Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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[...] un telefono da tasca, verosimilmente esente da fili, con il quale si può
telefonare e ricevere telefonate dovunque, in qualsiasi momento».
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Ma già dal principio del mio studio, l’unica cosa chiara era l’estrema
difficoltà di non effettuare una lettura semplicistica o unilaterale
dell’oggetto tecnico telefonino, l’appendice tecnologica per eccellenza
della comunicazione umana “di fine millennio”. Sapendo che posso de-
scrivere questo apparecchio a partire da numerosi ambiti disciplinari e
soprattutto da ottiche diverse, ho ritenuto fondamentale esplicitare la mia
chiave di lettura, la prospettiva in cui collocare la mia ricerca, affinché la
mia pur personale analisi possa essere controllabile.
Il primo rischio, infatti, è quello di cadere nel determinismo tecnolo-
gico, una chiave di lettura dell’evoluzione umana strettamente determina-
ta dalle tecnologie impiegate dall’uomo nei diversi periodi della sua sto-
ria: sono gli “strumenti” la variabile indipendente che spiega le vicende
socioculturali.
Il secondo rischio, oggi più attuale, è quello di cadere in una partico-
lare forma di determinismo, che possiamo chiamare “mediologico”, a pa-
role aspramente criticata, ma nei fatti diffusamente condivisa, che vede i
mezzi utilizzati dall’uomo per comunicare quali i veri artefici delle tra-
sformazioni sociali.
Alcuni studiosi infatti vedono nel complesso totale delle innovazioni
tecnologiche la matrice delle trasformazioni sociali, mentre altri, vicever-
sa, considerano i mutamenti nel campo delle comunicazioni come il fatto-
re principale che concorre a caratterizzare le diverse epoche della storia
umana.
2
Giorgio Manganelli, Con il telefono in tasca, ne “Il Messaggero” del 31/3/90.
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad una interpretazione dello svi-
luppo umano monocausale e quindi estremamente parziale e limitata e, so-
prattutto, ad una stessa concezione di ineluttabilità del destino umano.
Il quadro di riferimento
La prospettiva dalla quale mi muoverò, per dirla alla M. Weber la mia
presa di posizione valutativa,
3
è la “teoria delle transizioni”, proposta da
M. L. DeFleur e S. J. Ball-Rokeach.
4
I due autori americani studiano lo sviluppo dell’umanità dal punto di
vista della crescente complessità della comunicazione umana. In
quest’ottica, il progresso sempre più veloce dell’umanità è dipeso soprat-
tutto, ma non esclusivamente, dalla capacità di utilizzare di volta in volta
sistemi di comunicazione sempre più complessi: dai versi alla parola, dai
segni alla scrittura, alla stampa, sino ai media elettrici ed elettronici, che
configurano l’odierna società dell’informazione globale.
Pertanto, a differenza delle letture deterministiche, ritengo che lo svi-
luppo della capacità comunicativa sia intimamente connesso al progresso
degli esseri umani, senza però affermare che la comunicazione sia l’unico
fattore esplicativo della Storia. Altrimenti, ricadrei in un’ennesima chiave
interpretativa basata su di un linearismo meccanicistico o su di un princi-
pio astorico e teleologico, per cui si potrebbe credere ad un processo con-
tinuo, regolare, inevitabile e predeterminato dello sviluppo umano. Da
parte mia, inoltre, non c’è alcuna pretesa di esaustività, per cui la comuni-
3
Cfr. : Max Weber, Il metodo delle scienze storico-sociali, Comunità, Milano 1974, p.67
4
Melvin L. DeFleur, Sandra J. Ball-Rokeach, Teorie delle comunicazioni di massa, Il Mulino, Bolo-
gna 1995, p.18
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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cazione sarebbe l’unica variabile indipendente a spiegare interamente la
storia umana.
Ad ogni modo, è innegabile che oggi più che mai la comunicazione
sia senz’altro uno dei fattori fondamentali che più caratterizzano la “so-
cietà di fine millennio”, ossia quella dell’era tecnotronica, come l’ha
chiamata Brzezinski, o post-industriale, secondo la definizione di Daniel
Bell, o della terza ondata, così qualificata da Alvin Toffler, oppure digita-
le, come afferma N. Negroponte, o infine, della società dell’informa–
zione globale, come è qualificata dai più.
