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Immigrazione e finanza pubblica

La tesi presenta il fenomeno migratorio partendo dai dati e dagli aspetti generali, quali età, genere, lavoro, religione. In seguito viene approfondito l'impatto dell'immigrazione sui bilanci pubblici anche attraverso un'attenta analisi comparata.
Infine si sofferma maggiormente sulle peculiarità del caso italiano analizzando nel dettaglio la spesa e le entrate derivanti dall'immigrazione nelle principali voci di spesa, quali sanità, istruzione, previdenza, lavoro, sicurezza e sussidi.
In un contesto politico e sociale nel quale l’immigrazione viene spesso trattata attraverso accorgimenti valoriali che possono subire spesso valutazioni soggettive, questo lavoro si è proposto di trattare la tematica in modo freddo, attraverso il sapore crudo dei numeri. I giudizi di merito vanno semmai rivolti alle politiche pubbliche con le quali si affronta la problematica a livello sociale. In tal senso le critiche sollevabili non sono poche.
Innanzi tutto è obbligatorio chiedersi quanto la scarsa conoscenza del fenomeno migratorio, dovuta ad un interesse scientifico assai limitato, possa influire sulla percezione e sui sentimenti dei cittadini. Fuori luogo possono sembrare in tal senso dichiarazioni dai toni aspri e molto spesso poco assennate.

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3 INTRODUZIONE I sommovimenti nordafricani e le ribellioni hanno riportato sotto gli occhi di tutti un fenomeno al quale l’Italia non assisteva oramai da alcuni anni, ovvero lo sbarco di immigrati sulle coste di Lampedusa; uomini che sfidano il mare a bordo di barconi fatiscenti, molto spesso ammassati come bestiame e in condizioni igieniche a dir poco scadenti. Queste immagini hanno immediatamente riacceso il dibattito sull’immigrazione. Tutto ciò non stupisce affatto, come non stupisce che tra le opposte fazioni del dibattito vi siano coloro che demonizzano l’immigrazione e che vedono nei respingimenti forzati l’unica via d’uscita da ciò che considerano un’invasione. Ciò che stupisce è come vi sia la necessità di avere ben presenti le immagini per porsi il problema. Se, infatti, era da tempo che non assistevamo più a sbarchi massicci è doveroso precisare che mai si è fermato né attenuato l’ingresso di cittadini non italiani sul suolo italico. Forse vale il detto <occhio non vede, cuore non duole>. L’ambizione di questo elaborato è quella di superare l’effetto iniziale dovuto alle immagini o ai fatti di cronaca ai quali siamo abituati dai telegiornali per soffermarci su aspetti dei quali molto meno, se non tra gli addetti ai lavori, si tende a concentrarsi, come l’impatto che questi “invasori” hanno e avranno sui conti pubblici del nostro paese. Per fare ciò, certamente, è obbligatorio partire dai numeri, perché quelli non mentono mai; ma è su questo aspetto che si incontrano le più insidiose difficoltà. Nonostante si assista di frequente nel dibattito politico a toni che poco hanno a che fare con la democrazia, ciò che manca davvero sono le ricerche sul tema e, ancor più curioso, soprattutto quelle di stampo governativo. Sono partito con l’analizzare il fenomeno migratorio nel caso italiano prendendo in considerazione attentamente i numeri relativi alle caratteristiche principali dell’immigrazione come la consistenza numerica, la provenienza, l’età, il genere e la religione. Il lavoro e le modalità di regolarizzazione completano il capitolo con gli aspetti fondamentali del fenomeno, aspetti che possono essere il punto di partenza per un’analisi economica. Il secondo capitolo pone le fondamenta sul tema. Parlando di demografia, di teorie economiche e di studi empirici effettuati in altri paesi europei ho cercato di direzionare lo studio lontano dalle coscienze individuali per cercare il giudizio più imparziale, se è

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