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Introduzione
Il presente lavoro di tesi si propone di concentrare l’attenzione sull’acqua e sulle alterazioni
che questo importante costituente può subire. L’ambiente, infatti, è assimilabile a un sistema chiuso
a tre componenti: l’aria, l’acqua e il suolo. L’introduzione di un agente inquinante su uno di essi si
ripercuote, per via dei continui scambi, sull’intero ecosistema, per raggiungere in ultima battuta
all’uomo. Anche qualsiasi modifica apportata al suo interno crea dei cambiamenti alle condizioni
naturali, poiché tutti gli esseri viventi si trovano in un rapporto di interdipendenza con l’ambiente
che li circonda.
In particolare, questa tematica è stata affrontata all’interno della scuola in quanto è doveroso
che fin da piccoli si comprenda che il futuro del nostro pianeta dipende essenzialmente dai nostri
comportamenti e che insieme al futuro della terra è messa in gioco anche la salute dell’uomo.
Educare i giovani cittadini al rispetto degli elementi che sono costantemente presenti nel nostro
habitat, significa porre l’attenzione sui valori e sui costituenti che per loro natura sono essenziali e
immutabili nel tempo.
A questo riguardo ricerche e progetti sull’educazione ambientale si sono moltiplicati negli
ultimi decenni, anche per la maggiore consapevolezza registratasi nei confronti dei problemi
ecologici; nessuno più dubita, oggi, dell’importanza di una formazione che contempli competenze e
obiettivi imperniati sulla tutela e sulla valorizzazione della natura.
In questi ultimi anni la crisi della vivibilità ha accelerato la formazione di una nuova
percezione collettiva: la coscienza che il territorio è stato tradito e con esso la serenità per il nostro
futuro. Ci si è accorti che un uso fuori controllo del suolo ha innescato una gravissima questione
ambientale, che arriva a compromettere la nostra stessa salute e a perpetrare il saccheggio delle
risorse ambientali. Oggi saremmo totalmente assuefatti al degrado ambientale, se una specie di
tribunale della natura non s’incaricasse ogni tanto di riproporcelo con clamorosi disastri
idrogeologici, la cui frequenza negli ultimi dieci anni è aumentata in maniera impressionante.
Una problematica come quella dell’inquinamento dell’acqua ‘inserisce a pieno titolo in un
settore particolare della geografia: la geografia ambientale. Tale disciplina vuole soprattutto
evidenziare che il concetto di ambiente e il ruolo dell’uomo come “presenza naturale” all’interno
del sistema territoriale. È importante proporre all’interno della scuola del primo ciclo dei progetti
che abbiano come filo conduttore questo insegnamento. Infatti, la geografia ricopre un ruolo
fondamentale nell’insegnamento dell’educazione ambientale, non come nuova disciplina, ma come
parte integrante del curriculum scolastico e quindi affrontabile attraverso le specificità disciplinari,
in particolare di quelle discipline più strettamente legate alla natura e al territorio, superando le
tendenze degli ultimi anni di riservare l’educazione ambientale ai cultori di scienze naturali.
Imparando a capire temi ambientali, si apprende una varietà di processi mentali quali il fare
osservazioni, descrivere, paragonare, classificare, ragionare, spiegare e risolvere problemi. Inoltre,
possono essere promosse molte abilità quali la discussione, la misurazione, la realizzazione di
grafici e tavole, l’utilizzazione di strumenti e materiali, il lavoro cooperativo, ecc.
Questo lavoro di tesi si propone come obiettivo di presentare il tema “acqua” quale
strumento educativo che consenta al singolo di fare quel salto, sintomo di crescita, che porta a
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vedere la questione sia da una prospettiva collettiva sia individuale e a elevare l’acqua a elemento
vitale non solo dal punto di vista biologico, ma anche culturale e pedagogico.
Ai docenti e quindi al mondo della scuola, spetta il compito gravoso di individuare dei
percorsi educativi differenti. Non è né troppo ambizioso né utopistico, pensare di lavorare e
impegnare energie affinché questi giovani cittadini possano e debbano farsi carico della difesa di un
bene comune così prezioso come l’acqua, evitando di essere essi stessi causa del degrado di questo
elemento essenziale.
