- forte riluttanza dei vertici aziendali a sopportare i rischi connessi allo
scambio di informazioni;
- scarso interesse dei sindacati e di molti altri stakeholder per la
responsabilità sociale e il bilancio sociale.
Dalla seconda metà degli anni 90 cominciano a svilupparsi applicazioni
pratiche, con successive proposte di modelli. In questi anni viene costituita
l’associazione “Gruppo di studio per il Bilancio Sociale” (GBS), le cui
prime linee guida vengono presentate in pubblico nel 2001
5
.
Inoltre la legge di riforma dell’ordinamento universitario del 1999 prevede
la possibilità di inserire tra le discipline di insegnamento del settore
“economia aziendale” anche “etica d’impresa e bilancio sociale”,
permettendo così la nascita di diversi corsi nei differenti gradi del nuovo
ordinamento universitario: laurea triennale, laurea specialistica, master di
primo e secondo livello, dottorato di ricerca
6
.
Cap.1 : Bilancio sociale e bilancio d’esercizio: rete
concettuale
1.1 Che cos’è il bilancio sociale e come viene redatto
Il bilancio sociale si qualifica come strumento di diagnosi del clima sociale
in cui vive l’azienda e come strumento quantificatore a consuntivo degli
effetti delle strategie e delle politiche sociali da essa assunte. Esso si
presenta come documento/sintesi chiamato ad esaltare le risultanze
contabili del bilancio tradizionale immergendone l’analisi nella più ampia
5
Gianfranco Rusconi, Il bilancio sociale: economia, etica e responsabilità dell’impresa, Roma, Ediesse,
2006, p. 64.
6
Gianfranco Rusconi, ibidem.
2
realtà e complessità del sistema di interrelazioni che l’azienda attiva e
subisce. Questo strumento è anche un mezzo che concorre ad accrescere un
bene immateriale di primaria importanza: la reputazione, dalla quale
nascono consenso e fiducia.
Negli anni 70 negli Stati Uniti fu chiesto alla Security Exchange
Commission (“Authority” della Borsa Valori) se fosse possibile inserire nel
bilancio d’esercizio informazioni che riguardassero l’ambiente e l’uso delle
risorse naturali
7
. La risposta fu che:
“Il sistema di informazione controllato dalla Commissione è stato creato
allo scopo di soddisfare specifiche esigenze informative di investitori ed
azionisti. Sovraccaricare il sistema delle informazioni con un insieme di
dati di primario interesse per il pubblico in generale, o per interlocutori che
non investono, potrebbe metter in crisi l’efficiente funzionamento di tale
processo d’informazione
8
”.
Inserendo nel bilancio d’esercizio anche valutazioni di carattere etico -
sociale si otterrebbe un mix confuso di dati ed informazioni che
danneggiano la trasparenza, sia nella determinazione della redditività, sia
nell’ambito della valutazione dell’impatto etico - sociale.
Quindi da qui la necessità di un documento specifico che affronti non solo
le valutazioni sui costi-ricavi ed attività-passività dal punto di vista
dell’impresa e delle sue condizioni dirette di sopravvivenza e sviluppo sul
mercato, ma che, attraverso indicatori, dati, valutazioni contabili ed
extracontabili, giudizi e osservazioni, verifichi e documenti al pubblico
interessato ciò che l’impresa realizza in funzione di tutti i suoi
interlocutori
9
.
7
“…l’Istituto Americano dei Revisori Indipendenti (AICPA) fondò nel 1970 un comitato sulla contabilità
ambientale per controllare l’impegno dei revisori (CPA) nelle attività di gestione ambientale e valutare
nuove opportunità per l’espansione dei servizi della professione in quell’area”, Gaede, 1974, p. 50
(Gianfranco Rusconi, Teoria generale del bilancio sociale e applicazioni pratiche, Milano, FrancoAngeli
s.r.l., 2004, p. 12).
8
S.E.C., 1980, p. 322; trad. it. In Heard, 1981 (Gianfranco Rusconi, op. cit., p. 13).
9
Gianfranco Rusconi, ibidem.
3
Bilancio d’esercizio e bilancio sociale sono due documenti indipendenti ma
complementari, sia perché i dati del primo riguardano la produzione e
distribuzione di ricchezza, sia, viceversa, per il fatto che risultati sociali
negativi possono essere la “spia” di rischi economico-finanziari
10
.
Poiché il bilancio sociale contiene notizie che coinvolgono tutta l’azienda
viene fatto proprio, e sottoscritto, dal vertice aziendale.
