8
epistolari dal forte sapore autobiografico, sede privilegiata della narrazione autoreferenziale di
Foscolo: egli lavorò, in particolare, al progetto delle Lettere scritte dall’Inghilterra, rimasto
incompiuto, del quale ci sono pervenuti diversi frammenti (tra i quali quelli del Gazzettino del
bel mondo), scritti tra il 1817 e il 1818 durante il suo soggiorno inglese. È questa un’opera di
tipo umoristico, dedicata a un confronto tra i costumi inglesi e quelli italiani.
Ad una lettera Foscolo aveva ugualmente affidato le sue repliche all’abate francese
Aimè Guillon, che sulle pagine del «Giornale Italiano» aveva espresso critiche e riserve nei
confronti del carme Dei Sepolcri: con l’opuscoletto Lettera a Monsieur Guillon su la sua
incompetenza a giudicare i poeti italiani, scritto nel 1807, Foscolo descrisse articolatamente
la struttura del poema, giustificando le sue scelte e chiarendo il senso di espressioni oscure.
Rilevante fu poi la Lettera apologetica, stesa ugualmente in Inghilterra nel 1825,
puntigliosa ricostruzione e giustificazione dei suoi travagliati comportamenti politici,
arricchita da un aspro tono di polemica nei confronti degli eventi che sembravano allontanare
la possibilità di una positiva azione politica in Italia
4
.
Ancora, importante è la presenza all’interno della prosa foscoliana di una Lettera sulla
moda, nella quale, fra l’altro, egli giustificava la sua abitudine di inserire numerose citazioni
di versi altrui, qualora i suoi scritti avessero avuto bisogno di essere sorretti dal punto di vista
stilistico nei momenti di stanchezza; un’attività citatoria, questa, che si fa al tempo stesso
commento, digressione e postilla
5
.
Foscolo fu inoltre autore di numerose lettere private destinate a familiari, amanti, amici.
Tali lettere sono esse stesse divenute un’opera letteraria, raccolta nei nove volumi
dell’Epistolario appartenenti all’Edizione Nazionale delle Opere di Foscolo, pubblicati
rispettivamente a cura di Plinio Carli
6
, Giovanni Gambarin e Francesco Tropeano
7
e Mario
Scotti
8
. Un lavoro, questo, particolarmente complesso, se si considera la considerevole mole
del materiale, che ricopre un arco di tempo compreso tra il 1794 e il 1824, nonché la
mancanza di molti autografi o il reperimento di essi a lavoro già avviato.
4
Cfr. M.A. TERZOLI, Foscolo, in Scrittori Italiani dir. da Francesco Bruni e Marco Santagata, Bari, Editori
Laterza, 2000, p. 165.
5
Cfr. A. MARZIO MUTTERLE, Foscolo e la virtù nascosta, in “Frammenti di un discorso amoroso” nella
scrittura epistolare moderna, a cura di A. Dolfi, Roma, Bulzoni, 1992
6
U. FOSCOLO, Epistolario, voll. I-V a cura di Plinio Carli, Le Monnier, Firenze, 1949 - 1956, voll. XIV – XVIII
dell’Ed. naz. delle opere di U.F.
7
Ivi, vol. VI a cura di Giovanni Gambarin e Francesco Tropeano, Le Monnier, Firenze, 1966, vol. XIX dell’ed.
naz.
8
Ivi, voll. VII - IX a cura di Mario Scotti, Le Monnier, Firenze, 1970, 1974, 1994 voll. XX - XXII dell’ed. naz..
Mario Scotti sta attualmente lavorando a un X volume dell’epistolario, che raccoglie le lettere scritte da Foscolo
negli ultimi anni del soggiorno inglese.
9
Nonostante la complessità della situazione testuale di tali missive, per molte delle quali
non si può stabilire con certezza se siano state realmente spedite o meno, esse rappresentano
un documento dall’indubbio valore storico, nonché letterario
9
.
