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INTRODUZIONE
Oggigiorno l’atto di tradurre non è più categorizzabile come un qualcosa di
straordinario o tantomeno raro da compiere. Qualunque sia la tipologia di testo da trattare,
in un mondo fortemente globalizzato, dove scambi fra nazioni vicine e lontane sono ormai
diventati parte del quotidiano, questi sono atti all’ordine del giorno per milioni di persone
in tutto il globo, sia a livello professionale che no. Ma ci si è mai soffermati a riflettere su
cosa sia effettivamente una traduzione, o più precisamente, su cosa ci sia dietro a un tale
lavoro? Andare a mettere in evidenza quello gli studi della traduzione ci hanno detto nel
corso dei decenni è sicuramente un percorso affascinante e meritevole di attenzione,
risulterebbe tuttavia in un’analisi molto lunga. Pertanto, in questo elaborato si è deciso di
approfondire solo una branca facente parte dei vasti studi riguardanti la traduzione.
L’analisi qui proposta andrà ad indagare quanto riguarda una tipologia di traduzione che
per le sue caratteristiche si differenzia notevolmente da quella che potrebbe essere una
traduzione testuale, come quella ad esempio di un romanzo o di un articolo: la traduzione
audiovisiva. La traduzione audiovisiva, che avremo modo di approfondire nel primo
capitolo di questo elaborato più nello specifico, non tratta il solo testo scritto, ma riguarda
quei testi che mettono in combinazione e attivano i sensi dell’udito e della vista di coloro
ai quali sono diretti. Tuttavia, anche se si parla di un ramo del più vasto campo di studi
riguardanti la traduzione, anche lo stesso trattare la traduzione audiovisiva comporterebbe
un’analisi notevolmente ampia. Parlando di traduzione audiovisiva si compre un vasto
campo di materiali di studio, i quali possono partire dai classici film, fino ad arrivare,
secondo determinati studi, ad includere persino le vignette di un fumetto.
Come precedentemente evidenziato, spesso non ci si sofferma a riflettere su
quanto sia complesso e lungo il lavoro che si nasconde dietro ad una traduzione; queste
vengono spesso definite semplicemente come la trasposizione di un testo da una lingua
A (che qui chiameremo source language) ad una lingua B (o lingua target). Precisiamo
subito col dire che questo non è da definirsi come un qualcosa di errato, una simile
definizione racchiude comunque quello che rappresenta l’obiettivo fulcro dell’atto di
tradurre, ma allo stesso tempo non rende giustizia ad esso. Da qui l’idea dello studio qui
presentato, mettere in luce il lavoro complesso richiesto per fornire una traduzione, il
quale deve far fronte ad innumerevoli variabili, a partire dal ruolo dello stesso traduttore,
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le norme che una determinata epoca impone, il livello di traducibilità di determinati
termini e concetti, come trattare riferimenti culturali e tabù nelle culture di partenza e
arrivo ecc. Quanto appena detto è necessario e di conseguenza la chiave per comprendere
come questa analisi andrà ben oltre il semplice lavoro che sta dietro la stesura di un testo
tradotto. Nel nostro caso si tratta di un testo audiovisivo, più precisamente due,
rappresentati da due pellicole, che vedremo richiedere un lavoro molto più attento che
porta il traduttore a prendere in considerazione molte più variabili, la coerenza con il
labiale per citarne una in anteprima. Tutte le dinamiche che emergono nel momento in
cui il traduttore ha in mano il testo originale che andrà tradotto nella lingua target, sono
una delle chiavi che possono dare più informazioni non solo sulle teorie di traduzione che
sono maggiormente popolari in quel determinato periodo storico, ma sono uno dei mezzi
più ricchi ed esaustivi per fare un quadro generale di quella che è la situazione sociale e
culturale non solo del paese della source language, ma anche se non maggiormente,
quella del paese della lingua target, col quale il traduttore dovrà mettersi alla prova. Un
film è un ottimo mezzo per comprendere quella che è la natura di una società in un certo
momento storico. Innanzi tutto, il livello di fedeltà alla lingua originale e di adattamento
a quella della cultura di arrivo sarà molto utile ad esplicitare quelle che erano le norme di
traduzione all’epoca; tuttavia, è bene precisare come un film necessiti prima di tutto
l’apprezzamento da parte del pubblico; quindi, è interessante vedere come queste norme
possano essere state messe in combinazione con contenuti coerenti a quelle che erano
invece le norme scritte e non in una determinata società.
