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Introduzione 
L’elaborato che vi appresterete a leggere verterà sulla rinomata opera dell’autore 
Charles Dickens intitolata “A Christmas Carol” e su come abbia rivoluzionato il 
Natale; la scelta di analisi è motivata dalla mia forte passione per la letteratura inglese 
fin da quando ero piccola, fattispecie per questo romanzo, dagli albori della prima 
lettura del riadattamento della Walt Disney del romanzo.  
 Verrà approfondita la vita dell’autore, il contesto storico, il suo concetto di 
educazione, il contributo alla celebrazione del Natale, la trama dettagliata dell’opera, 
da cui prende il nome l’elaborato. Charles Dickens è difatti considerato l’inventore del 
Natale, come avremo modo di vedere; tale correlazione non è motivata solo dal suo 
romanzo, ma dall’influenza che esso stesso ha avuto sulla società vittoriana. 
Una volta definiti i tratti peculiari, verrà analizzata la letteratura dell’autore, sia 
da un punto di vista pedagogico, che psicologico, a carattere generale su tutte le opere 
di Dickens, oltre che per quella di nostro interesse. Di fondamentale importanza, al 
fine di comprendere meglio lo stile di un autore e le sue idee, è il confronto con altri 
autori che hanno segnato la sua epoca: verrà perciò comparato ad Oscar Wilde, altro 
autore vittoriano, ma con principi ben differenti dal protagonista dell’analisi. 
 La letteratura dickensiana vanta numerose opere, la maggior parte di esse 
presentano un carattere pedagogico, motivo per cui l’attenzione verterà maggiormente 
sulla tematica dell’educazione e dell’infanzia: argomento che non era affatto 
indifferente agli occhi dell’autore, il quale dimostrò una spiccata empatia nei confronti 
dei bambini, probabilmente sviluppata a seguito della sua stessa esperienza d’infanzia. 
Tale empatia viene percepita nello stile di scrittura, molto accurato, senza tralasciare 
alcun particolare, seppur cruento. Questa eccessiva considerazione per gli infanti, 
potrebbe addirittura ritrarlo come caregiver. 
Oltre al suo fine pedagogico, il romanzo ha un’importante funzione di denuncia 
sociale, in riferimento all’epoca in cui è ambientato, che risulta essere un tratto 
caratteristico delle opere dell’autore, come si può notare in “Oliver Twist”, “David 
Copperfield”, “Hard Times”; Dickens condanna la miseria e le condizioni di 
sfruttamento in cui riversava la classe operaia. Verrà inoltre fatto un breve riferimento 
ad un’analisi di carattere esclusivamente psicologico, condotta da uno psicologo 
clinico americano, Stephen Diamond, in merito al protagonista del romanzo: tale
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analisi viene supportata dagli studi di uno psichiatra tedesco, Michael Linden, il primo 
a parlare di disordine post-traumatico da amarezza. 
In seguito all’analisi della letteratura di Dickens, viene posta attenzione su 
quella di Oscar Wilde, in maniera meno approfondita, mettendo a confronto i 
protagonisti di due delle opere più celebri per quanto concerne la letteratura inglese 
vittoriana: il vecchio bisbetico Ebenezer Scrooge di “A Christmas Carol” (Canto di 
Natale) e il bello e dannato Dorian Gray di “The Picture of Dorian Gray” (Il Ritratto 
di Dorian Gray). 
Al termine della lettura dell’elaborato, si potrà comprendere come mai a questi 
due personaggi sia stato riservato un finale così diverso, nonostante presentino molti 
tratti del carattere analoghi.
