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Indagini sulla presenza e diffusione dei giallumi della vite in Lombardia

I giallumi della vite rappresentano una sindrome complessa di malattie causate da microrganismi denominati fitoplasmi. Fra di esse la Flavescenza dorata (FD), la forma spiccatamente epidemica e trasmessa da vite a vite dalla cicalina Scaphoideus titanus, riveste particolare importanza sia per la gravità dei danni arrecati, sia per l’estrema rapidità con la quale essa di diffonde in campo.
In Italia essa risulta presente dalla fine degli anni '60, quando fu rilevata in alcuni vigneti dell’Oltrepò pavese. Da allora essa si è manifestata in Veneto e in Friuli Venezia Giulia interessando, in seguito, la Liguria il Piemonte e l’Emilia.
Accanto a FD altre forme di giallume possono interessare la vite: fra queste il Legno nero (LN), la forma scarsamente epidemica, che risulta presente sia in Italia sia nella gran parte dei paesi dove la vite è coltivata. Sebbene si tratti di una malattia decisamente meno grave rispetto a FD in alcuni casi, LN, raggiunge livelli ragguardevoli e può rappresentare una fonte di preoccupazione tra i viticoltori poiché risulta indistinguibile da FD sulla base dei sintomi.
FD risulta essere causata da fitoplasmi appartenenti al gruppo tassonomico del giallume dell’olmo, 16SrV mentre fitoplasmi del gruppo 16SrXII sono coinvolti nell’eziologia di LN.
Il presente lavoro, svolto nell’arco di tre anni (1999-2001), ha avuto lo scopo di acquisire informazioni sulla diffusione dei giallumi in Lombardia con particolare riferimento a FD. In passato, casi sporadici di questa malattia sono stati più volte osservati sia in Oltrepò pavese sia in Franciacorta. In epoca recente però, anche in concomitanza dell’introduzione di tecniche agronomiche atte a contenere l’utilizzo di presidi fitosanitari (in particolare i prodotti insetticidi), sono state rilevati numerosi e diffusi fenomeni di recrudescenza di FD.
Le indagini sono state svolte nel corso degli anni 1999 e 2000, in vigneti della Lombardia interessati da fenomeni di giallume: limitatamente al 1999 è stato incluso un vigneto della provincia di Alessandria e precisamente nella zona dei colli tortonesi (Piemonte). I sopralluoghi sono stati condotti nei mesi di settembre e ottobre e di ogni vigneto veniva tracciata una mappa dettagliata contenente la localizzazione e la distribuzione delle piante malate nonché le loro caratteristiche sintomatologiche: nei casi considerati più significativi, venivano inoltre prelevati campioni fogliari da sottoporre ad esami di laboratorio. Successivamente si procedeva all’identificazione dei fitoplasmi associati alle manifestazioni sintomatologiche mediante analisi di laboratorio. Queste venivano effettuate mediante metodi biomolecolari, quali: ibridazione molecolare, amplificazione genica e analisi del polimorfismo della lunghezza dei frammenti di restrizione (RFLP).
Tali analisi sono state condotte sui campioni prelevati nel 1999 da viti localizzate in 30 vigneti situati nelle seguenti zone viticole: Oltrepò pavese, Franciacorta, Valtenesi, Valcalepio, colline di S. Colombano, Oltrepò Mantovano e Colli tortonesi. La percentuale di piante malate raggiungeva, in molti casi, anche l’80% (Oltrepò pavese e colline di S. Colombano), mentre nelle altre zone viticole come la Franciacorta essa non ha mai superato il 20%.
Nell’anno 2000 le indagini si sono concentrate su 12 vigneti localizzati in Oltrepò pavese, Franciacorta, Valtenesi, colline di S.Colombano e Oltrepò mantovano. Mentre nei vigneti della Franciacorta il numero di piante malate è diminuito rispetto al 1999 in Oltrepò pavese e S. Colombano la malattia ha mantenuto gli stessi livelli di gravità rilevati nell’anno precedente.
Per quanto riguarda le caratteristiche molecolari dei fitoplasmi riscontrati nei campioni esaminati i risultati ottenuti indicano una netta prevalenza del fitoplasma della Flavescenza dorata (16SrV-C) rispetto a quello responsabile del Legno nero (16SrXII-A). I risultati ottenuti indicano che FD è ha praticamente diffusa in quasi tutte le zone viticole della Lombardia raggiungendo in alcuni casi (Oltrepò pavese) livelli ormai molto elevati. E’ interessante notare comunque che, nei vigneti in studio, la malattia sia in di fase di contenimento o addirittura in regressione. Va ricordato che nei suddetti vigneti sono stati effettuati sia nel 1999 che nel 2000 almeno due trattamenti insetticidi nei confronti di S. titanus. Si conferma pertanto la validità di tali misure di difesa, peraltro previste da un decreto di lotta obbligatoria emanato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in data 31 maggio 2000 (Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza dorata della vite) e successivamente recepito dalla regione Lombardia. Particolare attenzione infine va rivolta alla produzione vivaistica e di conseguenza all’utilizzo di materiale per i nuovi impianti al fine di evitare l’insorgenza di nuovi focolai e l’introduzione di nuovi ceppi del patogeno.


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4 INTRODUZIONE I giallumi della vite sono un complesso di malattie, causate da fitoplasmi, la cui forma pi� grave, poich� fortemente epidemica, � la Flavescenza dorata (FD): essa rappresenta da anni una grave minaccia per la viticoltura italiana. Dopo le prime manifestazioni epidemiche in Oltrepo� pavese, pi� di trent�anni fa, FD � ricomparsa, in questi ultimi anni, in quasi tutte le regioni del nord Italia, inclusa la Lombardia. In varia misura, la gran parte delle variet� di Vitis vinifera conosciute sono sensibili a FD e i danni da essa causati sono molto gravi poich� le piante colpite perdono in parte o totalmente la produzione. Nelle medesime aree risultano presenti altre forme di giallume della vite, come ad esempio il Legno nero (LN) che, a differenza di FD, riveste minore importanza poich� risulta scarsamente epidemica, pur mostrando sintomi del tutto simili ad quelli di FD. Diventa perci� impossibile distinguere le diverse forme della malattia sulla base del solo rilievo sintomatologico. Le conoscenze relative all�eziologia dei giallumi sono tuttora incomplete anche se � noto che essi sono causati da fitoplasmi, ovvero da microrganismi simili a batteri a localizzazione floematica. Essi sono individuabili solamente mediante l�utilizzo di metodi biomolecolari (PCR ed RFLP), i quali consentono, inoltre, di distinguere i fitoplasmi pi� frequentemente associati a FD e a LN. Pi� scarse invece risultano le informazioni relative alla presenza e distribuzione di questi fitoplasmi nelle diverse aree viticole della Lombardia. Vista l�importanza che tali malattie hanno assunto in questa regione, a partire dal 1999, si � ritenuto opportuno avviare indagini di campo e di laboratorio al fine di accertare la loro presenza e di mettere in evidenza la distribuzione dei fitoplasmi ad esse associate.

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