INTRODUZIONE
“Ādam” è una delle numerose telenovele andate in onda nel Ramadan 2011.
Nel mese sacro per i musulmani, dopo l'Ifṭār, ovvero il pasto di rottura del digiuno,
le televisioni private e nazionali dei paesi arabi trasmettono questi spettacoli noti
anche come musalsal. E' usanza, per gran parte delle famiglie, guardare queste
'soap-opera' molto simili nello stile alle telenovele latino-americane e oggetto di un
volume d'affari televisivo da molti milioni di dollari. L'Egitto, da alcuni decenni in
concorrenza con la Siria, ne domina il mercato.
Vari vincoli commerciali e politici ne hanno sempre influenzato la produzione,
esibendo cosi una varietà di messaggi e stili.
“Ādam”, sull'onda di una maggior libertà in seguito alla caduta di Mubarak nel
febbraio 2011, ha trattato i problemi presenti nella società egiziana del pre-
Rivoluzione.
Il titolo è il nome del protagonista della storia, un ragazzo di 24 anni residente in
un quartiere povero del Cairo. Ādam è una persona molto umile, disponibile, un
po' disilluso verso il proprio futuro a causa delle scarse prospettive di lavoro, ma
comunque positivo. E' uno studente universitario ed è cosciente delle ingiustizie
sociali presenti nel proprio paese. Ma, a differenza dei compagni impegnati in
campagne per i diritti umani, per le cause nazionali e regionali, non ha interesse
verso la politica. L'omicidio di un americano, che è stato costretto a commettere
per difendere una ragazza cristiana dalle aggressioni di quell'uomo violento e
ubriaco, ha dato una svolta drammatica alla sua vita.
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Già entrato nella black list del regime a causa di una serie di sospetti senza
fondamento, tale vicenda gli costerà le accuse di omicidio, furto e terrorismo.
Ādam rappresenta, grazie alla sua personalità, ma anche ai fatti in cui verrà
coinvolto e alle persone che incontrerà, la complessa società in cui vive, fatta di
pregi e difetti.
Alla luce della corruzione sociale e politica e della crudele repressione da parte del
Servizio di Sicurezza Investigativo Statale (SSI), la musalsal si fa promotrice di un
messaggio di unità nazionale che supera i conflitti religiosi.
Sullo sfondo di una società afflitta da molte piaghe, tra cui grande povertà e
disoccupazione cronica, emerge la volontà di lodare gli aspetti positivi del popolo
egiziano. Il produttore Aḥmad Maḥmūd Abū Zayd ha voluto metterne in primo
piano i profondi valori morali: non solo la grande solidarietà presente tra cristiani e
musulmani, vittime in egual modo di un regime spietato, ma anche la vicinanza
alla causa palestinese. Grande spazio viene dato ai giovani, simbolo della forza e
dell'attivismo che li spingono a seguire il senso della giustizia a qualunque costo e
fare del bene per il proprio paese.
Forte è la contrapposizione tra un regime repressivo di vecchio stampo, poco
all'avanguardia con i tempi, e una gioventù piena di energia, “connessa” e
riluttante all'ottusa e corrotta mentalità di chi li rappresenta.
In alcuni punti risulta quasi canzonatoria l'incapacità del regime di contenere gli
illimitati confini di un web colmo di libere informazioni, potenzialità ma anche
svantaggi e di capirne le complesse logiche.
La speranza che in un paese senza diritti per i cittadini e con pochissimi doveri per
chi sta 'sulla poltrona', ci possa essere spazio per chi vuol portare un cambiamento
reale e costruttivo, si affievolisce man mano che ci si avvicina al finale.
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Nel corso delle puntate l'ingiustizia del SSI si è tradotta in persecuzione di
dissidenti politici, accanimento nelle indagini, eccessivi sospetti per presunte
accuse di terrorismo, fino a culminare in torture disumane, violenze sessuali e
condanne ingiustificate di innocenti.
Il finale disatteso ed estremamente tragico, simboleggia l'inevitabile vittoria del
regime, lasciando intendere l'impossibilità di contrastare un sistema tanto radicato.
