L'analisi di bilancio e il caso Cementir SpA
Con il presente lavoro ci si propone di esporre il significato e la funzione, le modalità e le alternative di utilizzo, nonché il contenuto delle riclassificazioni del bilancio di esercizio, le quali, rappresentano uno degli strumenti, insieme al rendiconto finanziario e al sistema degli indici, impiegati per le analisi di bilancio.
Riclassificare significa ordinare, raggruppare, disporre le voci di bilancio così da individuare ed evidenziare alcune grandezze rilevanti ai fini dell’acquisizione di informazioni significative in merito alle condizioni di svolgimento della gestione e alle politiche aziendali perseguite che non sarebbe invece possibile ricavare da un paino di conti tradizionale emergente dalla contabilità. Poiché ogni conto de piano dei conti adottato è acceso a una classe, si tratta di riallocare le medesime voci su di una nuova sequenza di classi, composte a sistema, richiedenti talora l’aggregazione, talora la scomposizione delle voci accolte nelle classi originali. La riallocazione suddetta può avvenire in base alla natura, enfatizzando, il rapporto tra impresa e terze economie, oppure secondo un criterio di destinazione delle stesse, focalizzando l’attenzione sul loro utilizzo all’interno dell’impresa.
L’analisi di bilancio, e in particolare lo strumento della riclassificazione, è caratterizzata da un certo grado di soggettività, insita nell’applicazione dei principi e delle tecniche, che consentono all’analista, sulla base della propria esperienza e delle proprie conoscenze, di approfondire e diversificare l’analisi stessa in funzione delle specifiche necessità della realtà aziendale in cui si trova a operare.
Per quanto riguarda la riclassificazione del conto economico esistono: il modello di conto economico a valore aggiunto, con i costi classificati in relazione alla natura dei fattori produttivi cui si riferiscono, si presta, alle analisi di produttività a livello reddituale e finanziario, poiché può essere anche strutturato in modo da evidenziare il margine operativo lordo in modo tale da porre l’accento sull’analisi finanziaria, il conto economico a costi complessivi industriali del venduto, con i costi classificati in relazione alla loro destinazione alle diverse funzioni aziendali, consentendo di individuare se e quali sono le aree aziendali efficienti e inefficienti, in termini di reddito e liquidità, il conto economico a costi complessivi variabili del venduto consente all’analista del bilancio di valutare la flessibilità strutturale dell’impresa e quindi l’impatto sulla redditività aziendale di variazione dei volumi produttivi o del mix di produzione, dopo aver ipotizzato differenti plausibili scenari previsionali.
Con riferimento allo stato patrimoniale si possono esaminare i seguenti modelli: stato patrimoniale riclassificato secondo il principio della liquidità/esigibilità decrescenti e lo stato patrimoniale riclassificato secondo il principio dei pertinenza gestionale. Nel primo caso la struttura delle attività e delle passività iscritte in bilancio vengono esposte in base al tempo in cui esse diventano liquide ed esigibili. In questo modo è possibile approfondire l’analisi della solvibilità dell’impresa, monitorandone la dinamica finanziaria, sia passata che prospettica in termini di liquidità e solidità. Nel secondo caso si distinguono le componenti del patrimonio in base alla gestione di appartenenza, fornendo una base per l’apprezzamento della redditività e dell’efficienza aziendale.
Il primo dei due modelli enfatizza il concetto di tempo per la scomposizione della gestione, con lo scopo di determinare i periodici risultati, il secondo, invece, si fonda sulla scomposizione spaziale della stessa, individuando le diverse aree ad essa appartenenti.
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Informazioni tesi
Autore: | Simone Mestichella |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Professioni economico contabili|
Anno: | 2006 |
Docente/Relatore: | Francesco Ranalli |
Istituito da: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 52 |
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