INTRODUZIONE 1
Il mio lavoro si propone di mostrare, attraverso l'ausilio di una serie di fonti
teoriche, l'evoluzione delle strutture narrative e delle tecniche di costruzione del
racconto in Joseph Sheridan Le Fanu. In particolare, l'elemento sul quale mi
concentrerò sarà il graduale passaggio dalla short story alla psychological ghost story ,
della quale l'autore in questione è considerato uno dei maggiori esponenti. L'aspetto
che analizzerò e cercherò di spiegare consiste quindi nel mutamento tematico e
strutturale. Partendo da trame di argomento folklorico-leggendario, l'autore giungerà
all'elaborazione di racconti tendenti soprattutto a riflettere l'universo psicologico dei
personaggi.
L'elaborato è stato suddiviso in cinque capitoli principali, ognuno dei quali contiene
una serie di paragrafi. Questa struttura mette in luce l'evoluzione di cui ho appena
parlato, sottolineando le varie tappe del cambiamento. Anzitutto ho strutturato il
primo capitolo per introdurre il genere gotico e dare una serie di informazioni generali
sull'uso del suddetto termine e sulla storia della letteratura ad esso correlata. Nel
secondo capitolo mi sono concentrata sull'autore riassumendo brevemente le tappe
fondamentali della sua vita e gli eventi che hanno influito sulla sua produzione
letteraria. Ho inoltre illustrato nel medesimo le opere principali e l'importanza che Le
Fanu ha avuto nel contesto letterario e sociale della sua epoca. Successivamente, ho
suddiviso le ventuno short stories che ho scelto di analizzare in tre sezioni. Il terzo
capitolo si incentra sui racconti riguardanti l'universo folklorico-leggendario; il quarto si
focalizza sul fantastico e sul thriller; il quinto ed ultimo capitolo è interamente dedicato
alla psychological ghost story . Essendo i racconti contenuti nell'ultimo capitolo più
complessi, sia dal punto di vista stilistico che da quello linguistico, mi sono aiutata con
le traduzioni di Attilio Brilli e Piera Sestini 1
. Questi testi si sono infatti rivelati una
preziosa risorsa che mi ha permesso di comprendere meglio il linguaggio usato da Le
Fanu e di seguire in modo più disinvolto l'intreccio.
Fondamentale per poter sviluppare un'analisi testuale soddisfacente è la
1 J.S Le Fanu, Tè verde. Storie di fantasmi indiscreti , trad. di Attilio Brilli e Piera Sestini, Milano, Serra e
Riva, 1981.
2
conoscenza delle basi teoriche della disciplina della narratologia. Due delle fonti su cui
mi sono appoggiata sono state Figures III di Gérard Genette 2
e L'Officina del Racconto di
Angelo Marchese 3
che mi hanno fornito le nozioni di base per comprendere meglio il
ruolo dei personaggi e le varie tipologie di narratore utilizzate. Mi sono poi basata sui
testi di Tzvetan Todorov e Vladimir Propp per esplicitare il genere di racconto che Le
Fanu propone al lettore, cercando di sviluppare una riflessione sulle categorie del
fantastico e del meraviglioso e sui loro elementi distintivi. Sempre per mezzo di queste
fonti, ho analizzato la struttura tradizionale del racconto e ho messo in evidenza gli
elementi di divergenza dei testi analizzati rispetto ad essa. Un'altra fonte di cui ho
potuto usufruire è stato lo studio Sul Discorso Fantastico di Claudia Corti 4
, dal quale ho
tratto numerose valide informazioni concernenti i maggiori esponenti della disciplina
narratologica e le loro principali teorie. Il volume di Mc Cormack: Sheridan Le Fanu and
Victorian Ireland 5
è stato fondamentale per reperire un gran numero di informazioni
sull'autore . Oltre agli studi di impianto narratologico, ho consultato anche altre fonti
teoriche come Il Doppio di Otto Rank 6
ed il saggio Das Unheimlich di Freud 7
, che mi
sono serviti soprattutto per sviluppare l'ultima parte della tesi, in cui il tema del doppio
viene articolato sotto forme non convenzionali ed il perturbante irrompe in modo
improvviso nella realtà quotidiana. Mi sono poi servita di testi che trattano il ruolo del
soprannaturale e del folklore durante il periodo vittoriano: The Victorian Supernatural
di Nicola Bown 8
e Folklore and the Fantastic in Nineteenth-Century British Fiction di
Jason Marc Harris 9
. Attraverso questi ho infatti potuto chiarire i rapporti tra folklore e
società in questa particolare epoca. Per sviluppare temi come la pazzia e l'occultismo
sono ricorsa anche a Michel Foucault, autore del celebre Histoire de le Folie à l'Âge