Per poter descrivere il telefonino, le sue caratteristiche peculiari, le
opportunità comunicative che consente, i vantaggi economici che rappre-
senta per gli operatori di telecomunicazioni (tlc), le agevolazioni per gli
utilizzatori, nonché le sue ripercussioni sulle loro abitudini e sugli stili di
vita, è necessario prima collocarlo in un preciso contesto storico, econo-
mico e socioculturale. Infatti secondo me, collocare l’analisi delle nuove
tecnologie in un contesto storico aiuta a comprendere gli aspetti non stret-
tamente tecnici della loro origine e ridimensiona le affermazioni di chi
sostiene che siano le tecnologie stesse a provocare i mutamenti sociali.
Il quadro cui farò riferimento è per l’appunto la cosiddetta società
dell’informazione globale. Certamente sono consapevole della riduttività
di questa definizione di una realtà complessa e problematica, quale è
l’odierna società, e ancor di più se considerata nell’estensione globale.
Ma quale definizione non è appunto una riduzione di complessità, una de-
limitazione della propria prospettiva cognitiva, come del proprio campo
d’indagine, una dichiarazione di quali aspetti della “totalità” presi in esa-
me vengono privilegiati?
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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Perciò, mi sono chiesto come sia nato questo appellativo, tra miti e
realtà, e quanto possa descrivere gli avvenimenti in atto. Questa locuzio-
ne, secondo me, è sicuramente da analizzare criticamente, per depurarla
dalle connotazioni ideologiche, ma in ogni caso dà conto di alcuni feno-
meni particolarmente rilevanti, che oggigiorno sono in corso.
La società dell’informazione globale è quella che nasce dalla profon-
da accelerazione nell’innovazione tecnologica, che ha dato vita alle nuove
e pervasive tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).
Nella società dell’informazione globale la Comunicazione è divenuta
la chiave di lettura prevalente del presente, così come della Storia, ragio-
ne per cui si tende a proporre una nuova lettura ideologica del passato in
base agli schemi del momento, e a definire la realtà attuale, appunto come
società dell’informazione globale.
Nella società dell’informazione globale, un’altra delle caratteristiche
più importanti è la smaterializzazione, che interessa ogni aspetto della re-
altà, dall’economia nel suo complesso (il mercato, la produzione,
l’organizzazione delle imprese) ai bisogni e i consumi individuali, finan-
che forse alle relazioni interpersonali. Inoltre, nel mercato smaterializza-
to, l’“informazione” è ormai la risorsa economica fondamentale su cui si
basa l’economia mondiale.
Ancora, la società dell’informazione globale è la società ridisegnata
dalla globalizzazione dei mercati finanziari, del commercio e della produ-
zione, e dall’internazionalizzazione di scambi, relazioni e culture.
Infine (ma soprattutto), la società dell’informazione globale è il risul-
tato della diffusione delle telecomunicazioni in una rete sempre più fitta e
interconnessa, che avvolge l’intero pianeta.
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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Il ruolo delle tlc
La predisposizione di sistemi di comunicazione delle informazioni a
distanza è sempre stata indispensabile per ogni società organizzata, allo
scopo di soddisfare sia le necessità dei pubblici poteri, sia le esigenze in-
dividuali.
Comunicazioni a distanza sono dunque state organizzate sin dai tempi
più antichi e con sistemi inizialmente rudimentali, quindi sempre più evo-
luti, sia dai governi, sia dai privati, per trasmettere informazioni, la cui
conoscenza era utile per effettuare scelte nell’ambito di attività politiche,
militari, economiche e commerciali.
Oggi, in un contesto che ho delineato come la società dell’informa–
zione globale, le telecomunicazioni, ossia tutti i sistemi di comunicazione
o scambio di informazioni a distanza, effettuati tramite cavi, ponti radio,
mezzi ottici, satelliti o altri mezzi elettromagnetici, sono, più che
l’infrastruttura portante, il sistema nevralgico del pianeta globalizzato.
