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Introduzione
Luigi Rizzo, uomo di mare, di famiglia, di onore e di Patria.
La scelta di proporre un resoconto sulla figura di Luigi Rizzo, così come emerge
dalla bibliografia ragionata, ancora troppo carente e dalle biografie, dagli scritti di storia
militare, dagli articoli di stampa e anche dai componimenti poetici, nasce dalla necessità di
recuperare la memoria di un uomo, un eroe, che non ha goduto, come altre personalità del
passato, di una documentata e approfondita visione d’insieme. Visione che del resto
delinea una figura complessa, ma con caratteristiche antitetiche che riflettono due diverse
stagioni della sua vita: da un lato notiamo tutti gli aspetti relativi alle imprese di guerra che
mostrano un uomo audace, impavido e temerario, il dannunziano “siculo corsaro”,
distruttore di navi, che osa “l’inosato”; dall’altro, approfondiamo la figura dell’uomo
semplice, legato alla morale e alla famiglia. Entrambi gli aspetti rendono la figura di Rizzo
autentica e permettono di ricostruire la vita dell’uomo che divenne un mito a seguito
dell’eclatante affondamento della corazzata Wien nel rifugio di Trieste nella notte del 10
dicembre 1917.
Rizzo è un personaggio storico legato al mare e al contempo è lo stesso mare che
plasma la sua vita: per nascita e per vocazione, da civile e da militare, da privato, da
imprenditore. È altresì un uomo d’azione e sarà proprio nel contesto bellico che potrà
mettere in luce quelle conoscenze e esperienze che il mare gli ha fornito. La sua vita fu
all’insegna dell’attivismo, politico e militare, e nella sua carriera si distinse per valore,
pazienza, controllo e disciplina che mise a disposizione in tutte le operazioni belliche,
molte delle quali ridiedero speranza all’intero esercito e all’Italia. Gli anni 1917-1918 e
seguenti confermano l’importanza di Rizzo che partecipa allo sgombero di Grado,
all’audace vittoria nello specchio d’acqua del vallone di Muggia, per mezzo di piccole
imbarcazioni dette M.A.S. (Motoscafi armati siluranti) cui D’Annunzio diede il motto di
Memento Audere Semper (ricorda di osare sempre) e dove venne affondata la corazzata
Wien; fino alla nota impresa del forzamento della baia di Buccari agli ordini del Capitano
di Fregata Costanzo Ciano, coraggioso comandante della flottiglia M.A.S. dell’Alto
Adriatico, con il Maggiore di cavalleria Gabriele D’Annunzio imbarcato per l’occasione in
qualità di “marinaio volontario motonauta”. Fu proprio quest’ultimo a chiamare la
spedizione “Beffa di Buccari”, e a comporre una poesia in stile volutamente semplice e
militaresco, il cui ritornello conteneva l’interiezione latina “Eia” e il grido di guerra
spartano “Alalà”, poi passati al fascismo. L’impresa, a parte i risultati concreti non
eccezionali, ebbe grandissima risonanza e consegnò alla storia la figura di Luigi Rizzo e
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l’amicizia nata tra lui e D’Annunzio, il primo, tra l’altro a chiamarlo l’Affondatore. Ciò
che contribuì a far passare Rizzo dalla storia alla leggenda fu la missione successiva, nelle
acque dell’isola di Premuda, con l’affondamento della corazzata Szent Istvan. Il senso di
questa tesi perciò è quello di mostrare la figura dell’uomo che c’è dietro quell’Affondatore,
un personaggio con un alone leggendario, una forte umanità ma anche dotato di
pragmatismo, senso del dovere e di Patria.
L’intento di questa tesi è perciò analizzare la figura di Luigi Rizzo e porre
l’attenzione su un protagonista poco conosciuto, forse anche dimenticato e a cui è stata
data poca attenzione rispetto ai suoi contemporanei; per far questo si è proceduto per gradi,
ricercando attentamente tutta la bibliografia esistente, piuttosto scarna a dire il vero e
datata soprattutto, e vagliandone i contenuti nella speranza di estrapolare notizie ed
informazioni utili a ricostruire gli aspetti biografici e professionali di Rizzo. Il quadro che
ne deriva, attraverso l’esposizione dei fatti storici e degli aspetti più personali
dell’Affondatore, è essenzialmente l’immagine di un uomo che non smise mai di credere ai
valori su cui si fondava sia la sua vita che la sua carriera e che manterrà intatti ed integri
fino alla sua morte. Dopo una attenta analisi delle fonti scritte e indirette quindi, la
compilazione della ricerca è venuta da sé ed è possibile distinguere due parti della tesi
corrispondenti del resto ai due aspetti della vita di Rizzo, quello privato e quello pubblico.