Ogni sezione di questo lavoro, è stata strutturata allo scopo di affrontare tale tematica
attraverso una procedura tipica dell’indagine geografica, come il procedimento deduttivo, che opera
dal generale al particolare, proponendo via via argomenti riconducibili a singoli casi di studio.
Il lavoro è stato così strutturato: nel primo capitolo ci si è soffermati sulla definizione, sulla
descrizione degli scopi, dei metodi e degli obiettivi della geografia. Inoltre sono stati analizzati gli
strumenti, le attività, le strategie e le metodologie adoperate in ambito scolastico per proporre
questa disciplina agli studenti e per fornire loro tutto ciò di cui hanno bisogno per imparare.
Successivamente, è stato indagato il ruolo della geografia ambientale all’interno della scuola; il suo
scopo è di sviluppare negli studenti una cultura ambientale per arrivare alla formazione di persone
in grado di contribuire consapevolmente e responsabilmente alla gestione dell’ambiente, di adottare
comportamenti e scelte di vita coerenti alle regole condivise nel proprio territorio. Compito della
scuola è di orientare gli alunni ai contenuti etici dell’educazione ambientale, non ridotta a una
semplice educazione dell’ambiente naturale, ma come azione che promuove cambiamenti negli
atteggiamenti e nei comportamenti.
Dopo aver discusso del ruolo di questa branca della geografia all’interno dei programmi
scolastici, è stato toccato un problema di vitale importanza all’interno delle problematiche
ambientali. Lo sviluppo sostenibile, è, infatti, il principio basilare da cui devono scaturire spunti di
riflessione e di ricerca utili ad attivare interventi educatovi specifici e mirati a sottolineare che il
pianeta terra è la casa di tutti gli esseri viventi e quindi è nostro dovere tutelarlo per soddisfare i
bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri.
Nel secondo capitolo il tema “acqua” è stato trattato nei suoi diversi aspetti, dalle sue
caratteristiche al suo ciclo naturale, passando per i suoi utilizzi, ma soprattutto per i suoi sprechi.
Considerando l’importanza che riveste per la vita, dobbiamo imparare a conoscere l’acqua, i suoi
usi, i motivi della sua mancanza e, non ultima, la commercializzazione. Soprattutto dobbiamo
imparare a trasmettere queste conoscenze alle generazioni future per far sì che non incorrano
nell’errore di voler trasformare l’acqua in un bene economico. In seguito è stata concentrata
l’attenzione su un grave fenomeno che oggi si sta diffondendo a macchia d’olio, come le tensioni
legate all’acqua, ormai presenti a livello mondiale. L’acqua è destinata a rivestire un’importanza
sempre più rilevante nei rapporti tra gli Stati, con il rischio di dare origine a violenti conflitti. In
alcune regioni del mondo, la scarsità di acqua potrebbe diventare quello che la crisi dei prezzi del
petrolio è stata negli anni Settanta: una fonte importante di instabilità economica e politica. Un
ultimo paragrafo è infine dedicato alla descrizione della situazione e della gestione dell’acqua in
Sardegna, territorio il cui bilancio idrico attuale, sebbene apparentemente positivo a livello
regionale, nasconde tuttavia situazioni diverse nelle singole realtà locali.
Nel terzo capitolo è stata focalizzata l’attenzione sulle modificazioni che a catena producono
effetti negativi sull’ambiente naturale e quindi anche sulla qualità dell’acqua. La protezione delle
acque è un impegno collettivo e permanente: essa deve combattere tutte le fonti d’inquinamento le
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piccole “cattive abitudini” e i grandi “reati ambientali”. Questi ultimi inquinano certamente in
misura diversa, ma rispondono probabilmente alla stessa logica: quella del non pensare al futuro,
del non sentirsi responsabili di un patrimonio collettivo e del non sentirsi esseri viventi inseriti in un
habitat naturale dalla cui integrità dipende il nostro benessere e la nostra sopravvivenza. Tutto ciò
ha portato a porre in evidenza che questo tema è importante per favorire una crescita civile e in
questo argomento ognuno di noi, dai più piccoli ai più grandi, e sempre coinvolto e, direttamente o
indirettamente, può contribuire a salvare, proteggere e risparmiare l’acqua. Anche in questa sezione
è stata proposta l’analisi di alcuni casi e in particolare di una recente forma di degrado ambientale
che riguarda la Sardegna e più precisamente una zona della provincia del Medio Campidano.
