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Il banditismo in Sardegna tra progetti di rinascita e società del malessere

Il presente lavoro, sebbene si prefigga lo scopo di esaminare una specifica fase ed un particolare aspetto del banditismo sardo, non può non risalire alle sue origini storiche e non ripercorrerne le tappe salienti fino alla fine del secondo conflitto mondiale: alcune sue manifestazioni apparirebbero, altrimenti, prive di senso.
La speranza di chi scrive è di essere riuscita ad aprire una piccola breccia nella spessa cortina dei pregiudizi, degli stereotipi sul fenomeno del banditismo sardo, complesso, come già detto, e per alcuni versi ancora inesplorato; di essere riuscita nello scopo che, primo fra tutti, si prefiggeva: dare una risposta non necessariamente esaustiva ai suoi tanti interrogativi.
E' proprio vero che si delinque in Sardegna più che in altre regioni italiane? E, se sì, perché questo avviene? Qual è la ragione per cui lo si fa con tanta disumana barbarie? Di chi sono le maggiori responsabilità?
Sono senz' altro da respingere le aberranti tesi di alcuni autorevoli esponenti della cosiddetta scuola antropologica positiva, segnatamente del Niceforo e del Lombroso, secondo i quali nelle vene dei Sardi della "zona delinquente" scorrerebbe un sangue irrimediabilmente infetto dal virus della violenza. Certamente è da considerare anche il tempo in cui tali teorie furono formulate e sostenute, ma pare assurdo che siano state enunciate senza che contro di loro si levassero voci di protesta da parte di intellettuali qualificati. Sorprende che una grande scrittrice sarda, insignita perfino del premio Nobel per la letteratura, abbia in qualche modo dato credito a certe ipotesi, accompagnando Lombroso attraverso le regioni della Barbagia e dell'Ogliastra, ben sapendo quali fossero gli obiettivi che le misurazioni di visi e di crani che quegli andava meticolosamente prendendo, si prefiggevano; quale fosse il teorema che l' amico scienziato intendeva dimostrare.

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1 Breve sintesi della tesi di laurea "Il banditismo in Sardegna tra piani di rinascita e società del malessere", discussa da Agnese Chiara Farigu in data 9. 07. 03 presso l'Università Roma Tre. Il lavoro nasce dall'intento dell'autrice, una sarda, di dare risposta ad interrogativi che l' hanno angosciata sin dall'infanzia: è proprio vero che la Sardegna è terra di banditi? che in essa si delinque più che in altre regioni? E, se questo è vero , perché ciò avviene? Per raggiungere lo scopo ha analizzato la questione sarda a partire dalle sue origini ma focalizzando la sua attenzione su uno dei periodi più inquietanti della storia del banditismo sardo, quello che va tra il primo ed il secondo piano di rinascita. La questione sarda è soprattutto una questione barbaricina. La Barbagia è una sorta di isola nell' isola, una regione aspra, selvaggia, montuosa, per secoli, se non per millenni, impenetrabile, inaccessibile per chiunque non fosse un suo nativo. É qui che ha attecchito e proliferato il triste fenomeno del banditismo che tanta eco ha avuto nel mondo e tanto fango ha contribuito a far gettare sul buon nome della gente sarda. Il fenomeno è stato studiato, analizzato, discusso a lungo ma è tuttora per molti versi permane misterioso. É stato combattuto tenacemente, quasi sempre con metodi repressivi, polizieschi, ma non è stato mai estirpato. Ha conosciuto momenti di letargo, che hanno fatto sperare fosse ormai estinto, ma è sempre risorto e riesploso in forme ancor più virulenti. E anche oggi

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Informazioni tesi

  Autore: Agnese Chiara Farigu
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'Educazione
  Relatore: Carlo Felice Casula
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 222

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