5
Per disponibilità dei dati e per un maggior approfondimento, il tema della
programmazione regionale degli investimenti pubblici è circoscritto all’ambito di
gestione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) limitatamente al finanziamento
dello strumento delle Intese Istituzionali di Programma e dei rispettivi Accordi di
Programma Quadro nel triennio 2002-2004. Il lavoro di tesi sviluppa un argomento a
cui finora non è stata prestata molta attenzione da parte di autori e studiosi
principalmente per due ragioni: l’attivazione di un processo di cambiamento recente
nella programmazione di risorse per le aree depresse, che passa attraverso il
superamento della logica dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno, e le
innovazioni “tecniche” introdotte nel 2002
2
nel processo di programmazione per
investimenti pubblici ex lege n. 208/1998. Lo studio si inserisce nella letteratura di
riferimento sulla promozione degli investimenti pubblici, intesi come aumento della
dotazione infrastrutturale, che costituiscono una spinta verso il miglioramento della
competitività del sistema-paese (Porter, 1990). La programmazione degli investimenti
pubblici si basa su regole nuove (Barca, 1999) che si affiancano alle riforme sulla
realizzazione degli investimenti, con particolare riguardo alle opere pubbliche
3
. Le
amministrazioni regionali sono sottoposte a questi stimoli e si trovano a ripensare la
“programmazione”; diventa, quindi, cruciale comprendere se il processo di
cambiamento avviato è stato seguito da un progressivo apprendimento delle nuove
logiche introdotte, testimoniato sia dall’evoluzione nel concetto di programmazione
degli investimenti pubblici sia dalle nuove procedure per la programmazione.
Le riflessioni sull’origine e sui meccanismi che regolano il funzionamento del
Fondo per le Aree Sottoutilizzate come strumento della politica di sviluppo e coesione
nazionale, sono seguite dall’esame degli strumenti di programmazione negoziata
utilizzati per la programmazione delle risorse FAS per gli investimenti pubblici ex lege
n. 208/1998 (capitolo n. 1). In questa sede, si procede alla descrizione delle fasi in
cui si articola il processo di programmazione e dei soggetti coinvolti. Per
approfondire il processo di accumulo di conoscenze nella programmazione regionale
delle risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate, si propone un’analisi basata sui
diversi livelli istituzionali coinvolti individuando alcune variabili chiave, quantitative e
qualitative, che possono modulare il grado di apprendimento delle amministrazioni
2
CIPE Del. n. 36/2002.
3
Legge n. 109/1994, Legge Merloni.
6
regionali. L’approccio è di natura multidimensionale e consente di rispondere alla
domanda di ricerca considerando gli aspetti distintivi che contribuiscono a delineare
un quadro complessivo dell’apprendimento istituzionale.
Il primo livello di governo considerato è quello dell’amministrazione centrale
(capitolo n. 2) a cui pervengono i documenti inviati da parte delle amministrazioni
regionali. Grazie all’elaborazione di tali informazioni si analizza la concentrazione delle
risorse FAS in settori determinati e l’addizionalità ed esclusività di tali risorse. Queste
due prospettive rappresentano le variabili chiave in quanto indicano, se confrontate
nell’arco del triennio 2002-2004, il trend sulla scelta della destinazione delle risorse e
sul grado di diversificazione delle fonti finanziarie, entrambe programmate dalle
amministrazioni regionali.
Le Regioni e le Province autonome, che rappresentano il secondo livello di
governo (capitolo n. 3), sono i principali attori del processo di programmazione. Al
fine di esaminare le conoscenze accumulate in tema di programmazione si
individuano due variabili critiche: il modello di programmazione e lo stato di
avanzamento degli interventi finanziati attraverso le risorse FAS. L’importanza dello di
stato d’avanzamento dell’intervento necessita di un approfondimento riguardo al
concetto di programmazione-progettazione dell’opera pubblica per chiarirne le fasi
del processo di realizzazione.
Il terzo livello istituzionale coinvolto è quello dei soggetti che promuovono e
realizzano direttamente l’intervento, generalmente gli enti locali (capitolo n. 4). La
trattazione scende ulteriormente nel dettaglio: si scelgono due settori per gli
investimenti pubblici, il settore idrico e quello dei trasporti e si analizza il legame di
coerenza tra lo stato di avanzamento dell’intervento al momento della
programmazione delle risorse FAS e le decisioni sulla modulazione della spesa negli
anni per la sua realizzazione.
Nelle conclusioni si propone un’interpretazione del processo di apprendimento
sulla programmazione regionale in considerazione delle variabili individuate nei
capitoli n. 2, n. 3, n. 4; inoltre, si lascia spazio alle riflessioni emerse nel corso dello
sviluppo dell’intera tesi.