2 Gérard Genette, Figures III , Paris, Éditions du Seuil, 1972 (trad. ital. Torino, Einaudi, 1976).
3 Angelo Marchese, L'officina del Racconto , Milano, Mondadori, 1990.
4 Claudia Corti, Sul discorso fantastico. La narrazione nel romanzo gotico , Pisa, ETS, 1989.
5 W.J. McCormack, Sheridan Le Fanu and Victorian Ireland , Oxford, Oxford University Press , 1980.
6 Otto Rank, Il Doppio , Milano, SE editore, 2008.
7 Sigmund Freud, “Il perturbante”, in Saggi sull'arte, la letteratura e il linguaggio , Torino, Boringhieri,
1960.
8 Nicola Bown, Carolyn Burdett and Pamela Thurschwell, eds., The Victorian Supernatura l, Cambridge,
Cambridge University Press, 2004.
9 Jason Marc Harris, Folklore and the Fantastic in Nineteenth-Century Fiction, Aldershot, Ashgate, 2008.
3
Classique 10
, a Roy Porter, con il suo Madness: A Brief History 11
, e persino a The History
of Spiritualism di Athur Conan Doyle 12
. I primi due mi sono serviti per spiegare il ruolo
della follia all'interno della società e l'evoluzione dell'atteggiamento nei suoi confronti
a partire dal Medioevo fino ad arrivare all'epoca vittoriana. É stato veramente
interessante scoprire in quali modi il cambiamento culturale abbia influito sulle
ideologie sociali e sul modo di rapportarsi a certi fenomeni quali, appunto, la pazzia e la
nascita della disciplina occultistica. Di considerevole aiuto mi sono stati inoltre Night
Visitors: The Rise and Fall of the English Ghost Story di Julia Briggs 13
e Elegant
Nightmares. The English Ghost Story from Le Fanu to Blackwood di Jack Sullivan 14
,
incentrati sulla ghost story . Grazie a questi e ad altri testi, che trattano di argomenti
simili, mi sono costruita una panoramica della struttura di questo genere di racconto e
mi sono avvicinata sempre più alla psychological ghost story e alle tecniche di
costruzione del racconto proprie di Le Fanu . Tutto questo, insieme agli studi canonici
sulla letteratura gotica, tra i quali spicca The Literature of Terror. A History of Gothic
Fiction from 1765 to the Present Day di David Punter 15
, mi hanno fornito gli strumenti
necessari per procedere con l'analisi testuale.
Non ho alcun problema ad ammettere di dire che in un primo momento il mio
compito mi è sembrato estremamente arduo, anzitutto perché, non avendo in
precedenza mai praticato questo autore, ho dovuto cercare di comprendere lo stile e i
meccanismi narrativi da lui usati. La seconda motivazione è che non mi ero mai trovata
a dover fare un'analisi testuale completa e approfondita di racconti. Ho quindi dovuto
imparare a leggere il testo con più attenzione (cosa non semplice in quanto tutti i
10 Michel Foucault, Histoire de la Folie à l' Âge Classique , Paris, Gallimard, 1972 (trad. Storia della follia
nell'età classica, Milano, Rizzoli, 1984).
11 Roy Porter, Madness: A Brief History , Oxford, Oxford University Press, 2002.
12 Arthur Conan Doyle, The History of Spiritualism, 2 voll., New York, 1926 (ristampa a cura di Arno
Press, New York, 1975).
13 Julia Briggs, Night Visitors. The Rise and Fall of the English Ghost Story , London, Faber, 1977.
14 Jack Sullivan, Elegant Nightmares. The English Ghost Story from Le Fanu to Blackwood , Athens (OH),
Ohio University Press, 1978.
15 David Punter, The Literature or Terror. A History of Gothic Fiction from 1765 to the Present Day ,
London, Longman Publishing Group, 1980 (trad. it. Storia della letteratura del terrore. Il “gotico” dal
Settecento ad oggi , Roma, Editori Riuniti, 1985).
4
racconti sono scritti in inglese ottocentesco e molti di essi contengono tratti dialettali) e
a penetrare più in profondità nel tessuto narrativo. Ho quindi appreso che la lettura del
testo deve essere fatta su più livelli, laddove possibile, che ogni singola parola può
contenere significati inediti che si sommano a quello consueto.