La novità di questo lavoro consiste nell’aver proposto nell’ultimo capitolo un progetto
didattico effettivamente realizzato all’interno di un Istituto comprensivo della provincia di Oristano.
Tale percorso è nato dalla necessità di fornire alle nuove generazioni un supporto informativo sui
temi del rispetto della natura, in modo tale da far acquisire, sin dai primi livelli del processo di
scolarizzazione, più che una semplice conoscenza dei problemi, una sorta di codice genetico che
non abbandoni più il cittadino, anche quando è al di fuori del mondo della scuola. Questo percorso è
stato ideato nel tentativo di fornire agli studenti la possibilità di acquisire le necessarie conoscenze
affinché siano parte attiva nelle iniziative promosse all’interno della società. In tal modo si ha la
possibilità di diffondere una nuova cultura dell’acqua per la salvaguardia e il raggiungimento di un
livello di salute sempre più alto, vera unità di misura di una civiltà.
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1
Geografia, didattica della geografia e geografia ambientale
1.1 Definizione scopi della geografia
Il termine geografia deriva dalla combinazione di due parole greche: gea (terra) e graphein
(scrivere), significa quindi rappresentazione descrizione della terra attraverso due codici, quello
iconografico (le carte) e quello verbale (la parola). Sono questi due linguaggi dello spazio che
aiutano l’uomo a comprendere meglio la realtà e a risolvere i problemi che essa ci pone. La
geografia studia quindi la riproduzione dello spazio, ma va anche oltre: entra nel vivo dell’azione
dei soggetti “geografici”, cioè individui, gruppi sociali, popoli, stati. Nella descrizione tuttavia essa
non si occupa soltanto dei singoli aspetti naturali ed elementi umani, come i fiumi, le città ecc.,
quanto delle relazioni che li legano tra di loro e alla superficie terrestre. Oltre che degli elementi
visibili nel paesaggio, la geografia si occupa anche i fenomeni più astratti, di tipo sociale ed
economico, dei quali mette in evidenza i legami reciproci e quelli con il territorio
1
.
La geografia è la scienza del territorio e il territorio – con tutte le sue implicazioni sociali,
politiche, economiche, da un lato, e con tutte le sue connotazioni ambientali, geomorfologiche,
idrografiche e bioclimatiche, dall’altro – costituisce il suo cuore, la sede dei suoi interessi, il fulcro
dei suoi studi e dei suoi interventi. È la scienza territoriale per eccellenza e di ciò che il suo
territorio agisce, si muove, opera e trasforma, ridisegnando all’infinito nuovi contesti
socioeconomici e nuovi aspetti geopolitici, per l’azione di forze naturali, sociali e immateriali
2
.
È la scienza dell’osservazione con tutti i sensi ed è tesa a individuare, a comprendere, e
possibilmente correggere i meccanismi locali e sovrannazionali che finiscono con il limitare
fortemente le scelte individuali e di gruppo. È una scienza al servizio dell’uomo che ha per fine la
ricerca del paesaggio ideale che, ben lungi dall’essere utopistica realizzazione, scaturisce da una
razionale pianificazione del territorio, rispettosa dei diritti ambientali e sociali.
Per assolvere tali compiti, la geografia non può essere né scienza naturalista, né scienza
umanistica. Se ci si sposta nella prima area e si trascura l’uomo, con le sue esigenze e le sue
aspirazioni, si esce fuori dal campo di studio geografico. Se ci si interessa esclusivamente del
sociale e si dimentica o, solamente si trascura il contesto dove questo si realizza e si sviluppa – cioè
lo spazio vissuto che è tale con le sue risorse, le sue istanze, i suoi limiti – di nuovo ci si trova fuori
dall’ambito geografico. Quindi la geografia interviene dove la frammentazione del sapere moderno
spezza le connessioni che sono così strette e funzionali nella realtà. La geografia all’interno della
scuola può essere un ottimo ausilio per superrare la frattura tra scienze umani e sociali da un lato e
scienze naturali dall’altro che è particolarmente grave nella nostra cultura.