Uno dei modelli per redigere il bilancio sociale è il modello GBS
11
: questo
modello può essere utilizzato in qualunque classe di azienda. Esso si ispira
a una visione secondo la quale chi governa l’azienda ha il compito di
armonizzare e di rendere compatibili, fra loro e con le condizioni di
esistenza dell’azienda, gli interessi che in essa convergono per offrire a tutti
un livello adeguato di soddisfazione. Esso lascia ampia autonomia alle
aziende, poiché si limita ad indicare il processo di formazione del bilancio,
la struttura del documento e le informazioni essenziali che deve contenere.
L’azienda ne può ampliare il contenuto informativo ed è libera di
presentare le informazioni nel modo che ritiene più efficace, purché rispetti
l’impostazione e si attenga ai principi generali che il modello descrive. Si
tratta quindi di un modello flessibile che si caratterizza per il forte aggancio
con la contabilità e con il bilancio di esercizio e per il coinvolgimento degli
stakeholder. La partecipazione di quest’ultimi è fortemente raccomandata,
ma diviene obbligatoria, con riferimento alle categorie che l’azienda
considera privilegiate. Il modello non prevede quali categorie debbano
intervenire, in ogni caso prevede che sia reso noto il procedimento seguito
e si spieghi come sono stati formati eventuali campioni, come sono state
raccolte le opinioni e i giudizi, cosa è stato chiesto, e in che modo l’azienda
intende tenere conto dei giudizi espressi. Il modello si caratterizza infine
per la possibilità che offre a tutti i destinatari di comprendere qual è stato il
10
Gianfranco Rusconi, Teoria generale del bilancio sociale e applicazioni pratiche, Milano,
FrancoAngeli s.r.l., 2004, p. 13.
11
Franco Vermiglio, Guida critica alla responsabilità sociale e al governo d’impresa, Roma, Bancaria
Editrice, 2005, p. 661.
4
processo di raccolta, di elaborazione e di rappresentazione delle
informazioni. Il che permette anche a terzi, estranei al rapporto con
l’azienda, di intervenire per verificare la correttezza della procedura seguita
e nei limiti in cui è possibile, l’attendibilità delle informazioni fornite.
Il bilancio si articola in tre parti: la prima riguarda l’identità dell’azienda;
la seconda, il calcolo e la ripartizione del valore aggiunto; la terza, la
relazione sociale.
La prima parte è l’introduzione delle altre due. Qui viene inserito l’assetto
istituzionale, i valori, la missione e gli obiettivi.
La parte sul valore aggiunto serve per collegare il bilancio sociale ai dati
contabili. Questa parte comprende alcuni prospetti per il calcolo del valore
aggiunto e per la dimostrazione della sua ripartizione; dà notizia della
ricchezza prodotta e distribuita a una significativa parte degli stakeholder.
L’ultima parte, la relazione sociale, si riferisce ai risultati che l’azienda ha
raggiunto con riferimento alle singole categorie dei suoi stakeholder e al
modo in cui costoro li hanno percepiti. È la parte più ricca di notizie, quella
che consente all’azienda di attingere indicazioni utili per la
programmazione delle relazioni sociali, e agli stakeholder di avere elementi
di giudizio sulla coerenza, sull’efficienza e sull’efficacia del
comportamento aziendale.
La relazione deve contenere elementi che riguardano
12
:
- indicazione degli obiettivi e delle norme di comportamento;
- identificazione degli stakeholder a cui il bilancio sociale è rivolto;
- indicazione delle politiche relative a ogni categoria di stakeholder,
dei risultati attesi e della coerenza rispetto ai valori dichiarati;
- il processo di formazione del bilancio sociale;
- l’ordinata e completa esposizione dei fatti, delle informazioni
quantitative e qualitative, delle comparazioni, dei giudizi e più
12
Franco Vermiglio, Guida critica alla responsabilità sociale e al governo d’impresa, Roma, Bancaria
Editrice, 2005, p. 662.
5
generalmente dei dati utili a descrivere la relazione tra impegni
assunti e risultati;
- le opinioni e i giudizi degli stakeholder a cui si dà voce nel rispetto
del principio di inclusione;
- le eventuali comparazioni (benchmarking) adatte a mettere il lettore
nelle condizioni di valutare le performance dell’azienda;
- gli obiettivi di miglioramento per l’esercizio successivo;
- gli eventuali pareri e i giudizi di terzi, incaricati di verificare la
qualità del processo e la sua rispondenza agli assunti metodologici
stabiliti.
