione
• difficoltà a differenziare il prodotto
• globalizzazione del mercato
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• necessità di riduzione drastica dei costi
• elevato livello di investimenti in R&S
La presenza di elementi di questo tipo in un mercato rende auspicabile la
concentrazione e quindi a favorire i processi acquisitivi.
1.1.4 - Strategie di attacco e di difesa
Sebbene la strada della crescita esterna denoti un atteggiamento
aggressivo delle imprese, non sempre appare chiaro se esprima la volontà
di modificare spontaneamente il sistema competitivo o sia una risposta
difensiva, indotta dalle scelte dei concorrenti.
Anche se svariati sono i motivi alla base della scelta di crescita per via
esterna, è possibile riconoscere alcune situazioni tipiche legate a:
• logiche di tipo aggressivo (ampliamento del raggio d'azione
sul mercato, sfruttamento di risorse e competenze)
• spinte all’efficienza di tipo dimensionale (realizzazione di
economie di scala o di scopo, protezione contro il rischio di
diventare attori marginali del mercato)
• logiche di tipo difensivo (risposte ad iniziative dei concorrenti,
creazione di barriere in entrata, riduzione dei rischi di
portafoglio)
• reazioni a fattori esogeni (nuove opportunità date dal
cambiamento dello scenario, particolari condizioni
agevolative)
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Dunque la crescita esterna, spesso considerata semplicemente uno
strumento di aggressione competitiva, è invece spesso usata dalle
imprese come strumento di difesa, grazie particolarmente alla rapidità che
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tale risposta può offrire.
Le situazioni che determinano risposte di questo tipo da parte delle
imprese possono essere:
• incrementi dimensionali delle concorrenti, percepiti come
pericolosi per la sopravvivenza dell’impresa
• reazioni di stampo monopolistico volte al controllo dei prezzi
e dei margini
• sottrazione di opportunità altrimenti sfruttabili dai concorrenti
1.1.5 - Acquisizioni e New Economy
I fenomeni di crescita per via esterna hanno riguardato molti settori che
rientrano nella Old Economy, ma tale fenomeno risulta ancora più
rilevante se considerato all’interno della New Economy. Molti studiosi
hanno cercato di spiegare il perché del successo del fenomeno Internet,
proponendo ipotesi sulle nuove relazioni che si stanno configurando nel
settore e di valutarne gli effetti sul valore.
Tra questi contributi troviamo quello di Harmon
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che definisce il concetto di
zero gravity che forse meglio di altri riesce a spiegare l’essenza di tale
fenomeno.
Secondo Harmon in un ambiente in cui le informazioni circolano a velocità
elevatissime e si diffondono in molteplici direzioni, le società assett based
possono diventare molto meno competitive rispetto ad altre che operano
in ambiente completamente digitale.
Ciò comporta delle grosse ripercussioni sul modo di essere impresa: il
concetto di zero gravity porta, infatti, ad un rovesciamento delle regole del
gioco, ribaltando l’ancoraggio classico delle imprese all’economia
materiale verso quella che sfrutta l’economia della conoscenza e
dell’informazione digitalizzata.
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Per quanto sia valido tale modello presenta però alcune limitazioni: in
primo luogo non è applicabile in tutti i settori e in secondo, laddove lo sia,
obbliga le imprese a rivedere i meccanismi organizzativi d’integrazione
con il sistema dei fornitori, derivante dalle nuove esigenze imposte dal
modello stesso.
Nell’ambito della New Economy rientrano due principali tipologie
d’impresa:
• le Internet pure players
• le Internet related companies
Le prime forniscono servizi ad elevato contenuto d’immaterialità, mentre le
seconde non sono altro che società tradizionali che espandono il proprio
business attraverso la rete.
L’interesse nei confronti della New Economy nasce dalle nuove
opportunità offerte dal suo rapidissimo sviluppo:
• si sono aperti nuovi e interessanti spazi di mercato
• si riscontra l’esigenza di rispondere ad una fortissima
domanda di servizi hard e soft legati al fatto che si dovranno
riprogettare alcuni sistemi interni di gestione (ad esempio la
modifica dei criteri di progettazione della logistica dovuta alle
dinamiche del commercio elettronico)
I fattori di cambiamento portati dalla New Economy riguardano dunque
l’efficacia e l’efficienza delle imprese legate appunto rispettivamente
all’ampliamento dei mercati e all’introduzione di nuovi meccanismi
operativi e ciò ha portato verso la fine degli anni Novanta ad una grande
ondata di acquisizioni d’imprese operanti in questi settori.
Le motivazioni alla base delle acquisizioni nella New Economy si
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differenziano in parte da quelle nei settori tradizionali poiché legate ad
obiettivi di allargamento e integrazione dei contenuti e di accesso a
tecnologie specifiche.
Dalle ricerche svolte su queste acquisizioni sono emerse alcune tipologie
particolari legate a differenti modelli di business:
• modello delle società brick and mortar, che riguarda le
strategie di acquisizione delle imprese tradizionali che
decidono l’ingresso in questo settore attratte dai tassi di
crescita e con lo scopo di superare le barriere tecnologiche
• modello delle società click and mortar, che riguarda strategie
che tendono ad integrare mondo virtuale e fisico, con
particolare riferimento ad acquisizioni di società che
producono essenzialmente contenuti (content provider)
• modello delle società pure players, ovvero le strategie di
acquisizione e fusione tra Internet Companies già presenti
nel settore e che sono costrette a concentrarsi per ottenere
sinergie di valore attraverso la crescita dimensionale
• modello delle società click and click, che concerne le
strategie di acquisizione a scopo di ampliamento della
gamma di servizi di rete, che avviene mediante integrazioni
tra società Internet e fornitori di contenuti e di servizi dedicati
esclusivamente al mondo virtuale
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1.2 - Come si struttura e realizza un processo di acquisizione?
1.2.1 - Introduzione
L'acquisizione è un processo complesso che deve essere inserito
all'interno di una ben definita pianificazione strategica dell'azienda.
Affinché possa essere affrontato nel migliore dei modi, diminuendo i rischi
di fallimento che, data la portata di un'operazione di questo tipo,
potrebbero mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell'impresa, è
necessario per prima cosa individuare quelle che sono le principali fasi in
cui tale processo si struttura.
La corretta individuazione delle fasi è indispensabile per riuscire a gestire
l'acquisizione in maniera efficiente, poiché consente di:
• dare un ordine di priorità ai problemi da affrontare
• allocare le risorse necessarie
• stabilire i tempi di attuazione
In questo modo il management coinvolto sarà in grado di rilevare e
prepararsi per affrontare gli aspetti più critici che possono portare al
fallimento dell'operazione.
In particolar modo la definizione del timing delle operazioni risulta essere
un aspetto di fondamentale importanza: affrettare i tempi per la
conclusione di un'acquisizione può far trascurare problemi che poi
renderanno molto più complicata la fase post-acquisitiva, allungarli
significa rischiare l'intromissione di concorrenti o sottoporre il management
ad uno stress elevato per un lungo periodo influenzando anche i risultati
del lavoro ordinario dell'impresa.