Il presente lavoro si sviluppa in quattro capitoli volti a fornire una lettura
approfondita della musalsal da un punto di vista sociale e storico-politico, oltre a
un'analisi dettagliata della musalsal stessa.
Ogni capitolo ha intrapreso un percorso basato su specifici metodi di ricerca,
usando soprattutto fonti internet, ma anche articoli, saggi, letteratura grigia e
monografie.
Il primo capitolo fornisce una breve spiegazione sul genere della musalsal e le sue
principali tappe nella storia cinematografica, con l'obiettivo di delinearne il ruolo
culturale all'interno della società egiziana.
Per quanto riguarda le fonti, su consiglio personale di Donatella Della Ratta,
esperta di media e musalsal arabe, ho consultato, a fini propedeutici, “Dramas of
Nationhood”(2001) di Lila Abu-Lughod, antropologa secondo cui le musalsal
egiziane sono parte integrante degli sforzi per modellare l'identità nazionale. La
stesura del capitolo si è basata principalmente su articoli di scrittori e giornalisti
esperti, in quotidiani online come tbsjournal, Al Ahram Weekly Online, Egypt
Indipendent, ma anche Arab Media Report, piattaforma di dialogo sui media in
lingua araba.
Il secondo capitolo analizza il contesto storico in cui la musalsal è stata prodotta e
la sua regia mirando a comprendere il significato politico presente nei vari episodi
sullo sfondo degli eventi di quegli anni e dell'impatto sulla società.
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Il produttore Maḥmūd Abu Zayd ha scritto la storia nell'anno 2003 progettandola
come film. La trama è influenzata direttamente dagli eventi politici che toccarono
molto l'opinione pubblica: la seconda Intifada palestinese aveva indignato molto gli
egiziani e portato a una grande mobilitazione popolare. Inoltre, in seguito gli
attentati dell'11 settembre 2001 si era diffuso un clima di avversione verso gli
arabi e i musulmani che andò di pari passo a un improvviso inasprimento della
repressione dei regimi arabi sui cittadini sospettati di terrorismo.
I dialoghi e la regia vennero però redatti a partire dal 2010 e continuamente
aggiornati e 'ritoccati' fino all'agosto 2011, quando la trasmissione delle puntate
era già iniziata.
Sull'onda della Rivoluzione e la caduta di Mubarak, la musalsal aveva potuto
beneficiare di una maggior libertà nei dialoghi e nelle scene. E' stato anche
approfondito lo scenario creatosi in seguito alla Rivoluzione, con riflessioni circa
l'andamento politico e le aspettative.
Il capitolo si è basato su fonti monografiche che spaziano da opere di curatele,
traduzioni, ma anche letteratura grigia, come atti congressuali e tesi, articoli di
quotidiani online come Égypte/Monde arabe, The Huffington Post,
Dailynewsegypt, Al Jazeera, The Guardian, Ahram onlinearticoli, su riviste di
geopolitica come Limes, Eurasia, Affari Internazionali. Alcune citazioni sono state a
loro volta citate da documenti come tesi di laurea o dottorato.
Importante anche l'apporto delle indagini condotte sulla situazione egiziana da
diversi enti internazionali come International Crisis Group, Carnegie Endowment
for International peace, Cairo Institute for Human Rights Studies.
Il terzo capitolo fornisce un quadro completo di tutto ciò che riguarda la musalsal:
le informazioni sulla produzione, la regia, il cast, i canali e gli orari in cui è stata
trasmessa, ma anche la critica sulla musalsal e sul protagonista, ovvero il noto
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cantante egiziano Tāmer Ḥosnī. Una parte consistente del lavoro è stata dedicata
alla recensione, interpretazione e riassunto delle singole trenta puntate della
musalsal, a partire dalla visione degli episodi disponibili sul canale ufficiale “Adam
series” su YouTube in lingua originaria, ovvero l'arabo-egiziano.
Per questo tipo di ricerca le fonti utilizzate sono state esclusivamente fonti
internet, cioè siti per le informazioni sulla musalsal, come elcinema.com, forniti
grazie anche ai consigli del produttore stesso Maḥmūd Abū Zayd, contattato
tramite l'indirizzo Facebook, articoli di sue interviste rilasciate a Massress, ad Al
Ahrām, interviste di Tāmer Ḥosnī ad Ahrām al masā'i e Al Yawm al-sābi ̒ .