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I. IL NATALE VITTORIANO: INTRODUZIONE AUTORE, 
EPOCA E TRAMA DELL’OPERA 
1.1 Charles Dickens 
Charles John Huffam Dickens è stato un noto autore britannico dell’età vittoriana; nato 
il 7 febbraio 1812 a Mile End, alla periferia di Portsmouth nel Regno Unito, si trasferì 
all’età di 12 anni a Londra con la sua famiglia, dove fu costretto a lavorare in una 
fabbrica che produceva lucido per scarpe circa 12 ore al giorno per un amico del padre, 
il quale si occupò dell’istruzione del ragazzo. Nacque di venerdì, che fu 
conseguentemente il giorno di nascita attribuito al personaggio di David Copperfield
1
, 
segnando il venerdì come giorno di presagi (Ackroyd P., 1990). La situazione 
economica della famiglia Dickens riversò in condizioni estreme, tanto da vederli 
rinchiusi nel carcere dei debitori di Marshalsea; quando la nonna dello scrittore è 
venuta a mancare, la loro situazione si è risollevata, grazie all’eredità che aveva 
lasciato. (Pagetti C., 2014) Tale esperienza della prigione, anche se vissuta 
trasversalmente, segnò l’autore al punto da farla divenire il setting del suo romanzo 
“Little Dorrit”, ove la prigione rappresenta il mondo borghese in cui risulta complicato 
ritrovare la propria identità. (Dickens C., 2007) Uscita la famiglia dal carcere, Charles 
ottenne un’istruzione adeguata, che si concluse nel 1827 quando iniziò a lavorare come 
impiegato legale, prima al Lincoln’s Inn
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, successivamente al Gray’s Inn e giornalista. 
In un secondo tempo divenne anche autore anonimo del Monthly Magazine e 
l’Evening Chronicle, firmandosi come “Boz” (Medaglia et al., 2015).  
Insoddisfatto da ciò che gli offriva il mondo giuridico, iniziò a collaborare con 
l’agenzia “The Mirror of Parliament”, di cui il suo stesso zio ne era fondatore; al 
contempo intraprese degli studi di stenografia per divenire cronista parlamentare del 
quotidiano “The True Sun”. Tutto ciò gli permise di avvicinarsi alla Londra altolocata, 
iniziando così a fare tesoro delle esperienze e della struttura sociale, delle 
ineguaglianze presenti, dei pregi e dei difetti che caratterizzavano la società industriale 
 
1
 David Copperfield è il protagonista dell’omonimo romanzo, pubblicato da Charles Dickens tra il 1849 
e 1850; il titolo originario della prima pubblicazione è “The Personal History, Adventures, Experience 
and Observation of David Copperfield the Younger of Blunderstone Rookery”. 
2
 The Honourable Society of Lincoln’s Inn è una delle quattro associazioni professionali in cui si 
dividono Inghilterra e Galles a Londra, riconosciuto come organismo professionale di avvocati e giudici, 
fondata nel 1422.
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dell’epoca. (Pagetti C., 2014) Con il trascorrere degli anni, acquisì anche lui lo status 
sociale di “gentleman”, mantenendosi però saldo ai suoi ideali ed al suo punto di vista 
sulla realtà dell’epoca, il quale ritroveremo ampiamente enfatizzato nelle sue opere. 