Queste ultime riflessioni non fanno altro che mettere ulteriormente alla luce come
anche il campo della traduzione filmica possa in realtà racchiudere innumerevoli
sfaccettature e strade da intraprendere ed analizzare. Si è deciso quindi, come anticipato,
di andare a lavorare su due pellicole in particolare: Shining (1980) e Misery non Deve
Morire (1990), entrambi basati sugli omonimi romanzi di Stephen King. Entrambe le
storie raccontante sono ambientate negli Stati Uniti, pertanto le culture che saranno messe
qua a confronto sono quella italiana e quella statunitense. L’analisi che andremo ad
intraprendere, seppur si tratti di un’analisi preliminare, andrà ad indagare su molteplici
aspetti. Prima su tutti sarà la differenza in termini linguistici, per poi passare ai riferimenti
culturali. Inoltre, il fatto che le due pellicole siano state prodotte a distanza di una decade
l’una dall’altra, sarà di fondamentale importanza per riscontrare i cambiamenti e gli
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sviluppi in termini di traduzione, norme a livello sociale e molto altro nel corso dei dieci
anni passati fra il 1980 e il 1990.
Il lavoro qui presentato non vuole andare alla ricerca di presunte traduzioni
sbagliate o giuste, tantomeno di possibili errori di doppiaggio. Il tutto vuole essere di
contributo al mettere alla luce e rendere giustizia al lavoro che si nasconde dietro ad una
traduzione, non solo a causa del fatto di come questo sia complesso e talvolta dimenticato.
Si vuole comprendere come determinate scelte, che spesso possono causare perplessità e
domande nel pubblico che si presta a vedere le pellicole in entrambe le versioni, abbiano
in realtà motivazioni ben precise nascoste dietro ad esse, le quali sono lo specchio di
quello che era, se pensiamo al nostro caso, la società italiana e statunitense dell’epoca, e
conseguentemente riscontrare possibili cambiamenti in termini di norme traduttive e
sociali nella decade che separa le due pellicole. Tutto ciò a dimostrazione di come la
traduzione possa essere uno spesso sottovalutato strumento che possa mettere in evidenza
norme, cultura, ideologie ed innumerevoli ulteriori caratteristiche riguardo determinati
contesti, paesi e relative lingue.
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CAPITOLO 1: La Traduzione Audiovisiva, il Doppiaggio il Genere
Horror
1.1 La Traduzione Audiovisiva
La traduzione, al giorno d’oggi, è da ritenersi un’azione facente parte del
quotidiano di milioni in tutto il mondo. A causa degli innumerevoli, e sempre più
facilmente fruibili strumenti a disposizione di chiunque si voglia cimentare nel tradurre,
sia a livello professionale che amatoriale, spesso tale azione viene considerata come un
qualcosa di immediato ed automatico: il semplice passaggio di un qualsiasi testo
dall’essere in una lingua ad un’altra. Quasi mai ci si sofferma a pensare a cosa nasconda
dietro di sé un testo tradotto, a tutto il lavoro e le scelte che stanno dietro la sua stesura.
Da tenere a mente è come i testi che possono essere tradotti siano di innumerevoli
tipologie molto differenti fra loro. In questa prima sezione andremo ad analizzare e a
scoprire le caratteristiche di una particolare tipologia di traduzione, la quale non tratta un
qualunque testo scritto per essere letto al quale più comunemente si associa tale azione:
la traduzione audiovisiva.
