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Esclusione e povertà all’interno di un quartiere della Spezia. Una ricerca empirica: il quartiere Umbertino.

Esclusione sociale e povertà sono due fenomeni sociali molto difficili da inquadrare in un’analisi, in quanto, sono due concetti molto mutevoli che persistono a delineare alcuni tratti delle nostre società considerate “ricche”. Esse rappresentano due delle principali emergenze politiche e sociali del nostro tempo, c’è bisogno, infatti, di una soluzione urgente da parte dei governi dei nostri paesi riguardo questi fenomeni. Mai come adesso, quindi, i temi discussi all’interno della mia tesi sono attuali e direi prioritari. Il 2010 non a caso è stato designato dalla Commissione Europea quale: “Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale”. Infatti, la recente crisi economica, che ha colpito l’intera popolazione, ha causato un’elevata inflazione globale. Le fasce di popolazione che ne hanno risentito maggiormente sono state quelle medio-basse e, per questo motivo, si sono formate nuove “sacche” di povertà. La percentuale di persone che si rivolgono ai servizi sociali è quindi aumentata e allo stesso tempo i servizi non sono in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini in difficoltà proprio per mancanze di quelle risorse che il welfare sempre più in crisi non riesce più a fornire. Sempre più spesso, quindi, non ci si chiede quanti possano essere i poveri in Italia, ma chi sono i poveri e che cosa si intenda per povertà. Nel primo capitolo, infatti, ho cercato di rispondere a queste domande introducendo anche il concetto di welfare che tanto è collegato a questi due fenomeni e che in parte contribuisce in un certo qual modo a “creare”.
Nel secondo capitolo il mio intento è stato quello di distinguere i diversi tipi di esclusione sociale, osservare come questa può in qualche modo essere intensificata da fenomeni sociali attuali come la globalizzazione e delineare i tratti attraverso i quali essa si manifesta nella nostra realtà.
La scelta poi di analizzare questi due temi all’interno di un territorio spazialmente limitato come quello di un quartiere deriva dal fatto che quest’ultimo può essere esaminato con maggior facilità perché nella vita di quartiere i problemi si esprimono e si rendono più agevolmente visibili. La scelta si rende necessaria anche per i concetti espressi nel primo capitolo sull’importanza delle politiche di welfare locale, esemplificate così bene nel libro di Benassi: “Tra benessere e povertà. Sistemi di welfare e traiettorie di impoverimento a Milano e Napoli”, sia dalle differenze di realtà del contesto sociale che dalla differenza di organizzazione delle politiche tra Napoli e Milano.
Passando, quindi, da un’analisi direi “macro” sulla società e sulla vita nelle metropoli ho ristretto sempre di più il campo di osservazione durante la scrittura del mio lavoro. L’ultimo capitolo della mia tesi consiste, infatti, nell’analisi dei risultati di una ricerca sociologica sul quartiere Umbertino e sulla rielaborazione di alcune interviste ad alcuni personaggi del quartiere stesso.
L’importanza della dimensione di cittadinanza attiva e di empowerment, venuta fuori dai risultati del mio lavoro, è strettamente collegata con i fenomeni di povertà ed esclusione sociale. Come per il progetto individuale di un utente dei servizi sociali si attiva il processo di empowerment così anche nel caso di una comunità, come può essere quella che abita un quartiere, non si deve trascurare questo aspetto. Nel quartiere Umbertino, tramite la sottoscrizione dell’accordo per la costituzione del “Laboratorio di Quartiere” si è voluto quindi lavorare assieme, con questa metodologia. L’empowerment può costituire un elemento decisivo nella lotta contro la povertà, soprattutto nel suo senso più ampio, che implica libertà di azione e di scelta. Riguardo all’empowerment la partecipazione è solo una delle componenti di una più ampia azione che implica anche la possibilità di accedere alle informazioni, di conoscere stanziamenti e bilanci, l’utilizzo dei servizi pubblici e della formazione per rendere i poveri in grado di prendere decisioni sensate sul futuro loro e della società intera. Naturalmente questo prevede il coinvolgimento non solo dei soggetti direttamente interessati, ma anche delle organizzazioni della società civile, delle amministrazioni locali e dei governi.

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2 Introduzione Tutti, mi si dirà, conoscono la povertà […], essendo la povertà una delle cose più antiche al mondo ed essendo tuttora non così infrequente da dover pensare che si debba scoprire (Friedman, 2009) 1 . Non si può dare, infatti, per scontata la conoscenza di un fenomeno come la povertà tanto che questa “deve essere scoperta concretamente e riscoperta periodicamente, perché essa non si manifesta allo stesso modo nelle varie epoche” (ibid.). Esclusione sociale e povertà, infatti, sono due fenomeni sociali molto difficili da inquadrare in un’analisi, in quanto, sono due concetti molto mutevoli che persistono a delineare alcuni tratti delle nostre società considerate “ricche”. Esse rappresentano due delle principali emergenze politiche e sociali del nostro tempo, c’è bisogno, infatti, di una soluzione urgente da parte dei governi dei nostri paesi riguardo questi fenomeni. Mai come adesso, quindi, i temi discussi all’interno della mia tesi sono attuali e direi prioritari. Il 2010 non a caso è stato designato dalla Commissione Europea quale: “Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale”. Infatti, la recente crisi economica ha colpito l’intera popolazione causando un’elevata inflazione globale. Le fasce di popolazione che ne hanno risentito maggiormente sono state quelle medio-basse e, per questo motivo, si sono formate nuove “sacche” di povertà. La percentuale di persone che si rivolgono ai servizi sociali è quindi aumentata e allo stesso tempo i servizi non sono in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini in difficoltà proprio per mancanze di quelle risorse che il welfare sempre più in crisi non riesce più a fornire. Quindi sempre più spesso ci si chiede non 1 “L’architettura di sopravvivenza. Una filosofia della povertà”, Friedman Yona, Bollati Boringhieri, Torino, 2009 (1^ ed. 1978) in http://www.synergia- net.it/it/magazine/2010-anno-europeo-della-lotta-alla-poverta-e-all-esclusione- sociale-alcuni-spunti-di-riflessione-mag185.html

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