L’attenzione allo stile, infatti, non manca neppure nella corrispondenza privata; ed è
probabile la presenza di un’intenzionalità artistica più o meno consapevole da parte
dell’autore
10
, nonostante le lettere conservino inalterato il loro carattere principale di
comunicazione. L’esplicitarsi e il realizzarsi di un intento d’arte, dunque, non agisce come
deterrente rispetto alla funzione comunicativa della lettera in sé, bensì l’accompagna e la
sostiene
11
.
D’altra parte, l’intento di Foscolo di fornire un’immagine di sé, che dalla dimensione
privata per eccellenza delle lettere viene resa nota e manifesta dalla pubblicazione delle
stesse, si incrocia necessariamente con una scrittura ricca ed appassionata, che risulta essere
funzionale alla rivelazione dell’Io foscoliano, apertamente o velatamente sempre protagonista,
e al tempo stesso continuamente proteso al dialogo con l’interlocutore: la scrittura epistolare,
per sua propria natura soggettiva e comunicativa insieme, diventa pertanto il luogo
privilegiato nel quale si realizza l’unione tra interiorità dell’autore e mondo esterno
12
.
È interessante notare come l’immagine di sé, paradossalmente proiettata in un mezzo
che è «altro» da sé, ne determina l’oggettivazione e, in un certo qual modo, la tangibilità,
rispetto alla ben più sfuggevole ed aleatoria interiorità; ed è palese come la veridicità di tale
immagine possa essere confermata o, al contrario, confutata, da scritti successivi, e non
solamente da parte dell’autore. A questo proposito risulta di particolare interesse ricordare un
episodio del quale si rese protagonista il fratello di Foscolo, Giulio, che tentò di porre in
secondo piano gli aneddoti piacevoli, sapientemente narrati, e gli indugi sulle vicende
amorose di Ugo descritti nella Vita di Ugo Foscolo, pubblicata dal biografo Giuseppe
Pecchio
13
: in una lettera allo stesso Pecchio, infatti, egli contrappose a tali particolari, che
stuzzicavano il palato di facili lettori, le virtù private del fratello, quali l’amor fraterno, la
costanza, la compassione e la generosità
14
.
9
G. BEZZOLA, Introduzione a U. F., Lettere d’amore, Milano, BUR, 1998, pp. 12-13.
10
Bonifazi sostiene riguardo la possibile valenza artistica delle lettere private: «Il testo epistolare acquista subito
uno spessore letterario, dovuto al suo stesso impasto di scrittura e di immaginazione fantasmatica, e al suo
costituirsi secondo uno statuto convenzionale e un formulario, ai quali nessuno, in nessun caso, cerca di
sottrarsi». Cfr. N. BONIFAZI, Il genere epistolare e le lettere di Torquato Tasso, in ID., Il genere letterario.
Dall’epistolare all’autobiografico dal lirico al narrativo al teatrale, Longo, Ravenna, 1986, p. 11.
11
Si veda a questo proposito P. AMBROSINO, La prosa epistolare del Foscolo, La Nuova Italia, Firenze, 1989, p.
11.
12
Ivi, p.37.
13
G. PECCHIO, Vita di Ugo Foscolo, Ruggia, Lugano, 1830.
14
G. FOSCOLO, A Giuseppe Pecchio, in «Biblioteca Italiana», a. XX, t. LXXVIII, maggio 1835, pp. 285-286.
10
L’Epistolario, tuttavia, non è solamente luogo di confessione di sentimenti, pensieri ed
emozioni dell’autore: non è raro, infatti, imbattersi nella lettura di considerazioni di carattere
filosofico, nella quale la dimensione personale dell’autore lascia spazio a riflessioni sull’intera
condizione umana.
Si pensi ad esempio alla corrispondenza con il conte Giambattista Giovio, ben più
anziano di Foscolo, e pertanto in grado di stimolarlo, in virtù delle differenze anagrafiche e
caratteriali, alla discussione di principi filosofici e religiosi
15
. Di frequente nelle missive
emerge una volontà di spostamento dal particolare all’universale, dal soggettivo
all’umanamente condiviso, e viceversa.