Come la traduzione di per sé racchiude diverse sottocategorie, anche la stessa
traduzione audiovisiva è un termine che può includere a sua volta più tipologie di
traduzione: la traduzione multimediale, la traduzione multimodale, la traduzione dei
media, e la traduzione per lo schermo. Nel trattare la traduzione audiovisiva, oltre che
nello scontrarsi con le classiche problematiche che normalmente emergono nella
traduzione letteraria, molteplici sono i fattori che vanno considerati. Ma cosa si intende
per traduzione audiovisiva? In sintesi, possiamo definirla come una modalità di
trasferimento linguistico che ha come obiettivo la traduzione di prodotti, per l’appunto,
audiovisivi, ovvero delle produzioni, le quali non comunicano i propri contenuti tramite
un testo scritto, ma che riceviamo allo stesso tempo tramite canale acustico (dialoghi) e
visivo (immagini, scene, vignette ecc.). Questa è la caratteristica che rende il testo
audiovisivo un testo a sé, in esso sono infatti contenute molteplici componenti semiotiche
(Perego 2005: 7-9). Gli studi riguardanti la traduzione audiovisiva si sono principalmente
concentrati in produzioni destinati allo schermo, quali ad esempio film (i quali saranno il
focus di questo elaborato), serie televisive, cortometraggi, o una qualsiasi produzione
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destinata alla trasmissione e messa in onda in televisione, alla distribuzione tramite DVD
o alla proiezione in un cinema. Tuttavia, è bene ricordare come la traduzione audiovisiva
non sia esclusiva di prodotti visibili attraverso uno schermo, essa infatti include una
qualsiasi produzione che possa essere recepita, come specificato precedentemente,
tramite canale acustico e visivo. Un’opera teatrale, ad esempio, può essere benissimo
inclusa in tale categoria, essendo anche questa presentata al pubblico tramite scene
(recepite dal canale visivo) e i vari dialoghi o canzoni che la raccontano verbalmente
(recepiti tramite canale acustico. I libri sembrerebbero essere esclusi dal mondo della
traduzione audiovisiva, tuttavia, una particolare tipologia di libro quale è il fumetto
potrebbe in un certo senso essere inclusa in questa categoria: le immagini del fumetto (le
quali sono dinamiche rispetto alle immagini che possiamo trovare in un libro di testo o
ad esempio in un romanzo), contribuiscono infatti alla comprensione della storia insieme
alle didascalie, le quale spesso riportano espressioni onomatopeiche che porteranno
all’attivazione del canale uditivo del lettore che si ritroverà a simulare questi suoni.
(Chiaro 2008: 141,142)
La molteplicità di codici contenuti nel prodotto audiovisivo è la base delle
problematiche da affrontare nella sua traduzione. Alcune componenti non sono infatti
trattabili in termini di traduzione e resteranno immutate nel prodotto finale. Se pensiamo
ad un film o ad una serie televisiva, i suoni, ad esempio, quali possono essere il rumore
della pioggia o un qualsiasi rumore di fondo che possa accompagnare la scena, non
possono essere in alcun modo tradotti come un normale dialogo, tali sono e tali resteranno
in ogni lingua nel quale il prodotto audiovisivo sarà tradotto. Lo stesso ragionamento è
valido per quanto riguarda le scene, queste non possono essere modificate. Il traduttore
andrà infatti ad affrontare solo una parte del prodotto che il pubblico avrà a sua
disposizione, ovvero i dialoghi, i quali però saranno fortemente influenzati proprio da
questi elementi non traducibili ed immutabili. Il prodotto audiovisivo non è infatti
destinato alla sola lettura, ma è un prodotto creato per essere principalmente guardato.
Avremo modo di approfondire le difficoltà riscontrabili a livello tecnico per far
combaciare dialoghi e immagini in seguito. Prima si ritiene opportuno dare uno sguardo
alle principali problematiche di carattere linguistico e culturale che si affronteranno
inevitabilmente nel tradurre un film originalmente destinato, non sono ad un pubblico
parlante una lingua diversa (che chiameremo lingua target), ma anche proveniente da uno
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sfondo culturale talvolta completamente differente da quello originale. Si precisa come
quanto andremo ad affrontare d’ora in poi, sia sotto questo aspetto che su quello tecnico,
in seguito, riguarderà i prodotti audiovisivi destinati allo schermo; in quanto questo
elaborato andrà in seguito ad approfondire le questioni riscontate nel doppiaggio in
italiano di due pellicole cinematografiche originariamente prodotte in lingua inglese:
Shining (1980) e Misery non Deve Morire (1990).
1.1.1 Problematiche di carattere linguistico e culturale nella traduzione
audiovisiva
Come abbiamo avuto modo di vedere, il traduttore andrà a lavorare sull’unico
elemento modificabile del prodotto audiovisivo, che riguarda essenzialmente la sfera
verbale. Il campo visivo rimarrà intatto e andrà inevitabilmente a condizionare, sia i
dialoghi originali (anche se solitamente sono redatti coerentemente con quanto sarà
presentato nella scena) che quelli tradotti. Possiamo dividere le caratteristiche linguistiche
e culturali di maggiore impatto nella traduzione audiovisiva in tre principali categorie: gli
elementi con riferimenti culturali specifici, specifiche caratteristiche linguistiche e aree
di sovrapposizione fra lingua e cultura. (Chiaro 2008: 155)
Gli elementi culturali specifici possono includere ad esempio: nomi di istituzioni
specifiche, personaggi famosi e personaggi facenti parte della cultura popolare, sistema
monetario, sistema educativo, unità di misura utilizzate, cibi e pietanze tipiche,
ricorrenze, eventi, festività religiose e non, luoghi, film, libri ecc.; tutti facenti parte
specificatamente del paese nel quale si parla la lingua originale del prodotto audiovisivo.