La geografia studia i dinamismi che si intrecciano profondamente tra tutti i campi e ricopre
pertanto un ruolo irrinunciabili che è quello della ricomposizione interattiva dei saperi analitici e
1
Questa definizione di geografia è proposta da Vitale (2006: 7-9).
2
Circa queste considerazioni generali sul campo di studi, le finalità e i metodi della geografia si consulti Persi (2003: 6-
7).
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della comprensione della complessità, della globalità e di tutto ciò che riguarda le interazioni tra le
società umane e tra queste e gli ecosistemi.
La geografia è una scienza olistica come è olistico l’ambiente naturale, come lo sono il
territorio e il paesaggio, come è olistica l’umanità, pur così variegata, così diversamente distribuita,
così differentemente organizzata e difformemente favorita. Ma abbraccia tutte queste realtà
dialettiche e intrecciate e ne scopre i legami e le interazioni più profonde. Di qui la difficoltà di un
simile studio, globale e approfondito, che affonda le radici nel passato, ma si proietta nel futuro, che
agisce nel presente e comporta la conoscenza degli strumenti e delle risorse disponibili, ma
impegna, come individui e educatori, al senso di responsabilità e al conseguimento di uno sviluppo
che tenga conto delle ampie, ma nel contempo limitate possibilità planetarie. Se le altre scienze
possiedono un campo tutto sommato circoscritto, con limiti sufficientemente precisi, la geografia
opera su un ampio dominio i cui termini irrinunciabili e inseparabili restano le risorse ambientali e
la società.
La natura segue leggi inesorabili e logiche lontane ancora dall’essere chiarite, ma comunque
con processi e tempi che male si conciliano con i ritmi e le scelte sociali. Ne nasce una convivenza
difficile ma necessaria, in cui gli uomini potrebbero ottenere di più se riuscissero a finalizzare i
meccanismi fisici alle esigenze sociali e se riuscissero a comprendere a gestire gli interventi che
comportano il consumo o il degrado delle risorse. Da qui nasce una nuova consapevolezza, quella
della solidarietà tra gli uomini e tra questi e la natura. Il diritto al benessere appartiene a ogni uomo
e il geografo è in prima linea per sconfiggere divari sociali, per proporre soluzioni contro gli
squilibri territoriali e ambientali; ma questo è anche un diritto delle generazioni future, cui va messo
un patrimonio culturale e ambientale in grado di consentire loro di continuare il processo di
sviluppo.
Ecco perché i geografi propugnano, accanto all’integrità degli ecosistemi e all’efficienza
economica, la solidarietà interregionale e la solidarietà intergenerazionale e ritengono che i due
principi siano inscindibile irrinunciabili. Ecco perché la geografia è una scienza prepotentemente
educativa, insostituibile nella scuola, fondamentale nella società, capace di far capire i problemi,
aprire gli orizzonti, pretendere nuovi comportamenti individuali e collettivi e in definitiva di
formare cittadini più responsabili, più attenti e più attivi. Allo scopo si richiedono competenze
multiple e trasversali e una preparazione seria e ampia che spazi dal sociale all’ambientale:
l’organizzazione territoriale è un fatto dei gruppi umani che vengono a patti con gli elementi fisici,
con le risorse del suolo e del sottosuolo, delle acque, del clima e della biosfera
3
.
La geografia è disciplina non solo informativa, ma soprattutto formativa; è l’arte di cogliere
i problemi, di interpretarli; di trovare le soluzioni e poi decidere il comportamento da assumere. La
geografia educa alla solidarietà internazionale, allo sviluppo, alla comprensione della diversità e del
cambiamento, alla valutazione integrale del territorio, alla partecipazione diretta dell’oggetto di
studio, alla percezione globale dei fatti geografici e all’ecosostenibilità, alla scoperta di nuovi
scenari e di nuovi ruoli individuali e di gruppo.
La geografia, la scienza della complessità, scioglie i nodi, apparentemente indecifrabili del
vivere moderno, rende comprensibili i meccanismi economici, restituisce al cittadino un ruolo attivo
e responsabile, ristabilisce la corretta posizione dell’uomo di fronte alla natura. Riduce quindi lo
strappo culturale moderno tra discipline umanistiche e quelle scientifiche e contribuisce
fondamentalmente alla formazione integrale del discente, un cittadino con responsabilità crescenti,
3
Cfr. Fremont (2007: 33-38).