L’atteggiamento di Foscolo nei confronti del mondo si esprime nell’Epistolario anche
attraverso le lettere dedicate alla critica della società e della politica del tempo: perduta ogni
speranza d’indipendenza, egli riconobbe fatalmente inevitabile la dominazione austriaca in
un’Italia in cui le forze disponibili si disperdevano in lotte intestine
16
. Come osserva
Mutterle
17
, la presenza dell’argomento politico conduce a una dilatazione dello scrivere e a
non poche digressioni, e infligge alla scrittura una sorta di autocompiangimento.
Diversi sono gli excursus nei quali lo scrittore dà l’esatta misura della risonanza che
aveva in lui la piega degli avvenimenti politici; avvenimenti che, com’è noto, lo condussero al
forzato esilio. Ed è proprio in riferimento alla dimensione dell’esilio che affiora nelle lettere
scritte da Foscolo uno degli elementi cardine della corrispondenza epistolare nel suo senso più
generale : la descrizione del quotidiano, della sua vita movimentata e nomade in
contrapposizione alla vita vissuta in patria, descritta in nostalgici e minuti particolari, in
particolar modo in riferimento alla propria infanzia
18
.
Fubini riconosce il mondo interiore foscoliano come preponderante nell’Epistolario
19
;
tuttavia, tale sfera privata lascia spazio non di rado alla descrizione di avvenimenti esteriori
che irrompono nelle pagine attraverso brani narrativi e descrittivi che, nel tessuto intimistico
delle lettere, rappresentano un punto di riferimento indispensabile per l’anima di Foscolo,
inquieta e desiderosa di un approdo sicuro: è questo il senso della narrazione dei piccoli
avvenimenti della giornata, nonché delle abitudini domestiche e di tutto ciò che possa riferirsi
al mondo pacificante e rassicurante delle piccole cose
20
.
15
P. AMBROSINO, La prosa epist. del Foscolo, cit., p. 110-111.
16
Cfr. R. TURCHI, Ugo Foscolo e la «Patria infelice», Liviana Editrice, Padova, 1981, p. 23.
17
A. M. MUTTERLE, Foscolo e la virtù nascosta, in “Frammenti di un discorso amoroso” nella scrittura
epistolare moderna, cit., pp. 101-102.
18
P. AMBROSINO, La prosa epist. del Foscolo, cit., p.51.
19
M. FUBINI, Ugo Foscolo, Firenze, La Nuova Italia, 1962, p. 82.
20
P. AMBROSINO, La prosa epist. del Foscolo, cit., p. 141 – 145.
11
In questo senso l’Epistolario, oltre a essere veicolo di elementi di alta elaborazione
letteraria dal punto di vista della qualità degli espedienti stilistici messi in campo da Foscolo,
risulta essere anche uno straordinario strumento di valore autobiografico: esso è infatti un
documento fondamentale per ricostruire tutte le tappe della vita dello scrittore, anche nei
momenti più intimi e quotidiani.
Accanto a questa duplice valenza della corrispondenza epistolare privata, è possibile
individuare una terza connotazione fondamentale del corpus considerato; esso, infatti, può
essere visto anche come strumento di interpretazione di altre opere letterarie, dal momento
che dalle pagine del colloquio epistolare è chiaro emergere una panoramica sugli altri scritti di
Foscolo. Il riflesso di essi, infatti, si manifesta sia attraverso temi e motivi che ritornano nelle
pagine delle lettere come analoghi rispetto a quelli descritti nelle sue opere, talvolta anticipati
rispetto alla pubblicazione delle stesse
21
; sia nel riferimento esplicito a elementi insiti nei suoi
scritti, quali ad esempio i personaggi del romanzo epistolare, fra i quali in misura
preponderante il protagonista Jacopo Ortis
22
.
Il corpus epistolare risulta dunque essere un insieme multiforme e composito di temi e
motivi, attraverso i quali viene alla luce la personalità di Foscolo nelle sue più varie
sfaccettature.
