ii
Le istituzioni dell’istruzione terziaria vivono una fase di riforme fondamentali. Tali
riforme mirano principalmente a incoraggiare le istituzioni a essere più reattive per
soddisfare meglio le esigenze della società e dell’economia. Esse hanno fatto emergere
la necessità di rivalutare le finalità dell’istruzione terziaria e di definire nuove strategie
per il futuro. Tali cambiamenti hanno ugualmente introdotto una maggiore flessibilità
per le istituzioni con responsabilità più chiaramente definite rispetto alle esigenze della
società. Si chiede al settore dell’istruzione terziaria di contribuire all’equità, di
assicurare la qualità e di operare efficientemente.
Gli ultimi decenni sono stati segnati da una notevole espansione dell’istruzione
terziaria. Nel 2004, gli studenti iscritti al ciclo terziario d’insegnamento raggiungevano
132 milioni unità a livello mondiale, rispetto a 68 milioni nel 1991. Il tasso di crescita
medio annuo delle iscrizioni al ciclo terziario per il periodo 1991-2004 si è assestato al
5,1% a livello mondiale1. Tali cambiamenti in positivo, sono stati favoriti e guidati dalla
Dichiarazione di Bologna, tenutasi per l’appunto a Bologna, durante il convegno del
19 Giugno 1999, ed approvata congiuntamente dai Ministri Europei dell’istruzione
superiore. Il processo europeo, grazie agli straordinari progressi registrati negli ultimi
anni, è divenuto per l'Unione ed i suoi cittadini una realtà sempre più concreta e
determinante, cui le prospettive di allargamento e l'intensificazione dei rapporti con gli
altri Paesi europei, conferiscono dimensioni ancor più vaste. Al tempo stesso in ampi
settori del mondo politico, accademico e dell'opinione pubblica si va affermando la
consapevolezza della necessità di conferire alla costruzione europea una articolazione
maggiormente differenziata e completa, rinforzandone in particolare le dimensioni
intellettuali, culturali, sociali, scientifiche e tecnologiche.
L'Europa della Conoscenza è ormai diffusamente riconosciuta come insostituibile
fattore di crescita sociale ed umana e come elemento indispensabile per consolidare ed
arricchire la cittadinanza europea, conferendo ai cittadini le competenze necessarie per
affrontare le sfide del nuovo millennio insieme alla consapevolezza dei valori condivisi
e dell'appartenenza ad uno spazio sociale e culturale comune.
1
Dati alma laurea.
iii
L’istruzione e la cooperazione si confermano ulteriormente come strumenti essenziali
per lo sviluppo ed il consolidamento di società democratiche, stabili e pacifiche, tanto
più guardando alla tormentata area dell’europa sud orientale.
La Dichiarazione della Sorbona del 25 Maggio '98, fondata su tali considerazioni, ha
posto l'accento sul ruolo centrale delle Università per lo sviluppo della dimensione
culturale europea ed ha individuato nella costruzione di uno spazio europeo
dell'istruzione superiore uno strumento essenziale per favorire la circolazione dei
cittadini, la loro occupabilità, lo sviluppo del Continente.
Sottoscrivendo la dichiarazione o esprimendo la loro adesione di principio, molti Paesi
europei hanno raccolto l'invito ad impegnarsi per il raggiungimento degli obiettivi in
essa prefigurati. La direzione assunta dalle numerose riforme dell'istruzione superiore
intraprese nel frattempo in Europa ha dimostrato la determinazione di diversi Governi di
operare concretamente in tal senso.
Le Istituzioni di istruzione superiore europee, per parte loro, hanno saputo raccogliere la
sfida assumendo un ruolo di primo piano nella costruzione dello spazio europeo
dell'istruzione superiore, sulla scorta anche dei principi fondamentali sanciti nel 1988
nella Magna Charta Universitatum di Bologna. Ciò è da ritenersi della massima
importanza, in quanto l'indipendenza e l'autonomia delle Università garantiscono il
costante adeguamento del sistema dell'istruzione superiore e della ricerca all'evolversi
dei bisogni e delle esigenze della società e della conoscenza.
Il cammino è stato intrapreso nella giusta direzione e con significativa determinazione.
Il conseguimento di una maggiore compatibilità e comparabilità dei sistemi
dell'istruzione superiore necessita peraltro di un costante impulso per potersi realizzare
compiutamente. Occorre sostenerlo promuovendo misure concrete che consentano di
realizzare tangibili avanzamenti. Il Convegno ha visto impegnati autorevoli studiosi ed
accademici provenienti da tutti i nostri Paesi, fornisce utilissime indicazioni sulle
iniziative da intraprendere.
iv
Occorre porre in rilievo in modo particolare all'obiettivo di accrescere la competitività
internazionale del sistema europeo dell'istruzione superiore. L'efficacia e la vitalità di
ogni civiltà viene infatti valutata anche con il metro dell'attrazione che il suo sistema
culturale riesce ad esercitare nei riguardi degli altri Paesi. Occorre che il sistema
dell'istruzione superiore europeo acquisti nel mondo un grado di attrazione
corrispondente alla nostra straordinaria tradizione scientifica e culturale.
