2
la scrittrice si è aggiudicata il prestigioso premio letterario
Bachmann nel 1999.
La raccolta di racconti, di cui ci occupiamo in questo lavoro,
non è stata ancora tradotta nella nostra lingua, ma l'uscita del
suo primo romanzo Alle Tage
2
è prevista per il 2007 da
Mondadori. Di Terézia Mora in Italia si sa quindi ancora molto
poco, ma per la società delle lettere tedesca è già da alcuni
anni una delle penne più promettenti. La giovane scrittrice,
infatti, è oggi in Germania una rappresentante di primo piano
di una nuova generazione di intellettuali che si sono formati in
un mondo ancora diviso in blocchi contrapposti, (Mora si
trasferisce a Berlino quasi alla vigilia della caduta del muro) si
trovano oggi proiettati, grazie anche ai nuovi mezzi di
comunicazione e alla posizione geografica della Germania,
crocevia di grandi migrazioni, in una dimensione di
nomadismo sovranazionale.
2
Mora, Terézia. Alle Tage; pubblicato da Luchterhand Literaturverlag, Monaco nel 2004.
3
Sarà nostra cura approfondire l’opera della scrittrice
attraverso l’analisi stilistica dei testi e critica del contesto
socioculturale da cui proviene che, proprio in Seltsame
Materie, rappresenta il fulcro attorno al quale ruotano le undici
storie della raccolta; Mora costella, infatti, i racconti con
espliciti riferimenti alla sua infanzia e ai luoghi nei quali è
cresciuta; l’impianto autobiografico-fantastico dell’opera la
riconduce così alla corrente letteraria tedesca della
Migrantenliteratur, o Multikulturell Literatur, ovvero la
letteratura multiculturale o dell’immigrazione, settore che
comprende scrittori, prevalentemente di origine non
germanica, che hanno scelto di scrivere in tedesco su aspetti
della Germania contemporanea facendo spesso espliciti o
metaforici raffronti con aspetti della propria cultura e se
presenti, ricordi riconducibili al proprio paese d’origine. La
nostra autrice, tuttavia, considerata la peculiarità dello stile e i
temi trattati nel suo ultimo romanzo non è totalmente
assimilabile alla corrente letteraria di cui sopra.
4
Il suo viene definito dalla critica uno stile nuovo e strano; più
unico che raro.
È stata inoltre mia cura realizzare un’intervista all’autrice,
inserita nell’ultimo capitolo del nostro lavoro; intervista nella
quale è la stessa Mora a chiarire tra le altre cose il suo punto
di vista sui concetti letterari di migrazione, minoranza ed
emarginazione.
La scrittrice ha ricevuto per le sue opere numerosi premi,
l’ultimo è stato il Premio della Fiera del Libro di Lipsia (2005).
5
CAPITOLO I
Terézia Mora, un’ungherese a Berlino
6
1. Biografia
Terézia Mora nasce il 5 febbraio 1971 a Sopron in Ungheria;
figlia di una coppia ungaro-tedesca crescerà a Petöháza, un
piccolo villaggio ungherese a 27 chilometri dal confine
austriaco. Mora lo ricorda così:
“Es war ein kleines Dorf, fast eingeschlossen. Mir schien es
war vollgestopft mit lüsternen Priestern, Alkoholikern und Menschen,
die ihre Haustiere quälten.
3
”
In famiglia si parlava tedesco, Mora cresce quindi bilingue
4
.
A Budapest comincia gli studi universitari che, dopo la svolta
ungherese del 1990
5
, prosegue a Berlino, trasferendovisi
3
Eger, Christian. “Hallo, Ha-He-Li-Be-Be! Schöner lesen: Terézia Mora war Gast der
Literaturreihe im “Turm”. Da: Mitteldeutsche Zeitung Halle; 30 giugno 2001. Articolo su
Terézia Mora ospite ad Halle (MZ) in occasione del ciclo di letture dal titolo: Truggebilde der
Wirklichkeit. Trad. “Era un piccolo villaggio quasi un confino. Mi sembrava pieno zeppo di preti
avidi, ubriaconi e persone che erano solite torturare i loro animali domestici.”