(Izzo C., 1954) 
Nel 1837 venne pubblicato il primo numero di “Bentley’s Miscellany”, con 
all’interno la prima puntata di “Oliver Twist”. A seguito di tale pubblicazione, Dickens 
scrisse una serie di episodi mensili, dove pretese che le illustrazioni seguissero il testo 
e non viceversa, che composero successivamente il celebre romanzo “Pickwick 
Papers”. (Runicni R., 1988) 
Per quanto concerne la vita sentimentale, nel 1836 sposò Catherine Hogart, 
matrimonio dal quale ebbe dieci figli e dalla quale si separò nel 1858. Si staccò dal suo 
pseudonimo, pubblicando in forma nota, quando i suoi primi lavori iniziarono ad avere 
successo; da quel momento scrisse ininterrottamente fino alla sua morte, causata da 
un’emorragia cerebrale, che avvenne in seguito ad un tour promozionale negli Stati 
Uniti nel il 9 giugno del 1870. Fu una perdita che sconvolse anche donne e uomini 
delle classi lavoratrici, in quanto Dickens era riuscito a comprenderli e la sua 
scomparsa equivalse ad una scomparsa di loro stessi; nel quotidiano del giorno 
successivo alla morte, il Daily News troviamo scritto «É stato senza dubbio il 
romanziere di quest’epoca. Nei suoi ritratti di vita contemporanea i posteri 
individueranno con più chiarezza che nelle testimonianze coeve gli aspetti esistenziali 
del XIX secolo.» (Ackroyd P., 1990) 
Charles Dickens ebbe occasione di girare gran parte del mondo: iniziò a 
staccarsi da Londra l’anno dopo il suo matrimonio, nel 1837, quando partì per gli Stati 
Uniti, i quali lo illusero in merito al mercatismo statunitense ed alle condizioni della 
popolazione afroamericana; una volta tornato racchiuse tali pensieri in due 
pubblicazioni: “American Notes” e “Martin Chuzzlewwit” (1843). A seguito della 
pubblicazione di “A Christmas Carol” ebbe una crisi che lo portò in Italia, nello 
specifico a Genova, tra il 1844 e 1845, lasso di tempo in cui visitò alcune città della 
nazione, tra cui La Spezia, Carrara, Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli. (Izzo 
C., 1954) Nel corso degli anni viaggiò tra Francia e Svizzera, continuando a redigere 
piccole e grandi pubblicazioni; quando Francia ed Inghilterra dichiararono guerra alla
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Russia, dando così inizio alla Guerra di Crimea
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 nel 1853, lo sguardo pessimista dello 
scrittore nei confronti della società venne ulteriormente aggravato denunciando il 
governo e la sua politica in “Household Words” (1859). (Pagetti C., 2014) Poco dopo 
la sua pubblicazione, lasciò Londra per trasferirsi nei pressi di Chatham, nel Kent, 
luogo della stesura di “Great Expectations” e “Our Mutual Friends”. Nel 1865 rischiò 
la vita in un incidente ferroviario a Staplehurst, dove sei carrozze del treno dove 
viaggiava lo scrittore caddero da un ponte, ad eccetto della sua, al quale resto però un 
trauma nervoso; negli anni a seguire continuò a viaggiare tra la Gran Bretagna e gli 
Stati Uniti, fino a quando la vecchiaia glielo permise. (Izzo C., 1954)  
La povertà che ha caratterizzato la sua infanzia lo ha reso particolarmente 
sensibile all’ambiente che lo circondava, riversandosi sul suo stile di scrittura; avendo 
vissuto nel primo periodo dell’età vittoriana, ha avuto la possibilità di conoscere anche 
il lato più celato dell’epoca, di cui ha fatto tesoro per i personaggi che ha creato. (ibid.) 
Nonostante le sue denunce sociali però, non ha mai effettivamente proposto dei reali 
cambiamenti per l’epoca, questo perché era un vero vittoriano: dai suoi romanzi si 
evincono solo soluzioni morali, in quanto il bene vince sul male (Medaglia et al., 
2015). Dickens criticò in maniera aspra il sistema educativo dell’epoca vittoriana, il 
quale aveva lo scopo di creare dei bambini-automi da incastrare nel complesso 
ingranaggio della società industriale, criticò la miseria e la povertà, l’utilità 
dell’individuo relazionata al suo potenziale di guadagno, l’industrializzazione ed il 
conseguente inquinamento, la perdita dei rapporti sociali, ad esclusione del mercato, 
la legge stessa. (Chialant M., 1980) 
Le sue opere sono ricche di melodramma, pathos, sentimenti ed emozioni, che 
attraevano molto i lettori del tempo, meno i lettori odierni; tuttavia, ritroviamo caratteri 
quali umorismo, dialoghi brillanti, numerosi personaggi, che rendono l’opera reale e 
di conseguenza attraggono i lettori ancora oggi. Nelle sue opere, il reale e l’irreale, il 
materiale e lo spirituale, lo specifico e l’immaginario, il mondano e il trascendentale 
coesistono in una relazione difficile e che solo la capacità del mondo creato riesce a 
contenere: la capacità di Charles Dickens (Ackroyd P., 1990, pp.16). I suoi romanzi di 
stampo vittoriano hanno dato un imponente contributo alla letteratura inglese, tra 
questi annoveriamo “Oliver Twist” (1837-1838) dove rinveniamo le esperienze che 
 
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 La Guerra di Crimea è stata una guerra iniziata il 4 ottobre del 1853 e conclusasi il 1° febbraio 1856 
disputata tra impero ottomano, Inghilterra, Gran Bretagna, Francia, Regno di Sardegna contro la Russia, 
la quale ne uscì sconfitta, avente come casus belli il controllo dei luoghi santi in Turchia.