Infatti attraverso le tlc avviene tutta la circolazione della comunica-
zione e delle informazioni, sempre più necessarie in un’economia
dell’informazione. In questi ultimi anni il settore delle telecomunicazioni
è stato attraversato da radicali trasformazioni ad opera dell’innovazione
tecnologica, che sta portando alla convergenza di media tradizionalmente
distinti, e ad opera della liberalizzazione del mercato con la conseguente
fine dei monopoli pubblici nazionali.
All’interno delle tlc, le telecomunicazioni mobili sono a tutti gli effet-
ti il settore di punta, quello più innovativo per le tecnologie digitali wire-
less utilizzate, per le strategie di marketing adoperate nella commercializ-
zazione del prodotto/servizio, per l’esplosione della domanda da parte sia
delle imprese sia delle persone. Infatti dal punto di vista tecnico, le tlc
mobili sono al centro dei complessi processi di convergenza, per cui pre-
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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sto si moltiplicheranno servizi multimediali mobili. Pertanto dal punto di
vista economico, le telecomunicazioni mobili sono il vero core business,
poiché offrono notevoli vantaggi sia ai gestori che agli utilizzatori. Infine,
dal punto di vista sociologico, l’uso del telefonino influenza i modi di la-
vorare, le abitudini e gli stili di vita degli individui, poiché determina
nuove modalità comunicative.
La mia tesi
A questo punto la mia idea è che il telefonino sia l’emblema, per così
dire la “quinta essenza”, della società dell’informazione globale. La mia
opinione è che il telefonino, meglio ancora di Internet (e soprattutto nel
contesto italiano), possa essere considerato uno dei media più simbolici
dell’era della globalizzazione e della comunicazione planetaria, poiché
rappresenta bene nella vita quotidiana di tutti l’esplosione delle opportu-
nità comunicative, cui si assiste in questo scorcio di secolo.
Effettivamente, il telefono cellulare, affrancandosi da ogni legame
spaziale, ha offerto nuove opportunità e modalità comunicative ed ha e-
steso a dismisura la portata della voce, il medium più antico e naturale,
dopo il linguaggio gestuale.
La mia tesi è allora che le tlc mobili sono tra i mezzi di comunicazio-
ne che maggiormente contribuiscono alla sensazione di vivere in una so-
cietà caratterizzata dalla circolazione globale dell’informazione, in un
pianeta rimpicciolito dall’abbattimento delle distanze spazio-temporali, e
in un mondo che sembra diventare il villaggio globale profetizzato da
Marshall McLuhan. Anzi si può dire che le tlc mobili hanno proprio preso
a modello il villaggio globale: come nel piccolo villaggio comunitario tut-
ti sono a portata di voce, così nel villaggio globale tutti sono a portata di
telefonino!
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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Oggi più che mai, gli uomini possiedono prodigiosi mezzi di comuni-
cazione, che permettono loro di comunicare con estrema facilità (ma sono
altrettanto facilitati i rapporti sociali?), tanto da essere potenzialmente
sempre immersi in un flusso comunicativo ininterrotto.
Tutto il mondo è percorso da una fittissima rete di tlc e di vie di co-
municazione, il cui effetto è quello di avvicinare luoghi, persone, orga-
nizzazioni, culture.
Per questo motivo vengono ridefinite completamente le nozioni ance-
strali di spazio e tempo, così come le identità individuali. Ne consegue
una percezione, appunto, rimpicciolita del pianeta Terra: attraverso com-
puters palmari, “tutto il mondo è in tasca” e con i telefonini, “tutto il
mondo è in linea”.
Come gli abitanti di un piccolo villaggio, attraverso il “tam tam del
terzo millennio”, possiamo comunicare con qualunque essere umano con-
nesso alla rete, indipendentemente dal luogo e dal momento in cui ci tro-
viamo.