Il presente lavoro vuole andare ad indagare tra gli obiettivi del processo di Bologna al
fine di scorporare i fattori che hanno determinato i cambiamenti apportati nell’ultimo
decennio nel sistema universitario italiano, soprattutto in termini di accesso, partendo
da indagini econometriche e modelli teorici applicati sia al contesto italiano che
europeo. Viene fornita una visione globale su ciò che è diventato oggi il sistema
universitario e vengono offerti spunti critici e di riflessione sull’impatto provocato dalla
riforma nella società, al fine di valutarne sia aspetti positivi che negativi.
L’elaborato risulta essere suddiviso nella maniera seguente:
ξ Il primo capitolo, a carattere introduttivo ed istituzionale, offre una panoramica
generale sul sistema universitario italiano, illustrando le peculiarità dell’assetto
post-riforma, e facendo accenno al vecchio ordinamento. Vengono descritte le
tappe del processo di Bologna, elencati gli obiettivi ed esposte le linee guida del
Governo.
ξ Il secondo capitolo ruota attorno al tema dell’accesso all’università in seguito
all’attuazione della riforma, nonché dei principi del processo di Bologna; viene
effettuata una rassegna su alcuni studi eseguiti in merito, tra i quali un’analisi
svolta sulla facoltà di Economia del Politecnico delle Marche.
ξ Il terzo capitolo verte sull’argomento drop-out, andando a completare quanto
delineato nel capitolo precedente attraverso altre analisi che hanno tentato mi
mettere ben a fuoco gli effetti della riforma nella loro totalità, senza trascurarne
quelli negativi.
v
ξ Nel quarto ed ultimo capitolo viene affrontata la questione della qualità del
sistema universitario, proponendo un interessante modello teorico, basato
sull’interazione tra la mobilità studentesca e la qualità dell’istruzione.
1
CAPITOLO 1
Panoramica sul sistema universitario
1.1 Introduzione
L’istruzione superiore svolge un ruolo essenziale nella società, che spazia dalla
creazione della conoscenza, al trasferimento degli studenti sul mercato del lavoro, fino
ad arrivare allo sviluppo e produzione della tecnologia. Le maggiori istituzioni europee
hanno preso l’impegno di modernizzare tutto il sistema educativo, in particolare il
sistema dell’educazione superiore, agendo direttamente sull’offerta formativa e sul
modo di operare di tutti gli attori coinvolti.
In Europa si contano 4000 istituti di istruzione superiore, con oltre 19 milioni di studenti
e 1,5 milioni di dipendenti1. Alcune università europee sono tra le migliori al mondo,
ma il potenziale complessivo non viene completamente sfruttato. I curricula non sono
sempre aggiornati, e non è sufficiente l’università per ottenere un impiego sicuro.
Inoltre spesso negli atenei mancano strumenti di gestione e di finanziamento che siano
all’altezza delle loro ambizioni. I governi e le istituzioni di istruzione superiore sono
alla ricerca di strategie per creare condizioni favorevoli in tutto l’ambito universitario.
La proposta di riformare i programmi è stata lanciata soprattutto dal processo di
Bologna, al quale hanno partecipato 46 paesi europei2, con l’obiettivo di istituire uno
Spazio Europeo per l’istruzione superiore (EHEA)3 entro il 2010, basata sulla
cooperazione tra ministri, istituzioni e studenti. La Commissione Europea aiuta gli Stati
membri e i Paesi vicini, nei loro sforzi di modernizzazione attraverso iniziative
1
Fonte:www.ec.europa.eu/education, European Commission, Education and Training.
2
I 46 Paesi del Processo di Bologna Albania, Andorra, Armenia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bosnia e
Herzegovina, Bulgaria, Città del Vaticano, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia,
Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta,
Moldavia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica ex-
Yugoslava di Macedonia,Repubblica Slovacca, Romania, Russia, Serbia e Montenegro, Slovenia, Spagna,
Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria.
3
European Higher Education Area.
2
politiche, documenti di discussione, eventi, e con programmi comunitari quali Erasmus,
Tempus e Erasmus Mundus, al fine di promuovere la mobilità nell’istruzione.
Quest’ultima rappresenta proprio la chiave ed il fine ultimo della Riforma, in primo
luogo perché la mobilità degli studenti tra i Paesi, li espone a presa diretta a nuove
esperienze culturali, e li aiuta a sviluppare molteplici competenze. Tali competenze
sono considerate di fondamentale importanza all’interno di un Unione Europea che lotta
per l’integrazione economica, cercando di preservare le identità culturali di ciascun
Paese. In secondo luogo, si spera che la mobilità dia vita ad un’aperta competizione tra i
Paesi, al fine di attrarre il numero più alto possibile di studenti. Dal momento in cui
l’istruzione in Europa è essenzialmente libera, tale competizione si svolge
principalmente sulla dimensione della qualità. Pertanto si auspica che la mobilità
incrementi anche la qualità delle Università, che andrebbe a sua volta a migliorare le
performance degli studenti.