Si è tentato di ricostruire il ruolo, fondamentale, che egli ebbe nelle imprese della Grande
Guerra e negli anni immediatamente successivi, frutto di dedizione e sacrificio per la
Patria; ma anche gli aspetti più intimi, familiari, amicali. Per inquadrare questo
protagonista di un periodo quasi epico oramai, non si è potuto prescindere dal resoconto
degli eventi bellici, le missioni e le imprese con i suoi M.A.S., che caratterizzarono un
periodo di rinvigorimento e per l’esercito italiano e per la popolazione stessa; e che,
soprattutto, regalarono a Rizzo un alone di mito che ha spinto il sottoscritto ad interessarsi
alla sua figura storica e umana. Questa tesi parte dalla storia e dagli eventi bellici più
importanti della I guerra mondiale per ricordare un uomo e un eroe venuto dal mare, anche
se non si ritiene che con questa trattazione, seppur ragionata e critica, si possa arrivare ad
un esame completo ed esaustivo di questo illustre protagonista.
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I Capitolo: LUIGI RIZZO
Premessa
Milazzo è una cittadina siciliana in provincia di Messina, una lingua di terra, un
promontorio a picco sul mare sormontato da un faro che di notte lo illumina indicando la
giusta rotta alle tante navi di passaggio.
È un porto naturale che accoglie flotte commerciali, turistiche e pescherecce,
nonché una città ricca di storia, arte, mitologia: le sue acque sono state teatro di
un’importantissima vittoria romana contro Cartagine nel corso della I Guerra Punica, e si
ritiene che la zona sia stata teatro dell’incontro mitico tra Ulisse ed il ciclope Polifemo,
cosi come narrato nell’Odissea di Omero. Le sue testimonianze materiali ricordano le
numerose dominazioni susseguitesi nel corso dei secoli, tra tutte il castello che domina la
cittadina, e tra le sue strade e i suoi palazzi è possibile notare ancora i segni del passaggio
delle truppe garibaldine impegnate nella spedizione dei Mille nel 1860.Uno storico
passaggio che, decine di anni dopo segnerà, a causa di un evento luttuoso, la vita di un
bambino appena nato, Luigi, destinato a diventare un eroe, acclamato ed osannato dal
popolo italiano, come “Il vendicatore di Lissa”, passato alla storia come “L’Affondatore”.
Luigi Rizzo è nato a Milazzo, è un mio illustre concittadino, motivo di orgoglio e
vanto per tutti i cittadini mamertini. È impossibile essere nati a Milazzo e non conoscere la
storia dell’Affondatore; la sua statua bronzea, eretta dall’artista messinese Antonio
Bonfiglio nel 1965, campeggia sul lungomare della città ed è uno dei monumenti
maggiormente conosciuti e amati dai milazzesi. Io, come tanti altri bambini, ho fatto della
statua di Luigi Rizzo un oggetto di gioco, incosciente del suo valore simbolico, ancor
prima di apprendere e capire cosa abbia significato per l’Italia e gli italiani.
Successivamente il tempo dei giochi lasciò spazio ad incontri, raduni, discussioni e
tante risate, mentre l’Ammiraglio, nonostante si susseguissero le stagioni, passassero gli
anni, era sempre lì sul suo M.A.S., pronto all’assalto.
Ormai adolescente, mentre studiavo la sua storia, non era più una semplice statua,
bensì un eroe nazionale, un temerario, un impavido, semplicemente “Colui che osò
l’inosabile”, come lo definì Gabriele D’Annunzio.
Un coraggioso ufficiale della Marina Militare italiana che, al comando di pochi
uomini, su di un piccolo M.A.S., era stato in grado di silurare, beffare ed irridere le
corazzate austriache, affondandone due e danneggiandone gravemente un'altra, riuscendo a
violare la roccaforte della baia di Buccari.
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La vita, mi ha portato, seguendo gli stessi suoi ideali della Patria, ad abbandonare la
nostra città ma, ogni volta che vi ritorno, passo sempre a salutare il mio Ammiraglio, che,
sicuramente non potrà rispondermi, ma che immagino contento della mia visita.
Alla sua memoria, alle sue gesta e alla sua vita ho dedicato questa mia tesi, con la
speranza di riuscire ad infondere il mito di Luigi Rizzo a tutti coloro che non hanno avuto
la fortuna di conoscerlo attraverso le sue imprese.
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1.1 Biografia
“La Sicilia terra dei molti eroi ha dato i natali anche a Luigi
Rizzo, l’affondatore delle due medaglie d’oro. Rizzo superba
tempra di marinaio, è di quelli audacissimi che sfidarono la
flotta austriaca nei “nei suoi più muniti rifugi”, ponendosi
come esempio delle virili virtù della stirpe.”
1
Luigi Rizzo Conte di Grado e di Premuda,
2
nacque a Milazzo
una cittadina di mare in provincia di Messina , l’8 ottobre del
1887, da Giacomo e donna Giuseppa Greco, penultimo di sei
figli, con Giovanni, Maria, Domenico, Stefano ( morto a 19
anni nel 1900) e la futura Giovannina.