Perciò possiamo dire che “tutto il mondo è paese” ed, in effetti, il vil-
laggio globale di McLuhan è una realtà che la globalizzazione, il com-
plesso fenomeno della interdipendenza delle economie e dei mercati, in-
fluenzato dall’adozione delle più sofisticate tecniche informatiche e di tlc,
rende esplicita fino dalle più banali attività della vita quotidiana.
La possibilità di muoversi rapidamente da un punto ad un altro del
pianeta, grazie a mezzi di trasporto sempre più veloci, si somma, con il
cellulare, alla possibilità di “esserci senza andarci”, di avere, cioè, istan-
taneamente e in qualsiasi momento, l’informazione di ciò che avviene in
tutto il mondo.
Ed è proprio nella velocità di trasmissione dell’informazione che si
realizza a pieno la globalizzazione: tutto avviene in “tempo reale”. Il ri-
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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sultato è che quello che accade in un punto qualsiasi del pianeta è come se
avvenisse sotto casa, accanto a noi, proprio come se si vivesse in un im-
menso villaggio.
Le conseguenze sono che se da una parte si ha la sensazione di un
mondo sempre più piccolo e a portata di mano (anche se forse è più cor-
retto dire a portata di voce e vista), dall’altra si ha la percezione che ogni
problema di portata mondiale è talmente complesso, che diventa insor-
montabile da un punto di vista localista. Allora, l’entusiasmo si confonde
con lo stordimento, l’ubiquità con lo smarrimento, il delirio di onnipoten-
za con la sensazione di incapacità.
In altre parole, un mondo più piccolo è l’ideale punto di arrivo delle
trasformazioni tecnologiche, economiche, politiche e sociali di questi ul-
timi anni e noi ne siamo spettatori, spesso attoniti, proprio per
l’incredibile accelerazione del mutamento in corso.
Ma se il mondo diventa più piccolo, come fosse un villaggio, allora è
più coeso, o è più frammentato, oppure è semplicemente più stretto? In al-
tre parole, siamo davvero nel villaggio globale previsto da McLuhan?
L’espressione è insieme acuta e ingannevole: giustamente sottolinea
l’omogeneizzazione e la condivisione di massa dei messaggi veicolati so-
prattutto dai mass media, ma erroneamente confonde la condivisione dei
messaggi ricevuti con la mutua interazione e regolazione, che è caratteri-
stica di una vera comunità. Infatti, mi domando se l’intensificazione delle
comunicazioni, permessa in particolare dai telefoni cellulari, determini
una pari intensificazione nei rapporti sociali.
Inoltre, se la società planetaria è caratterizzata dalla circolazione glo-
bale dell’informazione, ciò ovviamente non avviene senza effetti sociali
ed individuali: per esempio, se questo periodo storico è caratterizzato dal
moltiplicarsi fino oltre ogni soglia di tollerabilità individuale delle occa-
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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sioni di comunicazione, allora uno dei problemi della società globalizzata
è dato proprio dalla massa sterminata di informazioni che prima o poi
sommergono la capacità, che il singolo individuo ha di metabolizzarla.
Perciò quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa esplosione comuni-
cativa?
Numerosi altri interrogativi si pongono riguardo il futuro, quando il
telefonino si trasformerà in un terminale complesso e passerà dall’essere
l’evoluzione portatile del telefono tradizionale al diventare un super-
minicomputer multimediale adatto ad ogni forma di comunicazione, fido
assistente dell’individuo che accompagna, un factotum ritagliato sulle sue
esigenze e di cui egli non potrà più fare a meno, e, per finire, sua protesi
tecnologica (e al limite biotecnologica!), che lo proietterà oltre ogni vin-
colo spazio-temporale.
La struttura del lavoro
Nel primo capitolo intendo analizzare criticamente il concetto di so-
cietà dell’informazione globale.
A mio parere quattro fenomeni, strettamente collegati tra loro, spiega-
no tale appellativo: la drastica innovazione tecnologica nel campo delle
tecnologie dell’informazione e comunicazione, che porta al determinismo
tecnologico; la crescita dell’importanza attribuita alla comunicazione, fi-
no ad arrivare al determinismo mediologico ed all’ideologia della infor-
mazione; la “smaterializzazione della società”, che sancisce la sostanza
economica dell’informazione; infine, la globalizzazione, in tutti i suoi a-
spetti. Vediamo i quattro fenomeni, uno per uno.