1.2 Gli scopi del bilancio sociale
La decisione di adottare il bilancio sociale, per l’azienda, non è occasionale
ma è una decisione di tipo strategico che incide sulle condizioni
organizzative esistenti e si riflette sul modo di pensare e di agire di tutto
l’organismo personale, quindi anche sul processo decisionale. Rappresenta
una tappa, un momento di un percorso più lungo: quello della
Responsabilità Sociale. Un’azienda è considerata socialmente responsabile
quando si fa carico degli effetti che il suo comportamento produce rispetto
agli stakeholder. Si ritiene di dover render conto perché si è consapevoli
della responsabilità di qualcosa nei confronti di qualcuno.
Il bilancio sociale d’impresa è, per la maggior parte delle volte, un
documento redatto volontariamente dalle aziende. Esso è rivolto agli
stakeholder, cioè ai portatori di interesse nell’attività dell’impresa
13
.
13
Gianfranco Rusconi, Teoria generale del bilancio sociale e applicazioni pratiche, Milano,
FrancoAngeli s.r.l., 2004, p. 13.
6
Il bilancio sociale diventa lo strumento con cui l’impresa “rendiconta” ai
suoi stakeholder. Sul piano dell’accountability si può far riferimento a
precisi diritti di coloro a cui il documento è rivolto. Anche coloro che
sostengono un approccio solo strategico agli stakeholder ed alla redazione
del bilancio sociale non possono non riconoscere il fondamento etico delle
esigenze di trasparenza connesse alla sua redazione
14
.
Più che parlare di un unico scopo si deve far riferimento ad un vettore di
obiettivi
15
:
- pubbliche relazioni;
- strategie sociali verso gli stakeholder;
- difesa documentata;
- difesa anti-regulation;
- valutazione della ricchezza prodotta e distribuita;
- miglioramento delle relazioni industriali;
- valutazione complessiva del contributo quantitativo dell’impresa;
- valutazione globale dell’impresa.
Le pubbliche relazioni
16
: se un bilancio viene predisposto con lo scopo
predominante, o esclusivo, di evidenziare un’immagine positiva
dell’impresa rischia di sottovalutare i “costi sociali” dell’attività aziendale,
dando risalto solo a ciò che è positivo e adottando così un comportamento
scorretto nei confronti degli stakeholder. Le informazioni pubblicate solo
per finalità di pubbliche relazioni dovrebbero essere contenute in un
diverso documento chiamato, ad esempio, “comunicazione d’immagine
dell’azienda”.
Le strategie sociali verso gli stakeholder
17
: il bilancio sociale è anche uno
strumento del top management per verificare i risultati raggiunti in base
14
Gianfranco Rusconi, Teoria generale del bilancio sociale e applicazioni pratiche, Milano,
FrancoAngeli s.r.l., 2004, p. 14.
15
Gianfranco Rusconi, Il Bilancio Sociale. Economia, etica e responsabilità dell’impresa, Roma, Ediesse
s.r.l., 2006, p. 67.
16
Gianfranco Rusconi, op. cit., p. 68.
17
Gianfranco Rusconi, ibidem.
7
alle aspettative degli stakeholder e per formulare e tenere sotto controllo le
strategie aziendali. Il bilancio sociale orientato verso le strategie sociali può
essere attuato in modo ottimale soprattutto come strumento interno della
direzione, come documentazione di supporto alle sue scelte strategiche.
La difesa documentata
18
: spesso le imprese, di fronte a scandali o eventi
che possono nuocere alla loro immagine, cercano di diffondere dati ed
informazioni che difendano le loro ragioni. La difesa documentata deve
concentrarsi in modo più specifico e attento sui risultati dell’azione
aziendale nelle aree contestate, anche a costo di dover evidenziare risultati
parzialmente negativi.
La difesa anti-regulation
19
: presentare volontariamente un documento che
contenga dati e informazioni sociali che si prevede saranno richiesti,
tramite il pubblico potere, da stakeholder in grado di incidere fortemente
sul legislatore. Questa motivazione si differenzia da quella difensiva per il
ruolo di iniziativa dinamica dell’impresa.