I Rizzo erano una famiglia di tradizioni marinaresche, il padre Giacomo infatti,
comandante di gran cabotaggio, navigava da sempre nella Marina mercantile lungo le rotte
commerciali del Mediterraneo, dedito al trasporto di merci.
Lo zio Giovanni quando i Mille, sbarcarono a Marsala nel 1860,
3
affascinato dalla
santità della causa, si arruolò tra le camicie rosse con l’entusiasmo di conquistare il Regno,
ma successivamente in servizio nella neonata Marina unitaria, “sparì fra i gorghi
invocando dagli italiani quella santa vendetta che doveva essere compiuta , cinquantadue
anni dopo, dall’audacia, dalla perizia, e dal patriottismo di suo nipote”
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nell’affondamento della pirofregata Re d’Italia il 20 Luglio1866 a Lissa.
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Giovanni infatti, ferito, riuscì a salvarsi dall’affondamento della nave,
aggrappandosi ai resti della stessa, ma colpito da una colata di pece infiammata, perì
barbaramente per mano austriaca. Un avvenimento tragico che creerà un legame invisibile
tra zio e nipote.
1
LA ROCCA, “Eroismi in Mare-Luigi Rizzo”, Edizioni La Rocca, Bari, 1919.
2
Nominato Conte di Grado con regio decreto del 25 ottobre 1932, e rr.ll.pp. del 20 giugno 1935. Il 20
ottobre 1941 con regio decreto “motu”, fu aggiunto il predicato di Premuda al titolo comitale di Grado.
3
Lo sbarco di Marsala (TP) in Sicilia fu il primo atto dell’impresa di Giuseppe Garibaldi che al comando
di Mille uomini parti da Quarto (Sv) in Liguria a bordo di due piroscafi a vapore il “Lombardo” ed il
“Piemonte”, con lo scopo di, partendo dalla Sicilia, liberare il mezzogiorno d’Italia dai Borboni.
4
MAINERI B., “Il vendicatore di Lissa”, R. Bemporad & Figlio, Firenze, 1919, p.5.
5
La battaglia di Lissa del 20 Luglio 1866 fu uno scontro navale nell'ambito della terza guerra di
indipendenza italiana , tra la Marina da guerra dell'Impero austriaco e la Regia Marina del Regno d'Italia.
Figura nr.2
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Di marinare tradizioni era anche la famiglia materna: la madre Giuseppina, figlia e
sorella di marinai, destinata dalle sue origini a diventare la sposa di un marinaio, accettò
con umiltà per tutta la vita, racconti di terre e mari lontani, patì la paura e l’angoscia al
pensiero dei mari in tempesta e gioì per il ritorno in porto della nave.
Sin da piccolo la vita di Luigi sembrava essere quella di un predestinato, legato al
mondo del mare dalla passione che già gli scorreva nelle vene, ed al contrario dei suoi
coetanei seguiva il padre nei suoi viaggi commerciali durante le vacanze estive, dove oltre
a studiare, imparava i segreti della navigazione, sotto i rigorosi ordini del Comandante,
esente da ogni tipo di privilegio.
Dopo aver conseguito la licenza elementare, frequentò per due anni il locale istituto
tecnico e successivamente si trasferì in collegio a Palermo dove, per volere del padre,
venne iscritto all’Istituto Nautico.
Nel 1902 ritornò a Messina per ultimare gli studi, e qui prese parte, ad una
dimostrazione studentesca contro il Consolato austriaco, frutto degli scontri causati dalla
rivolta anti italiana degli studenti universitari pangermanisti
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ad Innsbruck,
7
contrari
all’apertura di una facoltà italiana in terra d’Austria; in quell’occasione si rese protagonista
di un lancio di sassi contro l’odiato stemma dell’aquila bicipite.
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La manifestazione venne sciolta dalla polizia, Luigi fu arrestato e successivamente
liberato grazie all’intercessione del fratello Domenico, ufficiale di complemento della
Marina Militare italiana a Messina.
Questo episodio restò così impresso nella memoria di Rizzo tanto che ormai celebre
a seguito delle sue imprese, intervenuto ad un banchetto in suo onore a Messina quando le
maggiori autorità, gli chiesero di autografare il menù: “lui per celia scriverà in quello del
Questore… Nel 1902, un suo predecessore mi fece arrestare e mi tenne una intera notte in
guardina per aver lanciato un semplice sasso contro lo stemma del Consolato austriaco.
Ora lei mi festeggia per aver lanciato…due semplici siluri ed affondata la “Santo Stefano”
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Movimento che aspirava ad unificare politicamente tutte le popolazioni di stirpe e lingua tedesca. Si
diffuse nel XIX secolo a seguito delle guerre rivoluzionarie francesi.
7
Città dell’Austria capitale del Tirolo.
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Stemma araldico, che raffigura un’aquila con due teste separate fin dal collo e rivolte una verso destra
ed una verso sinistra. L’aquila bicipite identifica l'unione di due imperi riuniti sotto un'unica corona. Fu lo
stemma dell’Impero Austro-Ungarico.