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hanno segnato la sua infanzia attraverso la storia del protagonista, il quale subisce 
ingiustizie a livello personale trasponendole a livello sociale, “David Copperfield” 
(1849-1850), “Hard Times” (1854), “Great Expectations” (1860-1861), “A Christmas 
Carol” (1843). (Medaglia et al., 2015) 
1.2 L’età vittoriana 
Per età vittoriana s’intende l’arco temporale storico che vedeva la Regina Vittoria
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 a 
capo del Regno Unito assieme al consorte Alberto, ovvero dal 20 giugno 1837 fino al 
22 gennaio 1901, il periodo di tempo più lungo in cui un sovrano britannico regnò. 
Essa è stata caratterizzata da mutamenti in molteplici sfere, dalla medicina e scienza 
al progresso tecnologico. La Gran Bretagna era anche il centro di un imponente 
impero, costituito da circa 400 milioni di persone; questo portò gli inglesi ad adottare 
un atteggiamento di superiorità nei confronti di chi abitava nelle colonie, supportati 
dal fatto che quest’ultime fornivano risorse, lavoro, e mercati di cui la Gran Bretagna 
era desiderosa. (Medaglia et al., 2015) 
All’inizio del XIX secolo, era di uso comune utilizzare la terminologia “classe 
media” e “classe operaia”; la classe superiore prese il posto dell’aristocrazia e 
pretendeva un ruolo politico, ma la classe media andò sempre più affermandosi. 
L’esclusione della classe operaia dalle decisioni politiche creò un clima di ostilità nei 
confronti della classe superiore. Con il passare del tempo, il progredire della classe 
media e della sua continua espansione portò alla creazione di sub-strati: classe medio-
bassa, classe medio-media e classe medio-alta. Questa ripartizione avveniva in base 
allo status professionale ed economico. Tale gerarchia sociale caratterizzò la 
popolazione fino all’esordio della Prima Guerra Mondiale, ma ancora oggi il popolo 
anglosassone è perseguitato dall’ideologia del sistema di classi. (ibid.) 
L’età vittoriana fu un’era contradditoria: troviamo da un lato prosperità 
economica, dall’altro condizioni di estrema povertà e problemi sociali. Inizialmente si 
pensò che il progresso potesse risolvere i problemi della società, ma ben presto la 
 
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 Alexandrina Vittoria nasce a Londra il 24 maggio 1859 e regnò fino alla sua morte sul Regno Unito, 
l’Irlanda e fu imperatrice d’India; l’epoca nella quale regnò rispecchiava i suoi canoni: moralità, senso 
della patria, onestà, amore incondizionato per la famiglia. Nonostante l’esempio puritano che voleva 
impartire al popolo, la Regina ebbe una vita sessuale travolgente con il marito Alberto, lo testimoniano 
i diari scritti di suo pugno. Il consorte non visse a lungo quanto lei, ma la lasciò circa 40 anni prima: da 
quel momento la Regina smise di fare pubbliche apparizioni frequenti, vita mondana e prediligeva abiti 
vedovili. Alla sua morte, il successore al trono fu Edoardo VII, Principe di Galles; la morte di 
Alexandrina Vittoria segna il termine della dinastia degli Hannover.