Primo, la radicale innovazione nell’ambito delle tecnologie
dell’infor–mazione e della comunicazione, che si configura come una ve-
ra e propria rivoluzione, la bit revolution, da cui, secondo molti studiosi
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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(ed anche secondo il “senso comune”) scaturirebbero grandi trasforma-
zioni sociali. Pertanto descriverò gli aspetti salienti del nuovo ciclo tecno-
logico. Quindi, analizzando a grandi linee come si sono sviluppate le tlc
nel corso della storia, affronterò il tema del determinismo tecnologico e
del suo opposto determinismo sociologico; ciò al fine di mettere in luce il
ruolo dialettico della comunicazione nelle grandi trasformazioni storico-
sociali ed il rapporto di interdipendenza tra l’innovazione tecnologica e il
mutamento sociale, ragioni per cui cercare la variabile indipendente è una
iper-semplificazione, che non dà conto della complessità sociale.
Secondo, ci sono delle motivazioni ideologiche all’origine della locu-
zione società dell’informazione globale, spesso latenti, che danno luogo
ad una visione della società caratterizzata soprattutto dallo scambio plane-
tario dell’informazione. La comunicazione, attraverso i mezzi che la con-
sentono, rischia di diventare l’unico fattore esplicativo e quest’ottica arri-
va a trasformarsi in una weltanschauung rigida e teleologica, una nuova
filosofia della storia nelle forme estreme di lettura deterministica delle vi-
cende dell’umanità. Si tratta quindi di una nuova forma di determinismo
in cui gli strumenti tecnici, che hanno un impatto sulla società, sono per
l’appunto quelli della comunicazione, ossia i media di massa ed i new
media. Dunque, illustrerò il determinismo mediologico e l’ideologia
dell’informazione, che è all’origine di una delle periodiche riscritture, ap-
punto ideologiche, del passato.
Terzo, esaminerò un aspetto che ritengo saliente nell’attuale contesto
storico-sociale: la tendenza, evidente soprattutto nei paesi industrializzati,
verso la smaterializzazione e la virtualizzazione di molti settori della so-
cietà, ragione per cui l’informazione (i bit di Negroponte) assume sempre
più importanza rispetto alla materia (gli atomi) e diventa una risorsa fon-
damentale per tutta l’economia mondiale. Infatti nelle economie sviluppa-
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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te la maggior parte del valore aggiunto deriva non dalle attività manifattu-
riere, ma dalle attività immateriali, ossia dalle attività basate sul lavoro in-
tellettuale, che in larga parte, possono essere realizzate a distanza e po-
tenziate con servizi di tlc multimediali (le cosiddette autostrade
dell’informazione).
Quarto, descriverò la globalizzazione, che ha già sovvertito le regole
in due campi cruciali come la finanza (e per contiguità si sta estendendo a
tutte le attività economiche e produttive), e l’informazione (prima attra-
verso i mass media, oggi anche mediante gli interattivi nuovi media, co-
me i telefoni cellulari ed Internet). Questo processo pervasivo ed irresisti-
bile, che ridisegna i confini del mondo annullando ogni sorta di barriera,
sta investendo ogni settore della vita umana: la politica, il lavoro, la reli-
gione, la cultura, il linguaggio fino ai rapporti sociali.
Ciò che a me più interessa e che metterò in risalto è il ruolo dei mezzi
di comunicazione nel loro complesso (vie di comunicazione, mezzi di lo-
comozione, media), e delle tlc in particolare, nel processo, che ho chiama-
to in maniera semplicistica, di “rimpicciolimento del mondo”. Infatti, at-
traverso l’uso intensificato delle telecomunicazioni si ha una percezione
nuova delle distanze spazio-temporali, di un mondo senza frontiere.
Tutto questo discorso mi consentirà di tracciare un quadro economico
e tecnologico della società globalizzata, una società in cui le telecomuni-
cazioni svolgono sempre più un ruolo essenziale per la circolazione
dell’informazione e quindi per il funzionamento dell’intero sistema-
mondo.