Per fronteggiare questa problematica sono state individuate tre tecniche principali che
possono essere attuate. La prima consiste nell’andare a sostituire un certo nome specifico
con uno più generico ma sempre facente parte della cultura del paese originale (in inglese
noto come chunking up). La seconda, come si può intuire, consiste invece nell’andare a
sostituire il nome con uno facente parte della cultura del paese della lingua target, e perciò,
totalmente differente dall’originale (chunking down). La terza strategia si trova nel mezzo
delle due appena descritte: questa consiste nel sostituire il nome specifico con il termine
che più si avvicina alla sua traduzione letterale nella lingua target, mantenendo così il suo
significato originale ma detto a parole di più facile comprensione ai parlanti della lingua
al quale è destinata la traduzione (chunking sideways). (Chiaro 2008: 155-158)
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Le caratteristiche linguistiche specifiche possono dividersi a loro vota in due
categorie: le variazioni linguistiche e la sfera pragmatica. Un esempio di varietà
linguistica può essere ad esempio l’accento, talvolta molto pronunciato e caratterizzante
della personalità di un determinato personaggio. La strategia maggiormente utilizzata in
questi casi è quella di adattare la lingua di tutti i personaggi alla lingua standard del paese
al quale il film è diretto. Tuttavia, possiamo anche trovare delle situazioni nelle quali gli
accenti dei personaggi sono “trasferiti” nel prodotto tradotto dando loro voce con accenti,
tendenzialmente stereotipici, che in un qualche modo sono simili foneticamente a quello
parlato dagli stessi in lingua originale; questo è più spesso riscontrato in film comici o in
film d’animazione. L’aspetto pragmatico è certamente uno dei più delicati per quanto
riguarda la questione della differenza linguistica e culturale fra due paesi. Basti pensare
alle forme di cortesia che differiscono enormemente da lingua a lingua (ad esempio il
dare del lei in italiano non riscontrabile in lingua inglese nella quale si usa comunemente
il pronome you). Il tutto potrà causare la perdita di una certa sfumatura di significato
presente in lingua originale. (Chiaro 2008: 158)
Per quanto riguarda gli elementi linguistici che vanno a sovrapporsi con la sfera
culturale del paese, ovvero in presenza di determinate parole o espressioni che hanno, da
prendere in considerazione con particolare attenzione sono ad esempio i tabù, ovvero
determinati argomenti o frasi che siano che possano in un quale modo risultare offensivi
per i parlanti della lingua target. I tabù verbali possono essere definiti come una la
tendenza a evitare certe parole o locuzioni per motivi relativi alla sfera religiosa, morale
o sociale in termini generali. In questo caso, sarà compito del traduttore, il quale
necessiterà di essere formato non solo a livello di competenze linguistiche ma anche
socioculturali, di individuare questi elementi ed evitare di proporli al nuovo pubblico.
(Chiaro 2008: 160)
Andiamo ora ad affrontare la questione su un livello di natura tecnica, la prossima
sezione illustrerà quali sono nello specifico le tecniche solitamente attuate nel presentare
il testo audiovisivo tradotto al nuovo pubblico.
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1.1.2 Le diverse modalità di presentazione del prodotto audiovisivo
Le modalità con le quali si può presentare la traduzione del prodotto audiovisivo
al pubblico alle quali ci si può attenere sono a loro volta molteplici, fra di esse ricordiamo
il più noto doppiaggio (il quale tratteremo dettagliatamente in seguito), la sottotitolazione,
la sopra titolazione, il voice-over, la narrazione, il commento e la descrizione audiovisiva.