L’istruzione europea si trova ancora nel pieno di un processo dinamico in continua
evoluzione, trascinando con sé continue sfide, frutto anche dell’approccio con cui la
riforma è stata accolta dai partecipanti al programma. E’ dunque necessaria una buona
attenzione sull’impatto che ha avuto la Riforma e su come le istituzioni di istruzione
superiore hanno risposto alle varie sfide. Si osserva difatti che la struttura a tre fasi dei
programmi di studio è stata accolta dalla maggioranza degli atenei europei, ed è
attualmente in pieno atto, fatta eccezione di campi di studio quali la medicina,
l’architettura e l’ingegneria, che nella maggioranza dei casi hanno conservato la
struttura tradizionale. Tuttavia l’articolazione tra formazione professionale e primo ciclo
di studi (laurea triennale), è questione di divergenze significative di approccio i molti
dei Paesi aderenti. Talvolta infatti la preparazione professionale vera e propria è
organizzata separatamente al settore universitario; solo 10 Nazioni hanno adottato
consapevolmente e del tutto le strutture dettate dal Processo di Bologna. Va quindi
precisato che spesso si tratta di adattamenti ai sistemi preesistenti, ma nella maggior
parte dei paesi, il Processo di Bologna è stato considerato un modello di riferimento
“unico” al quale attenersi per poter raggiungere l’obiettivo primario della mobilità.
3
Nel presente capitolo vi è una rassegna sulle principali tappe del Processo, su come e se
siano stati raggiunti gli obiettivi prefissati, oltre ad una digressione sul sistema
universitario italiano e un’analisi sugli effetti sortiti dalla Riforma.
1.2 Il processo di Bologna
1.2.1 Le tappe
Il processo di Bologna è un processo di armonizzazione dei sistemi di istruzione
superiore, nato nel 1999 quando 29 ministri dell'istruzione europei si incontrarono nel
Settembre del 1998 a Bologna per sottoscrivere un accordo, noto come la
Dichiarazione di Bologna.
La Dichiarazione di Bologna ha lo scopo di introdurre un sistema di titoli accademici
facilmente “leggibili” e comparabili, di promuovere la mobilità degli studenti, degli
insegnanti e dei ricercatori, assicurare la qualità nell'insegnamento e tener conto della
dimensione europea dell'insegnamento superiore. Il processo è tuttora in corso e si
concluderà nel 2010.
L’atto emanato si articola in sei azioni:
ξ un sistema di titoli accademici facilmente leggibili e comparabili.
Comprende l'attuazione di un supplemento al diploma allo scopo di migliorare la
trasparenza;
ξ un sistema fondato essenzialmente su due cicli: un primo ciclo utile per il
mercato del lavoro di una durata di almeno 3 anni e un secondo ciclo (Master)
che richiede il completamento del primo ciclo;
ξ un sistema di cumulo e trasferimento di crediti del tipo ECTS, utilizzato
nell'ambito degli scambi Socrates-Erasmus;
ξ la mobilità degli studenti, degli insegnanti e dei ricercatori: l'eliminazione di
tutti gli ostacoli alla libertà di circolazione;
ξ la cooperazione per assicurare la qualità;
4
ξ la dimensione europea dell'insegnamento superiore: moltiplicare a tutti i
livelli i moduli, gli insegnamenti e i filoni il cui contenuto, orientamento o
organizzazione, presentino una dimensione europea.
Il comunicato di Praga del 19 maggio 2001 aggiunge le seguenti azioni al processo di
Bologna:
ξ l'istruzione e la formazione permanente costituiscono un elemento essenziale
dello spazio europeo dell'insegnamento superiore per far fronte alla
competitività economica;
ξ il coinvolgimento degli istituti di insegnamento superiore e degli studenti: i
ministri sottolineano l'importanza della partecipazione delle università, degli
altri istituti superiori e in particolare degli studenti per creare lo spazio europeo
dell'insegnamento superiore in modo costruttivo;
ξ la promozione dello spazio europeo dell'insegnamento superiore tra gli
studenti in Europa e tra quelli delle altre parti del mondo.
In occasione della conferenza di Berlino del 2003, i ministri incaricati
dell'insegnamento superiore adottano un comunicato che integra gli studi universitari e
le sinergie tra lo spazio europeo dell'insegnamento superiore (SEIS) e lo spazio europeo
della ricerca (SER) nel processo di Bologna. I ministri sottolineano l'importanza della
ricerca, della formazione alla ricerca, della promozione dell'interdisciplinarietà per
mantenere e migliorare la qualità dell'insegnamento superiore e rafforzare la sua
competitività. Fanno appello ad una maggiore mobilità a livello di dottorato e post-
dottorato e incoraggiano gli istituti interessati ad aumentare la loro cooperazione nei
settori del dottorato e della formazione dei giovani ricercatori.
Il comunicato di Bergen del 20 maggio 2005 constata la realizzazione di progressi
significativi riguardo agli obiettivi del processo, come indicato dalla relazione generale
2003-2005 del gruppo di controllo. I ministri desiderano realizzare dei progressi per il
2007, al fine di raggiungere: