2
Quello che in questo lavoro interessa è però altro, oltre alla fantasiosa riproduzione
filmica di un determinato periodo storico in quello che viene però dichiarato a tutti
gli effetti essere un film storico. Quanta e quale verità emerge per il pubblico in un
film giocato sul paradosso e sullo stereotipo? Si tratta di una narrazione fantasiosa,
fine a se stessa, oppure di una vera e propria manipolazione della memoria storica
comune al riunificato popolo tedesco?
La Repubblica Democratica, sorta dopo la fine del secondo conflitto mondiale nella
zona di occupazione sovietica in Germania ad immagine e somiglianza della
“tutrice” staliniana, fu un regime monopartitico, uno stato totalitario, in cui le libertà
fondamentali furono spesso negate alla cittadinanza e la violenza più un mezzo di
persuasione che di coercizione. Uno stato che costruì un muro per arginare
(rinchiudendoli) l’emorragia di cittadini, fuggiaschi verso Berlino-Ovest e il sogno
del boom economico.
Passando per una breve storia della sua evoluzione a stato socialista, segnata di date
fondamentali per la storia del mondo intero, in questo elaborato si giungerà a
descrivere le particolari condizioni dei giovani tedesco-orientali durante gli anni ’70
del secolo scorso, seguendo un’analisi che va dal macroscopico al microscopico.
Tenendo conto della rappresentazione filmica di “Sonnenallee” si evidenzieranno
quegli aspetti che anche nel film appaiono come topici, ad esempio il rapporto tra
cultura musicale giovanile e Kulturpolitik statale, oppure la contrapposizione fra
tempo libero organizzato e tempo libero-libero.
Avvalendosi di fonti e testi scientifici, si ricostruirà quel mondo che Leander
Haußmann ha portato sugli schermi e con questo si farà un confronto.
Quali alterazioni della verità storica vengono compiute in questo film? Vi è qualcosa
di pericoloso in queste falsificazioni architettate per attirare la massa del pubblico
dell’industria della distrazione?
Domande alle quali si tenterà di dare una risposta in questa tesi, volutamente
suddivisa in due aree tematiche, una sulla storia della DDR e una sul film
“Sonnenallee”, per meglio confrontare le discrepanze fra la Storia e un suo
3
superficiale uso mediatico, nel quale si perde di rigore scientifico e di quei pilastri
sui quali la scienza storica si poggia e costruisce le sue verità.
4
STORIA DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA
Si ripercorre la storia della Germania Est fino ai primi anni ’70 usando le sue date e i suoi
avvenimenti più importanti come puntelli, atti a sostenere con coordinate di tempo e spazio
le vicende trattate nell’elaborato.
La notte tra l’8 e il 9 maggio 1945 i rappresentanti delle Forze Armate naziste
firmarono la ratifica della “capitolazione incondizionata” presso il circolo ufficiali
della scuola pionieri di Berlino-Karlshorst
3
.
La storia della Repubblica Democratica Tedesca (definita retrospettivamente dalla
storiografia socialista “Il primo stato invaso da Hitler”
4
) non può essere analizzata
prescindendo da questa data, che da molti è ritenuta l’effettivo evento fondatore
5
dello stato socialista in Germania
6
. Cancellati con una firma gli orrori del passato
nazionalsocialista (come ad ovest, la riflessione sulle colpe dei singoli fu tralasciata;
con la non sottovalutabile differenza che nella Germania Est la storiografia passò
repentinamente sul carro del vincitore rendendo i suoi cittadini vittime o eroi della
resistenza antifascista), i sovietici (SMAD)
7
– forti del numeroso contingente
dell’Armata Rossa - si sedettero al tavolo dei vincitori nell’estate 1945 (Conferenza
di Potsdam) ove si accordarono con le Forze Alleate (come già ipotizzato a Jalta) per
una quadripartizione in zone di occupazione della Germania e della capitale Berlino.
3
Cfr. Stefan Wolle, “DDR”, S.Fischer Verlag GmbH, 2004 Frankfurt am
Main, p.3.
