I consumi alimentari sostenibili e l'attività di Slow Food
Il mio lavoro si occupa della sostenibilità dei consumi alimentari, con un focus sullo Slow Food e sulla sua politica basata sul consumo di alimenti buoni, puliti e giusti.
Il tema della sostenibilità dei consumi in generale e dei consumi alimentari, approfondito in questo studio, ha conosciuto negli ultimi dieci anni una rapida affermazione, dovuta sia alla volontà sempre più diffusa di molte persone di orientarsi verso un consumo più responsabile, informato e verde, sia all’attuale emergenza ecologica (oggetto del recente vertice di Copenaghen): quasi senza rendersene conto l’uomo sta sterminando il patrimonio naturale del pianeta in nome di un consumo eccessivo non giustificato e affamando più di un milione di persone.
La prospettiva alimentare all’interno del dibattito sulla sostenibilità è molto interessante perché solo recentemente si è fatta strada nella mentalità comune l’idea che lo stile alimentare adottato dagli individui influisce enormemente sull’inquinamento e l’inaridimento globale.
Nel primo capitolo ho definito la fenomenologia del consumo alimentare e i suoi cambiamenti nel corso del secolo scorso, spiegando come misurarne l’impatto ambientale attraverso il calcolo della cosiddetta “impronta ecologica”. Nella seconda parte di questo capitolo ho accennato al problema dell’ingiustizia alimentare, che verrà sviluppato in seguito.
Il secondo capitolo prende in considerazione le tendenze del consumatore odierno quali la crescita esponenziale del consumo di carne – che si estende al di là di una questione di gusto, includendo questioni complesse di giustizia sociale ed equità –, la diffusione dei consumi alimentari extradomestici – che rappresentano una pratica generica che guida e regolamenta performance di differente significato in luoghi diversi –, l’entrata in scena di nuovi elementi di valutazione valoriale e funzionale degli alimenti, con l’affermazione dei prodotti biologici, equosolidali e territoriali.
In seguito ho analizzato due tipologie di dieta: la prima rappresenta il menu normale, con una forte percentuale di alimenti animali e di origine animale prodotti da allevamento ed agricoltura intensivi, la seconda si compone di alimenti vegetariani ottenuti attraverso l’agricoltura intensiva.
Nel terzo capitolo ho affrontato il tema del rischio alimentare considerandolo da due prospettive. La prima tiene conto dei rischi connessi alla salute, basandosi sugli eventuali danni che può causare un’alimentazione distratta e poco sana. In questo senso la percezione del rischio alimentare negli ultimi anni è stata profondamente condizionata da alcuni episodi di acuta crisi sociale come il vino al metanolo, la BSE associata alla carne bovina, il pollo alla diossina, la questione degli OGM, i contenitori di tetrapak per il latte ecc.
La seconda prospettiva considera il rischio alimentare in termini etici e sociali, in base cioè alla possibilità o meno di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti di cui l’organismo umano necessita per vivere in condizioni accettabili. Nei suoi rapporti la FAO denuncia che l’enorme numero di persone sottoalimentate presenti nel mondo non è dovuto ai raccolti poco produttivi ma all’innalzamento dei prezzi nazionali alimentari, all’abbassamento dei redditi e all’aumento dei problemi di disoccupazione.
Il quarto capitolo descrive il Movimento di Slow Food, ripercorrendo le fasi salienti della sua storia. Attraverso la filosofia del “Buono, Pulito e Giusto” ho cercato di rendere evidenti i valori che questo movimento intende diffondere.
Infine, partendo dalla considerazione che tra gli obbiettivi di Slow Food ci sono la focalizzazione dell’attenzione su problemi come le piccole realtà produttive e la protezione dell’ambiente e della biodiversità ho deciso di occuparmi, nel quinto ed ultimo capitolo, dei Presìdi Slow Food per la tutela della biodiversità. I prodotti che ottengono lo statuto di presìdio sono prodotti eccezionali a rischio dì estinzione che appartengono a specie, varietà, ecotipi vegetali e animali autoctoni, legati in senso ambientale, socio-economico e storico ad un area ben specifica e realizzati in quantità limitata da aziende di piccole dimensioni. Prenderò in esame sette presìdi provenienti da differenti parti del mondo: una sorta di giro del mondo dei presìdi
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Informazioni tesi
Autore: | Alice Tealdi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Dario Padovan |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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Significati assegnati dai consumatori ai prodotti alimentari tipici. Il caso di due Presìdi Sloow Food della Sicilia.
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