La comunicazione istituzionale e la gestione delle relazioni esterne nelle aziende pubbliche di trasporto. Il caso ''Brescia Trasporti''

INTRODUZIONE Il Trasporto Pubblico Locale italiano sta attraversando un periodo di forte evoluzione, principalmente a causa delle innovazioni recentemente apportate dal legislatore alla normativa che, per più di un secolo, ha regolato il settore. La municipalizzazione di alcuni servizi, tra cui anche il trasporto pubblico, e la conseguente forte regolamentazione da parte delle Amministrazioni locali, risale all’emanazione della legge 113 del 29 Marzo 1903, nota come "Legge Giolitti". Gli effetti di una gestione talvolta inefficiente, influenzata dalle dottrine del Welfare State e, nel contempo, di una politica statale di forti incentivi all'acquisto dell'automobile, sono oggi drammaticamente evidenti. Le città si presentano sempre più congestionate dal traffico e dall'inquinamento, causato anche dall'eccessiva abitudine all'uso dell'automobile. Contestualmente, il sistema del Trasporto Pubblico Locale (TPL) non riesce ad essere concorrenziale nei confronti del mezzo privato tanto che, dal 1980 ad oggi, si stima che esso abbia perso circa il 35% dell'utenza. I decreti legislativi 422/97 e 400/99, oltre a sollecitare le aziende di Trasporto Pubblico ad essere economicamente più efficienti, introducono una forma di concorrenza per il mercato del TPL. Più precisamente, dal 2003 le imprese municipalizzate costituitesi all'inizio del secolo scorso perderanno la loro tradizionale posizione monopolistica: esse dovranno, infatti, "gareggiare" con altre realtà produttive, pubbliche e private, italiane ed estere, per vincere le gare d'appalto indette dalle Amministrazioni comunali. Queste ultime hanno stilato dei "Contratti di Servizio", brevemente descritti nel primo Capitolo, in cui sono indicati i parametri di qualità cui dovranno attenersi le aziende che vorranno partecipare e vincere le suddette gare.