4
Ndr. Cfr. pag. 25, nota n. 23.
5
Ndr. Alcuni cenni biografici in lingua inglese presenti sul sito di Terézia Mora
(www.tereziamora.de/Leseproben/Seltsame_Materie/seltsame_materie.html) indicano il 1988
come data del trasferimento; la stessa autrice nell’intervista del cap. IV afferma però di essersi
trasferita a Berlino dopo la caduta del muro. In un’altra intervista però (su:
http://www.foreigner.de/in_terezia_mora.html) alla domanda “Sie leben seit 1990 in Berlin.
Welches Verhältnis haben Sie zu dieser Stadt.” Mora risponde “... ich fand Berlin schon immer
sehr faszinierend. Vor allem die Zeit um 1988 war sehr interessant. Damals konnte ich die noch
7
definitivamente per studiare al corso di sceneggiatura
dell’Accademia del Cinema e della Televisione di Berlino, e
dove studierà anche Ungarologia e Scienze Teatrali alla
Humboldt-Universität. Autrice di sceneggiature televisive e
testi teatrali e traduttrice di grande successo, nel 1999 ha
pubblicato la sua prima raccolta di racconti intitolata Seltsame
Materie. Grazie ad alcuni dei racconti contenuti nel suddetto
volume vince numerosi premi letterari, tra i quali l'Open-Mike
già vinto nel 1997 per il racconto Durst, il prestigioso Ingeborg
Bachmann Preis del 1999 per il racconto Der Fall Ophelia (del
quale in seguito presentiamo la traduzione in lingua italiana) e
l'Adelbert von Chamisso Preis del 2000 per l’intera raccolta
Seltsame Materie. A proposito del Premio Bachmann, in
un’intervista le viene chiesto cosa ne pensa dello scarso
interesse con cui la stampa ungherese ha accolto la notizia
che uno dei più prestigiosi premi letterari tedeschi fosse stato
vinto da un’ungherese; Mora risponde:
bestehende Grenze ohne Probleme passieren. Es gab Tage an denen ich fünf Mal hin und her
gefahren bin. Es gab.”
8
“Also ich weiß nur von einem einzigen Artikel in einer ungarischen
Zeitschrift, der kurz nach der Preisverleihung erschien, ein Interview,
und er beschränkte sich mehr auf die Mitteilung von Fakten. Und dann
stelle ich mir vor, man fragte ein bisschen herum, »na prima, Ungarin
hat den Bachmann-Preis gewonnen. Kennst du die?« Und die Antwort
muss natürlich sein »Nein«. Aber ich glaube, da ist außer in sehr kleinen
literarischen Kreisen überhaupt kein Echo. Ich habe gestern z. B. aber
Péter Esterházy das erste Mal in meinem Leben wirklich getroffen, face
to face, und er war sehr nett und wußte, wer ich bin. Immerhin! Also
meine Idole wissen, wer ich bin!„
6
Nel frattempo anche una sua sceneggiatura dal titolo Die
Wege des Wassers in Erzincan vince il Premio Letterario
Würth del 1998. Terézia Mora si mette di nuovo al lavoro per
scrivere il suo secondo libro. Interrompe solo quando il
famoso scrittore ungherese Peter Eszterhazy le chiede di
6
Cit. Dzajic, Harris. Von Pechstaedt, Volkmar. Durchscheinendes Osteuropa.
In: http://www.hainholz.de/wortlaut/mora.htm - intervista realizzata a Terézia Mora il 16 ottobre
1999 a Göttingen. Trad. “Ho saputo soltanto di un articolo e un’intervista e mi immagino una
discussione del tipo << Sai che un’ungherese ha vinto il Premio Bachmann, la conosci?>> e la
risposta sarebbe <<No.>> […] Ecco io ieri ho incontrato per la prima volta Péter Esterházys, è
stato molto carino e mi ha subito riconosciuta! Anche il mio idolo sa chi sono!”