7
Inquadramento disciplinare
La necessità di promuovere gli investimenti pubblici finalizzati al recupero e alla
promozione della competitività
4
in un’economia globale è condivisa nel panorama
scientifico contemporaneo, sebbene convivano teorie sensibilmente diverse con
riguardo al significato di competitività e di vantaggio competitivo (Krugman, 1996;
Porter, 1990). Si condivide l’opinione che gli investimenti pubblici, con particolare
riferimento a quelli infrastrutturali, siano una precondizione per la crescita economica
a livello locale, regionale e nazionale (Rondinelli, 2003). Gli investimenti in
infrastrutture generano esternalità che hanno un impatto positivo sull’intero sistema
economico; tale ricaduta è variabile e dipende da una pluralità di fattori, tuttavia si
concorda con l’identificazione dell’investimento pubblico come uno dei fattori
competitivi (Airoldi, 1994) su cui si gioca la partita dello sviluppo e della crescita (Rui
Silva - Rodrigues, 2005). Nonostante sia caratterizzata da un’economia sviluppata,
l’Italia (Porter, 1990) si trova nella fase di investment driven economy in cui è
opportuno promuovere un progressivo miglioramento della dotazione infrastrutturale
del paese attraverso investimenti pubblici.
L’attività in cui si inserisce la tematica degli investimenti pubblici può essere
ricondotta al concetto e alla prassi della programmazione economica. Secondo Barca
(2002) proprio negli anni ’90 si è tracciato un solco profondo con il passato grazie
alle riforme istituzionali e al cambiamento culturale che hanno gradualmente
stimolato reazioni per un superamento di logiche obsolete. Tra i “fatti stilizzati che
segnano la rottura col passato” (Barca, 2002, p.6-11) si ricordano “l’eutanasia degli
enti pubblici, il decentramento amministrativo e politico, la progressiva, ma
contrastata, affermazione della valutazione nelle decisioni di investimento pubblico e
infine l’avvio di un nuovo metodo di programmazione degli investimenti pubblici”. A
fronte dell’evoluzione avvenuta, lo Stato ha rimodellato le proprie funzioni in tema di
programmazione economica rafforzando il proprio ruolo nella selezione delle proposte
e, contemporaneamente, responsabilizzando i diversi livelli istituzionali sulla
promozione e gestione dei progetti di investimento. Tale processo risulta
chiaramente identificabile se si considerano gli investimenti pubblici destinati alle
4
Cfr. World Competitiveness Report (World Economic Forum) e Doing Business (World Bank) per il posizionamento dell’Italia.
8
aree depresse del Paese. La programmazione di questi investimenti viene
progressivamente decentrata dal livello nazionale a quello regionale con l’intento di
attivare meccanismi di sussidiarietà orizzontale e verticale (Fiorentini, 2004).
I livelli istituzionali coinvolti si trovano ad affrontare un processo di change
management per condurre l’attività di programmazione in modo coerente con i
muovi meccanismi introdotti cercando di superare possibili resistenze al cambiamento
(Joyce, 2000). La programmazione degli investimenti pubblici presuppone
conoscenze tecniche generali e specialistiche sul progetto da realizzare (Dalla Longa,
2004) che diventano indispensabili per riuscire a programmare in modo più efficace.
In questo panorama di riferimento si inserisce il presente lavoro di tesi che si
propone di approfondire la questione riguardante l’accumulo di conoscenze
5
nella
programmazione regionale delle risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate ex lege
n. 208/1998. Il fattore che ha determinato un notevole processo di cambiamento
nella programmazione delle risorse del fondo, oltre alla creazione stessa del fondo,
può essere ricondotto alla delibera CIPE n. 36/2002. Le logiche profondamente
innovative di questa delibera sono state poi confermate dalle delibere emanate
successivamente, in tema di investimenti pubblici da realizzare attraverso il FAS,
ossia dalla delibera CIPE n. 17/2003 e n. 20/2004. Il livello istituzionale
maggiormente interessato dalle modifiche in questo ambito è quello regionale. Per
sviluppare il lavoro di tesi, in questa direzione, si prende in considerazione la teoria
dell’institutional learning (Simon, 2003) fondamentale per costruire l’analisi del
processo di apprendimento delle amministrazioni regionali in tema di
programmazione. Al fine di presentare la definizione di apprendimento che più si
addice all’oggetto del lavoro, si propone di considerare anche i concetti di
competences o capabilities (Lawson, Lorenz, 1999). Questi ultimi indicano le attività
che un’organizzazione sa svolgere meglio rispetto ad altre (Prahalad and Hamel,
1990) in quanto è in possesso di una conoscenza tecnica o gestionale statica. Si può
invece, parlare di apprendimento nel momento in cui tale conoscenza diventa
dinamica. Come definito da Lawson e Lorenz (1999, p.307) “Organizational learning
can then be understood to refer to the process of generating this form of knowledge
The learning which leads to the development of `dynamic capability’ , then, is of a
5
“In the political environment of public management learning processes are especially difficult to create and mantain. Individual
learning is a psychological process. Organizational learning is also a political process” (Les Metcalfe, 1981 p. 128) .