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impegnato nel campo produttivo, politico e culturale, un uomo completo, con chiari obiettivi e
tenaci convinzioni, a cui la società di oggi può affidare con fiducia i compiti di domani.
La geografia è una scienza in costante divenire e, poiché al servizio delle collettività umane,
ne segue il travaglio, ammodernando finalità e metodi. Non ci si deve stupire di fronte alla varietà
di definizioni, né alla difficoltà di imbrigliare questa disciplina in una definizione, la quale,
comunque, risulta sempre angusta e limitante.
La geografia è una scienza che conduce a osservare più attentamente l’esistente, ad andare
oltre una prima rappresentazione dei fatti, a elaborare un’idea del mondo basata su analisi critiche
più che su pregiudizi estemporanei e/o parziali. Una delle peculiarità della disciplina geografica è
che insegna che ogni fatto e ogni fenomeno ha i suoi effetti, che assumono il valore di vantaggi o
svantaggi a seconda degli ambiti a cui si riferisce. Molto spesso si diventa adulti senza sentire la
necessità di una mentalità geografica, utile a risolvere i problemi dell’ambiente, del territorio, della
società, dell’economia.
La geografia non ha solo il compito di elencare e descrivere i singoli fatti e i fenomeni del
mondo, bensì soprattutto quello di far conoscere e interpretare ciò che, nell’insieme e nelle sue
parti, il mondo è stato, è e potrebbe essere in ragione delle sue componenti fisiche e umane. In tale
logica la geografia assume, quindi, finalità ben superiori alla semplice conoscenza, divenendo una
vera guida alla gestione dei territori e all’organizzazione delle comunità che in essi vivono.
La geografia è una scienza dotata di una doppia storia evolutiva (quella conoscitiva e quella
del pensiero scientifico); di suoi oggetti di studio (i fatti e i fenomeni geografici, i paesaggi, le
regioni geografiche); di necessarie ripartizioni (per spazio, tempo, soggetto); di finalità (volte queste
ultime a formulare leggi capaci di individuare le tendenze e le sopportabilità).
Molto semplice è dimostrare come la geografia abbia avuto una “storia” e quindi un
“dinamismo”. Essa, infatti, ha avuto una duplice evoluzione: quella delle conoscenze geografiche (e
ne sono un esempio le esplorazioni e le scoperte) e quella del pensiero geografico, perfezionatosi
nel metodo e in sempre nuovi campi d’indagine. Ben lontani sono i tempi nei quali il geografo era
solo un semplice illustratore e catalogatore dei fatti e dei fenomeni: egli ora è chiamato a spiegarne
le cause, gli effetti e i rapporti reciproci. Ben lontano è anche il tempo nel quale si studiavano solo i
fatti fisici, e, timidamente, quelli antropici, ora il geografo ha competenza in branche ben più
interessanti: del sociale, del pubblico, ecc.
Il metodo della geografia, cioè il modo di fare un’indagine seguendo certi principi costanti e
un dato ordine, in geografia è unico, indipendentemente dalla branca della geografia, del tema
trattato e dalla finalità dello studio. Diversi sono i modi e le forme che possono essere seguibili,
cioè le procedure abituali o prassi per svolgere l’indagine geografica. Per soddisfare la propria
finalità scientifica, quella cioè di risalire dallo studio (dall’osservazione) dei singoli fenomeni alla
definizione delle tipologie territoriali e all’enunciazione di leggi di carattere generale, la geografia
necessita innanzitutto di studi analitici sui singoli fenomeni. Operando con il procedimento
induttivo, detto anche sperimentale, si risalirà dal particolare al generale. Questa prassi, o
procedura, consentirà di giungere, per fasi successive, alla sintesi (alla riunione conoscitiva in un
tutto dei diversi elementi) di quanto hanno generato i fatti fisici e umani. Operando con il
procedimento deduttivo si procederà dal generale, o da assiomi che consentono formulazioni di
teorie, ala particolare, cioè a singoli casi di studio.