9
tradurre in tedesco il suo Harmonia Coelestis
7
per la cui
traduzione tedesca Mora vince nel 2002 il Premio Jane
Scatcherd. A tal proposito dichiara:
“All'inizio mi sono chiesta se valeva la pena di tradurre ottocento pagine
di un altro e non scrivere le proprie, poi per fortuna ho accettato. È stata
la decisione migliore della mia vita, quelle pagine mi hanno messo le
ali”.
8
Dopo Seltsame Materie, tre sceneggiature e il lavoro teatrale
So was in der Art
9
, esce nel 2004 il suo primo romanzo Alle
Tage
10
. Michael Adrian su Frankfurter Rundschau Online lo
recensisce come:
“ ...einen der ambitioniertesten und eigensinnigsten, einen der
komplexesten und schönsten deutschsprachigen Romane der jüngsten
Zeit... “
11
7
Esterházys, Peter. Harmonia Coelestis (Berlin Verlag 2001).
8
Miggino, Daniele. Terézia Mora: «la vergogna della guerra». Articolo in lingua italiana.
In: www.mentelocale.it/fondazionecarige
9
Trad. Qualcosa del genere.
10
Mora, Terézia. Alle Tage. 2004, Luchterhand Verlag.
11
Adrian, Michael. Abels Entzug. Terézia Mora erzählt von einem, dem die Heimat für immer
abhanden kam. In: Frankfurter Rundschau Online. Pubblicato il 6 ottobre 2004 sul sito:
10
Il titolo del romanzo è un omaggio alla scrittrice Ingeborg
Bachmann.
“Avevo già finito di scriverlo e ancora non avevo un titolo. Finché, per
caso, ho aperto un'antologia di sue poesie ed ho letto Alle Tage. Il mio
libro parla di questo, mi sono detta, lo chiamerò così“.
12
Nel romanzo il protagonista è Abel Nema, profugo della
guerra civile con un grande talento per le lingue, fuggito dalle
macerie della Jugoslavia in una Germania efficiente e
organizzata, votata alla norma e tuttavia insidiata da nuove
forme di violenza; vicenda che parla di straniamento,
alienazione, violenza. Abel è una sorta di trauma vagante, per
usare ancora parole di Terézia Mora,
“…parla dieci lingue ma non riesce a comunicare con gli altri. Tutto ciò
che dice è senza luogo, sembra che non venga da nessuna parte. “
13
www.fronline.de/in_und_ausland/oktober_2004 Trad. “Uno dei romanzi in lingua tedesca più
ambiziosi, ostinati, complessi e belli degli ultimi tempi.”
12
Miggino, Daniele. Op cit.
13
Ibidem
11
La chiave di lettura del suo stato d'animo è la guerra,
prosegue Mora:
“Quando la tua terra è in conflitto, entra in te un profondo sentimento di
vergogna, anche se ne sei lontano. “
14
Il romanzo nello stesso anno di pubblicazione vince il Premio
Mara-Cassens e il Premio LiteratourNord; Mora vince inoltre il
Kunstpreis Berlin, borsa di studio per la letteratura della
Akademie der Künste di Berlino 2004.
La giornalista del periodico Taz, Carola Ebeling paragonando
lo stile utilizzato da Mora in Alle Tage a quello in Seltsame
Materie scrive:
“Mora ist die Sammlerin der vielen Ereignisse, die das Leben dieses
Entwurzelten oft nur wie am Rande streifen. Eine poetische dazu, die
hier, wie schon im Debüt Seltsame Materie, einen ganz eigenen Ton
erschreibt und eine eigene Rede führt. Bilderreich, die Worte sorgsam
setzend. [...] Vielleicht ist es kein Märchen, aber doch eine seltsame
14
Miggino, Daniele. Op cit.
12
Geschichte über einen, der angesichts des nur allzu Wirklichen
unwirklich werden wollte. Eine großartige Geschichte über Fremdheit
und Verlust; Kränkung und Sehnsucht und die Unmöglichkeit zu
vergessen.“
15
Alle Tage ha vinto nel 2005 il prestigioso Premio della Fiera
del Libro di Lipsia.
Nel 2005 traduce in tedesco Meines Helden Platz romanzo
dello scrittore ungherese Lajos Parti Nagy (edito da
Luchterhand Literaturverlag 2005).