In questo contesto svetta come particolarmente rilevante una tipologia di missive: quella
amorosa. Come sostiene infatti Bezzola, la raccolta delle lettere amorose costituisce un mezzo
validissimo per conoscere lo scrittore e l’uomo in toto, e non solamente nelle sue effusioni
sentimentali. Nel fascino che ancora oggi riservano al lettore, infatti, si può riconoscere di
volta in volta, in ogni relazione, un tentativo di produzione di un nuovo romanzo, diverso e
più maturo
23
. Come chiarisce anche Fasano, l’epistolario foscoliano pare talvolta riprendere
una sorta di destinazione narrativa; la tendenza, cioè, a presentarsi come il materiale, già
parzialmente elaborato, di un secondo romanzo autobiografico
24
. Il risultato è una nuova
opera, complessa e autonoma, ma al tempo stesso suscettibile di arricchimenti interni,
prolungamenti, diramazioni e divagazioni
25
.
Dalle lettere, infatti, emerge come Foscolo non aspiri solamente ad essere un grande
letterato, ma anche un gentiluomo in grado di frequentare da pari a pari illustri nobildonne.
21
Ivi, p. 91.
22
Ivi, p. 96.
23
G. BEZZOLA, Introduzione a U. F., Lettere d’amore, cit., p. 11.
24
P. FASANO, Stratigrafie foscoliane, Roma, Bulzoni, 1974, p. 197.
25
Ivi, p. 195.
12
L’aspirazione al riconoscimento sociale, tuttavia, non è sufficiente a spiegare la natura
di tali scritti: è necessario, infatti, tentare di tracciare una sorta di profilo del Foscolo
innamorato, che si accinge a scrivere all’oggetto del suo desiderio.
Si può affermare che la trasposizione su carta dei suoi sentimenti fosse un riflesso del
suo ambivalente comportamento nel corteggiamento: all’innamorato ruggente, geloso,
esclusivo, poteva corrispondere anche l’amante delicato e sensibile, capace di ironizzare sulle
crisi di passione dalle quali era solito essere soverchiato
26
.
Ogni lettera è una testimonianza dei moti che effettivamente dominano l’animo di
Foscolo; è un’occasione per scoprire verso quali mete può condurre un sentimento che libera
e allo stesso tempo imprigiona, scuote e al contempo ristora l’uomo.
È importante chiarire, inoltre, che anche in questo genere di missive l’aspetto intimo e
personale si intreccia a quello poetico e creativo: non bisogna dimenticare che
dall’innamoramento nei confronti di diverse donne nascono in varia misura pagine dell’Ortis,
nonché componimenti quali sonetti e odi: celeberrima, a questo proposito, è l’ode All’amica
risanata, ispirata ed indirizzata ad Antonietta Fagnani Arese, con la quale Foscolo intrattenne
una delle più prolifiche corrispondenze.
Gli amori foscoliani, dunque, avevano anche una funzione creativa e stimolatrice, della
quale le lettere sono una testimonianza parziale, ma molto alta, raggiungendo in parecchi casi
un notevole valore artistico
27
.
Sarebbe tuttavia riduttivo considerare le lettere d’amore solamente come testi di
esclusiva elaborazione letteraria: occorre infatti ricordare che esse, prima di tutto, hanno
dietro di sé avvenimenti e persone reali, ritratte nelle loro personalità ed emozioni.
Ancora una volta, dunque, si devono focalizzare presenti nell’interpretazione di tali
lettere i due registri di letteratura e vita
28
.
Secondo Varese, il discorso dell’amore nell’Epistolario è insieme un discorso, una
scrittura e una riscrittura continua del tempo che trascorre, si forma e si trasforma dentro e
lontano dalla quotidianità. I momenti e i tempi che si allineano, si superano e si congiungono
insieme nel corso di queste lettere non hanno il valore dell’istante intuito e contemplato, ma
obbediscono a quella che è la struttura vorticosa e altalenante che è propria del discorso
amoroso
29
.
26
G. BEZZOLA, Introduzione a U. F., Lettere d’amore, cit., pp. 16-17.
27
Ivi, p. 19
28
Ivi, p. 20.
29
C. VARESE, Frammenti di un discorso amoroso nelle lettere foscoliane ad Antonietta Fagnani Arese, in
“Frammenti di un discorso amoroso” nella scrittura epistolare moderna, cit., pp.85-86.