Nel secondo capitolo esaminerò lo scenario delle telecomunicazioni,
un settore che ha visto recenti trasformazioni dal punto di vista tecnologi-
co, economico e politico-istituzionale.
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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Le innovazioni tecnologiche (digitalizzazione, fibre ottiche, tecnolo-
gie senza fili, satelliti, compressione dei segnali, etc.) e la deregulation
hanno aperto il settore delle tlc ad una accesa competizione globale.
La stessa funzione fondamentale tradizionalmente assolta dalle tlc,
quella di semplici vettori dell’informazione, è destinata ad evolversi, dal
momento che stanno diventando un “luogo” di trattamento e trasforma-
zione dell’informazione.
Le tlc della società dell’informazione globale non ne sono una sem-
plice infrastruttura, ma il vero sistema nervoso che consente il funziona-
mento dell’intero sistema-mondo. Attraverso la diffusione delle tecnolo-
gie dell’informazione e della comunicazione cambiano i processi produt-
tivi e l’organizzazione delle imprese, così come il comportamento dei
consumatori in un mercato senza più confini.
Senza dimenticare le notevoli disparità (in rapida diminuzione) nella
distribuzione delle reti di tlc ancora presenti nel mondo, possiamo escla-
mare che il mondo è nella rete!
Per questo diciamo che questa è l’era dell’informazione globale: con
un semplice telefonino GSM, per esempio, connesso al fax o al computer,
possiamo scambiare un numero altissimo di informazioni, con chi vo-
gliamo.
In questo scenario, il settore di punta delle tlc è rappresentato dalla te-
lefonia mobile, di cui descriverò il mercato mondiale, che è in continua
crescita in tutto il mondo, tanto che dal punto di vista commerciale, il te-
lefonino è un successo di portata davvero globale. E proprio per questa
diffusione planetaria possiamo dire che il telefonino è il simbolo della so-
cietà dell’informazione globale.
Introduzione: il telefonino nel villaggio globale
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Quindi analizzerò le caratteristiche peculiari delle tlc mobili, le oppor-
tunità che si sono aperte per i gestori di reti wireless, gli sviluppi futuri,
ed i vantaggi per gli utilizzatori del telefonino.
Dal punto di vista tecnologico, l’integrazione delle nuove tecnologie
dell’informazione e comunicazione (ICT) messa in atto dalla rivoluzione
digitale pone questo mezzo al centro della convergenza, vero punto di ar-
rivo nell’evoluzione verso il personal mobile communicator, nuovo me-
dium portatile, interattivo, multimediale e, appunto personale. Dunque, il
telefonino assumerà inedite configurazioni ed acquisterà sempre più nuo-
ve funzioni integrate proprie della multimedialità, divenendo un terminale
complesso in grado di soddisfare gran parte delle esigenze di comunica-
zione del suo utilizzatore. Il telefono cellulare sarà pertanto la porta
d’accesso alla società dell’informazione globale, il casello per le superau-
tostrade dell’informazione.
Inoltre, con i sistemi di telefonia satellitare, fra meno di un anno, i te-
lefoni portatili funzioneranno ovunque: in mezzo al deserto, all’ombra di
un cactus, al centro dell’oceano o in piena giungla tropicale: “un solo
pianeta, un solo telefonino”, sarà lo slogan del futuro.
Dal punto di vista sociale, le telecomunicazioni mobili, non appena
sono diventate cellulari ed hanno consentito l’utilizzo di terminali palma-
ri, hanno avuto e continuano ad avere un grande favore nell’apprez-
zamento delle persone tanto che il telefono cellulare è diventato l’oggetto
cult degli anni Novanta, desiderato da fasce sempre più ampie di popola-
zione.
Quindi mi chiedo, i moderni nomadi telematici, toccati dal dono
dell’ubiquità, come controbilanceranno le opposte esigenze, da una parte
della reperibilità e del continuo collegamento col mondo, dall’altra della
privacy e della riservatezza?