I motivi per cui ho scelto di dedicare la mia tesi allo studio di questo autore
sono diversi. Anzitutto, la mia passione per la lingua e la letteratura inglese mi ha
orientata verso uno stile letterario che, in un certo senso, potesse esserne
rappresentativo. La letteratura gotica mi è allora sembrata la più adatta a questo scopo.
Per quanto riguarda l'autore, la mia scelta è caduta su Le Fanu poiché, non
conoscendolo bene, ho voluto approfondire le mie nozioni di base ed esplorare una
forma differente da quella dei tradizionali romanzi gotici. Mi ha molto affascinata il
particolare uso del folklore nella prima parte della sua produzione e soprattutto sono
rimasta colpita dal carattere psicologico ed innovativo delle ultime short stories che ho
trattato.
5
I - UN NUOVO STILE LETTERARIO: IL GOTICO 6
1.1 - Etimologia del termine “gotico” Take,
An old castle, half of it ruinous.
A long gallery, with a great many doors, some secret ones.
Three murdered bodies, quite fresh.
As many skeletons, in chests and presses.
An old woman hanging by the neck, with her throat out.
Assassins and desperadoes, quant stuff .
Noises, whispers, and groans, threescore at least.
Mix them togheter, in the form of three volumes, to be taken at any of the watering
places before going to bed.
16
Un anno dopo la pubblicazione di The Mysteries of Udolpho uscirono queste
istruzioni per un romanzo gotico “fai-da-te”. Da questo breve testo si nota in che modo
si fosse già creato lo stereotipo della gothic novel. Questo veniva infatti pensato, in
modo piuttosto banale, come una mescolanza di misterioso e di macabro, un'insensata
accozzaglia di luoghi segreti, delitti, strani rumori, assassini e quant'altro vi è di
spaventoso. Il tutto raccolto in “three volumes”. Era infatti una convenzione piuttosto
diffusa il dividere i romanzi in tre volumi, forse per comodità oppure per la possibile
valenza simbolica del numero. Si pensava infatti che il tre, oltre che ad indicare la
Trinità, avesse un particolare legame con l'universo soprannaturale, in quanto simbolo
di un potere che oltrepassa le possibilità umane e trascende le leggi naturali. Ad ogni
modo, la definizione è di carattere estremamente ironico e tende a mettere in ridicolo
le convenzioni del genere. Questo approccio scettico nei confronti di ciò che evade le
norme del mondo e delle scienze occulte si rifletterà persino nei maggiori scrittori
gotici del periodo, come Mattew Lewis ( The Monk ) e Charles Maturin ( Melmoth the
Wanderer ).
16 “The Spirit of the Public Journals” (1797), quoted in K.K. Mehotra, Horace Walpole and the English
Novel, Oxford, 1934, 27.
7
Il termine “Gotico” ha tutt'ora un numero di applicazioni non indifferente, in
quanto sono diversi i campi che fanno uso di tale parola: oltre che come termine
letterario, è infatti usato come termine storico, come termine artistico e anche come
termine architettonico. In architettura, “Gotico” è un aggettivo usato per indicare lo
stile caratterizzato da archi acuti molto sbilanciati verso l'alto, grandi rosoni intarsiati e
alte guglie, con cui venivano costruite imponenti cattedrali nell'XI e nel XII secolo.
Questa parola di origine rinascimentale ha come significato generico quello di
“barbaro”, selvaggio distruttore della tradizione classica. Per comunanza di elementi
fantastici e spirituali è stato dato lo stesso nome al genere letterario nato nella seconda
metà del '700 in Inghilterra.
In contesto letterario, la parola “Gotico” viene quindi applicata ad un gruppo di
romanzi scritti fra il 1760 ed il 1820, di cui i principali autori furono Horace Walpole,
Ann Radcliffe, Matthew Lewis, Mary Shelley e C.R. Maturin. I tratti caratteristici del
romanzo gotico sono spesso identificati in elementi come la descrizione del
terrificante, una serie di ambientazioni arcaiche e medievaleggianti, luoghi tetri e
pittoreschi, l'uso del soprannaturale, la presenza di personaggi fortemente stereotipati
e l'uso di tecniche di suspense letteraria. Tali caratteristiche sono spesso usate per
identificare un genere di gotico convenzionale, ovvero quello caratterizzato da “eroine
perseguitate, luoghi cupi ed infestati come castelli o antichi conventi e presenze
oscure” 17
.