(Perego 2005: 23) Fra queste tecniche, considerando la traduzione per prodotti destinati
allo schermo, le due tecniche favorite sono sicuramente doppiaggio e sottotitolazione. Per
quanto riguarda il continente europeo, i paesi che hanno sempre prediletto il doppiaggio
sono solitamente quelli che storicamente si sono visti protagonisti di movimenti
nazionalisti e volti verso l’esaltazione e la protezione della propria identità e, di
conseguenza, lingua nazionale; così come più propensi a censurare i contenuti, fra questi
troviamo l’Italia, che ha visto la nascita del doppiaggio nel suo territorio negli anni 30’
del 1900. Per quanto riguarda le nazioni che hanno invece prevalentemente preferito la
tecnica della sottotitolazione, oltre che ad avare storicamente una tendenza ad una
maggiore apertura verso le lingue straniere, sono solitamente nazioni, le quali potevano
contare su un pubblico meno numeroso; pertanto, si è preferito optare per la
sottotitolazione per una questione di copertura dei costi, essendo quest’ultima
notevolmente più economica rispetto al doppiaggio. (Chiaro 2008: 143) Andiamo ora ad
analizzare le tecniche sopra citate brevemente.
Sottotitolazione
Utilizzando la tecnica della sottotitolazione
1
, il traduttore metterà a disposizione
del pubblico la traduzione del dialogo che sarà inserita nella pellicola, solitamente, nella
parte bassa dello schermo, il quale andrà in sincronia con il dialogo orale. Quanto appena
esposto mette subito alla luce l’evidente difficoltà a livello tecnico che si andrà ad
affrontare nel sottotitolare un film (dovendo anche fronteggiare tutte le questioni relative
1
Importante tenere a mente che la sottotitolazione descritta in questo paragrafo fa riferimento alla sola
sottotitolazione di film che fruisce al pubblico la traduzione di questi. Tuttavia, la sottotitolazione può
anche riferirsi talvolta alla messa a disposizione di sottotitoli nella source language (ovvero la lingua
originale nel quale il prodotto audiovisivo è stato creato), corrispondente parola per parola al dialogo
originale per facilitarne la comprensione.
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perdita maggiore sarà infatti per quanto riguarda l’aspetto pragmatico
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del discorso, con
molti elementi emessi. Questi elementi possono essere talvolta non strettamente necessari
per la comprensione globale della trama, ma spesso racchiudono quelle caratteristiche e
sfumature che ne permettono una comprensione più profonda e dettagliata, meno
superflua. (Bosinelli, Heiss 1995: 317-328)
Sopra titolazione
La tecnica della sopra titolazione non è fra le più diffuse in campo
cinematografico. Utilizzata principalmente in opere teatrali, schermi posizionati sopra il
palco (o talvolta persino a fianco o sotto), mostrano il testo dell’opera tradotto o adattato.
Questa tecnica ha come obiettivo il semplificare l’accesso alla traduzione del testo cantato
o recitato durante lo spettacolo da parte del pubblico. Nonostante tale tecnica possa
ricordare vagamente la sottotitolazione, viene considerata come categoria a sé per la
tecnica e la tendenza con la quale i testi sono presentati al pubblico prevalentemente sopra
al palco durante l’esibizione. (Perego 2005: 24,25)
Voice-over
Il voice-over, noto anche come half-dubbing (o in Italia come semi-doppiata), è
una tecnica utilizzata per tradurre prodotti audiovisivi, che comporta costi notevolmente
minori rispetto al doppiaggio; inoltre, a differenza di questo non sarà necessaria alcuna
sincronizzazione labiale o la creazione di una illusione cinematografica. Tale tecnica è
principalmente utilizzata in documentari e interviste, nelle quali insieme all’audio
originale in sottofondo, il pubblico viene fornito della traduzione simultanea di
quest’ultimo che andrà a sovrastarlo. Il voice-over può talvolta ricordare, per come viene
presentata, l’interpretazione simultanea, la differenza principale sta nel fatto che il
traduttore non emette la traduzione in sincronia con il dialogo in tempo reale con la messa
in onda, ma si tratta di una pellicola già editata in precedenza. (Perego 2005: 29)
2
(…) branca della semiotica (scienza dei segni) che comprende l’insieme delle ricerche aventi per oggetto
la relazione dei segni (linguistici o altri) con chi li usa (e quindi le motivazioni, le intenzioni, le credenze, le
convenzioni culturali, ecc.) (…) (Treccani, consultabile su:
https://www.treccani.it/vocabolario/pragmatica2/ )