Anche le fonti social, ovvero le pagine ufficiali Facebook della musalsal, del
produttore e del regista Muḥammad Sāmi, sono state preziose nell'acquisizione di
informazioni.
Il materiale trovato, per la maggior parte in lingua araba, è stato tradotto e
adattato in lingua italiana.
Il quarto e ultimo capitolo approfondisce alcuni temi presenti nella musalsal e che
trovano ampio riscontro nella realtà dell'Egitto.
Partendo dalle violazioni e ingiustizie del SSI interpretati nella 'finzione' di una
musalsal, la prima parte del lavoro offre un'analisi del temibile apparato di
sicurezza. Rappresentava il principale strumento del governo usato per monitorare
e controllare non solo i terroristi, reali o presunti, ma anche i partiti politici
dell'opposizione, le organizzazioni della società civile e quelle per i diritti umani.
Viene approfondito l'antiterrorismo sullo sfondo di uno stato di emergenza senza
fine e il ruolo del SSI: l'uso sistematico della tortura legato spesso alle detenzioni
in incommunicado ha violato per lunghi anni la legislazione internazionale riguardo
tale materia. Inoltre la legge egiziana che risultava incompleta e inadeguata, non è
servita né a frenare la pratica delle violazioni fisiche sulla persona, né tantomeno
a tutelarne i diritti.
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L'analisi si focalizza sul periodo di Mubarak e quello post-Rivoluzione fino ad oggi.
Sono stati utilizzati rapporti e indagini condotte sulla situazione egiziana da diverse
associazioni per i diritti umani come Amnesty International Human Rights Watch,
Cairo Institute for Human Rights Studies, anche quelle degli organi dell'Onu come
la UN Commission on Human Rights e la Committee against Torture.
Molte citazioni sulla legislazione internazionale ed egiziana sono tratte dagli stessi
rapporti delle organizzazioni suindicate. Oltre ad articoli di testate online
precedentemente indicate, sono state usate come fonti anche le traduzioni in
inglese delle Costituzioni egiziane del 2012, redatta sotto la Presidenza Mursī, e
quella dei militari approvata nel gennaio 2014.
L'altro tema approfondito nel capitolo è la corruzione: nella musalsal il problema
viene affrontato in modo davvero vicino alla realtà. In Egitto la corruzione è stata
(e permane) un fenomeno dilagante e invasivo in tutti i livelli della società e
assume forme diverse: per i più poveri significa richiedere una 'mancia' (baqšīš)
per un favore o un servizio offerto, ma riguarda in modo particolarmente grave il
settore pubblico, dove per portare a termine procedure burocratiche statali, si è
soliti chiedere un 'contributo' extra a causa della ristrettezza dei salari. La
corruzione più grave resta quella in seno al clan governativo, che ha prosciugato
per anni le casse pubbliche contribuendo ad esacerbare la povertà già presente.
La seconda parte del capitolo si pone come obiettivo quello di approfondire la
questione analizzandone le cause, la legislazione nazionale ed internazionale e la
situazione nel post Mubarak fino ad oggi.
Per i dati e le statistiche sulla corruzione in Egitto mi sono avvalsa dei rapporti del
Transparency International. Altre fonti importanti sono stati i profili dettagliati
redatti dal Business Anti-Corruption Portal, dal Bureau of Democracy, Human
Rights and Labor , dal CIPE and Al-Ahram Centre for Political and Strategic
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Studies, oltre ad articoli di quotidiani online, opere monografiche, saggi in francese
e le traduzioni delle Costituzioni egiziane succitate.
L' originalità di questo studio sta nell'aver coniugato in modo singolare ambiti di
ricerca diversi, ovvero storico, politico, cinematografico e linguistico.
Partendo dall'elaborazione di un vasto materiale televisivo in lingua araba e
lavorando su altre fonti in lingua straniera (arabo, inglese, francese), il lavoro ha
presentato in forma organica informazioni di natura e provenienza molto diversa.