Tuttavia, questo termine è adibito anche ad altri usi. Infatti, “Gotico” è il
termine che ancora oggi gli editori utilizzano per definire una serie di romanzi storici
minori, di poco rilievo. Gli elementi che sembrano essere classici del genere sono
l'apparente presenza di uno spettro (spesso giustificata alla fine per mezzo di
espedienti non soprannaturali), la presenza di membri dell'aristocrazia, con castelli ed
altri elementi scenici e una trama amorosa, di solito ambientata in un'epoca passata. I
romanzi, inoltre, mostrano di essere stati scritti per un pubblico facilmente
suggestionabile.
17 David Punter, Storia della Letteratura del Terrore , op. cit., p. 17.
8
Esistono poi altri usi contemporanei del termine “Gotico”: un esempio è la sua
riutilizzazione per descrivere un certo tipo di narrativa americana. Questo nuovo tipo
di gotico (James Rurdy, Joyce Carol Oates, John Hawkes) sembra invece affrontare i
paesaggi mentali e le ossessioni psicologiche dei personaggi principali. Ci troviamo in
pratica immersi nella psiche dei protagonisti, spesso grazie ad un sofisticato uso della
narrazione in prima persona. “Uno stile, dunque, in cui i mondi rappresentati sono
permeati da decadimento psichico e sociale e dipinti con le tonalità cariche della
putrescenza” 18
.
Tuttavia, “Gotico” non è esclusivamente utilizzato come termine letterario. In effetti,
esso comparve nel XVII secolo e venne usato in riferimento alle popolazioni di origine
germanica che per prime colonizzarono la Gran Bretagna e il cui arrivo fu ampiamente
documentato nella Historia Ecclesisastica Gentis Anglorum e nella Cronaca
Anglosassone scritte dal Venerabile Beda: gli Angli, i Sassoni e gli Juti. Originariamente
la parola indicava solo una delle popolazioni barbariche sopra elencate, gli Juti
(sinonimo arcaico di Goti). Successivamente, il termine prese ad ampliarsi, fino a
diventare sinonimo di “teutonico” o “germanico” in senso lato, pur conservando le sue
implicazioni di barbarie. I primi usi di questo termine si ebbero nell'ambito di
discussioni storico-politiche. Nel 1648 Nicholas Bacon scrive: “Nor can any nation upon
earth shew so much of the ancient Gothique law as this island hath”; nel 1672 William
Temple sostiene “The Saxons were one branch of these Gothic Nations” e “the ancient
Western Goths, our Ancestors”. Nel 1694 Robert Molesworth argomenta che “The
Ancient Form of Governement here was the same which the Goths and the Vandals
establisched in most if not all parts of Europe whither they carried their conquest, and
is which in England retaind to this day for the most part”. Secondo Jonathan Swift i
parlamenti sono stati fondati in Inghilterra “by the Saxon princes who first introduced
them into this island from the same original with the other Gothic forms of
governement in most parts of Europe”. John Oldmixon nel 1724 scrive: “No nation has
preserv'd their Gothic Constitution better than the English” 19
18 Ivi, p. 5.
19 Tutte le citazioni riguardo al dibattito storico-politico sulla parola gothic sono tratte da S.Kliger, On
9
Inoltre, "Gotico" è anche usato in senso meno tendenzioso in riferimento alla
narrativa dell'orrore, nella forma comune della ghost story , di cui Joseph Sheridan Le
Fanu fu uno dei maggiori esponenti nel XIX secolo. In seguito, nel XVIII secolo, si ebbe
uno spostamento del valore del termine dal suo significato geografico a quello storico-
culturale. Infatti, l'espressione “Gotico” fu eletta a designare cose medievali,
antecedenti alla metà del XII secolo. A questa definizione si accompagnava un'altra
connotazione: se il suddetto termine era associato alla barbarie post-romana, nonché
al mondo medievale (era usato come sinonimo di anni oscuri), se ne poteva dedurre
che era anche un termine da potere usare in contrapposizione a “classico”, tendente
quindi ad indicare tutto ciò che non riguardasse il mondo classico greco-romano.
Infatti, laddove il classico era ben ordinato, il gotico era caotico, rappresentava
l'eccesso e l'esagerazione, il prodotto dei barbari e dei selvaggi. L'aggettivo "Gotico"
era dunque, anche in campo architettonico, sinonimo di irregolarità, di non conformità
alla natura, cosa che entrava in discordanza con le forme classiche, che esaltavano
invece la regolarità e la perfezione della natura.