4
Cfr. Sonia Combe, “A Est, la memoria ritrovata”, Saggio, 1991
Einaudi, Torino, p.125.
5
Cfr. Ibid. p.121.
6
La data del 7 ottobre 1949, costituzione della RDT, è considerata
un atto simbolico utile a sancire formalmente quello che nei 4 anni
precedenti era già stato effettivamente creato sotto la guida dei
sovietici: uno stato socialista su suolo tedesco basato su economia
pianificata e proprietà statale dei mezzi di produzione.
7
Sowjetische Militäradministration in Deutschland; it.
Amministrazione militare sovietica in Germania.
5
I.1 1945-1949: La rivoluzione democratico-antifascista
8
I quattro alleati, una volta annientato il nemico comune, si trovarono in
contrapposizione economico-militare, in una perenne tensione competitiva per
l’egemonia mondiale che si sarebbe protratta per gran parte dei decenni a venire: era
iniziata la Guerra Fredda.
Un vasto territorio al centro dell’Europa, diviso tra le due superpotenze in lotta,
esemplificava su scala locale uno spinoso problema di portata mondiale. Il 1947 e
l’introduzione del Piano Marshall nella Germania-Occidentale provocarono la
definitiva frattura tra USA e URSS.
I sovietici impedirono il confluire dei capitali americani nella loro zona di influenza
(SBZ)
9
e definirono con questo atto la separazione economica delle due Germanie. A
ovest si instaurò un baluardo del capitalismo consumistico a far da fronte ad un
cuneo rosso nel cuore dell’Europa continentale. Sancito dalla riforma monetaria
intrapresa dagli Alleati nel 1948, il distacco (in seguito all’abbandono da parte dei
sovietici del Consiglio di Controllo Alleato – organo di gestione politico-economica
della Germania occupata dalle potenze vincitrici) seguitò con una contrapposta
riforma ad est e il braccio di ferro del blocco sovietico di tutte le vie di
comunicazione tra l’ovest e i suoi territori berlinesi
10
. La Germania fu separata
economicamente e territorialmente.
La nascita, dall’unione dei settori inglese, francese e americano, della Repubblica
Federale Tedesca il 23 maggio 1949 e la conseguente replica della Repubblica
Democratica Tedesca il 7 ottobre 1949 sul suolo della SBZ, servirono solo a fissare
sul calendario delle celebrazioni un dato di fatto evolutosi almeno a partire dal
maggio di quattro anni prima.
8
“Antifaschistisch-demokratische Revolution”, Storiografia SED, in
Stefan Wolle, “DDR”, S.Fischer Verlag GmbH, 2004 Frankfurt am Main,
p.7.
9
Sowjetische Besatzungszone; it. Zona di occupazione sovietica.
10
Il blocco deciso dai sovietici -die Berlin-Blockade- per
incorporare tutta la capitale
(un’exclave occidentale nei territori della SBZ), durato dal giugno
1948 al 12 maggio 1949, fu aggirato da un imponente sistema di
approvvigionamento aereo per le zone ovest organizzato dalle forze
americane ed è noto come “Ponte Aereo per Berlino”.
6
Fin dall’inizio dell’occupazione sovietica le maggiori posizioni di potere locale ad
Est erano state assunte da membri del KPD (Kommunistische Partei Deutschlands)
fuoriusciti in URSS durante il periodo nazista
11
. Il gruppo degli esuli, guidato da
Walter Ulbricht, mise in piedi una democrazia di facciata permettendo la presenza
all’interno del sistema partitico dei socialdemocratici (SPD), dei liberali (LDP) e dei
democristiani (CDU), esercitando tuttavia un controllo egemonico garantito da Stalin
(la “questione della legittimità”
12
dei governanti aleggiò insoluta fino al 1989). Nel
1946 la SPD fu costretta a federarsi con la KPD e a confluire nella Sozialistische
Einheitspartei Deutschlands (SED)
13
, il partito stalinista al potere guidato da Ulbricht
fino al 1971.