Ha utilizzato un metodo di indagine empirico spaziando dai metodi di ricerca
classici a quelli più contemporanei, utilizzando fonti come i social network
(Facebook) e YouTube. L'originalità sta, oltre che nel metodo di ricerca, anche
nell'oggetto stesso della tesi: la lettura socio-politica e l'analisi dettagliata di una
musalsal egiziana del post-Rivoluzione.
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CAPITOLO 1. IL GENERE DELLA MUSALSAL E BREVE
INTRODUZIONE DELLA SERIE ĀDAM
1.1 Spiegazione e usanza nel mese di Ramadan
Musalsal
1
(in arabo "لسلسم ", musalsal, pl. Musalsalāt; in dialetto egiziano viene
pronunciata mosalsal) è un genere televisivo di fiction melodrammatica
serializzata, noto anche in lingua inglese come 'Arab television drama' o 'Arab soap
opera'. La parola musalsal letteralmente significa “concatenato, continuo”.
Le musalsalāt sono simili nello stile alle telenovele latino-americane.
Si tratta spesso di epopee storiche riguardanti personaggi islamici o storie d'amore
che coinvolgono il conflitto di classe e intrighi.
Queste serie televisive sono parte integrale della tradizione di Ramadan allo stesso
modo in cui il Ḥakawati, il cantastorie che raccontava favole e miti di eroi popolari
nei caffè, faceva nell'epoca passata.
Per decenni, le musalsal egiziane hanno dominato la scena televisiva araba, anche
se le industrie di altri paesi arabi hanno prodotto a loro volta serie e commedie. Gli
spettacoli egiziani sono stati venduti in gran parte del mondo arabo, rispecchiando
la posizione dominante del paese nel cinema e nella letteratura.
L'Egitto conduceva saldamente il mercato finché diversi fattori condussero ad una
forte concorrenza della produzione siriana.
Durante l' “esplosione (televisiva) del dramma”, o al-fawra al-dramiyya come i
mezzi di comunicazione lo definiscono, la musalsal siriana è diventata rapidamente
1 “Arab television drama”, http://en.wikipedia.org/wiki/Arab_television_drama (consultato il 02/09/2013)
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un punto fermo nel mondo arabo. Commedie e drammi siriani, sia storici che
contemporanei, hanno riscosso grande successo nella regione.
2
Dal principio dello scorso decennio, anno del boom della televisione satellitare in
lingua araba – oggi si contano oltre seicento canali free-to-air trasmessi in tutto il
mondo arabo e verso la diaspora – la commercializzazione di Ramadan è un
fenomeno in continua ascesa.
È durante il mese sacro per l'Islam che si concentra oltre il 50 percento della spesa
pubblicitaria sui media arabi: cibo, prodotti per la casa, analcolici e, negli ultimi
anni, operatori telefonici e compagnie hi-tech fanno a gara per sponsorizzare i
programmi televisivi che le emittenti satellitari trasmettono dopo l’ifṭār, il pasto di
rottura del digiuno e momento in cui gran parte delle famiglie del mondo arabo
guardano queste produzioni.
3
Secondo le ricerche di mercato Ipsos, durante le prime due settimane di Ramadan
2011, i guadagni televisivi sono aumentati in tutto il Medio Oriente del 30
percento, e sarebbero ben 100 le soap opera arabe e spettacoli andati in onda sui
canali statali e privati.
Durante questo periodo, i rating televisivi rimangono elevati fino a notte, e il costo
di 30 secondi pubblicitari durante le ore di maggior concentrazione di telespettatori
può essere più del doppio del tasso normale.
Secondo il Pan Arab Research Center, l'importo speso nel 2012 per la pubblicità
televisiva del Ramadan aveva superato una previsione di 420 milioni di dollari, su
2 Marlin, DICK, “The State of the Musalsal: Arab Television Drama and Comedy and the Politics of the
Satellite Era”, in tbsjournal, (2005) http://www.tbsjournal.com/Archives/Fall05/Dick.html (consultato il
12/09/2013)
3 Donatella, DELLA RATTA, “Dall’Egitto alla Siria: l’ultima stagione delle soap arabe”, in Arab media Report,
(26/07/2013) http://arabmediareport.it/dallegitto-alla-siria-lultima-stagione-delle-soap-arabe/
(consultato il 12/09/2013)
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