Verso la metà del XVIII secolo avvenne però un cambiamento di notevoli
proporzioni, in seguito al quale il medievale, il primitivo e il selvaggio finirono per
assumere un valore positivo in sé. Il gotico sosteneva quindi il gusto per l'antico di
contro a quello moderno; il barbarico rispetto al civilizzato, la crudezza di contro
all'eleganza. Dunque "Gotico" equivaleva ad arcaico, a pagano, a quanto precedeva e
resisteva alla costruzione di una società ben ordinata e di valori civilizzati. Questo
nuovo approccio fu favorito anche dalla nascita del Gothic Revival , movimento che si
instaurò in questo periodo non solo per quanto riguarda gli edifici architettonici, ma
anche per quanto riguarda l'estetica del giardino. Si ebbe infatti una vera e propria
rivoluzione: se fino ad allora nei giardini era stato un rigoroso ordine classico (e quindi
geometrico) a dominare, si insinuò a questo punto l'esigenza di preservare zone di
natura “incontaminata”, misteriosa ed incontrollabile. Si afferma inoltre il gusto per le
rovine, che erano viste come una sorta di rappresentazione nostalgica di un passato
Goths in England; in V. Sage, The Gothick Novel , London, Macmillan , 1990, pp. 115-116.
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remoto e misterioso. Si instaurò quindi, inevitabilmente, anche una nuova concezione
della natura, che non era più vista come un'entità perfetta ed ordinata, regolata da
leggi rigorose, bensì come qualcosa di incontrollato, di selvaggio, che assumeva quasi
una connotazione di violenza. È appunto questa wild nature che costituirà lo scenario
del romanzo gotico, del tale of terror che dominò nei secoli XVIII e XIX. L'importanza di
questa rivoluzione estetica nella concezione del giardino è dimostrata dal fatto che
anche lo stesso iniziatore del gotico letterario, Horace Walpole, scrisse un trattato, On
Modern Gardening (pubblicato nel 1785) che riassumeva le tendenze dell'epoca e
configurava il giardino ideale come un paesaggio dove si concentrava il conflitto
razionale\irrazionale. Il giardino ideale si configura quindi come un paesaggio filtrato
attraverso la pittura in cui si può trovare una strana mescolanza di elementi selvaggi e
costruzioni create dall'uomo e rimaste poi rovinate e invase dalla natura, che stanno a
ricordarci l'imperturbabile passare del tempo.
Il Gothic Revival , per di più, si manifestò anche in contesto architettonico ed
artistico. In contesto architettonico vi fu un considerevole recupero delle forma
medievali e nella letteratura si ebbe un ritorno ad immagini scenografiche del passato.
In campo artistico, se prima la condanna illuminista del medioevo si affiancava a quella
del gotico stesso, all'inizio del XVIII secolo i pittori e i disegnatori cominciarono a
raffigurare gli antichi edifici medievali andati in rovina, chiaro indice di cambiamento
nel dominio del gusto. La rovina diviene quindi una delle immagini che stanno alla
base della nuova estetica del gotico. Essa ha molteplici implicazioni simboliche: è vista
come emblema della caducità della vita umana e delle cose terrene, della costante
presenza della morte. Tutto è immerso nella dimensione del passato ed è proprio
questo fattore che collega questa particolare immagine al gotico stesso. La rovina ha
quindi il compito di ricordare la precarietà del destino umano, il rapporto con la storia,
che si carica di crimini passati, timore di una possibile punizione, ed un'eventuale
espiazione. Tutto ciò provoca sentimenti contrastanti: se da una parte suscita terrore,
dall'altra affascina e incuriosisce.
La principale applicazione di questo termine si ebbe dunque nel campo
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dell'architettura, dove veniva utilizzato in riferimento agli edifici medioevali, e in
particolar modo a quelli ecclesiastici, sorti fra il XII e il XIV secolo. Possiamo affermare
che al gusto per la letteratura antica si accompagnava, nel tardo XVIII secolo uno
spiccato gusto per gli edifici medioevali. Uno degli elementi caratteristici dello stile
gotico, che fu preso come modello per la descrizione delle ambientazioni tipiche di
tale genere, fu l'edificio acquistato da Horace Walpole nel 1747, Strawberry Hill. Tale
costruzione fu poi modificata dall'autore secondo il gusto gotico negli anni Cinquanta e
costituì il modello principale a cui l'autore si ispirò per creare lo scenario del suo primo
romanzo gotico, The Castle of Otranto .
È ora necessario fare un breve excursus della storia della narrativa gotica,
mettendo bene in evidenza le tappe fondamentali della sua evoluzione.
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