Per tutto il 2006 ha vissuto e lavorato come borsista a Roma
presso l’Accademia di Villa Massimo; è stata invitata in
diverse manifestazioni ed eventi in ambito
letterario/germanistico in Italia. Sempre nel 2006 ha scritto il
radiodramma Miss June Ruby, in onda su NDR.
15
Ebeling, Carola. Labyrinthische Irrfahrt. Terézia Mora präsentiert ihren ersten Roman, Alle
Tage, im Literaturhaus. Recensione pubblicata su: Taz Hamburg Nr. 7457 del 9 settembre 2004,
Pag. I. Trad. “Mora è colei che raccoglie i molti ricordi, che la vita di questo sradicato spesso ai
margini. C’è qui una poetica che come nel debutto Seltsame Materie, seguendo il proprio
percorso narrativo utilizza un tono molto particolare. Posizionando le parole accuratamente.
Forse non è una favola; forse è solo la strana storia di una persona che di fronte a ciò che è
troppo reale vorrebbe diventare irreale. Un’imponente storia che parla di estraneità, perdita,
malattia e nostalgia e l’impossibilità di dimenticare.”
13
Terézia Mora è anche una delle traduttrici più apprezzate
dall’ungherese in tedesco.
14
2. La letteratura dell’immigrazione in Germania
16
Sebbene l’autrice abbia più volte lamentato una sua eventuale
inclusione nella corrente della letteratura dell’immigrazione
17
,
si ritiene opportuno in questa sede presentare in sintesi i
principali autori contemporanei appartenenti alla corrente
della suddetta sezione della letteratura tedesca altresì
denominata letteratura multiculturale o letteratura delle
minoranze alla quale si legano i concetti di letteratura della
diaspora e la cosiddetta Letteratura Chamisso della quale si
parlerà nelle seguenti pagine.
In Germania la produzione letteraria degli scrittori migranti
costituisce da diversi anni un genere di notevole successo
editoriale. Un tempo, ancora negli anni Settanta, si parlava di
16
Nella lingua tedesca vengono ricondotte a tale letteratura diverse denominazioni:
Immigrantenliteratur, Migranten oder Diasporaliteratur, Minderheitsliteratur,
Ausländerliteratur, ChamissoLiteratur. (Trad. Letteratura dell’immigrazione, della migrazione o
della diaspora, delle minoranze, Chamisso).
17
Auffermann, Verena. "Sehnsuchtsgewässer: Moras magische Grenzgeschichten"; dal
Süddeutsche Zeitung del 24 Luglio 1999. Qui Mora si esprimerà come segue riguardo all’ambito
cui sente di appartenere: “Ja, dieses blöde Etikett die Osteuropäerin. Das Dorf, in dem ich
geboren wurde, liegt 70 Kilometer von Wien entfernt. Ich schreibe in der deutschen Sprache und
betrachte mich als Teil der deutschen Literatur.” Trad. “Questa stupida etichetta: europea
dell’est. Sono nata in un paese a 70 chilometri da Vienna. Scrivo in tedesco e mi considero parte
della letteratura tedesca.”
15
Gastarbeiterliteratur - letteratura dei lavoratori ospiti –
divenuta in seguito Migrantenliteratur, un termine connesso
col flusso particolarmente vivace verso la Germania di esiliati,
profughi e rifugiati politici che hanno adottato la lingua del
paese di accoglienza. Con gli anni la Migrantenliteratur ha
conquistato un suo spazio all’interno della letteratura tedesca
contribuendo non poco al dialogo interculturale, divenuto
necessario a causa del sempre crescente numero di presenze
straniere permanenti nella nazione tedesca. Le principali
caratteristiche dell’autore straniero, scrivente però in lingua
tedesca, sembrano essere l’abilità ed una particolare
sensibilità nell’analisi della nuova società in cui vivono. Essi
sono, infatti, dotati di una memoria biculturale. Nella loro
mente il passato è legato alla lingua madre, mentre il presente
e il futuro appartengono alla lingua tedesca, che ha permesso
loro di crearsi un'identità professionale. La lingua acquisita
permette loro di guardare con maggior distacco e realismo la
società e le persone che li circondano.