La valutazione della ricchezza prodotta e distribuita
20
: un bilancio sociale
potrebbe anche essere impostato essenzialmente sull’analisi della
produzione-distribuzione del valore aggiunto. Un’impresa che si comporta
in modo socialmente responsabile verso i consumatori e l’ambiente ma che
distrugge ricchezza nel lungo periodo a causa di una gestione inefficace e
inefficiente non può essere considerata socialmente responsabile. Oltre al
valore aggiunto è importante esaminarne l’aspetto distributivo, anche se il
giudizio su questa distribuzione risente di valutazioni soggettive sulle quali
non è facile trovare concordia fra gli stakeholder. La significatività del
valore aggiunto conseguito sul mercato come indicatore della ricchezza
18
Gianfranco Rusconi, Il Bilancio Sociale. Economia, etica e responsabilità dell’impresa, Roma, Ediesse
s.r.l., 2006, p. 69.
19
Gianfranco Rusconi, op. cit., p. 70.
20
Gianfranco Rusconi, op. cit., p. 71.
8
prodotta dipende in modo essenziale dalla presenza di condizioni di
concorrenzialità e di equità
21
.
La pubblicazione di bilanci sociali di imprese profit attuata con lo scopo di
evidenziare il valore aggiunto prodotto e distribuito partendo da conti
economici attendibili è un’informazione molto utile e obiettiva, ma il
valore aggiunto è solo una parte del bilancio sociale che, se isolata dal
resto, rappresenta un’informazione unilaterale e non consona alla finalità di
accountability.
Miglioramento delle relazioni industriali
22
: pubblicare un bilancio sociale
che si focalizzi sul rapporto con i dipendenti e con le loro associazioni è
oggi molto meno diffuso che non nell’Europa occidentale continentale
degli anni settanta e ottanta, dato che la tendenza odierna è quella di dare
maggiore rilievo alle aspettative degli stakeholder.
La valutazione complessiva del contributo quantitativo dell’impresa
23
:
seguendo esclusivamente questa impostazione si può essere più facilmente
neutrali ma il documento presenterà forti margini di soggettività nella
valutazione delle economie e diseconomie esterne, non verranno
considerati gli aspetti etico-qualitativi e occorrerà lasciare fuori dalle
valutazioni tutto ciò che non è ragionevolmente calcolabile in termini di
costi-benefici pseudomonetari.
La valutazione globale dell’impresa
24
: qui i costi-benefici pseudomonetari,
tipici della precedente impostazione, vengono integrati con dati e
considerazioni qualitativo-distribuzionali.
Per redigere un bilancio sociale, qualunque ne sia l’oggetto quantificato o
la forma di presentazione, bisogna attenersi a dei principi base
25
:
21
Gianfranco Rusconi, Il Bilancio Sociale. Economia, etica e responsabilità dell’impresa, Roma, Ediesse
s.r.l., 2006, p. 73.
22
Gianfranco Rusconi, ibidem.
23
Gianfranco Rusconi, op. cit., p. 74.
24
Gianfranco Rusconi, ibidem.
25
Gianfranco Rusconi, Teoria generale del bilancio sociale e applicazioni pratiche, Milano,
FrancoAngeli s.r.l., 2004, p. 21.
9
- neutralità: l’informazione deve essere imparziale e indipendente da
interessi di parte o da particolari condizioni;
- coerenza: dovrà essere mostrata una descrizione esplicita della
conformità delle politiche e delle scelte del management ai valori
dichiarati;
- inclusione: bisognerà dar voce a tutti gli stakeholder identificati,
eventuali esclusioni vanno motivate
- legame con il bilancio d’esercizio: il bilancio sociale parte da una
riclassificazione a valore aggiunto del bilancio di esercizio
espandendosi su altre valutazioni sociali.
Rispettando questi principi il bilancio sociale può essere considerato un
utile documento per un’accountability imparziale verso tutti gli stakeholder
e può essere considerato legato all’impresa.
La determinazione degli oggetti di riferimento, l’identificazione di
opportuni metodi di quantificazione e rappresentazione, mantenuti nel
tempo, dovrebbero permettere una potenziale comparabilità nel tempo e
nello spazio di una serie di bilanci sociali
26
.
La significatività dell’informazione inoltre passa attraverso il suo controllo,
esterno al fornitore, e la certificazione della sua correttezza da parte di terzi
indipendenti.
Il controllo è importante per l’impresa stessa quando il dato sociale è
vincolato da una prescrizione di legge che contiene anche norme
sanzionatorie colpenti scorrette e/o fraudolente informazioni
27
. Anche il
controllo stesso deve essere basato su principi generalmente accettati.
26
Antonio Matacena, Impresa e ambiente: il bilancio sociale, p.131.
27
Antonio Matacena, op. cit., p.132.
10