Tra il 1946 e il 1948 furono fondati due nuovi partiti: i cosiddetti Blockparteien
(costituenti il “blocco antifascista-democratico” poi “blocco democratico dei partiti e
delle organizzazioni di massa”), rappresentanti i contadini (DBD) e i nazional-
democratici (NDPD), gravitanti nell’orbita SED, perennemente allineati alla politica
di regime e incaricati di vincere voti ai partiti “borghesi”
14
. Del blocco entrarono
presto a far parte anche il neonato sindacato (FDGB) e le organizzazioni di massa,
quella giovanile (FDJ) e quella femminile (DFD). Come si evince chiaramente,
l’ossatura e le strutture dell’apparato socialista del SED-Staat erano operanti ben
prima dell’ufficiale costituzione del nuovo stato.
Fondamentale per la “socialistizzazione” a livello agricolo, la SBZ aveva vissuto un
esproprio dei latifondi e una conseguente riforma agraria (redistribuzione di piccoli
poderi e collettivizzazione delle grandi aziende agricole)
15
. La Germania-Orientale
era a tutti gli effetti un autonomo stato socialista.
11
Cfr. Stefan Wolle, “DDR”, S.Fischer Verlag GmbH, 2004 Frankfurt am
Main, pp. 9-11.
12
Fino alla sua caduta la SED soffrì del “Legitimationsdefizit”
(deficit di legittimità) agli occhi della popolazione.
13
Cfr. Stefan Wolle, “DDR”, S.Fischer Verlag GmbH, 2004 Frankfurt am
Main, pp. 14-15.
14
Cfr. Ibid., pp.15-18.
15
Cfr. Ibid., pp.11-14.
7
I.2 Il 17 giugno 1953
In seguito alla II conferenza del partito (9-12 luglio 1952), durante la quale Walter
Ulbricht aveva annunciato l’inizio della costruzione del socialismo nella RDT
(“planmäßigen Aufbau des Sozialismus”)
16
, l’economia della nazione subì un nuovo
slancio nella collettivizzazione e nella costruzione edilizia, sottovalutando
colpevolmente la produzione alimentare. Emblema del gigante dai piedi d’argilla:
nella capitale fu iniziata l’opera di costruzione della Stalinallee, l’imponente
stradone (Prachtstrasse – Viale da parata) in stile razionalista-socialista che
idealmente avrebbe collegato Alexanderplatz a Mosca.
Nonostante gli altisonanti proclami dei mesi precedenti, l’11 giugno 1953 il
Politburo della SED fu costretto - su ordine preciso di Mosca
17
- a diffondere le linee
guida di un “nuovo corso” più attento alla produzione dei beni di consumo e alla
democraticizzazione della società.
18
Le fughe verso ovest, dove iniziavano a
mostrarsi evidenti i benefici del piano Marshall, producevano una pericolosa
emorragia condannata dal Cremlino. Questa emergenza economico-sociale fu
affrontata senza abrogare il contestatissimo prolungamento dei turni di lavoro a
parità di stipendio (“Mehr Arbeit für gleichen Lohn”
19
) nei cantieri edili e nelle
fabbriche. Il 16 giugno una delegazione di manovali e carpentieri in marcia verso la
sede del sindacato attirò in un corteo spontaneo centinaia di lavoratori, soprattutto
dei simbolici cantieri della Stalinallee, e deviò verso la sede della SED in Leipziger
Strasse. Le rivendicazioni si radicalizzarono strada facendo: la democrazia, la libertà,
la riunificazione. Respinti, i manifestanti invocarono lo sciopero generale per il
giorno seguente. Fu il la all’insurrezione. I turnisti del mattino del 17 giugno
aderirono allo sciopero. Nel giro di poche ore la protesta si trasformò in una rivolta
spontanea su tutto il territorio nazionale.
20
Solamente a Berlino furono 100.000 i
16
Cfr. Ibid. p. 23.
17
Cfr. Ibid. p. 30.
18
Cfr. Ibid. p. 32.
19
It. “Più lavoro, stesso salario”.
20
Cfr. Stefan Wolle, “DDR”, p. 35.