9
particular sort. It refers to the generation of knowledge concerning the methods that
can be used to improve existing competences or to develop new ones”.
Da questo punto in avanti, l’analisi condotta per rispondere all’interrogativo di
ricerca è totalmente sperimentale. La domanda riguardante il processo di
apprendimento nasce dall’obiettivo di comprendere, considerando un arco temporale
di tre anni (2002-2004) cosa è cambiato in tema di programmazione regionale di
risorse FAS per investimenti pubblici e quale sia il livello di apprendimento all’interno
delle amministrazioni regionali. La questione rientra, pur con un approccio
pragmatico e per certi versi specialistico, sicuramente innovativo rispetto alla
letteratura di riferimento, nell’ampio tema del “ripensare le amministrazioni
pubbliche” verso un processo di miglioramento continuo e costante (Borgonovi,
2004).
La metodologia di ricerca
Per rispondere in modo completo, pur senza pretesa di esaustività,
all’interrogativo di ricerca sull’accumulo di conoscenze nella programmazione
regionale degli investimenti pubblici, come già anticipato nell’introduzione, si
circoscrive il campo di indagine alla programmazione di risorse afferenti al Fondo per
le aree sottoutilizzate nel triennio 2002-2004
6
. Il metodo di ricerca individuato è
composito in quanto mira ad indagare il fenomeno nella sua poliedricità. È necessario
precisare che la disponibilità di dati per lo sviluppo dell’analisi rappresenta sia
un’opportunità perché ha permesso l’elaborazione e lo sviluppo di conclusioni in una
prospettiva mai considerata precedentemente, sia un vincolo stringente nella
delimitazione del campo di indagine. L’approfondimento della letteratura di
riferimento, l’analisi della normativa e l’esame delle delibere CIPE sono funzionali ad
una ricostruzione del quadro complessivo della programmazione degli investimenti
pubblici.
L’evidenza empirica è delineata attraverso tre principali metodi di ricerca:
1. analisi quantitative basate sullo studio dei documenti pervenuti al Servizio
centrale di segreteria del CIPE,
2. interviste semistrutturate agli operatori regionali ed agli esperti del settore,
6
CIPE Del. n. 36/2002, n. 17/2003, n. 20/2004.
10
3. elaborazioni statistiche
7
dei dati presenti nella Banca Dati degli Accordi di
programma quadro.
1. L’analisi effettuata si basa sui dati presenti nella documentazione che le
Regioni e Province autonome inviano al Servizio centrale di segreteria del CIPE per la
comunicazione degli interventi da realizzare con risorse FAS. I dati sono elaborati con
il seguente procedimento:
• Si effettua una ricognizione sulla base degli elenchi di interventi che le
amministrazioni inviano al Servizio
8
;
• Si considerano gli interventi selezionati dalle Regioni e Province autonome,
pervenuti in elenchi, in termini di risorse FAS programmate
• Si procede con l’elaborazione dei dati riguardanti gli interventi per costruire un
quadro sintetico della situazione:
- si aggregano gli interventi a seconda dell’Accordo di Programma Quadro
(APQ) in cui rientrano e si considera il costo totale dell’APQ
- dopo aver determinato una classificazione in settori idonea all’analisi, si
aggregano ulteriormente i dati a seconda dei settori a cui afferiscono i diversi
APQ.
Questo procedimento è effettuato per ogni amministrazione che programma gli
interventi, per ognuna delle tre delibere di riparto del FAS considerate, e porta alla
creazione di schede specifiche per ogni regione e provincia autonoma in cui sono
riepilogati la dimensione finanziaria e il numero di interventi programmati per settore
e il costo totale dell’APQ.
Per comprendere a pieno l’analisi è utile dettagliare i criteri con cui sono stati
individuati i settori. Al fine di adottare una classificazione degli interventi valida per
ogni amministrazione e meno dispersiva rispetto a quella dei singoli APQ, si
considerano gli assi previsti nel Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) obiettivo1
2000-2006
9
. L’ispirazione comunitaria nella scelta degli assi-settori è dettata
dall’assonanza tra l’obiettivo di coesione del FAS e dei Fondi dell’Unione Europea e
7
Attraverso l’utilizzo del pacchetto SAS
8
non esiste un formato standard per l’impostazione degli elenchi ma sono chiare le informazioni, riguardanti gli interventi, che
devono essere esplicitate
9
Gli assi rappresentano le priorità strategiche per le scelte di investimento da realizzare nel periodo di programmazione
(Regolamento CE n. 1260 del 1999, articolo 9).